giovedì 16 dicembre 2021

Quale terribile tradizione pratica la setta degli Aghori?

Gli Aghori sono monaci esiliati in cerca di illuminazione spirituale. Sono la setta più estrema dei Sâdhu, e il loro principale insediamento è Varanasi, città sacra per gli induisti. Praticano rituali a base di carne umana e, oltre a nutrirsi dei loro simili, bevono da teschi umani e masticano teste di animali vivi. Sembra che il loro guru Baba Kinaram, sia vissuto per 170 anni. Nella speranza di allontanare la vecchiaia proprio come Baba, si nutrono dei cadaveri lungo il Gange, aggiungendo al pasto marijuana, alcool e meditazione. Secondo gli Aghori, tutto il mondo è un'illusione, tramite il cannibalismo onorano il loro dio Shiva e assorbono lo "Shakti", ovvero l' energia vitale e i "poteri" del defunto.


mercoledì 15 dicembre 2021

Un evento inspiegabile che sembra una bugia ma è reale


In una gelida mattina di dicembre del 1980, un uomo aprì la porta sul retro della sua casa a Lengby, Minnesota, e trovò Jean Hilliard, la sua vicina di 19 anni, congelata nella neve nel suo cortile. Il corpo della ragazza era stato trasformato in un blocco di ghiaccio - completamente solido - dopo essere stato esposto tutta la notte a temperature inferiori a -20 °C. Jean è stata immediatamente portata in ospedale e le sue condizioni hanno scioccato il personale che l'ha assistita.

La ragazza era così gravemente congelata che nessuno dei suoi arti poteva essere mosso. Inoltre, era così rigida che i medici non potevano nemmeno iniettare alcun tipo di medicina nel suo corpo. Le sue condizioni erano così gravi che se avesse ripreso conoscenza, avrebbe probabilmente subito gravi danni neurologici e le sarebbero state amputate entrambe le gambe a causa della cancrena.

Tuttavia, dopo aver trascorso alcune ore avvolto in coperte termiche, Jean cominciò a soffrire di violente convulsioni, riprendendo coscienza e, con totale perplessità dei medici, senza mostrare alcun danno cerebrale o fisico, solo alcuni segni di confusione mentale. La ragazza di ghiaccio ha lasciato l'ospedale 49 giorni dopo, senza perdere una sola unghia a causa del forte congelamento, mostrando semplicemente alcune piccole cicatrici.


martedì 14 dicembre 2021

Perché è più facile fare un patto con il diavolo che con Dio?

Il patto con il diavolo è sempre stato presentato come una facilità per soddisfare un desiderio personale immediato. La motivazione per chi non ne conosce le conseguenze è quindi molto grande. Talento, fama, fortuna… difficile non cedere a questo tipo di tentazione quando il guadagno è visibile e vicino e la perdita impercettibile e lontana.



Dio non è nel monoteismo un'entità con cui si fa un patto. Non c'è nessun contratto, puoi seguirlo quando vuoi e lasciarlo altrettanto facilmente. Ma seguirlo implica percorrere un cammino difficile che si suppone sia rivolto all'altruismo, all'umiltà, al dono di sé. Non si tratta quindi di prendere, ma di dare. In effetti, in questo senso è esattamente l'opposto del precedente: vediamo ciò che perdiamo ma non ciò che guadagniamo.


lunedì 13 dicembre 2021

Le limitazioni della velocità della luce sono la ragione per cui non abbiamo ancora avuto contatti con gli alieni?

Tutto quello che dobbiamo fare è farci alcune domande.

Gli alieni stanno cercando di viaggiare sulla Terra? NO

Stiamo viaggiando su un pianeta alieno? ne conosciamo uno? NO

Il viaggio alla velocità della luce ci dirà dove vivono gli alieni? NO

Gli alieni hanno mai sentito parlare dei terrestri? NO

Vedremo mai alieni che non sono in un film? NO

Hai mai visto un Treeboon?



domenica 12 dicembre 2021

Quali sono alcune assurdità nella Bibbia?

Ecco le 10 più grandi assurdità raccontate nella Bibbia:


1 Noè



Quando Dio gli ordina di costruire l’arca, Noè ha la tenera età di 500 anni e finisce la sua costruzione quando ne ha circa 600.
Vebbe’ facciamo finta sia così.
Considerando che al mondo esistono circa 9 milioni di specie animali e che, di queste, circa 6 milioni di esse vivono sulla terraferma, quanto era grande l’arca per poter contenere 12 milioni di animali? La bibbia dice che l’arca fosse lunga circa 300 cubiti, approssimativamente 137 metri. Un po’ strettina direi.



Dio fa piovere per 40 giorni e per 40 notti, annegando tutte le forme di vita animali (ai pesci andò di culo) e vegetali. Il diluvio termina il quarantesimo giorno, così Noè decide di mandare in avanscoperta un corvo per controllare che ci siano terre emerse. Il corvo non ritorna, resta un mistero come abbia poi fatto la moglie del corvo a riprodursi. Poi Noè decide di inviare una colomba e questa ritorna con un ramoscello di ulivo nel becco. Come abbia fatto un ulivo a ricrescere in un solo giorno resta ancora oggi un mistero della botanica.


2 Genesi



Il primo giorno Dio ha creato la luce, poi ha creato la terra e il quarto giorno ha creato il Sole.
La domanda è: a cosa serve il Sole quando hai già creato la luce? E soprattutto: quando è stata inventata la fotosintesi clorofilliana dato che le piante sono state create prima del sole?
Ultima domanda: se Dio è onnipotente, perché si stancò tanto da dover riposare la domenica? Ci rendiamo conto che in pratica Dio ha lavorato una sola settimana in tutta la sua vita e che da allora vive di pensione? Quanto ci costa? E che dado usò per ottenere il brodo primordiale?


3 Adamo ed Eva



Perché Dio ha creato Adamo con un pene dato che non esistevano ancora le donne? Perché ha creato ogni cosa con uno schiocco di dita, ma per creare Eva ha dovuto staccare una costola ad Adamo? E se avesse creato 2 donne, rimuovendo 2 costole, Adamo si sarebbe chiamato Gabriele D’Annunzio?
Dio sapeva che, avendola creata da una costola, Eva aveva modo ogni giorno di controllare che Adamo non si vedesse con nessun’altra semplicemente contandogli il costato?
Adamo visse per 930 anni e probabilmente si fece due palle così. Forse per questo motivo arrivò a generare con Eva circa 140 figli che a loro volta si riprodussero con l’incesto fino a popolare la Terra.


4 Caino e Abele



Caino uccide Abele, lo sanno tutti. Con l’arma ancora in mano però, Caino ha paura che qualcuno possa vendicare Abele. Questa preoccupazione la dice lunga sulla stabilità psichica di Caino, dato che all’epoca non esistevano altre persone sulla terra. Caino era schizofrenico? La cosa che non mi torna è: perché preoccuparsi dell’omicidio appena compiuto?

In fondo la popolazione mondiale dell’epoca ammontava a 4 persone. Adamo ed Eva erano impegnati chissà dove e Abele era appena stato ucciso, in pratica non c’erano testimoni!
Forse era preoccupato perché all’epoca le persone spuntavano come funghi, infatti forse fu così che Caino trovò moglie e tirò su famiglia. No, sul serio: da dove spuntò la donna che avrebbe poi sposato? Non è dato saperlo.


5 Abramo e la sua famiglia


Il livello culturale delle persone doveva essere davvero basso all’epoca se Dio come collaboratori si trovò costretto a scegliere una persona come Abramo.

Abramo è colui che, a seguito di una carestia, si reca in Egitto per incontrare il faraone per uno scambio. Offre sua moglie (spacciata come sorella) come prostituta in cambio di “greggi e armenti, schiavi e schiave, asini e cammelli”.
Abramo è colui che senza far domande è pronto a tagliare la gola a suo figlio per obbedire ad un capriccio di Dio.
Abramo è colui che, come riportato dalle sacre scritture, decide di circoncidersi a 99 anni e, siccome il mal comune è mezzo gaudio, costringe a farlo anche suo figlio (che secondo me gli stava un po’ sul cazzo) e 318 schiavi. Il tutto in un solo giorno. Che efficienza


6 Sodoma e Gomorra



A parer mio Sodoma e Gomorra dovevano essere 2 canali tv satellitari famosi in Paradiso all’epoca. Su Gomorra trasmettevano serie tv di violenza e su Sodoma i filmini a luci rosse. Probabilmente quel giorno il segnale doveva essere scarso e Dio, incazzato, decise di disdire l’abbonamento distruggendo tutto.
Da questa ennesima strage divina Dio decise di salvare Lot e la sua famiglia e, per far ciò, inviò due angeli che, una volta giunti in città, furono raggiunti da una folla inferocita che non aveva intenzione di morire. Lot non si perse d’animo e per salvare la vita degli angeli (cioè gli angeli hanno bisogno che qualcuno gli salvi la vita?) spalancò il portone e propose:

«No, fratelli miei, non fate loro del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto…»

Anche Lot era un padre modello. Oh, sia chiaro, non è che le figlie fossero da meno. Una volta scampate dal pericolo lo fecero ubriacare e fecero sesso con lui restando incinte. Wow, che famiglia!


7 Mosè



Mosè è colui che, prima di Steve Jobs, inventò i tablet. Mosè è colui che ideò la dieta del digiuno intermittente digiunando per 40 giorni nel deserto in attesa delle tavole dei 10 comandamenti.
Mosè sapeva fare molte cose come: trucchi magici, le divisioni con l’acqua e far arrivare le piaghe contro un popolo indifeso. A fare da navigatore invece doveva essere una pippa colossale. Una volta fuggito con tutto il suo popolo dall’Egitto, ci mise 40 anni per fare 727 chilometri. Se avesse seguito le indicazioni di Google Maps, e non quelle di Dio, ci avrebbe messo 148 ore. Ecco le prove:


8 Guida per fare la cacca



A Dio non piace calpestare la cacca quando passeggia e quindi prepara una guida che tutti gli uomini devono seguire scrupolosamente:

Avrai anche un posto fuori dell’accampamento e là andrai per i tuoi bisogni. Nel tuo equipaggiamento avrai un piuolo, con il quale, nel ritirarti fuori, scaverai una buca e poi ricoprirai i tuoi escrementi. Perché il Signore tuo Dio passa in mezzo al tuo accampamento per salvarti e per mettere i nemici in tuo potere; l’accampamento deve essere dunque santo, perché Egli non veda in mezzo a te qualche indecenza e ti abbandoni”


9 Questione di punti di vista


Ma siamo proprio sicuri che il cattivo della situazione sia il Diavolo? No perché, a spulciare bene i dati, viene fuori una situazione paradossale. Il Dio dell’Antico Testamento, al contrario di quello del Nuovo Testamento, sembra un pazzo psicopatico.

Snoccioliamo un po’ di numeri:



Dio ha una media di uccisioni di circa il 227% superiore a quella del Diavolo. Bisogna considerare poi che al totale mancano, in quanto incalcolabili, i morti per:

  • Carestie

  • Pestilenze

  • Diluvio Universale

  • La distruzione di Sodoma

  • La distruzione di Gomorra

  • Cataclismi vari ed eventuali

In più va aggiunto che le 10 morti attribuite al Diavolo, sono frutto di una scommessa fatta da Dio solo per testare la pazienza di Giobbe.


10 Due pesi, due misure



Dio ha scagliato sulla Terra le peggiori disgrazie: diluvi, pestilenze, carestie. Una volta ha addirittura fatto lapidare un uomo che era andato in cerca di legna. La sua colpa? Averlo fatto di sabato. Il sabato è sacro!

Eppure non ha battuto ciglio quando hanno arrestato, torturato e crocifisso il suo unico figlio.


sabato 11 dicembre 2021

Quinotauro

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Il Quinotauro è un mitico mostro marino menzionato nel VII secolo nella Cronaca di Fredegario.
Ci si riferisce ad esso come "bestea Neptuni Quinotauri similis", cioè la bestia di Nettuno che rassomiglia a un quinotauro. Esso è ritenuto essere il padre di Meroveo, in quanto si unì alla moglie del re franco Clodione mentre ella stava facendo il bagno in mare, dando così origine alla stirpe reale dei re Merovingi. Il nome, che traslitterato dal latino significa "toro con cinque corna", sembra unire a livello simbolico il tridente del dio del mare Nettuno e il viaggio in mare di Giove tramutato in toro durante il ratto di Europa oppure il mito del Minotauro.
Non si sa se questa sovrapposizione di miti diversi sia dovuta a già radicate leggende oppure sia da attribuire a Fredegario, per cui non si sa se esistesse un leggendario mostro marino di questo genere nella mitologia franca, o se invece sia un'invenzione dell'autore. L'ipotesi più probabile è l'intento di conferire origine divina alla casata reale franca dei Merovingi.


venerdì 10 dicembre 2021

Esobiologia

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L'esobiologia (o astrobiologia) è un campo prevalentemente speculativo della biologia che considera la possibilità della vita extraterrestre e la sua possibile natura. Necessariamente include anche il concetto di vita artificiale, poiché qualunque forma di vita dotata della capacità di evolversi naturalmente in modo concepibile, potrebbe essere creata altrove in laboratorio usando una tecnologia futuribile. Include anche l'ipotesi di un'origine della vita sulla Terra tramite panspermia, teorizzata dal genetista premio Nobel Francis Crick e dall'astronomo Fred Hoyle. Il genetista Eugene Koonin ritiene che l'origine della vita sulla sola Terra sia così improbabile da ipotizzare che essa si debba essere manifestata su svariati infiniti universi
Il termine deriva dall'unione della parola greca esso ("esterno") con il sostantivo biologia, ad indicare per l'appunto la specializzazione di questa branca scientifica verso forme di vita esterne alla Terra, diverse da quelle conosciute. Un sinonimo di esobiologia usato in passato è xenobiologia, sebbene quest'ultimo è un termine ora utilizzato in senso più specifico per indicare una "biologia basata su una chimica diversa", indipendentemente se di origine terrestre od extraterrestre. Poiché processi vitali basati su biochimiche alternative sono stati creati in laboratorio, la xenobiologia è considerata attualmente una materia a pieno diritto.
Il termine fu coniato solo negli anni cinquanta dello scorso secolo dal biologo statunitense Joshua Lederberg in preparazione allo sbarco dell'uomo sulla Luna, ma in realtà l'astrobiologia era stata introdotta già da Alfred R. Wallace, agli inizi del Novecento, con il suo Man's place in the universe. Secondo Lederberg infatti, eventuali batteri extraterrestri presenti sul nostro satellite avrebbero potuto contaminare la Terra al ritorno degli astronauti. L'ipotesi fu in seguito confutata.
Sebbene quello dell'esobiologia sia attualmente un campo speculativo, l'assenza di vita nel resto dell'universo è un'ipotesi falsificabile (nonostante debba ancora essere provata falsa); quindi, secondo il falsificazionismo di Popper, appare un campo valido di esplorazione scientifica.
Parallelamente, le simulazioni al computer di processi di vita fondamentali hanno reso possibile l'esplorazione di forme di vita alternative (come il DNA levogiro o la vita basata sul silicio invece che sul carbonio, al fine di determinare quali potrebbero essere le loro caratteristiche.
La ricerca di vita extraterrestre è, ovviamente, di grande interesse per gli esobiologi.
Alcuni sostengono che il numero di pianeti con vita intelligente extraterrestre possa essere valutato dall'equazione di Drake, se e quando i valori delle sue variabili potranno essere determinati. Il radioastronomo statunitense Frank Drake sviluppò un'equazione in cui il numero di civiltà extraterrestri è in funzione del prodotto di una serie di fattori. Tuttavia le incertezze nei termini dell'equazione rendono impossibile predire se la vita è rara o comune. Il problema, infatti, sta proprio nella assoluta mancanza di valori di riferimento per alcune delle variabili coinvolte (ad esempio, la percentuale di pianeti della Galassia in cui si evolvono forme di vita). Siccome, in pratica, le probabilità vengono determinate sulla base delle proporzioni osservate, alcuni dei fattori dell'equazione sono indefiniti, rendendo indefinito il risultato.
Come afferma lo scienziato della NASA Chris McKay:
«L'unico esempio che abbiamo è quello della vita qui sulla Terra: se soltanto trovassimo il più semplice insetto su un altro pianeta, e se quell'insetto fosse diverso da quelli che abbiamo qui, sarebbe la dimostrazione che c'è vita in ambedue i posti; e se c'è in due posti, è evidente che l'universo è pieno di vita.»
Tuttavia, finché non verranno osservate forme di vita extraterrestre, non sarà possibile stabilire se la vita sulla Terra sia il frutto di un miracolo unico e mai più ripetuto (statisticamente un caso aberrante), oppure il risultato di un processo tutto sommato abbastanza comune nell'universo.
Un altro soggetto associato all'esobiologia è il paradosso di Fermi, il quale suggerisce che se la vita intelligente fosse comune nell'universo ci dovrebbero essere ovvi segni di essa.
Al momento (2017) non c'è alcuna evidenza a sostegno dell'esistenza di forme di vita intelligenti extraterrestri, quantunque se ne sia iniziata la ricerca fin dagli anni sessanta con il progetto di radioascolto astronomico SETI.
Una prova a sostegno dell'esistenza di forme di vita extraterrestre di tipo elementare potrebbe venire dall'esame di meteoriti cadute in Antartide, che si presume provengano dal pianeta Marte.
Don Bogard, uno scienziato della NASA, esaminò alcuni granuli di cristallo presenti nelle meteoriti, scoprendo che il gas in essi contenuto aveva una composizione identica a quella rilevata su Marte dai lander Viking alla metà degli anni settanta. Questa era una prova diretta e inconfutabile che quelle rocce erano di origine marziana e al contempo forniva anche un metodo per stabilire sperimentalmente quando un meteorite era stato, precedentemente, una roccia di Marte.
Nel 1997, un gruppo di scienziati della NASA sostenne di avere scoperto, in alcune meteoriti provenienti da Marte, microfossili di batteri extraterrestri. Questa potrebbe essere la prova che la vita si è sviluppata almeno in un altro posto, oltre alla Terra.
Come è possibile che tali batteri si siano sviluppati sulla superficie di un mondo freddo e desertico come Marte?
Per rispondere a questa domanda, bisogna considerare che, alcuni miliardi di anni fa, il pianeta rosso si presentava in modo molto diverso dall'attuale. Durante l'esplorazione di Marte con la missione Mars Exploration Rover è stata rintracciata l'ematite, un minerale che si forma solamente in presenza di acqua, e inoltre si sono osservate zone sedimentarie che soltanto un liquido può aver formato. Il rover Opportunity ha ottenuto riscontri che, in un antico passato, l'acqua esisteva allo stato fluido sulla superficie di Marte, mentre le sonde Viking, in orbita negli anni settanta, rilevarono una serie di strutture geologiche, sulla superficie del pianeta, legate alla presenza di antichi fiumi e oceani. Gli indizi della presenza di acqua allo stato liquido costituiscono una prova che Marte, molto tempo fa, abbia potuto ospitare un ambiente adatto alla vita.
Tuttavia l'interpretazione dei microfossili nelle meteoriti provenienti da Marte resta dibattuta: il campione potrebbe essere stato contaminato dall'interazione con l'atmosfera o con la superficie terrestre. Una conclusione certa, riguardo a questo problema, non è stata ancora raggiunta.
In ogni caso, l'originaria ipotesi di Lederberg riguardante la possibilità che batteri trasportati da un mondo a un altro potessero sopravvivere, ha ricevuto, indirettamente, almeno una conferma parziale.
Nel contesto della missione Apollo 12 del 1969, l'astronauta Pete Conrad, aveva, fra gli altri, il compito di riportare sulla Terra pezzi del Surveyor 3, una sonda automatica atterrata sulla Luna nel 1967. Questo modulo - un lander - era rimasto esposto al freddo e al vuoto dello spazio (la Luna non ha quasi atmosfera) per ben 33 mesi, con oscillazioni termiche dell'ordine di 500 gradi, da circa -250° a +250° Celsius (rispettivamente quando la sonda era immersa nella notte lunare o, viceversa, esposta alla luce diretta del Sole).
La missione era finalizzata a verificare quale fosse stato l'effetto, sugli strumenti, dell'esposizione prolungata in ambiente spaziale. Conrad raccolse la telecamera del Surveyor 3 e la riportò sulla Terra. Su di essa gli scienziati rilevarono microscopici organismi, ormai disseccati:
«Quando l'hanno aperta, sembrava che il tecnico che l'aveva montata tre anni prima avesse avuto il raffreddore e avesse starnutito sul polistirene»
(Charles "Pete" Conrad)
La cosa sorprendente fu che, una volta che un microbiologo ebbe effettuato un preparato di questi organismi (bacilli di Streptococcus mitis) essi ripresero ad essere attivi, come se nulla fosse accaduto in quei 33 mesi trascorsi sulla Luna. Questa esperienza dimostrò che i batteri possono sopravvivere nel vuoto spaziale.
Un esperimento di sopravvivenza di forme di vita nello spazio è stato effettuato nel corso della missione europea Life, sulla sonda russa Foton-M3, nell'ambito del progetto Tarse dell'ESA. Quattro specie di tardigradi, un gruppo di invertebrati in grado di sopravvivere in condizioni estreme, sono stati lanciati nello spazio il 17 settembre 2007, in orbita terrestre e, collocati nel modulo Biopan 6, esposti per 12 giorni alle radiazioni cosmiche e alle condizioni di vuoto cosmico e quindi recuperati dopo il rientro della capsula il 26 settembre 2007 sulla Terra.
Le successive analisi sugli animali ha rivelato un alto tasso di sopravvivenza degli individui, maggiore in quelli in condizioni deidratate, indicando una elevata capacità di resistenza alle radiazioni ed al vuoto cosmico.
La vita è capace di resistere e proliferare in siti in cui le condizioni ambientali possono essere definite "estreme". Anche questo argomento è di interesse per l'esobiologia, in quanto l'analisi degli habitat terrestri può orientare gli studiosi nella selezione degli ambienti extraterrestri da analizzare allo scopo di cercarvi la vita.
Fino a qualche decennio fa, si riteneva che la vita potesse svilupparsi esclusivamente in presenza di una combinazione di fattori molto rigida: l'irraggiamento opportuno da parte di una stella, la presenza di acqua allo stato liquido, la presenza di ossigeno nell'atmosfera e di condizioni di temperatura e di umidità variabili entro livelli prestabiliti. Ma, negli ultimi trentacinque anni, gli scienziati hanno scoperto una quantità di esseri viventi, detti organismi estremofili, adattati a vivere nelle condizioni più proibitive, come ad esempio:
  • in assenza di luce, come gli organismi che vivono nei pressi delle sorgenti idrotermali sul fondo degli oceani o come alcuni batteri che vivono circa 3 km sotto la superficie terrestre metabolizzando l'idrogeno;
  • in assenza di acqua allo stato liquido, come gli organismi che vivono nelle profondità della calotta glaciale antartica;
  • in ambienti poverissimi, ed in particolari condizioni biochimiche, come gli organismi che vivono sotto la crosta di sale della Death Valley, in California;
  • addirittura nell'interno delle rocce, come microorganismi fotosintetici presenti entro arenarie dell'Antartide, che restano congelati per la maggior parte della loro vita e si riattivano solo per poche ore all'anno.
Aver trovato la vita sulla Terra in ambienti inaspettati ha aumentato i limiti dei parametri ambientali entro i quali è considerata possibile la sopravvivenza degli organismi viventi, e di conseguenza ha aperto nuove frontiere di esplorazione spaziale alla ricerca della vita extraterrestre, all'interno dello stesso sistema solare. Negli ultimi anni, mondi particolarmente interessanti da questo punto di vista sono stati ritenuti la luna maggiore di Saturno, Titano, e soprattutto una luna di Giove, Europa.
In Italia il Centro studi di esobiologia (CSE), un'unità operativa della Società Italiana di Scienze Naturali (SISN), ha come scopo lo studio e la divulgazione dell'esobiologia, intesa come la disciplina scientifica che si occupa della ricerca della vita nello spazio, dall'individuazione dei prerequisiti per la sua nascita, ai possibili ambienti per la sua evoluzione e il suo mantenimento, alla ricerca di eventuali segni di vita intelligente.
È presente anche l'"Italian Astrobiology Society", associazione fondata da un team di astronomi, biologi, chimici, genetisti e medici che si occupa di questi studi.
L'esobiologia e la xenobiologia figurano anche in molti scritti di fantascienza come la scienza fittizia della biologia di organismi alieni. Quest'uso del termine dimostra la generazione speculativa di modelli possibili di tale vita, per esempio basate sul silicio. Il filone della fantascienza che ha per protagonisti forme di vita e intelligenze extraterrestri è talvolta chiamato xenofiction.
Alcuni universi narrativi della fantascienza presentano una vasta e dettagliata serie di specie aliene (in genere umanoidi): tra questi anzitutto quelle di Star Trek.
Dal punto di vista narrativo, le specie extraterrestri sono descritte o come umanoidi, o zoomorfe non umanoidi (ad esempio, i marziani di H.G. Wells), specie metamorfiche (esseri capaci di cambiare aspetto); infine, esseri di tipo totalmente differente (corpi celesti, forme di vita non chimica, esseri di pura energia, entità transdimensionali, abitanti di universi paralleli con leggi fisiche differenti, entità memetiche, etc.)
Tra gli esempi più noti di forme di vita di dimensioni planetarie nella narrativa, si possono citare la massa di protoplasma senziente che ricopre il pianeta Alix nel racconto Il pianeta solitario (The Lonely Planet) di Murray Leinster (1949), la nube di gas interstellare ne La nuvola nera (The Black Cloud) di Fred Hoyle (1957) e l'oceano senziente nel romanzo Solaris di Stanislaw Lem (1961).

 
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