martedì 19 aprile 2022

Charakternyk

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Charakternyk in ucraino: характерник era il nome degli stregoni dei cosacchi della Zaporižžja. Si riteneva che i charakternyki avessero il dono della preveggenza, fermassero le pallottole al volo, sapessero curare le ferite dei cosacchi con la tecnica psicoterapica, usassero spesso l'ipnosi come arma contro il nemico durante le battaglie.
Si dice che il famoso otamano Košoviy Ivan Sirko (uno tra i più potenti Otamani, che resse la comunità dei cosacchi zaporožiani per 22 anni) facesse parte del gruppo dei Charakternyki.
I charakternyki erano inoltre i custodi dei segreti delle arti marziali cosacche, che si possono osservare in alcune danze tradizionali ucraine (hopak, metelyzja, cosachok, povzunec).
Il fenomeno dei charakternyki, così come altri aspetti della vita della comunità dei cosacchi dello Zaporižia, è avvolto dal mistero anche per gli storici e i medici.

lunedì 18 aprile 2022

Alice Kyteler




Dame Alice Kyteler (Kilkenny, 1280 – Inghilterra, dopo il 1325) è stata una donna irlandese originaria di Kilkenny accusata di stregoneria.
Le sue vicende costituirono uno dei primi casi europei di caccia alle streghe ed avvennero poco dopo l'elezione di Papa Giovanni XXII (1316 - 1334), che nel 1320 aggiunse la stregoneria alla lista delle eresie condannate dalla chiesa cattolica.

Note biografiche
Alice Kyteler si sposò ben quattro volte e tutti i suoi mariti morirono in circostanze sospette e questo poteva già esser sufficiente per accusare una donna di stregoneria nell'Europa dell'inizio del XIV secolo. In realtà Alice Kyteler si era fatta alcuni potenti nemici che non cercavano altro che il pretesto per eliminarla. Nel 1324 fu accusata di stregoneria tramite la testimonianza di molti, che giuravano di averla vista spazzare strane polveri davanti la soglia di casa del figlio, William Outlawe, cantando o recitando: "Nella casa di William, mio figlio, vada tutta la ricchezza di Kilkeny...". Altri ancora testimoniarono che sacrificasse galli neri e frequentasse il demonio.
Venne condannata con la sorella, col figlio avuto dal primo marito e con la damigella Petronella. Alice Kyteler riuscì però a fuggire in Inghilterra; suo figlio riuscì a salvarsi offrendosi di rifare il tetto della St Canice's Cathedral con tegole in piombo; Petronella morì sul rogo davanti al luogo dove oggi sorge il Tholsel, municipio di Kilkenny; nulla si sa del destino della sorella. La casa che si dice sia appartenuta ad Alice Kyteler pare tuttora esistere in St Kieran's st 27, a Kilkenny ed oggi ospita un bar-ristorante.




domenica 17 aprile 2022

Beneficenza

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L'arte, la salute e l’appartenenza alla nostra città ci portano ad essere solidali nei confronti di tutte le difficili realtà che purtroppo esistono e che per questo non possiamo far finta di non vedere”.
Per questo motivo, dunque, una parte dei ricavati del Gruppo 1437 ed associati verrà devoluta in beneficenza. “Vogliamo essere con la città e per la città”.
Straordinario solista, attivo da circa trent’anni sulla scena italiana ed estera, volutamente lontano dai clamori della pubblicità e del presenzialismo, ma stimatissimo, Cesio Endrizzi incarna l’esempio di colui che è sempre alla ricerca di impasti inediti e soluzioni nuove, attraverso la sua arte comunica una rara voglia di divertirsi e giocare. Ha collaborato con campioni del Budo classico, alfieri del wushu moderno, fino a esponenti delle correnti più attuali.
Il ricavato delle nostre iniziative sarà interamente devoluto in beneficenza.
Il gruppo1437 in collaborazione con alcuni amici blogger presentano un'iniziativa a scopo benefico, fortemente voluto dal Presidente Cesio Endrizzi. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza all'associazione il Bambino di vetro, per le attività a tutela dei bambini disabili, e per le Attività a Sostegno dei Disabili Adulti.
E' bene precisare subito che:
Gli eventi pubblici del gruppo 1437 non hanno fini di lucro.
Organizzatori ed addetti prestano il proprio servizio gratuitamente ed il ricavato viene interamente devoluto in beneficienza.
Anche il ricavato dalla pubblicità andrà quindi devoluto in beneficienza.

Al momento ci sostengono:
https://senzaesclusionedicolpi.blogspot.com/
https://1437network.blogspot.com/
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sabato 16 aprile 2022

Mitologia yoruba

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La mitologia del popolo yoruba è costituita da un vasto insieme di miti e leggende che, in generale, sono anche parte integrante della religione tradizionale del popolo yoruba e dell'itan (il sistema di riferimento culturale della tradizione yoruba). In seguito alla tratta degli schiavi, la mitologia yoruba ha avuto una ampia diffusione anche nelle Americhe, e costituisce uno dei fondamenti della maggior parte delle religione e dei culti sincretici afroamericani, come la Santeria, il Candomblé, l'Umbanda e il Vodun.

Divinità

Il dio supremo di questa religione è Olofi, nella religione cattolica sarebbe Dio. Olofi creò gli "orisha", cioè i santi i quali a loro volta crearono gli uomini, nel dettaglio gli orishas obatalà e yemaya diedero vita all'intera umanità.

Orisha

Gli orisha sono creature di origine divina (semidèi) che servono da intermediario fra Olorun e la sua creazione. Ogni orisha veglia su alcuni elementi dell'universo. Ognuno di noi ha una madre e un padre orisha. Per scoprirli bisogna ricevere la mano di Orula. Per questa cerimonia chiamata "la mano di orula" bisogna consultare e farsi consultare da un santero, cioè da una persona che abbia ricevuto Ifà.
Alcuni orisha sono:
  • Oddua è un orisha che riceve i babalawi nell'ifà. Questo semi-dio è la rappresentazione maggiore degli Eggun(morti) e per tanto conosce tutti i segreti e i misteri della morte. Oddua vive in montagna (Okè).Quando avviene la "matanza" cioè
  • Ogun, (detto anche Ogoun nella Santeria) orisha del ferro, della guerra e della tecnologia.
  • Oxóssi (detto Oshossi nella Santeria -sh si legge con la c dolce)), nella Santeria), orisha della caccia e dell'abbondanza. Invocato da chi ha problemi con la giustizia
  • Logunedé, orisha giovane della caccia e della pesca.
  • Xangô (detto Chango), nella Santeria), orisha del fuoco e del tuono, protettore della giustizia.
  • Xapanã, (detto Bababalu, nella Santeria) orisha dei dolori epidermici e delle piaghe. è sicretizzato con San Lazzaro.
  • Oxumarê, orisha della pioggia e dell'arcobaleno.
  • Ossaim, orisha delle erbe e dei segreti medicinali.
  • Ifá, divinazione o destino.
  • Oyá, orisha femminile dei venti, dei fulmini, delle tempeste e del Rio Niger.
  • Oxum (detto Oshun), nella Santeria), orisha femminile dei fiumi, dell'oro e dell'amore.
  • Yemaja, orisha femminile dei laghi, dei mari e della fertilità, madre degli altri orisha
  • Nanã, orisha femminile della palude e della morte, madre di Babalú Ayé, Iroko, Oxumarê, Ossaim e Yewá, orisha di origine daomeana.
  • Yewá, orisha femminile del fiume Yewa, la vergine cacciatrice.
  • Obá, orisha femminile del fiume Oba, una delle spose di Xangô.
  • Ibeji, orisha gemelli.
  • Iroko, orisha dell'albero sacro.
  • Iyami-Ajé, sacralizzazione della figura materna.
  • Onilé, orisha legato al culto della terra.
  • Obatala, il padre di quasi tutti gli orisha, creatore del mondo e dei corpi umani.
  • Orula o Orumila, orisha della divinazione e del destino. Il destino viene letto dal santero o dal Babalawo attravero la lettura, di 12 o 16 concglie, legate da una cordicella, denominata collare di Ifà (da cui il nome della religione), che vengono gettate su una tavola di legno circolare che rappresenta il mondo.
  • Odudua, padre di Oranian e degli Yoruba.
  • Oranian, figlio più giovane di Odudua.
  • Olokun, divinità delle profondità del mare.
  • (detto Ogun, nella Santeria)
  • Oddè, padre di Oshossi orisha della insieme al quale presiede alla caccia.
  • Eleguà Era presente con Orumila, al tempo della creazione, è la divinità che presiede tutti gli incroci della vita, aiutando o dirottando il destino. È il messaggero degli dei, sincretizzato anche con Mercurio


venerdì 15 aprile 2022

Nix

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I Nix (in tedesco) o Näcken (in svedese) sono spiriti d'acqua mutaforma che assumono solitamente sembianze umane. Compaiono nei miti e nelle leggende di tutti i popoli germanici in Europa.
Nonostante in tempi recenti tali creature vengano di solito rappresentate come umanoide di forma (sebbene in molti casi mutaforma), l'inglese Knucker viene generalmente dipinto come un wyrm o drago, il che attesta la sopravvivenza di altri usi come essere-d'acqua di vario tipo, piuttosto che esclusivamente creature umanoidi.
Il loro sesso, i nomi e le trasformazioni in vari animali cambiano a seconda della geografia. Il tedesco Nix e la sua controparte scandinava sono maschili. Il Nixe o Nixie tedesco è uno spirito femminile di fiume simile alla sirena.

Etimologia dei termini

I termini usati per indicare questi esseri, si pensa che derivino dal germanico comune *nikwus o *nikwis(i), il quale deriva a sua volta dal termine protoindoeuropeo *neigw ("lavare"). Da cui il sanscrito nḗnēkti ("lavare"), il greco nízō e níptō, e l'irlandese nigther.
Il termine neck è in uso in inglese e svedese (näck o nek). La forma svedese deriva dall'antico svedese neker, che corrisponde all'antico islandese nykr (gen. nykrs), e nykk in norvegese. In antico danese, la forma era nikke e nel moderno danese e norvegese bokmål è nøkk. La parola islandese nykr viene anche usata per ippopotamo.
Nel basso germanico medio, era chiamato necker, mentre in olandese medio nicker. La forma dell'alto germanico antico nihhus significa anche "coccodrillo", mentre l'inglese antico nicor potrebbe significare sia "mostro acquatico" che "ippopotamo".
Altri nomi con cui vengono chiamati sono lo svedese Strömkarlen ed il norvegese Fossegrim. Poiché la versione scandinava può tramutarsi in un cavallo kelpie, viene anche chiamata Bäckahästen (il "cavallo di ruscello"). In Germania, dove in maggioranza appare come femminile, vengono anche chiamati Fanciulle del Reno.

Scandinavia

Näcken, Nøkken

Gli scandinavi näcken, nøkken, strömkarlen, Grim o Fosse-Grim erano spiriti acquatici maschili che suonavano musiche incantate con il violino, adescando donne e bambini per annegarli dentro laghi o fiumi. Comunque non tutti questi spiriti erano necessariamente malevoli; in effetti esistono molte storie che indicano come alla fine il Fossegrim fosse totalmente innocuo per il suo pubblico e che con le sue dolci canzoni non attirasse solo donne e bambini, ma anche gli uomini. Esistono anche storie dove il Fossegrim acconsente di vivere con un umano che si è innamorato di lui, ma molte di queste storie finiscono con il Fossegrim che torna a casa, di solito vicino ad una ruscello o ad un fiume. Si dice che i Fossegrim diventino abbattuti quando non hanno un libero e regolare contatto con una fonte d'acqua. Se avvicinato in modo appropriato, insegnerà ad un musicista a suonare così abilmente che "gli alberi danzeranno e le cascate si fermeranno alla sua musica."
È difficile descrivere le sembianze di un nix, visto che una delle sue capacità principali si pensa che sia mutare forma (mutaforma). Può darsi che non abbia nessuno forma di per sé. Potrebbe mostrarsi come un uomo che suona il violino dentro a ruscelli e cascate (nonostante oggi sia immaginato come una essere femminile bello e nudo, nel folclore era più spesso vestito con abiti più o meno eleganti), ma poteva anche apparire sotto forma di tesoro o vari oggetti fluttuanti o ancora sotto forma animale; più comunemente è conosciuto come "cavallo di ruscello" (vedi sopra).
I nomi in moderno scandinavo derivano dal norreno antico nykr, che significa "cavallo di fiume". Così, probabilmente il cavallo di ruscello precedeva la personificazione del nix come un "uomo fra le rapide". Fossegrim e simili venivano sempre dipinti come uomini d'eccezionale bellezza i cui vestiti (o la loro assenza) variava ampiamente da storia a storia.
L'affascinante musica dei nix era più dannosa per donne e bambini, specialmente donne incinte e bambini non battezzati. Si pensava che fosse più attivo durante la Notte di Mezza Estate, nella Vigilia di Natale e il giovedì. Tuttavia queste superstizioni non erano tutte necessariamente collegate con tutte le versioni qui esposte, e molte, se non tutte, si svilupparono dopo l'evangelizzazione dei paesi nordici, come avvenne per simili storie di fate e altre entità in quelle zone.
Quando i malevoli nix tentavano di portar via le persone, queste potevano essere difese chiamando il loro nome; questo, infatti, portava gli spiritelli alla morte. Se si portava al nix un'offerta di tre gocce di sangue, un animale nero, del brännvin (vodka scandinava) o snus (tabacco da fiuto) inzuppato nell'acqua, avrebbe insegnato alla persona la sua incantevole forma di musica.
I nix erano anche un presagio di annegamenti accidentali. Se avessero gridato in un particolare punto del lago o del fiume, in un modo che ricorda quello della stologa (un grosso uccello pescatore del nord Europa, chiamato loon), in quel punto in seguito sarebbe accaduto un incidente.
Più tardi, nella revisione Romantica del folclore e delle storie ispirate al folclore, nel XIX secolo, il nix canta della sua solitudine e nel desiderio di essere salvato, che presumibilmente non potrà mai avvenire perché non sarebbe "un figlio di Dio." In un poema di un poeta svedese E. J. Stagnelius, un giovane ragazzo, mosso a compassione del destino di un nix, gli salva la vita. Nel poema, forse il più famoso di Stagnelius, il ragazzo dice che il Nacken non sarà mai un "figlio di Dio", il che scatena delle "lacrime sul suo volto" poiché "non potrà mai più giocare nel ruscello argentato.".
In Scandinavia, le ninfee vengono chiamate "rose dei Nix" (näckrosor/nøkkeroser). Una storia che proviene dalla foresta di Tiveden racconta di come la foresta abbia le suoi particolarissime ninfee grazie all'intervento di un Nix:
Presso il lago di Fagertärn, c'era una volta un povero pescatore, che aveva una bellissima figlia. Il piccolo lago procurava poco pesce, e il pescatore aveva difficoltà a sfamare la sua piccola famiglia. Un giorno, mentre il pescatore stava pescando sulla sua canoa di legno di quercia, incontrò un Nix, che gli offrì una abbondante pesca a condizione che il pescatore gli avrebbe dato la sua bella figlia quando avesse compiuto diciotto anni. Il pescatore, disperato, accetto e promise sua figlia al Nix. Il giorno in cui la ragazza compì diciotto anni, si recò presso la riva del lago, per incontrare il Nix. Il Nix felice, le chiese di scendere nella sua dimora sott'acqua, ma la ragazza tirò fuori un coltello che non l'avrebbe mai avuta viva, così si conficcò il pugnale nel cuore e cadde morta nel lago. Allora il sangue colorò le ninfee di rosso, e da quel giorno le ninfee di alcuni dei laghi della foresta sono rossi (Karlsson 1970:86).

Bäckahästen, bækhesten

Il Bäckahästen, o bækhesten (tradotto come il cavallo di ruscello) è un cavallo mitologico del folclore scandinavo. Può essere paragonato al kelpie scozzese.
Veniva spesso descritto come un maestoso cavallo bianco che appariva vicino ai fiumi, in particolare mentre c'era nebbia o foschia. Chiunque fosse salito sulla sua schiena non sarebbe riuscito a scendere mai più. Il cavallo sarebbe poi saltato dentro al fiume, annegando il cavaliere. Il cavallo di ruscello poteva anche essere imbrigliato ed usato per arare, sia perché stesse cercando di ingannare una persona, sia perché la persona fosse riuscita a ingannarlo e a farglielo fare. La seguente storia da una buona descrizione del cavallo di ruscello:
Tanto tempo fa, c'era una ragazza che era non solo molto graziosa, ma anche grande e forte. Lavorava come domestica presso una fattoria presso il Lago Hjärtasjön nel Nerike del sud. Un giorno stava arando con il cavallo della fattoria uno dei campi vicino al lago. Era primavera, e il tempo era splendido. Gli uccellini cinguettavano e la Motacilla Bianca volteggiava sulle orme della fanciulla e del cavallo, per prendere i vermetti. Tutt'a un tratto, un cavallo apparve fuori dal lago. Era grande e bellissimo, dai colori lucenti e grandi chiazze sul lato. Il cavallo aveva una stupenda criniera, che fluttuava al vento, e la coda strascicava nella terra. Il cavallo impennò per la ragazza, per mostrarle quanto fosse bello. Ma la ragazza sapeva che era un cavallo di ruscello, e lo ignorò.
Al che il cavallo di ruscello si avvicinò sempre di più, fino a quando fu così vicino da poter mordere il cavallo della fattoria sulla criniera. La ragazza colpì il cavallo di ruscello con le briglie e gridò: "Scompari, tu, canaglia, o dovrai arare i campi, così da non dimenticarti mai di questo." Appena ebbe finito di pronunciare la frase, il cavallo di ruscello si era scambiato con il cavallo della fattoria, e iniziò ad arare il campo a una tale velocità che la terra e le pietre si rigiravano sulla sua scia, e la ragazza era appesa come un guanto all'aratro. Prima che il gallo cantasse sette volte, l'aratura era finita e il cavallo del ruscello si era diretto al lago, trascinando con sé la ragazza e l'aratro. Ma la ragazza aveva un pezzo di acciaio nella sua tasca, e si fece il segno della croce. Immediatamente cadde per terra, e vide il cavallo di ruscello scomparire nel lago con l'aratro. Udì allora un nitrito di frustrazione quando il cavallo di ruscello capì che il suo trucco era fallito. Da allora fino ad oggi, un profondo solco di aratro può essere visto in quel campo. (Hellström 1985:16).

Germania

I tedeschi Nix e Nixe (e Nixie) sono delle specie di tritoni e sirene di fiume che attirano gli uomini per affogarli, proprio come quelli scandinavi, analogamente alle melusine celtiche ed alle sirene greche. L'epica tedesca dei Nibelunghi menziona i Nix insieme al Danubio, fra il 1180 e il 1210.
I Nixe nel folclore divennero folletti acquatici che provavano ad attirare le persone nell'acqua. I maschi possono assumete diverse forme, incluse quelle di un umano, un pesce, un serpente. Le femmine sono bellissime donne con la coda da pesce. Quando sono in forma umana, possono essere riconosciuti dall'orlo bagnato dei loro vestiti. I nixie sono considerati maligni in alcuni luoghi, mentre in altri sono visti come innocui ed amichevoli.
Nel XIX secolo Jacob Grimm parla dei nixie fra i "folletti acquatici" che amano la musica, cantare e danzare, e dice: "Come le sirene, le nixie attirano i loro giovani ascoltatori con le loro canzoni verso di loro, e poi nelle profondità dell'acqua". Secondo Grimm, essi possono apparire umani, ma hanno tracce evidenti di fattezze animali: il nix ha "orecchie a fessura", e la nixie ha la "gonna bagnata". Grimm pensava che questo potesse simboleggiare il loro essere "esseri superiori" che potevano mutare forma in animali.
Una famosa Nixie del folclore tedesco fu Lorelei. Secondo la legenda, si sedette sulla roccia sul Reno che ora porta il suo nome, e richiamò un pescatore e barcaiolo verso degli scogli pericolosi con il suono della sua voce. In svizzera esiste il mito di una fanciulla di mare o Nixie, che viveva nel lago Zug (il lago è nel Cantoe di Zug).
The Yellow Fairy Book (Il libro delle Fate Gialle) di Andrew Lang include fra le altre una storia intitolata "The Nixie of the Mill-Pond" (La Nixie e il laghetto del mulino) dove uno spirito maligno che viveva nel laghetto del mulino stringe un patto con il mugnaio, curando la salute del mugnaio in cambio di suo figlio. La storia è presa da "Tales of Grimm".
La legenda di Heer Halewijn, un pericoloso signore che portava le donne verso la propria morte con una canzone magia, potrebbe avere origine dal mito dei Nix.
Dei nome alternativi (perifrasi) per le Nixie femmine in Germania sono "Rhine maidens (Template:Lang-de) (ovvero "Fanciulle del Reno") e Lorelei.
In una descrizione romanzesca, le Fanciulle del Reno sono fra i protagonisti dell'opera in quattro parti del compositore Richard Wagner Der Ring des Nibelungen (L'Anello dei Nibelunghi), basata in modo non preciso sui nex del Nibelungenlied.
Le Fanciulle del Reno: Wellgunde, Woglinde, e Floßhilde (Flosshilde) appartengono ad un gruppo di personaggi che vivono in una parte della natura completamente libera dall'influenza umana. Erda e le Norne vengono allo stesso modo considerate parte di questo mondo 'nascosto'.
Appaiono per la prima volta nella prima parte del ciclo nibelunghiano, Das Rheingold, come guardiani del Rheingold (Oro del Reno), un tesoro di oro nascosto nel fiume Reno. Il nano Alberich, un Nibelungo, è bramoso di ottenere il loro favore, ma loro in modo alquanto crudele, respingono la sua adulazione. Gli dicono che solo una persona incapace di amare può vincere il Rheingold. Così, Alberich maledice l'amore e ruba il Rheingold. Dall'oro rubato, forgia l'anello del potere.
Più avanti nella saga, le fanciulle del Reno vengono viste mentre tentano di riprendere l'anello per tramutarlo di nuovo nell'innocuo Rheingold. Ma nemmeno il supremo dio Wotan (Odino), che usa l'anello per pagare i giganti Fasolt e Fafner per costruire il Valhalla, né tanto meno l'eroe Siegfried, quando le fanciulle del Reno appariranno a lui nel terzo atto del Götterdämmerung, nessuno di loro gli restituirà l'anello. Alla fine Brünnhilde lo restituisce loro alla fine della saga, quando i fuochi della sua funeraria lo purificano dalla sua maledizione.

Inghilterra

Nella contea inglese del Sussex, si dice che vi dimorino dei "wyrm acquatici" (draghetti acquatici) chiamati knucker. La parola knucker deriva dall'inglese antico nicor (mostro acquatico).
Il folclore inglese contiene molte creature simili ai Nix o Näck, come Jenny Greenteeth (Jenny Dentiverdi), lo Shellycoat, Peg Powler, il Bäckahästen una sorta di spaccone, e il Grindylow.




giovedì 14 aprile 2022

Luci di Hessdalen

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Le Luci di Hessdalen sono un fenomeno luminoso ricorrente nella valle di Hessdalen, in Norvegia.
Queste luci sono ben note e sono state registrate e analizzate dai fisici. Una possibile spiegazione attribuisce il fenomeno a un processo di combustione in aria, non completamente compreso, di nubi di polvere contenenti scandio, una terra rara contenuta nel suolo della valle. In alcuni casi queste luci sono state erroneamente identificate come aerei, luci di automobili, oggetti celesti e miraggi.

mercoledì 13 aprile 2022

Famiglio

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Nel Medioevo era usanza del feudatario avere una propria corte privata nel feudo. Questa corte era composta dal seguito del feudatario a seconda del suo grado e dai famigli (dal latino famulus), cioè tutte le persone a seguito del feudatario che venivano "adottate" nella sua famiglia e che vivevano nel castello. Dei famigli potevano far parte cugini trasferitisi, quindi familiari effettivi, oppure dei cavalieri o comunque persone che si erano particolarmente distinte nel servire il feudatario. Far parte della corte del feudatario era un salto di classe sociale notevole, che permetteva l'accesso ai circoli superiori. Di norma poche persone venivano aggiunte alla famiglia in questo modo, perché il legame che veniva a crearsi era di vicendevole responsabilità.

La tradizione religiosa popolare

Per analogia nella tradizione giudaico-cristiana venivano così chiamati i demoni minori che fungevano da servitori o tramiti alle streghe e da cui derivano le storie di superstizione per i gatti neri o per i gufi. Non soltanto i gatti e gufi erano gli animali indicati come famigli: vi erano anche corvi, cornacchie, civette, rospi e furetti. Tali famigli venivano, per tradizione, affidati alla strega direttamente dal diavolo, comprati o ereditati. Nel medioevo si assistette anche al massacro di questi animali perché ritenuti demoniaci, ed una delle conseguenze fu la diffusione dei topi.
I famigli però non erano considerati soltanto come esseri negativi o demoniaci, in alcuni luoghi della Germania si pensava che esistessero famigli più benevoli che servivano uomini e donne particolarmente saggi che erano maghi o capi villaggio. Questi esseri aiutavano a diagnosticare le malattie e gli effetti di una frattura ed erano usati per la divinazione e come catalizzatori delle magie. I maghi li facevano apparire nei rituali, poi li imprigionavano in bottiglie, anelli o pietre.
Oltre che in Europa, i famigli esistevano anche in diverse parti del mondo come testimoniato da varie tradizioni popolari: in Nuova Guinea gli stregoni o sciamani indicano il serpente, in Malesia il gufo.

Curiosità

In alcune zone d'Italia il fenomeno dei "famigli" si è protratto fino agli inizi del '900. Ad esempio con valani si indicavano i bambini che, sulla piazza di Benevento, venivano venduti come schiavi ai proprietari fondiari. Ex valani, ancora viventi, risiedono nel paese di Castelpoto in provincia di Benevento.

 
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