Per Vecchia Religione
si intende quel complesso di tradizioni, credenze e riti
ancestrali anteriori all'avvento del Cristianesimo, presenti ancora
oggi in forme più o meno velate soprattutto negli ambienti
legati al mondo contadino e rurale, basati su una visione
animistica della natura, ritenuta popolata da creature e spiriti
invisibili. L'antropologa Margaret Murray sostiene in proposito che
«la continuità della religione pagana durante il Medioevo diventa
un fatto irrefutabile quando si scopre che sopravvive anche ai giorni
nostri».
Personificazione della Luna, principio
femminile per eccellenza identificato con Diana, «regina delle Fate
e della Luna».
Storia
La credenza che la natura fosse abitata
da esseri o spiriti responsabili della sua crescita e di ogni suo
fenomeno sembra risalire agli albori dell'umanità, presentandosi
come una caratteristica comune alle più svariate espressioni dello
sciamanesimo e dei riti animisti. Secondo le mitologie indigene
africane o in quelle orientali persiane, indiane o cinesi, ad
esempio, esiste una scala ascendente di spiriti fino ai deva e oltre,
di cui l'uomo comune non ha percezione. Anche nell'antica Grecia, del
resto, le divinità del pantheon politeista erano ritenute
personificazioni delle forze della natura, e concepite ad essa
immanenti; Talete affermava in proposito che «tutte le cose sono
piene di dei».
Antica Roma
Analogamente le divinità dell'antica
Roma rappresentavano forze magiche della natura, chiamate numina,
entità originariamente indeterminate come i Lari ed i Penati che
saranno progressivamente identificate in soggetti antropomorfi. La
mancanza di un "pantheon" definito favorì anche
l'assorbimento delle divinità etrusche, come Turan (identificata con
Venere), e soprattutto greche. Altre espressioni della religiosità
romana, come i Baccanali ed i culti dionisiaci, furono represse con
la forza dallo Stato per la loro pericolistà sociale e politica,
come anche una serie di rituali e incantesimi occulti compiuti da
maghi e streghe di cui si trova ampia testimonianza nella letteratura
latina, ad esempio nelle opere di Orazio, Porfirio, Plinio il Vecchio
e Virgilio; nel panorama letterario della magia latina un posto di
prim'ordine spetta poi alle Metamorfosi di Apuleio. Nel
diritto romano le leggi antiche prevedevano pene severe per quanti
utilizzavano pratiche magiche per conseguire scopi criminali.
Età cristiana
La perdita di attrazione delle divinità
tradizionali fra la gente favorì l'avvento del Cristianesimo, in cui
Dio si rivela come Persona e come Trascendenza, nel quale tuttavia
molti riti ed elementi del politeismo pagano, pur perdendo il legame
con la loro matrice originaria, filtrarono nella nuova religione,
mantenendo ad esempio una traccia di sé nella venerazione dei santi
e dei patroni. Altri esempi sono la festa del giorno del Solstizio
d'inverno (natalis solis invicti, «natale del sole
invincibile») che passò nel cristianesimo divenendo la festa del
Natale, in cui il Logos si è fatto carne rendendosi «luce
degli uomini». La festa cristiana dell'Epifania si sovrappose
analogamente alla festa pagana egiziana in onore di Iside. Per il
resto, le antiche divinità, laddove non vennero assimilate e
riadattate, furono viste in un'accezione negativa e identificate per
lo più come demoni.
Dal Medioevo al Rinascimento
Nell'alto Medioevo, ad ogni modo, le
sopravvissute credenze della vecchia religione venivano guardate se
non altro come superstizioni prive di fondamento, e la loro
sotterranea permanenza non costituì un particolare problema.
Soltanto alle soglie del Rinascimento si registrarono fenomeni di
stregoneria ritenuti veritieri, che l'Inquisizione si propose di
reprimere, cercando al contempo di porre un argine alle crescenti
esecuzioni sommarie che si andavano verificando in Europa nei
confronti di presunte streghe. Nel 1326 e 1484 furono emesse due
bolle papali che condannavano apertamente l'occultismo e le pratiche
magiche, mentre il primo processo per stregoneria risale al 1340; un
altro processo di una certa rilevanza si ebbe a Milano nel 1390 nei
confronti di due donne, Sibilla e Pierina, che affermavano di aver
partecipato al «Gioco di Erodiade». Con la pubblicazione del
Malleus Maleficarum nel 1487, che identificava di fatto la
stregoneria col satanismo, veniva ora stabilito che fosse eresia
negarne l'esistenza. Nel Cinquecento poi, con l'avvento della Riforma
luterana, il fenomeno della caccia alle streghe crebbe di intensità,
soprattutto nel Nord-Europa. Questo tipo di persecuzioni, tuttavia,
testimonia come nel Rinascimento si assistesse ad un intensificarsi
del recupero di forme ancestrali e occulte di religiosità; anche sul
piano filosofico, del resto, si stava facendo strada l'idea di una
filosofia perenne, comune alle più diverse forme di religione,
mentre Giordano Bruno e Tommaso Campanella, per parte loro,
elaboravano delle teologie naturali basate su una concezione
panpsichista dell'universo combinata con elementi neoplatonici. Sarà
invece nel Settecento e con l'Illuminismo che gran parte del sostrato
culturale della vecchia religione cominciò a inaridirsi, messo in
crisi dalla nuova concezione meccanicistica della scienza, il cui
materialismo soppiantava la visione magica e animista della natura.
Dal Romanticismo al giorno d'oggi
Una reviviscenza dell'antica religione
si ebbe tuttavia con il Romanticismo, durante il quale ci si volse
alla riscoperta del passato mitologico dei popoli europei, ritenuto a
volte più veritiero dei loro eventi storici. Il diffondersi della
massoneria nell'Ottocento rivelò l'esigenza, da più parti
avvertita, di una religione universale radicata nella natura, mentre
l'opera di Jules Michelet del 1862 (La strega) fu tra le prime
che intendeva rappresentare in termini positivi le streghe pagane,
fino allora associate al satanismo. La seconda metà del secolo XIX
vide inoltre la fondazione da parte di Helena Petrovna Blavatsky di
un'influente organizzazione di insegnamento, chiamata società
teosofica, che combinava concezioni orientali del buddismo e
dell'induismo con quelle del paganesimo classico, principalmente
neoplatoniche, e del cristianesimo, creando un'eclettica sintesi
spirituale che includeva le nozioni della reincarnazione e del karma.
Alla fine del XIX secolo, l'antropologo
Charles Leland, facendo ricerche nel territorio tra la Toscana e la
Romagna, pubblicò tre testi, in cui dopo diversi secoli si tornava a
parlare della correlazione tra la stregoneria ed il culto di Diana ed
Erodiade (Aradia), da lui descritto in una sorta di vangelo o libro
sacro. L'opera di Leland fece da ispirazione all'antropologa Margaret
Murray che, nei primi decenni del Novecento, cercò di ricostruire
parzialmente la storia della Vecchia Religione in Europa con la
pubblicazione di alcuni libri.
In Italia intanto, nel primo
dopoguerra, con la «via romana agli dei» veniva riproposto da
Julius Evola e dal suo gruppo di Ur un ritorno alla spiritualità
precristiana di Roma, basato sul culto degli antichi dei romani.
Alcuni esponenti di questo nuovo culto come Arturo Reghini cercarono
di attribuire al fascismo l'obiettivo di realizzare l'"imperialismo
pagano" da essi teorizzato.
Nel 1939 l'inglese Gerald Brosseau
Gardner fu invece iniziato alla Vecchia Religione Anglosassone
sancendo la nascita della Wicca, che a sua volta risvegliò
l'interesse nei confronti della stregoneria italiana e di una sua
possibile rifondazione.
Nell'ottobre del 2004, infine, Dragon
Rouge, con la pubblicazione del libro La Vecchia Religione
intese esplicitamente rifondare la Vecchia Religione, incentivando il
numero dei suoi praticanti o delle persone ad essa orientate.
La Vecchia Religione Italiana
In un senso più specifico, per Vecchia
Religione si può intendere una pratica religiosa e spirituale
ritenuta nativa dell'Italia, chiamata anche «Stregheria» o
«Stregoneria Italiana». Quando Leland alla fine dell'Ottocento
condusse una serie di interviste tra la gente dell'appennino
tosco-romagnolo, che si dichiarava strega e seguace di un'antica
religione, sembrò che fosse stato riscoperto un culto mai sopito,
risalente all'epoca romana e persino etrusca, dedito ad adorare un
Principio Femminile identificabile con Diana, accompagnato da Apollo
(appellato anche come Lucifero) e da Erodiade, presumibilmente figlia
di Diana. Altre divinità sarebbero Giano, Pan, Mefite, Ecate,
Maimone, Dioniso, Bacco e molti altri.
Pur essendo innegabili delle
sopravvivenze pagane nella religiosità di questi gruppi contadini, è
tuttavia improbabile che si tratti di una religione organizzata in
forma segreta sopravvissuta da tempi antichi. La sopravvivenza del
culto di Diana sarebbe attestata, secondo Leland, dalle testimonianze
nei processi per stregoneria a noi pervenute a partire dal XIII
secolo. Quanto a Erodiade, secondo lo storico e saggista italiano
Ginzburg, essa sarebbe la cristianizzazione di «Herodiana», a sua
volta proveniente dalle due divinità femminili Hera e Diana; già
nel XII secolo l'abate italiano Ugo da San Vittore parlava di donne
che credono di uscire di notte, cavalcando animali, con Erodiade, che
assimilava a Minerva.
Secondo Leland, ad ogni modo, si
tratterebbe di tradizioni i cui praticanti venerano in genere gli
Spiriti della natura e anche quelli dei propri Antenati, a volte
chiamati Lari o Lasa. Essi inoltre adorerebbero, per influenza del
sincretismo cristiano, anche i Santi cattolici.
La concezione della vita dopo la morte
è molto libera, spazierebbe da un aldilà non ben definito alla
reincarnazione, che porterebbe a rinascere come membro della propria
famiglia, o a diventare uno Spirito della Natura.
All'interno della Vecchia Religione
verrebbero inoltre celebrate alcune feste o incontri sacri, chiamati
Sabba, in giorni particolari: quattro Sabba maggiori (2 febbraio, 30
aprile, 1º agosto e 31 ottobre) e quattro Sabba minori, che
coincidono coi solstizi e gli equinozi; accanto agli otto Sabba o
«feste del Fuoco», ci sarebbero tredici feste Lunari in
corrispondenza della Lune Piene («feste dell'Acqua»). I luoghi
preferiti per i sabba sarebbero il Noce di Benevento e il Passo del
Tonale. Per la maggioranza dei praticanti della stregoneria
esisterebbe inoltre una naturale continuità tra magia e religione,
trattandosi di una magia mirante non a controllare o comandare
secondo un processo meccanico, ma che crea e comunica in maniera
spontanea in un mondo incantato, organico e vivente.
Tra le pratiche diffuse, sin
dall'antichità doveva essere usato un unguento composto da piante
stupefacenti, derivante dallo sciamanesimo, che avrebbe consentito di
compiere viaggi con lo spirito. Per evitare danni cerebrali dovuti
all'assunzione di tali droghe alcuni praticanti userebbero al posto
dell'unguento la meditazione o altre pratiche che permettano lo stato
di trance. Verrebbero pure eseguiti esercizi ricorrendo a
sogni, viaggi astrali e divinazioni oracolari.
La Vecchia Religione sarebbe presente
in tutte le regioni italiane, in particolar modo in Lombardia,
Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna,
Lazio, Puglia e Sicilia, che conterebbero la presenza di un numero
significativo di persone ad essa dedite.
Wicca
Nel mondo anglosassone, la più
notevole forma di culto basata sulla Vecchia Religione è la wicca,
presentata per la prima volta nel 1954 attraverso gli scritti di un
ex funzionario pubblico britannico esperto di esoterismo, Gerald
Gardner. Questi affermò di essere stato iniziato nella New Forest
Coven, appartenente ad una vecchia tradizione misterica,
continuazione dei culti esoterici medievali, vietati e perseguiti
come stregoneria dalle autorità, culti che sarebbero stati a loro
volta imperniati sulle religioni pagane dell'Europa antica.
La Wicca è devota a un cosiddetto Dio
Cornuto, e ad un complementare Principio Femminile, una sorta di Dea
o Grande Madre. In essa confluirebbero anche elementi del druidismo.
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