lunedì 15 giugno 2020

Baba Jaga

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Baba-Jaga (in russo: Ба́ба-Яга́, pr. Baba-Iagà) è un personaggio della mitologia slava, in particolare di quella russa, e la figura immaginaria di un personaggio fiabesco. Mostruosa vecchietta che possiede oggetti incantati ed è dotata di poteri magici In una serie di fiabe viene paragonata ad una strega, una incantatrice. Spesso è un personaggio negativo, ma a volte agisce in qualità di aiutante del protagonista. Oltre che nelle fiabe russe, si trova anche in quelle slovacche e ceche. Inoltre, si tratta di un personaggio dei rituali magici nelle vecchie terre slave della Carinzia in Austria, di un personaggio carnevalesco in Montenegro e di uno spirito della notte in Serbia, Croazia e Bulgaria.


Etimologia

Vasmer fa risalire il nome Âgà al protoslavo* (j)ega, riflessi appartenenti dal serbocroato. jesa "orrore", jesib "pericolo", sloveno. Jeza "rabbia", jeziti "far arrabbiare" in ceco. Jeze "lamia" in ceco. Jezinka "strega della foresta, malvagia baba", in polacco. Jedza "strega baba Âgà, perfida baba", Jedzic sie "arrabbiarsi" ecc. Tuttavia, nella lingua russa c'è un'affinità con tutti gli esempi riportati dalle lingue slave: âsva [piaga]. Il che mette in discussione l'esistenza di un rapporto tra il nome Âgà e gli esempi riportati dalle lingue slave. È anche possibile l'eventuale etimologia, per cui l'antica denominazione è stata assimilata e rivalutata dagli slavi e accostata ai derivati del protoslavo (j)egа (etimologia popolare), il che spiega lo spostamento, espresso dalla variante con a-z-l-ž nelle lingue slave occidentali (il nome è reinterpretato), e la presenza della variante -g- nella lingua russa (il nome non è reinterpretato). Vasmer accosta la parola, oltre che alle lingue slave, anche a quelle baltiche, all'inglese e all'islandese, rifiutando il collegamento con le lingue turche, l'indiano, l'albanese e il latino. Gli etimologi accostano il protoslavo Âgà con l'immagine di serpenti e rettili, il che indica l'origine ctonica del personaggio. Il viaggiatore inglese Giles Fetcher nel 1588 fece menzione scritta della Baba Âgà nel suo libro "Of the Russe Common Wealth" (Lo Stato Russo). Egli aveva letto circa il culto degli idoli "d'oro o Âgà Baba" arrivato nella regione di Perm da i samoiedi, scoprì che era una "favola senza senso". Nella fiaba “Il principe Ivàn e Màr'a Morevna” vive Âgà Âgišna ( Baba Âgà, gamba di osso) in una terra lontana, in un regno lontano, non distante dal mare oltre il fiume ardente, dove possiede una mandria di cavalli possenti. La Âgà è madre di tre figlie demoniache (a volte di una principessa, la meravigliosa promessa sposa del protagonista) e di un serpente che viene ucciso del protagonista della fiaba. Vladimir Dal' aggiunge: "Ha il capo scoperto ed é in maniche di camicia, senza cintura: due segni di grande sciattezza" (Vladimir Ivanovič Dal'). Secondo il più importante esperto nel campo della teoria e della storia del folklore Propp, si distinguono tre tipi di Baba Âgà: la donatrice (che dà all'eroe un cavallo incantato o un oggetto magico); la rapitrice di bambini; la Baba-Âgà-guerriera, combattendo con cui «non per la vita ma per la morte» l'eroe delle fiabe passa a un altro livello di maturità. Invece, la malignità e l'aggressività della Baba Âgà non sono i suoi tratti dominanti, ma solo manifestazioni della sua natura irrazionale e indeterminata. La duplice natura della Baba Âgà nel folklore è legata, in primo luogo, con il personaggio della padrona della foresta, che bisogna blandire, in secondo luogo, con il personaggio della creatura malvagia, la quale fa sedere i bambini sulla pala per arrostirli. Questa immagine di Baba Âgà è associata alla funzione delle sacerdotesse, che conducono gli adolescenti attraverso un rito di iniziazione. Così, in molte fiabe, la Baba Âgà vuole mangiare l'eroe, o, dopo aver mangiato e bevuto, lo lascia andare, dandogli un gomitolo o alcuni segreti della sua conoscenza, oppure riesce a fuggire.


Caratteristiche

Nei racconti russi impersona una vecchia strega che si sposta volando su un mortaio, utilizzando il pestello come timone e che cancella i sentieri nei boschi con una scopa di betulla d'argento.
Vive in una capanna sopraelevata che poggia su due zampe di gallina, servita dai suoi servi invisibili. Il buco della serratura del portello anteriore è costituito da una bocca riempita di denti taglienti; le mura esterne sono fatte di ossa umane. In una variante della leggenda, la casa non rivela la posizione della porta finché non viene pronunciata una frase magica.


Storie e leggende

Baba Jaga a volte è indicata come cattiva e a volte come fonte di consiglio; ci sono storie in cui la si vede aiutare le persone nelle loro ricerche e storie in cui rapisce i bambini per mangiarli. Cercare il suo aiuto è solitamente un'azione pericolosa e sono assolutamente necessarie preparazione e purezza dello spirito.






La leggenda dei tre cavalieri

A questa figura si collega la leggenda dei tre cavalieri: il Cavaliere bianco, su un cavallo bianco con la bardatura bianca, che rappresenta il giorno; il Cavaliere rosso, che rappresenta il sole; il Cavaliere nero, che rappresenta la notte. Baba Jaga parlerà di loro a chi la interroga, ma può uccidere l'ospite che voglia sapere dei suoi servi invisibili.


Vasilisa la Bella

Nella storia popolare di Vasilisa la Bella, la fanciulla viene mandata a chiedere consiglio a Baba Jaga e viene schiavizzata dalla strega. I servi invisibili (un gatto, un cane, un cancello e un albero), tuttavia, aiutano Vasilisa a fuggire perché è stata gentile con loro. Alla fine della fiaba Baba Jaga è trasformata in un pellicano.
In un'altra versione della storia, registrata da Aleksander Afanas'ev (1862), a Vasilisa sono comandate tre missioni impossibili che tuttavia riesce a completare per mezzo di una bambola magica donatale da sua madre.
Similmente, in un'altra fiaba, il principe Ivan è aiutato contro Baba Jaga dagli animali che ha risparmiato.


Folklore polacco

La Baba Jaga del folklore polacco differisce leggermente; una delle differenze è che la casa ha soltanto una zampa di gallina. Inoltre le streghe dispettose che vivono nelle case di pan di zenzero sono comunemente chiamate Baba Jaga. Nella fiaba La piuma di Finist il Falco, l'eroe, viene a contatto con tre Baba Jaga.
Tali figure sono solitamente benevole e danno all'eroe consigli o strumenti magici.




domenica 14 giugno 2020

Bambagia silicea

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La bambagia silicea o capelli d'angelo (traduzione italiana del termine inglese Angel Hair, detti Fils de la Vierge in francese, Fibralvinas in portoghese, Baba Satánica in spagnolo) è una sostanza appiccicosa e filamentosa di colore bianco che cadrebbe dal cielo sia in concomitanza di avvistamenti UFO sia in presenza di apparizioni della Vergine Maria. La sostanza è descritta come simile alle ragnatele dei ragni o alla gelatina.
In alcuni casi il fatto è stato spiegato scientificamente come un fenomeno naturale in quanto si trattava effettivamente di ragnatele prodotte da alcune specie di ragni per migrare. In altri casi, come quello avvenuto ad Évora in Portogallo, le analisi effettuate sopra i campioni hanno stabilito che questi filamenti sono di natura organica e che al loro interno era presente una creatura microscopica sconosciuta.
Secondo quanto dichiarato dai testimoni, i capelli d'angelo si disintegrerebbero o evaporerebbero poco tempo dopo la loro formazione.
I capelli d'angelo sono un aspetto importante della religione ufologica nota come Movimento raeliano, ed è teoria di molti ufologi che essi sarebbero creati da "aria ionizzata che si stacca da un campo elettromagnetico" che circonda un UFO.


Avvistamenti

Esistono molte segnalazioni documentate di cadute di capelli d'angelo in tutto il mondo. La più antica risale al 1561 in concomitanza col fenomeno celeste di Norimberga.
Il fenomeno venne poi segnalato anche in concomitanza col Miracolo del sole a Fatima il 13 settembre e nell'ottobre 1917.
Il 13 ottobre 1917 il fenomeno si verificò a Cova da Iria. Tale fenomeno si verificò nuovamente nella stessa località il 17 ottobre 1957.
Il fenomeno più diffuso di caduta di capelli d'angelo si è verificato ad Oloron, in Francia, nel 1952, quando "grandi fiocchi" caddero da un cielo quasi senza nuvole.
Il 27 ottobre 1954, Gennaro Lucetti e Pietro Lastrucci riportaro di aver visto dal balcone di un albergo in Piazza San Marco a Venezia due oggetti volanti attraversare il cielo lasciando cadere una scia di capelli d'angelo.
Sempre il 27 ottobre 1954 a Firenze furono avvistati sopra la cattedrale di Santa Maria del Fiore e sopra lo stadio Artemio Franchi numerosi oggetti non identificati. In seguito a questi avvistamenti si verificò, per circa mezz'ora, la caduta di filamenti appiccicosi.
In Nuova Zelanda e in Australia i giornali locali hanno riportato numerosi avvistamenti sin dagli anni '50, anche se molti sono stati identificati come ragnatele dopo essere stati analizzati.
Il 2 novembre 1959 la città di Évora in Portogallo è stata quasi interamente ricoperta dai capelli d'angelo, precipitati dal cielo poco dopo l'avvistamento di due UFO.
Il 20 ottobre 2014 il fenomeno è stato segnalato a Polonnaruwa, nello Sri Lanka.

Origine del nome

Bambagia silicea fu coniato dal quotidiano fiorentino La Nazione all'indomani del caso del 1954. (cf. bambagia)
Invece, capelli d'angelo (con poi i vari termini in altre lingue) fu usato dal famoso ufologo Renato Vesco nel 1952, descrivendo il caso francese di avvistamento UFO di Oloron-Sainte-Marie e quello di Gaillac (17 e 27 ottobre). Vesco, infatti, sentì, alla caduta della bambagia, dei bambini gridare:
«Stanno cadendo dei capelli di angelo!»
Il termine transalpino fils de la Vierge (fili della vergine) fa riferimento al reperimento della bambagia silicea in certi casi risalenti ad alcuni secoli fa - e quasi sempre alcuni eventi del XIX secolo sono comunque citati dagli autori che hanno tentato di delineare una storia di questo fenomeno.

Possibili spiegazioni

Esistono diverse possibili spiegazioni sul fenomeno sebbene esse non siano state tutte provate scientificamente e non tutte si possano adattare ai singoli casi di avvistamento.
  • Alcuni tipi di ragni migrano attraverso l'aria, a volte anche in gran numero, su ragnatele volanti. In alcuni casi, i capelli d'angelo si sono scoperti essere in realtà questi fili di ragno ed, in un'occasione, sono stati trovati alcuni piccoli ragni sul materiale. I ragni Linyphiidae causano frequentemente piogge di fili sottili in Inghilterra e nell'emisfero settentrionale. In Australia e Nuova Zelanda avvengono casi frequenti causati da diverse specie native di ragni e da alcuni specie Linyphiidae introdotte.
  • Secondo alcuni studiosi della Società italiana di fisica, l'elettricità atmosferica renderebbe le particelle di polvere polarizzate e le farebbe unire a diverse altre di esse fino a formare lunghi filamenti in grado di volare.
  • Alcuni campioni recuperati a Cova da Iria nel 1917 e nel 1957 furono inviati a Lisbona per essere esaminati. L'analisi ha rivelato che si trattava di un prodotto di origine vegetale e non animale.
  • Alcuni campioni dei filamenti bianchi caduti sopra Firenze nel 1954 furono raccolti dall'allora studente universitario Alfredo Iacopozzi ed inviati all'Istituto di Chimica Analitica dell'Università di Firenze. Il professor Giovanni Canneri li analizzò e concluse che si trattava di una sostanza a struttura fibrosa composta prevalentemente da vetro borosilicico. Secondo il Cicap, invece, i filamenti caduti su Firenze sarebbero dovuti alla tecnica del ballooning, usata dai ragni per migrare mentre gli oggetti volanti avvistati sarebbero in realtà stati solamente dei riflessi nel cielo causati dall'uso di chaff nel corso di esercitazioni militari sopra i cieli della città.
  • Secondo gli studiosi di fenomeni UFO si tratterebbero di:
    • Prodotti dell'aria ionizzata presente nel campo elettromagnetico che circonda gli UFO.
    • Scorie di energia o energia in eccesso convertita in materia.




sabato 13 giugno 2020

Casa stregata

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Una casa stregata (o casa infestata) è un'abitazione che è ritenuta coinvolta in presunti eventi soprannaturali o fenomeni paranormali. Nella tradizione popolare una casa stregata può essere infestata da fantasmi, poltergeist o entità malevole come demoni.
Le case stregate sono spesso ritenute abitate da spiriti di trapassati che si presume fossero precedenti abitanti o avessero una qualche familiarità con la proprietà. La presunta attività soprannaturale all'interno di queste case viene associata principalmente a eventi violenti o tragici che sarebbero avvenuti al loro interno, come omicidi, morti accidentali o suicidi, nel passato recente o remoto.
In molte culture e religioni si ritiene che l'essenza di un essere umano come l'anima continui a esistere dopo la morte. Alcune persone sostengono la credenza che gli spiriti dei defunti che non sono passati nell'aldilà, potrebbero in alcuni casi rimanere intrappolati all'interno delle abitazioni in cui i loro ricordi e la loro energia sono forti. Le entità che infesterebbero le abitazioni si ritiene che possano manifestarsi con rumori, o come apparizioni, oppure con spostamenti o lanci di oggetti fisici. Queste manifestazioni sono presentate talvolta come "attività di poltergeist", cioè di "spiriti rumorosi". Tradizionalmente il metodo usato per scacciare spiriti sgraditi da una casa è l'esorcismo.
Nella letteratura le leggende sulle case stregate sono presenti da lungo tempo. L'infestazione viene usata come elemento della trama nel romanzo gotico o nella letteratura dell'orrore o, più di recente, nelle opere di fantasia di soggetto paranormale. Gli scrittori romani Plauto, Plinio il Giovane e Luciano di Samosata scrissero storie su case stregate, così come se ne trovano ne Le mille e una notte (nel racconto Alì il cairota e la casa stregate di Bagdad, dove si presume che la casa in questione sia infestata da un jinn che pure non appare mai). Scrittori più recenti, da Henry James a Stephen King, le hanno descritte nelle loro opere. Castelli e ville infestate sono elementi comuni nella letteratura gotica, per esempio in Dracula.
L'aspetto di una casa infestata delle opere di fantasia può andare da un castello feudale europeo in decadenza a una moderna casa suburbana, benché le antiche residenze vengano utilizzate più spesso.

Manieri fantasma

Esistono numerosi luoghi che la tradizione vuole infestati in vari paesi del mondo. In Inghilterra, questi luoghi comprendono Londra (con la maggiore attività a causa della sua popolazione), Derby (eletta "Capitale Britannica dei Fantasmi" dalla BBC), Manchester, Wigan e soprattutto Liverpool, che è stata inserita nella mappa dei cacciatori di fantasmi dai romanzi di Tom Slemon.
Come buona parte dei paesi europei, anche l'Italia possiede una solida tradizione popolare nel campo delle case infestate. I luoghi ritenuti abitati o visitati da presenze paranormali sono centinaia, distribuiti in tutto il territorio.

Attrazioni da luna park

Le case stregate (comunemente definite case dell'orrore, in inglese horror house) sono divenute un tema tipico delle strutture di intrattenimento popolare che generalmente fanno parte di luna park, fiere o parchi giochi; queste attrazioni possono essere aperte tutto l'anno o in occasioni particolari (Halloween) a scopo di divertimento. Dell'ambientazione tipica fanno parte ragnatele, scheletri o altri parafernali tradizionalmente associati alle case infestate.
Gli avventori sono condotti lungo un percorso obbligato ed esposti a immagini e suoni paurosi. Alcuni volontari o manichini, nascosti all'interno della struttura, compaiono all'improvviso spaventando gli avventori.

Le case stregate e il monossido di carbonio

Tra i molteplici sintomi dell'avvelenamento da monossido di carbonio vi sono depressione, demenza, disturbi emotivi e allucinazioni. Molti fenomeni solitamente associati alle case stregate, come strane visioni, sensazioni improvvise di malessere o disperazione, fino alla morte apparentemente inspiegabile di tutti gli occupanti dell'edificio, possono essere imputati agli effetti del monossido di carbonio.
In un caso risalente al 1921, il monossido di carbonio si rivelò essere la vera causa di una apparente infestazione: il dottor William Wilmer, oftalmologo, descrisse le esperienze dei suoi pazienti, i signori H., che poco dopo essersi trasferiti iniziarono a soffrire di mal di testa, udire rumori di passi e suoni di campane e avvertire strane sensazioni e percezioni visive. Dopo alcune indagini, si scoprì che anche gli inquilini precedenti avevano avuto esperienze simili. La causa di tutto si scoprì essere la caldaia che, gravemente danneggiata, sprigionava esalazioni in casa, anziché liberare tutti i fumi dal camino.

Case stregate nelle opere di fantasia

Le leggende basate su case stregate possiedono una lunga tradizione letteraria. L'infestazione è un elemento molto comune nelle trame di opere gotiche, dell'orrore o che trattano di eventi paranormali. Già nella Roma antica autori come Plinio il Giovane, Plauto e Luciano di Samosata hanno scritto storie su case stregate; in epoca moderna, vari autori da Henry James a Stephen King usano il tema della casa stregata, e nella letteratura gotica si incontrano numerosi esempi di castelli e manieri infestati.
Dal punto di vista architettonico, una casa stregata può essere qualunque cosa, da un antico castello europeo a una bifamiliare di recente costruzione, anche se non di rado gli autori scelgono esempi tratti dall'architettura dell'Ottocento.
L'Haunted Mansion è una popolare attrazione dei parchi Disney che riprende molti aspetti della classica iconografia delle case stregate; molti altri parchi a tema hanno una casa stregata tra le proprie attrazioni.



venerdì 12 giugno 2020

Alcuni miti mostrati nei film di fantascienza sono decisamente improbabili


Le invasioni aliene e le battaglie interstellari


La realtà è che lo spazio è così vasto e pieno di pianeti e risorse che attaccare una civiltà è letteralmente il metodo più pericoloso, dispendioso e costoso che si possa immaginare per ottenere qualunque risorsa una civiltà aliena possa desiderare. Nella vita reale non esiste un dannato motivo per combattere.
Se riesci a trovare e raggiungere la Terra attraverso un viaggio interstellare, puoi sicuramente trovare un pianeta disabitato da colonizzare e qualsiasi deposito minerale o acqua di cui potresti aver bisogno. Tutto ciò di cui una civiltà può aver bisogno è là fuori in attesa di essere scoperto senza che sia necessario combattere nessuno per questo. L'universo ha, per tutti gli scopi pratici, una scorta illimitata di praticamente tutto.
Non ci sono scarse risorse quando puoi viaggiare ovunque nella galassia, che ha circa 400.000.000 di stelle. Nel vero universo, le battaglie interstellari sono inutili.
Una civiltà aliena dovrebbe essere inimmaginabilmente stupida per costruire una flotta di invasione e attaccarci. (Il che potrebbe spiegare il motivo per cui in Independence Day il laptop di Jeff Goldblum del 1995, con il suo disco rigido da 8 MB e nessuna funzione wifi è stato in grado di far crollare una flotta aliena.)

L'incredibile somiglianza degli alieni con la razza umana
Alieni fatti cosi:




Sono troppo simili agli umani. Le probabilità che gli alieni (ammesso che esistano) assomiglino alla nostra razza sono estremamente basse.


giovedì 11 giugno 2020

Un animale che secondo la mitologia, è visto male e invece è sorprendentemente intelligente



Durante il corso della storia, probabilmente a causa della mitologia, i corvi sono stati considerati dei volatili sinistri, simbolo della sfortuna. La verità è che questi uccelli con le piume nere fanno parte dei 10 animali più intelligenti al mondo, si tratta di una specie molto particolare che socializza con i propri simili, ricorda i volti, comunica efficacemente, ragiona e che se viene addestrata per bene è addirittura capace di risolvere alcuni rompicapi.
Il cervello dei corvi è, in proporzione, della stessa dimensione di quello degli esseri umani ed è stato dimostrato che questi rapaci sono capaci di ingannarsi tra di loro, magari fingendo per proteggere le riserve di cibo. Inoltre, il corvo è capace di imitare suoni e riprodurli.

Alfred Hitchcock e un corvo durante la lavorazione del film “Gli uccelli” (1963)

… scoprirai fino a che punto può arrivare l'intelligenza dei corvi, sei pronto?

I corvi in Giappone
Come succede con i piccioni in Italia, in Giappone è facilissimo imbattersi in un corvo. Questi animali hanno saputo adattarsi tessuto urbano perfettamente, a tal punto che lasciano cadere le noci sulla strada approfittando del peso delle macchine che le rompono e in seguito, appena si ferma il traffico per i semafori, le raccolgono per mangiarsele. Strabiliante, vero?
Questo tipo di comportamento dimostra che i corvi hanno creato una cultura, nel senso che apprendono tra di loro e si tramandano conoscenze vicendevolmente. Per esempio, questa strategia che adottano con le noci venne originata dai corvi di una determinata zona, è adesso viene utilizzata dai corvi di tutto il Paese.


Soluzione di rompicapi e realizzazione di strumenti
Esistono molti esperimenti che dimostrano l'intelligenza dei corvi quando si tratta di risolvere rompicapi o di fabbricare strumenti. Il corvo Betty fu il primo esemplare a finire sulla rivista Science in quanto dimostrò che questi volatili sono capaci di creare strumenti proprio come i primati. Betty fu capace di creare un uncino con dei materiali che gli avevano fornito.
Questo comportamento è facilmente riscontrabile nei corvi selvaggi che abitano i boschi, utilizzando i rami e le foglie per creare strumenti che li aiutino a tirare fuori le larve dai tronchi.
Ci sono degli esperimenti che dimostrano che i corvi fanno connessioni logiche per risolvere problemi più o meno complessi. È il caso dell'esperimento della corda, alla quale si aggancia un pezzo di carne ad un estremo dei lati e i corvi, senza essersi mai trovati di fronte a una situazione del genere, sanno che devono tirare la corda per ottenere la carne.


Hanno coscienza di sé stessi
Come stai avendo modo di constatare, l'intelligenza dei corvi è sorprendente! Ti sei mai interrogato su quali siano gli animali coscienti della propria esistenza? Può sembrare una domanda stupida, ma in realtà la dichiarazione di Cambridge sulla coscienza (firmata nel giugno del 2012) afferma che gli animali non umani hanno una coscienza propria e sono capaci di mostrare comportamenti intenzionali. Tra questi animali ci sono i mammiferi, il polpo, i volatili ecc.
Per scoprire se il corvo avesse coscienza di sé stesso, si fece la prova dello specchio. Consiste nel marcare il corpo dell'animale, con dei colori o degli adesivi, in maniera che possa notarla solo se si guarda allo specchio.
Le reazioni degli animali che hanno coscienza di sé stessi includono muovere il corpo per vedere meglio il segno o toccarselo mentre lo notano sul riflesso dello specchio e addirittura provare a toglierlo. Molti animali hanno dimostrato di sapersi riconoscere: scimpanzé, gorilla, delfino, elefante e corvi.


L'intelligenza dei corvi continua ad essere studiata
Per sfruttare l'intelligenza di questi uccelli, Joshua Klein, un hacker appassionato di questi volatili, ha proposto un'iniziativa che consiste nell'addestrare questi animali affinché raccolgano la spazzatura dalla strada e la depositino in una macchina che in cambio offre loro del cibo. Che ne pensi di questa trovata? Faccelo sapere nei commenti dell'articolo.




mercoledì 10 giugno 2020

Teorie scientifiche che spiegano l'esistenza dei fantasmi

I fantasmi non esistono: parola di LHC - Focus.it



L'unica certezza che abbiamo in merito è la morte, la cui coscienza ci distingue dagli altri animali. Mentre, su quel che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, è impossibile avere conoscenze.
Però, una delle ultime teorie scientifiche sui fantasmi, riguarderebbe l’elettromagnetismo. Secondo lo studio di alcuni psicologi britannici, ci sarebbe una correlazione tra avvistamenti spettrali e variazione dei campi magnetici. Gli studiosi hanno analizzato Hampton Court Palace a Londra e le cripte di South Bridge a Edimburgo, dove si sarebbero verificati vari avvistamenti: questi posti sarebbero soggetti a variazioni dei campi magnetici più elevate rispetto alla norma.
Altri studi sono giunti alla stessa conclusione:
- un gruppo di ricercatori ha applicato campi elettromagnetici a certe parti del cervello (come i lobi temporali) riuscendo a indurre nelle cavie-umane sensazioni fisiche&metafisiche, come la sensazione di vicinanza a Dio.
- mediante altri esperimenti, anche per il neuroscienziato Michael Persinger, i campi magnetici svilupperebbero nel cervello dei volontari la sensazione di avvertire strane presenze.

STORIA PRECEDENTE
La più antica traccia di rituali legati all'altro mondo è di 90 mila anni fa: la tomba di un cacciatore (nella grotta di Skhul, odierna Israele) con le mani su cui poggia, come un dono, la testa di un cinghiale: pare che a fungere da intermediari fra questo mondo e l’altro erano una sorta di sciamani.
Pitture rupestri di 20 mila anni fa raffigurano viaggi, in stato di trance, nel mondo degli spiriti, testimonianti la loro idea di separazione corpo&anima.
Per gli antichi Egizi, l'aldilà era talmente certo che era descritto dettagliatamente nel Libro dei morti.
Il primo episodio storico di necromanzia (previsione del futuro attraverso domande ai defunti) è raccontato nella Bibbia: il re Saul fa evocare da una maga il fantasma del re Samuele per chiedergli consiglio.
Invece nella religione greca a necromanzia era proibita, anche perché credevano che i morti detestassero essere disturbati nel loro riposo, quindi culti funebri e sepolture era celebrati in modo da impedire ai defunti di tornare a turbare i vivi. Però Omero conduce Ulisse nel regno dei morti, affinché la madre e il veggente Tiresia gli indichino la strada per tornare alla sua amata Itaca. Mentre, secondo Platone, le pratiche magiche o necromantiche erano degli imbrogli.
A Roma la separazione era codificata nella legge delle Dodici Tavole, che proibiva di sotterrare i morti all’interno della città (infatti le necropoli erano site lungo le vie consolari).
Ma nel Medioevo i morti rientrarono in città, con cimiteri ricavati nei cortili antistanti le chiese. Allora gli spettri ebbero il loro periodo clou: le apparizioni si moltiplicavano e riguardavano soprattutto il ritorno di anime che avevano fatto una brutta fine (suicidi, ammazzati, condannati a morte, donne morte di parto, annegati mai ritrovati, etc.). La Chiesa tentò di arginare il fenomeno e spinse spettri e fantasmi nell’area delle manifestazioni diaboliche, ma lo alimentò anche proponendosi come intermediario. Suffragi, donazioni, preghiere diventarono strumento per aiutare le anime a trovare la pace eterna, senza disturbare quella terrena.
Il Purgatorio, che nella dottrina cristiana compare sulla fine del 200, forse fu dove la chiesa rinchiuse i morti, preoccupata dal continuo attraversamento dei confini.
Un tentativo di difendere i cristiani da inquietanti ritorni fu l’istituzione, intorno all’anno 1000, del giorno dei morti: 2 novembre, dedicato alla commemorazione dei defunti.
Il culto di santi&reliquie prova anche la difficoltà dell’uomo medioevale di accettare l’idea del distacco dell’anima dal corpo.
Nell’'800 intellettuali&artisti d’Europa, attratti romanticamente dall'epoca misteriosa&buia (medievale), riscoprirono la passione per i fantasmi, ma con la loro mentalità: cercando di dimostrarne empiricamente l’esistenza, così nasce lo spiritismo, vera&propria dottrina filosofica.
Molti cercarono di dimostrare l'esistenza dei fantasmi, ma alla fine tavolini volanti e materializzazioni si rivelarono sempre dei trucchi.
Ripresero fulgore anche le ricerche per dimostrare la materialità dell’anima. Già in passato ci avevano provato illustri scienziati: il medico alessandrino Erofilo (3° sec. d.C.) la cercava dissezionando i cadaveri; Cartesio anche, e la individuò, grande come un pisello, nella ghiandola pineale; fin'anche Leonardo.
Il primo che la pesò fu il chirurugo Duncan Macdougall (nel 1901) che, insediatosi in una sorta di sanatorio, pesò i pazienti proprio al momento del trapasso: con l’ultimo respiro i poveretti perdevano 21 grammi di peso. Ma, non soddisfatto, estese i suoi esperimenti ai cani: constatato che le povere bestiole trapassavano senza dimagrire, ne dedusse quel che le Chiese cristiane sostengono: gli animali non hanno l’anima.
Poi, 10 anni dopo, sempre Macdougall, cercò il colore dello spirito: introdusse in una camera buia un gruppo di tisici agonizzanti e, al momento supremo, fece scorrere un fascio di luce fortissima lungo il corpo del paziente. Poiché non trovò nulla, concluse che l’indice di rifrazione dell’anima era zero e poiché qualsiasi sostanza rifrange la luce tranne l’etere (che peraltro neanche è un elemento reale), l’anima doveva essere composta di etere.


martedì 9 giugno 2020

La razza umana è l'unica nell'universo?


Secondo un paleontologo inglese non c'è altra vita nell'Universo, e le prove della nostra unicità sarebbero davanti ai nostri occhi, nell'evoluzione.


"L'uomo è l'unica specie intelligente dell'intero Universo? Stando a quanto sostengono moltissimi scienziati la risposta è "no", per una semplice questione di probabilità: si stima che l'Universo osservabile ospiti circa 2 trilioni di galassie, 2.000 miliardi!, la stragrande maggioranza delle quali talmente lontane da noi che quando la loro luce arriverà sulla Terra, si saranno già estinte da milioni di anni, ed è logico e naturale pensare che da qualche parte in questa immensità ci possa essere un altro pianeta con le condizioni adatte a favorire la nascita della vita e lo sviluppo di una qualche forma di intelligenza.
Eppure c'è chi la pensa in modo radicalmente opposto: Nick Longrich, paleontologo dell'Università di Bath, ha di recente pubblicato un lungo articolo su The Conversation nel quale sostiene che con ogni probabilità siamo "soli nell'Universo", come si dice in questi casi; e che la prova più evidente della nostra condizione è... l'evoluzione sul pianeta Terra.
PAGANINI NON RIPETE. La tesi di Longrich ruota essenzialmente intorno a una considerazione: la nascita della vita è un evento altamente improbabile, e l'evoluzione della stessa in forme senzienti è talmente improbabile che potrebbe essersi verificata una sola volta nell'intera storia dell'Universo. L'evoluzione, scrive Longrich, è un fenomeno che apparentemente si ripete spessissimo: basta pensare a quante forme diverse ha assunto la vita sulla Terra, ma anche a quante volte una stessa struttura (un'ala per volare, una particolare forma del corpo per nuotare meglio) si sia sviluppata in forme viventi molto lontane tra loro – quel fenomeno che gli evoluzionisti chiamano "convergenza evolutiva".
Secondo Longrich, però, dire che l'evoluzione è un processo che si ripete frequentemente non è del tutto corretto: molte delle strutture citate finora (pensate anche agli occhi, alle mascelle, alle zampe) si presentano in natura in infinite variazioni, ma si sono tutte sviluppate all'interno di una singola linea evolutiva, quella degli Eumetazoi (gli animali che presentano un'organizzazione in tessuti ed organi): una sottocategoria del regno animale che rappresenta solo una parte di tutto quello che è vita sulla Terra.
È COME VINCERE ALLA LOTTERIA. Longrich punta quindi il dito sull'improbabilità di tutti i passaggi evolutivi che ci hanno portato fin qui oggi, a riflettere sulle nostre origini. La vita è nata una volta sola sulla Terra, ci ha messo un miliardo e mezzo di anni a inventare la fotosintesi (e l'ha fatto una volta sola), e 4 miliardi per creare i primi animali complessi; il sesso è nato una volta sola e da lì è stato adottato da quasi tutti gli animali, lo stesso vale per lo scheletro osseo... secondo Longrich, si possono identificare sette passaggi fondamentali per l'evoluzione dell'intelligenza: la nascita della vita, l'invenzione della fotosintesi, la comparsa delle prime cellule complesse, il sesso, i primi animali superiori, lo scheletro, e infine l'intelligenza vera e propria.
«Immaginate che ogni passaggio abbia un 10% di probabilità di avverarsi» scrive Longrich; «significa che c'è una probabilità su 10 milioni che una forma di vita intelligente si evolva. Mettiamo che la probabilità sia dell'1%: significa che l'intelligenza si può sviluppare su un pianeta ogni 100 miliardi di miliardi». La conclusione del ragionamento, secondo l'autore, è che la nascita della vita intelligente è un fenomeno così improbabile che quasi sicuramente si è verificato una sola volta nella storia dell'Universo – per quanto riguarda il "dove", la risposta è ovvia, considerato che siamo qui a discuterne."


 
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