venerdì 16 ottobre 2020

Amon

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«Signore di ciò che è, permanente in tutte le cose,
unico in sua natura come il Seme degli dei […] capo di tutti gli dei.[…]
La tua dolcezza è nel cielo settentrionale,
la tua bellezza rapisce i cuori, l'amore di te fa languide le braccia,
la tua forma bella rende deboli le mani, e i cuori, alla tua vista, ogni cosa dimenticano.
Tu sei l'unico che fece tutto ciò che è.»
(Inno ad Amon-Ra, Papiro Boulaq 17)
Amon (Imn, in italiano anche Ammone, dal greco antico Ἄμμων Ámmōn, Ἅμμων Hámmōn; letteralmente il Misterioso o il Nascosto) è una divinità appartenente alla religione dell'antico Egitto. Fu un dio di massima importanza per buona parte della storia egizia. È attestato già durante l'Antico Regno (ca. 2680 - 2180 a.C.) con la sua sposa Amonet, come testimonia ad esempio un'iscrizione nella piramide di Pepi II:
«[…] o Amon e Amonet! Voi coppia degli dei, che agli dei - con le loro ombre - vi siete uniti.»
(Testi delle piramidi, n°579)
Durante l'XI dinastia (2160 a.C. - 1944 a.C.) assurse al ruolo di patrono di Tebe, sostituendo Montu. Dopo la ribellione dei prìncipi tebani contro gli hyksos e con il regno di Ahmose I (1539 a.C. - 1514 a.C.), Amon assunse un'importanza nazionale, esplicata dalla sua fusione con il dio-sole Ra nella figura di Amon-Ra. Durante il Nuovo Regno Amon fu il capo del pantheon egizio - con l'eccezione dell'eresia amarniana durante il regno di Akhenaton (1351 a.C. - 1334/3 a.C.). Amon fu il dio creatore, trascendente e creatosi da sé, protettore dei poveri e degli oppressi e oggetto di una devozione estremamente diffusa. La sua posizione di Re degli Dei sfociò, talvolta, in una sorta di monoteismo virtuale quando tutti gli dei erano ritenuti sue manifestazioni. Insieme a Osiride, Amon-Ra è il dio che compare con più frequenza nelle fonti egizie. Come divinità principale dell'impero egizio, Amon-Ra fu adorato anche fuori dall'Egitto, nell'antica Libia e in Nubia. Con il nome di Zeus-Ammone, fu venerato anche dai greci.

Origini e significato del nome

Amon e Amonet compaiono, durante l'Antico Regno, dei Testi delle piramidi: i due facevano parte della antica Ogdoade di Ermopoli. Il nome Amon (scritto imn, pronunciato Amana nella lingua egizia) significa il Misterioso, il Nascosto, come osservò già Plutarco. È anche possibile che derivi dalla parola libica amana, acqua - anche se, eccettuati vaghi riferimenti al Nilo e al mare, non si tratta di un aspetto fondamentale della natura del dio. Gli egizi sottolineavano la difficoltà a risalire al vero significato chiamandolo asha renuː ricco di nomi. Si riteneva che Amon avesse dapprima creato sé stesso e poi il suo entourage. Gli altri membri dell'Ogdoade erano Nun e Nunet, Kuk e Keket, Hehu e Huhet.
Amon divenne il patrono di Tebe alla fine del Primo periodo intermedio, sotto la XI dinastia. Nelle vesti di patrono di Tebe, sua sposa era la dea Mut. La triade tebana era formata da Amon come padre, Mut come madre e dal dio lunare Khonsu come figlio.

Iconografia

Amon era comunemente raffigurato con sembianze antropomorfe, talvolta assiso in trono. La sua pelle poteva essere colorata di blu in riferimento al lapislazzuli che, per il suo grande valore, gli egizi associavano alla carne degli dei. La sua corona era costituita da un modio sormontato da due alte piume, forse in riferimento alla natura celeste di Amon (a cui si poteva aggiungere il disco solare per identificarlo con il dio-sole Ra). Ogni piuma era divisa verticalmente in due sezioni a simboleggiare l'equilibrio degli opposti e forse, nello specifico, l'Alto e Basso Egitto; a sua volta ogni sezione era suddivisa in sette parti da segmenti orizzontali (il 7 era considerato un numero magico). In alcune immagini, specie quando associato al dio Min (Min-Amon), era avvolto in un sudario e presentava una vistosa erezione. Era anche sovente rappresentato da un'oca (anser albifrons) che, secondo il mito, avrebbe deposto l'uovo cosmico primordiale da cui si sarebbe generata la vita, e da un ariete con il disco solare tra le corna ricurve. L'associazione con l'ariete nacque probabilmente dall'osservazione della sua energia procreatrice.
Nonostante venisse solitamente rappresentato come un uomo, gli egizi credevano che il vero aspetto di Amon trascendesse ogni immagine visuale; un suo epiteto era Nascosto d'aspetto, misterioso di forma. Tale caratteristica del dio era esemplificata dall'assenza, almeno fino a una certa epoca, di un geroglifico che lo rappresentasse, mentre le altre divinità erano espresse da un geroglifico con le loro sembianze; i geroglifici del nome di Amon si limitano a fornirne i segni fonetici della pronuncia.

Il Grande Tempio di Amon a Karnak

La storia di Amon come patrono di Tebe inizia nel XX secolo a.C., con la costruzione del Recinto di Amon Ra, uno dei quattro grandi recinti che andranno a formare l'immenso Complesso templare di Karnak, sotto il regno di Sesostri I, che regnò tra il 1970 a.C. e il 1920 a.C. Non risulta che Tebe abbia avuto una particolare importanza prima della XI dinastia.
Le grandi costruzioni nel Recinto di Amon ebbero luogo durante la XVIII dinastia, quando Tebe divenne la capitale dell'Egitto. L'edificazione della Grande sala ipostila potrebbe essere iniziata parimenti sotto i Thutmosidi, benché vada attribuita per la maggior parte a Seti I e Ramses II, il regno dei quali copre un'ampia porzione del XIII secolo a.C. Merenptah, tredicesimo figlio e immediato successore di Ramses II, commemorò le sue vittorie sui Popoli del mare sulle pareti della Prima Corte, la quale segnava l'inizio della strada processionale per il Tempio di Luxor. Questa Grande iscrizione di Karnak (di cui è andato perso un terzo del contenuto) descrive le campagne vittoriose del faraone e il ritorno con il bottino e i prigionieri. Accanto a questa attestazione, compare la Stele della vittoria, che è sostanzialmente una copia della più celebre Stele di Merenptah, rinvenuta nel complesso funerario del faraone. Il figlio di Merenptah, Seti II, innalzò due piccoli obelischi di fronte al Secondo pilone.
L'ultimo cambiamento importante nel Recinto di Amon-Ra fu la costruzione del Secondo pilone e le massicce mura di cinta che racchiudevano il Complesso; tutto ciò si deve a Nectanebo I (379 a.C. - 361 a.C.).

Nell'onomastica reale

A partire dal Medio Regno, vari faraoni portarono nomi teofori, ossia comprendenti il nome di Amonː gli Amenemhat (Amon è il Primo) della XII dinastia, gli Amenhotep (Amon è Contento) della XVIII dinastia e Hatshepsut Henemet-Amon (Prima tra i nobili, Amata da Amon). Il nome Meriamon (Amato da Amon), oppure quello di Sitamon (Figlio di Amon) comparvero nella titolatura reale di numerosi faraoni, dalla XIX dinastia (per esempio, Usermaatra-Setepenra Ramesse Meriamon) fino ad Alessandro Magno (Setepenra-Meriamon) e ai Tolomei (per esempio, Userkara Meriamon).

Nuovo Regno

Identificazione con Min e con Ra

Quando l'esercito di Ahmose I, fondatore del Nuovo Regno, espulse i sovrani hyksos dall'Egitto, la città d'origine del vittorioso faraone, Tebe, divenne la città più importante del Paese, la capitale della nuova dinastia. Così Amon, patrono della nuova capitale, divenne la divinità nazionale. I faraoni della XVIII dinastia, forse la più gloriosa della storia egizia, attribuirono ogni loro successo alla protezione e all'intervento di Amon e spesero una gran parte della loro ricchezza e dei bottini delle guerre nell'edificazione di templi dedicati ad Amon, cui diedero un prestigio ineguagliato.
Il successo che sovente accompagnò i faraoni adoratori di Amon contro i loro nemici stranieri portò a vedere questo dio come avvocato dei bisognosi, garante della giustizia per i poveri. Siccome Amon era garante di ordine, giustizia e benevolenza (virtù incarnate dalla dea Maat), coloro che gli rivolgevano preghiere erano tenuti a dimostrarsene degni, previa una confessione delle loro mancanze. Come patrono di coloro che viaggiavano in nome suo, Amon divenne Protettore della strada. Stele votive provenienti dal villaggio degli artigiani di Deir el-Medina riportano:
«[Amon] che giunge alla voce del povero che soffre e che dà fiato all'infelice […] Tu sei Amon, Signore del silente, che giungi alla voce del povero; quando ti chiamo nell'afflizione, tu vieni e mi salvi … Nonostante il servo sia disposto al male, il Signore è disposto a perdonare. Il Signore di Tebe non trascorre nell'ira un giorno intero; la sua rabbia passa in un momento, non rimane. Il suo respiro giunge a noi in misericordia. Possa il tuo ka essere buono; possa tu perdonare; non accadrà più.»
Successivamente, quando l'Egitto conquistò Kush, la principale divinità dei kushiti fu assimilata ad Amon. La divinità kushita aveva la testa di di un lanoso ariete dalle corna ricurve; Amon gli fu accostato anche iconograficamente. Poiché gli arieti erano simbolo di virilità e prestanza sessuale, Amon divenne anche un dio della fertilità, assorbendo l'identità del dio Min. Ne derivò il dio Amon-Min. Questa correlazione con la virilità gli valse l'epiteto di Kamutef, che significa Toro di sua Madre, forma in cui compare sulle pareti di Karnak, itifallico e munito di uno speciale flagello (il correggiato), così come veniva rappresentato Min. Man mano che il culto di Amon guadagnò importanza, il dio fu sempre più identificato con la divinità maggiormente adorata nelle altre zone dell'Egitto: il dio-sole Ra; da dio del vento e dell'aria, Amon divenne così una divinità solare. Dalla assimilazione di queste due divinità di sommo prestigio nacque la figura di Amon-Ra. In un inno, Amon-Ra è così descritto:
«Signore della verità, Padre degli dei, Artefice degli uomini, Creatore degli animali, Signore delle cose che sono, Creatore del corpo della vita.»

L'eresia di Akhenaton

Durante l'ultima fase della XVIII dinastia, il faraone Akhenaton (noto anche come Amenofi IV) disapprovò l'immenso potere politico ed economico del tempio di Amon e, soprattutto, del suo clero e accentuò il culto di Aton, divinità che si manifestava nel disco solare, sia simbolicamente che letteralmente. Akhenaton sfregiò i simboli delle divinità tradizionali e basò tutte le sue pratiche religiose sul solo dio Aton. Spostò la capitale da Tebe a una nuova città che provvide egli stesso a fondare, Akhetaton, ma questo brusco cambiamento risultò molto impopolare fra i sacerdoti di Amon, che si videro privati di un potere in precedenza poco meno che regale. La religione dell'Egitto era completamente legata al potere territoriale, e il faraone stava al vertice in entrambi i campi: era infatti il primo sacerdote del Regno, sommo sacerdote del tempio di Amon nella capitale, e i suoi immediati sottoposti, importanti consiglieri, erano parimenti capi religiosi - molti addetti alla burocrazia terriera.
L'introduzione dell'atonismo da parte di Akhenaton costituì di fatto una adorazione enoteistica, o monolatrica, di Aton in aperta competizione con quella di Amon. Le lodi tradizionali rivolte ad Amon furono riprese nelle preghiere ad Aton, in particolare nel Grande Inno ad Aton. Quando Akhenaton morì, intorno al 1324/3 a.C., il clero di Amon-Ra riaffermò il proprio prestigio. Il nome di Akhenaton fu cancellato dai monumenti, dalle cronache e dai registri, i suoi atti religiosi e politici annullati, e la capitale tornò a Tebe. Il ritorno alla vecchia capitale e al suo dio fu compiuto così rapidamente che a lungo parve che il monoteismo di Akhenaton non fosse mai esistito. I sacerdoti persuasero il suo giovane figlio e faraone, Tutankhaton (il cui nome significava Immagine Vivente di Aton) a mutare nome in Tutankhamon, ossia Immagine Vivente di Amon.

Teologia

Durante i cinque secoli del Nuovo Regno, Amon venne talvolta identificato con l'intero pantheon egizio, al punto di dar vita a quel che è stato definito un monoteismo virtuale (che sarebbe stato attaccato, a sua volta, dall'enoteismo di Akhenaton). Dopo essere stato solamente dio del vento, a un certo punto Amon venne identificato con il dio-sole Ra, il quale godeva invece di grandissima venerazione già dagli inizi della cultura egizia. Venne successivamente fuso con il dio Min, dio della fertilità e della creazione: così, Amon-Ra assunse le caratteristiche di divinità solare, dio creatore e dio della fertilità, oltre ad essere patrono della dinastia e della capitale. In un inno ad Amon preservatosi sul Papiro di Leida I-350, Amon, Ra e Ptah sono concepiti come una trinità composta di dei distinti ma uniti pur nella loro pluralità:
«Tutti gli dei sono tre: Amon, Ra e Ptah; coloro che sono senza pari. Il nome della sua natura nascosta [imn significa nascosto] è Amon, egli è Ra nel volto, il suo corpo è Ptah.»
(Inno ad Amon, Papiro Leiden I-350, Capitolo n°300)



Terzo Periodo Intermedio

La Dinastia dei Primi Profeti di Amon

Sebbene non sia considerata una vera dinastia, quella dei Primi Profeti di Amon a Tebe accumulò un potere e un'influenza tali da governare effettivamente l'Egitto dal 1080 a.C. e il 943 a.C. Dal tempo in cui Herihor fu proclamato primo Sommo Sacerdote regnante, nel 1080 a.C., nel 19º anno di regno di Ramses XI, la carica suprema nel clero di Amon garantiva un notevole ascendente sull'economia del Paese. I sacerdoti di Amon possedevano i due terzi di tutte le terre di proprietà templare in Egitto, il 90% delle navi del Paese e molte altre risorse. Di conseguenza, il Sommo Sacerdote di Amon era potente come il faraone, se non di più. Uno dei figli del Sommo Sacerdote Pinedjem I salì infine sul trono dell'Egitto e regnò effettivamente per quasi mezzo secolo (1047 a.C. - 1001 a.C. oppure 1039 a.C. - 993 a.C.[50]) con il nome di Psusennes I, mentre il Sommo Sacerdote Psusennes III regnò come faraone con il nome di Psusennes II (ultimo sovrano della XXI dinastia egizia).

Declino

Nel X secolo a.C. la incontrastata predominanza di Amon in tutto l'Egitto cominciò a declinare. A Tebe, comunque, il suo culto continuò senza interruzione, specialmente con la nubiana XXV dinastia (747 a.C. - ca. 656 a.C.[52]), siccome Amon era il dio nazionale della Nubia. Il Tempio di Amon a Gebel Barkal, fondato nel Nuovo Regno, divenne il centro religioso del Regno di Kush. La Stele della vittoria di Pianki (metà dell'VIII secolo a.C.) distingue fra un Amon di Napata e un Amon di Tebe. Tanutamani, ultimo faraone della dinastia nubiana, portava ancora un nome teoforo con riferimento ad Amon (-amani) nella forma nubiana Amani.

Amon oltre i confini dell'Egitto

In Nubia, Sudan e Libia

Nelle aree esterne all'Egitto dove gli egizi avevano precedentemente portato il culto di Amon, questo sopravvisse fino all'epoca classica. In Nubia, dove il suo nome era pronunciato Amane o Amani, rimase la divinità nazionale, con il suo collegio sacerdotale, a Meroe e Nobazia, nella cui politica l'oracolo del dio aveva un peso enorme: per esempio nel designare i governanti e nella direzione della guerra. Secondo Diodoro Siculo (Biblioteca storica, 3.2.6), i più eminenti sacerdoti di Amon avrebbero avuto il potere di spingere i loro sovrani al suicidio, finché questo loro potere non ebbe termine con il loro sterminio da parte di Arakamani I (o Ergamenes), nel III secolo a.C.
In Sudan ebbe inizio, nel 2000, una campagna di scavi presso un tempio di Amon a Dangeil, sotto la direzione del Dr. Salah Mohamed Ahmed e della Dr.ssa Julie R. Anderson del National Corporation for Antiquities and Museums (NCAM) e del British Museum rispettivamente. Le scoperte indicano che il tempio sarebbe stato distrutto dal fuoco; la spettrometria di massa con acceleratore e il carbonio-14 delle travi del soffitto carbonizzato hanno permesso di collocare cronologicamente l'ultima costruzione dell'edificio al I secolo a.C., data confermata dalle ceramiche e dalle iscrizioni rinvenute. Dopo la sua distruzione da parte del fuoco, il tempio fu abbandonato e andò rapidamente in rovina.
In Libia rimase in attività un oracolo di Amon, isolato nel mezzo del deserto libico, presso l'oasi di Siwa. Il culto di Amon fu introdotto in Grecia in un'epoca piuttosto precoce, probabilmente passando attraverso la colonia greca di Cirene, che verosimilmente si legò al grande oracolo di Amon a Siwa poco dopo la propria fondazione. Iarba, un mitico re libico, fu considerato figlio di Amon: il poeta latino Virgilio lo definì Hammone satus, nato da Ammone.

Nel Medio Oriente

La Bibbia, e più precisamente i Neviìm (i libri dei profeti), redatti probabilmente nel VII secolo a.C., menzionano esplicitamente Amon, per due volte, in riferimento a Tebe (in ebraico נא אמו, No Amown):
«Il Signore degli eserciti, Dio di Israele, dice: “Ecco, punirò Amon di Tebe, l'Egitto, i suoi dei e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui […]”»
(Libro di Geremia, 46: 25)
«Sei forse più forte di Tebe, seduta fra i canali del Nilo, circondata dalle acque? Per baluardo aveva il mare e per bastione le acque. L'Etiopia e l'Egitto erano la sua forza che non aveva limiti.»
(Libro di Naum)



Amon nell'antichità classica

Amon, venerato dai greci come Ammone (Ἄμμων), ebbe un tempio e una statua, dono di Pindaro (518 a.C. - 438 a.C.) nella Tebe greca, e un altro a Sparta; gli abitanti di Sparta - attesta Pausania - furono i primi fra tutti i greci a consultare l'oracolo di Ammone in Libia. Ad Afiti, città della Calcide, Amon era venerato già dai tempi di Lisandro (ca. 440 a.C. - 395 a.C.) con grande zelo: una leggenda vuole infatti che il generale spartano sia stato convinto a porre fine all'assedio di Afiti proprio da un ammonimento del dio egizio, in sogno. Pare che Pindaro abbia composto un inno ad Ammone (fr.36 Maehler). A Megalopoli il dio era raffigurato con testa d'ariete, mentre i greci della Cirenaica fecero dono a Delfi di una biga con una statua di Amon.

Alessandro Magno e l'oracolo di Amon

La reputazione di Ammone presso i greci fu tale che Alessandro Magno si recò presso il grande oracolo di Amon a Siwa, durante l'occupazione dell'Egitto, dove fu dichiarato figlio di Amon. Per raggiungerlo dovette percorrere 200 miglia fino a quella che in seguito verrà chiamata Marsa Matruh, recandosi dunque all'oasi di Siwa nel deserto libico. Questo viaggio fu forse intrapreso perché Alessandro sapeva che lo avevano compiuto in precedenza Perseo ed Eracle. I resoconti vennero scritti venti mesi dopo l'accaduto, quindi il dialogo intercorso potrebbe essere stato inventato conoscendo i successivi avvenimenti favorevoli al dio Alessandro: da quel momento Alessandro (che regnò come faraone con i nomi Setepenra-Meriamon, cioè Eletto da Ra e Amato da Amon) cominciò infatti a considerarsi divino (e Amon fu identificato con Zeus, continuando a essere la divinità principale della Tebe egizia). Le domande che pose furono più di una: inizialmente, chiese se avesse vendicato la morte del padre, ma gli venne risposto che non si trattava di suo padre in quanto lui era una divinità; allora riformulò la domanda chiedendo se degli uccisori di Filippo vi era rimasto qualcuno ancora in vita e se sarebbe diventato signore degli uomini. La risposta fu positiva per entrambe le richieste. Si narra che in quell'occasione l'oracolo compì un piccolo errore di pronuncia dicendo paidios (figlio di Zeus) invece di paidion (figlio), offrendogli in tal modo un punto di partenza per l'istituzione di un culto divino incentrato sulla sua persona. Nel Romanzo di Alessandro, il condottiero compare nell'atto di scrivere lettere firmandole come figlio di Ammone; nel Libro di Daniele, nella Bibbia, Alessandro è descritto allegoricamente come un conquistatore dalle corna d'ariete (o capro) che abbatte il montone dell'Impero persiano:
«[…] ed ecco un capro [Alessandro Magno] venire da occidente, sulla terra, senza toccarne il suolo: aveva fra gli occhi un grosso corno. Si avvicinò al montone dalle due corna […] e gli si scagliò contro con tutta la sua forza. Dopo averlo assalito, lo vidi imbizzarrirsi e cozzare contro di lui e spezzargli le due corna, senza che il montone avesse la forza di resistergli; poi lo gettò a terra e lo calpestò e nessuno liberava il montone dal suo potere.»
(Libro di Daniele 8, 5-7)



Inni ad Amon nel Papiro di Leida I-350

Il Papiro di Leida I-350, la cui provenienza non è certa (forse Menfi), ma probabilmente ascrivibile al regno di Ramses II (1279 a.C. - 1213 a.C.), fu acquistato nel 1829 dal Rijksmuseum van Oudheden di Leida, nei Paesi Bassi. Tale documento, del quale la prima parte è perduta, è una raccolta di inni ad Amon - per la precisione ventotto capitoli, con un inno per ciascun capitolo: i primi nove numerati da 1 a 9, i nove successivi da 10 a 90, e da 100 a 1000 gli ultimi dieci.

«Novantesimo capitolo.
L'Enneade riunita è il tuo corpo.
Ogni dio ha preso a partecipare del tuo corpo, della tua immagine.
Tu emergesti per primo, tu fin dal principio inaugurasti.
Amon, il cui nome è celato agli dei.
Il più antico, il più anziano, distinto sopra a questi,
Tatenen, che come Ptah si formò da sé stesso.
Le dita del suo corpo sono gli Otto.
Egli apparve come Ra da Nun, affinché potesse ringiovanire.
Egli starnutì [come Atum, dalla] sua [bocca, e diede vita a]
Shu e Tefnut, uniti nella manifestazione.
Egli appare sul suo trono e il suo cuore dà risposte.
[È Colui] che, mediante il proprio potere, per sé governa tutto ciò che è.
[È Colui] che a sé lega la regalità - per sé [e] per sempre,
giù nell'eternità, stabilito come solo Signore. […] Trecentesimo capitolo.
Tutti gli dei sono tre:
Amon, Ra e Ptah - che sono senza pari.
Il nome della sua natura nascosta è Amon,
egli è Ra nel volto, il suo corpo è Ptah.
Le loro città sono sulla terra, fissate per la durata dell'eternità:
Tebe, Eliopoli e Menfi sono state rese perennemente stabili.
[…] Vita e morte dipendono da lui per tutti -
eccetto che per lui, Amon, insieme a Ra [e Ptah]; totale: tre.»
(Inno ad Amon, Papiro Leiden I-350, Capitoli n°90 e n°300)



giovedì 15 ottobre 2020

Altjira

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Altjira è, secondo la tribù Aranda dell'Australia Centrale, una divinità che rappresenta il "padre del cielo". Altjira è venerato alla stessa stregua di Alchera, il Dio del "sogno tempo". Altjira dopo aver creato la Terra si ritirò verso l'alto dei cieli dove ora è indifferente alle sorti dell'umanità. Egli è rappresentato come un uomo con i piedi di un Emù, mentre sua moglie e le figlie hanno i piedi da cane. È Chiamato anche "l'abitante del cielo" o il "padre di tutto".


mercoledì 14 ottobre 2020

Adad

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Adad in accadico e Ishkur in sumero sono i nomi del dio della pioggia e della tempesta nella mitologia mesopotamica. Il suo nome si scriveva in sumero d.IM, era il patrono di Karkara. Presso i sumeri era chiamato anche Immer, mentre a Babilonia e in Assiria Rammān, "il tonitruante".
La divinità accadica è imparentata nel nome e nelle funzioni con il dio nord-occidentale semitico Hadad.
Durante l'impero babilonese, Adad fu considerato tra le divinità principali del pantheon e venne definito come figlio di Enlil. La doppia valenza degli aspetti propri del dio, la pioggia fertile e la tempesta distruttrice, è presente nel poema Atrahasis e nell'Epopea di Gilgamesh.

martedì 13 ottobre 2020

Eolo

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Eolo è un personaggio della mitologia greca, il dio dei venti.
Nato mortale, divenne poi un dio ed i suoi figli presero il nome di Eoliani.

Il mito

Poseidone e Melanippe, la figlia di Eolo il capostipite degli Eoli, ebbero due gemelli, Beozio ed Eolo. Questi furono allevati da un mandriano, tale Ippote, poiché Poseidone non volle far sapere a Eolo di essere suo genero.
Nel frattempo Metaponto, re di Icaria, aveva minacciato di ripudiare sua moglie Teano, poiché era sterile. Teano allora si fece dare da Ippote i due gemelli, fingendo che fossero suoi. Metaponto ci credette.
Sennonché nacquero a Teano davvero altri due gemelli, che però furono i meno amati da Metaponto. Teano, gelosa, tentò di uccidere Beozio ed Eolo con del veleno, che questi, accortisi, diedero da bere ai fratellastri.
Teano si trafisse il petto al vedere i suoi pargoli uccisi dallo stesso seno che li allattava.
Eolo e Beoto si rifugiarono dapprima da Ippote, ma poi, quando Metaponto seppe da Poseidone come erano andate veramente le cose, sposò Melanippe e adottò i due gemelli.
Dopo un periodo felice, Metaponto decise di ripudiare Melanippe e sposare tale Autolita, che i gemelli uccisero rosi dalla vergogna. Dovettero quindi scappare. Beozio tornò da suo nonno Eolo che gli affidò la parte meridionale del suo regno, la Beozia, dove sorsero i Beoti.
Eolo invece scappò a occidente, dove raggiunse delle isole che chiamò Eolie, dove divenne famoso come consigliere degli dei e domatore di venti. Viveva a Lipari, un'isola galleggiante, insieme ai suoi dodici figli, sei maschi e sei femmine, che si erano sposati fra di loro.
Quando Zeus decise di rinchiudere i venti in alcune anfore, perché li riteneva pericolosi se lasciati in libertà, sua moglie Era suggerì di nasconderli in una grotta del mar Tirreno e di affidarne la custodia ad Eolo.
Nell'ora della sua morte Eolo, ritenuto troppo prezioso da Zeus, rimase a guardia dei venti nella grotta delle isole Eolie: divenne così immortale. Per Era Eolo era al pari degli altri olimpi, ma Poseidone lo considerava un intruso, poiché si riteneva lui il padrone del mare e dell'aria.

Eolo nelle opere classiche

Eolo viene citato nell'Iliade (libro VI) durante la narrazione della discendenza di Glauco.
Eolo viene anche citato nell’Odissea (libro X): è il re dei venti, infatti, a donare a Ulisse un otre in pelle di bue che conteneva ogni vento contrario alla navigazione, per poter farlo giungere, dopo tanto peregrinare, alla sua isola natale, Itaca.
Eolo compare anche nell’Eneide di Virgilio (libro I)

Esegesi

Poiché gli dei non condannarono l'incesto che perpetravano i dodici figli di Eolo, è probabile che il mito racconti di tribù pelasgiche che erano rimaste fedeli al culto titanico, il cui pantheon era costituito da sei titani maschi e sei titani femmine, tra di loro fratelli e, nonostante ciò, sposi.
Ciò spiegherebbe i privilegi, di tipo divino, di cui godettero, cioè di abitare, felici, su isole serene e libere.

lunedì 12 ottobre 2020

Gli alieni vivono tra di noi? Se sì, perché non comunicano con la nostra razza?

Innanzitutto non ci sono conferme per tale affermazione. Quindi la risposta e' esclusivamente di carattere ipotetico.

Sono numerose le teorie a supporto del fatto che Civilta' Aliene,vivano sul nostro Pianeta da lungo tempo o che lo abbiano visitato. Per suffragare tali conferme, si fa riferimento ad episodi e testimonianze varie.

A tal proposito, ne descrivo alcune di mia conoscenza e che, per comodita' di testo,riporto da alcuni siti.

1.Teoria della Colonizzazione



Secondo le scioccanti affermazioni di un accademico della Oxford University, visitatori alieni provenienti dallo spazio sono qui sulla Terra e si stanno riproducendo con gli umani per creare una specie “ibrida” superiore. Gli ibridi nati da questo tipo di unione mista sopravvivranno agli umani sulla Terra quando i cambiamenti climatici devasteranno il pianeta. Questa teoria è stata presentata dal professore coreano Young-hae Chi (nella foto), che insegna all’Oriental Institute di Oxford, il quale è convinto della presenza aliena sulla Terra e della realtà dei (frequenti) rapimenti alieni, convinzioni che ora ha riportato in dettaglio in un libro, Alien Visitations and the End of Humanity. Secondo l’Oxford Student, il Dr. Chi crede vi sia un collegamento tra il numero di rapimenti alieni e i cambiamenti climatici, al cui riguardo lo stesso Chi ha dichiarato: "Una possibilità è che considerino prezioso il nostro DNA per la conservazione dello stock. In secondo luogo, potrebbero voler creare specie che possano sopravvivere nelle future condizioni climatiche. In terzo luogo, alcuni addotti riferiscono che questi ibridi hanno un’intelligenza molto elevata, quindi potrebbero essere creati per diventare dei risolutori di problemi, leader del futuro".

Secondo il Dr. Chi esistono quattro tipi principali di specie aliene, con caratteristiche fisiche distintive: alieni insettoidi, alieni con scaglie e occhi da serpente, piccoli alieni e alieni alti e spavaldi. Quelle insettoidi sembrerebbero essere le specie dominanti, e governerebbero sulle altre. Tuttavia, il Dr. Chi ammette che le azioni intraprese qui sulla Terra da queste specie non sembrano affatto altruistiche: "Non vengono qui per il nostro bene, ma per il loro, per la loro sopravvivenza, ma la loro sopravvivenza è anche la nostra; è la sopravvivenza dell’intera biosfera. Ho fatto progressi con la mia teoria e sono ancora alla ricerca di prove a sostegno del mio punto di vista". Nel 2012, Chi ha parlato alla “Anomalous Mind Management Abductee Contactee Helpline Conference” (AMMACH) sugli alieni presenti sulla Terra, commentando che "forse la civiltà umana sta volgendo al termine" e illustrando poi il motivo per cui gli alieni verrebbero sulla Terra per rapire gli umani, sulla base della “Teoria della Colonizzazione” proposta dal Dr. David Jacobs: "Lo scopo principale del rapimento è la produzione di ibridi umani-alieni e il secondo è lo scopo principale del progetto ibrido, ossia la colonizzazione della Terra. Il primo scopo è la produzione di massa di ibridi di seconda generazione. Gli alieni producono ibridi non solo tra loro e gli umani, ma anche tra questi ibridi alieni e gli umani". Gli “ibridi di seconda generazione” sarebbero indistinguibili dagli umani, in particolare quando si mescolano in società. Nel marzo 2019, il gruppo no-profit Messaging Extraterrestrial Intelligence (METI) ha riflettuto sulla possibilitą che gli umani possano essere intrappolati in uno zoo extraterrestre e intergalattico. La professoressa Florence Raulin- Cerceau, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, ne ha discusso all’incontro del gruppo a Parigi, dicendo: "Se cerchiamo di capire meglio l’universo, la questione se siamo soli è inevitabile".

Anche l’astronomo Jean-Pierre Rospars ha partecipato all’incontro, commentando: "Sembra probabile che gli extraterrestri stiano imponendo una quarantena galattica perché si rendono conto che per noi sarebbe culturalmente disastroso conoscerli. L’evoluzione cognitiva sulla Terra mostra caratteristiche casuali, seguendo allo stesso tempo anche prevedibili. Possiamo aspettarci l’emergere ripetuto e indipendente di specie intelligenti nell’universo, e dovremmo aspettarci di vedere forme di intelligenza più o meno simili ovunque, con le condizioni favorevoli. Non c’è motivo di pensare che gli umani abbiano raggiunto il più alto livello cognitivo possibile". Anche se esistessero segretamente extraterrestri intelligenti accanto agli umani sulla Terra, molti scienziati ritengono che da qualche parte, nelle profondità dello spazio, possano esistere gli alieni. Il caso più probabile è che la vita si sia sviluppata su un altro pianeta, ma non abbia raggiunto un livello di sviluppo pari al nostro. Secondo Briony Horgan, astronomo della Purdue University, nell’Indiana, Stati Uniti: "Negli ultimi 60 o 70 anni abbiamo cercato solo civiltà in grado di comunicare. L’universo ha 13 miliardi di anni e 60 anni sono un periodo di tempo estremamente breve. Forse la vita intelligente non è così comune come pensiamo e stiamo solo cercando nel momento sbagliato".


2.Gli alieni potrebbero aver già visitato la Terra, la teoria della NASA



Secondo Silvano Colombano, appartenente alla divisione Intelligent System della Nasa, gli alieni potrebbero aver già visitato la Terra.

Lui sostiene infatti che queste forme di vita potrebbero basarsi non sul carbonio, responsabile delle strutture molecolari alle quali siamo abituati noi sulla terra, ma bensì su altro.

Secondo l’esperto della NASA le conoscenze che possediamo sino ad ora sul mondo extraterrestre sono ancora molto limitate, come ha di recente affermato a marzo scorso in occasione del Decoding Agency Intelligence Workshop organizzato dal Search for Extraterrestrial Intelligence.

La tecnologia aliena sarebbe andata già ben oltre le nostre conoscenze e probabilmente è già stata in grado di intraprendere viaggi interstellari.

Più e più volte è stata premura di Colombano ricordarci come lo sviluppo tecnologico della nostra società sia iniziato solo 10.000 anni fa ed il boom sia poi avvenuto in particolare negli ultimi 500 anni. Questo ci porta a capire con difficoltà quello che per esempio potrebbe accadere nei prossimi mille anni e quelli a seguire.

Colombano quindi esorta a prestare maggiore attenzione a questi fenomeni, i fisici in particolare dovrebbero risultare più flessibili nei confronti dell’eventualità di estendere all'infinito le possibilità dello spazio-tempo e dell'energia, ed in particolare a considerare come vero e proprio oggetto di studio, il fenomeno UFO.


3. Operazione Highjump


1946. Gli Stati Uniti organizzano una spedizione militare in Antartide, con un notevole dispiegamento di uomini e mezzi: l’operazione High Jump.

La missione, pubblicizzata come esplorativa, era stata affidata al comando dell’ammiraglio Richard Byrd, anche se in realtà i poteri decisionali erano affidati all’ammiraglio Richard Cruzen.


Richard Byrd


Ovviamente con l’impiego di una portaerei, di due cacciatorpediniere, un sommergibile, dodici idrovolanti, sei elicotteri, navi appoggio e, soprattutto, 4.700 marines. Si cercò di far passare il tutto sotto silenzio, ma le domande non tardarono, e molti ipotizzarono la ricerca delle basi naziste di appoggio agli U-Boot, i sommergibili tedeschi, di cui erano trapelate notizie durante la guerra. Inoltre la missione, la cui durata prevista era di 18 mesi, terminò dopo solamente tre settimane, e l’intervista rilasciata dall’ammiraglio Byrd il 5 marzo 1947 ad un periodico cileno contribuì ad alimentare sospetti. Infatti Byrd dichiarò che gli “Stati Uniti avrebbero dovuto rimanere in uno stato di allerta continua per fronteggiare la possibilità di un attacco ostile, probabilmente proveniente da entrambi i poli”. Una asserzione mai spiegata, celata come le eventuali scoperte della spedizione nel continente antartico.



Forse il diario alla fine si rivelerà un falso, ma certo alcuni avvenimenti destano sospetti. In primis, come già ricordato, la durata della missione, molto inferiore al previsto, per un rientro frettoloso negli Stati Uniti. Poi, nel 1949, la morte improvvisa - il suicidio, per l’esattezza - del Segretario della Marina statunitense, Forrestal, colui che ideò la missione High Jump. Ed ancora, il fatto che nel 1947 si ebbero i primi avvistamenti di U.F.O., come predetto dal Maestro. Ma per alcuni siamo ancora nel regno della fantascienza, la terra cava è sempre stata citata nei racconti fantastici, ed il diario è un falso, o il racconto di un mitomane. Però poi, negli ultimi anni, grazie alla tecnologia, al tempo trascorso che fa dimenticare la prudenza, qualcosa è emerso per dare nuova luce alle ombre. Nel 2011 l’organizzazione Wiki Leaks diffuse un rapporto russo circa l’emersione di flotte di ufo dal mare antartico. E sempre l’organizzazione diffuse documenti riguardanti una guerra portata avanti dagli Stati Uniti, sin dal 2004, contro oggetti volanti non identificati che sorvolavano la zona dell’Antartide in cui si trovava la base scientifica americana. Nel 2016 ancora una rivelazione, ossia la diffusione delle mail inviate dall’ex Capo di Gabinetto di Clinton, John Podestà, che si lamentava di non essere riuscito a dire la verità agli americani, e l’incontro avuto da Hillary Clinton con il sesto uomo ad essere andato sulla Luna, Edgar Mitchel, il quale ammonì la candidata alle presidenziali circa la presenza di alieni benevoli ma contrari alla guerra. Una serie concatenata di eventi, segni e tracce, che alcuni interpretano come realtà, altri come coincidenze, altri ancora come depistaggi e complotti. Chissà se sapremo mai la verità assoluta, non edulcorata, non filtrata. Certo è che il nome dell’operazione iniziale, High Jump, si è rivelato profetico. Un volo sull’Antartide, in merito al quale continuano ad emergere nuovi elementi. High Jump, salto alto, talmente alto da essere giunto fino a noi, e da andare ancora oltre.


Incipit del diario di Byrd:



“Devo scrivere questo diario di nascosto in assoluta segretezza. Riguarda il mio volo antartico del 15 febbraio 1947. Verrà il tempo in cui la razionalità degli uomini dovrà dissolversi nel nulla e si dovrà allora accettare l’ineluttabilità della Verità. Io non ho la libertà di diffondere la documentazione che segue, forse non vedrà mai la luce, ma devo comunque fare il mio dovere e riportarla qui con la speranza che un giorno tutti possano leggerla, in un mondo in cui l’egoismo e l’avidità di certi uomini non potranno più sopprimere la Verità.”

”Distese di ghiaccio e neve sotto di noi, notate delle colorazioni giallognole con disegni lineari. Alterata la crociera per un migliore esame di queste configurazioni colorate, notate anche colorazioni violacee e rossastre”.

…”Sia la bussola magnetica che la girobussola cominciano a ruotare e ad oscillare, non ci è possibile mantenere la nostra rotta con la strumentazione. Rileviamo la direzione con la bussola solare, tutto sembra ancora a posto. I controlli sembrano lenti nel rispondere e nel funzionare, ma non c’è indicazione di congelamento”.

…”29 minuti di volo trascorsi dal primo avvistamento dei monti, non si tratta di un’allucinazione. È una piccola catena di montagne che non avevamo mai visto prima”.

…”Oltre le montagne vi è ciò che sembra essere una vallata con un piccolo fiume o ruscello che scorre verso la parte centrale. Non dovrebbe esserci nessuna valle verde qua sotto! C’è qualcosa di decisamente strano e anormale qui! Dovremmo sorvolare solo ghiaccio e neve! Sulla sinistra ci sono grandi foreste sui fianchi dei monti. I nostri strumenti di navigazione girano ancora come impazziti”.

…”Altero l’altitudine a 1400 piedi ed eseguo una virata completa a sinistra per esaminare meglio la valle sottostante. È verde con muschio ed erba molto fitta. La luce qui sembra diversa. Non riesco più a vedere il Sole. Facciamo un altro giro a sinistra e avvistiamo ciò che sembra essere un qualche tipo di grosso animale. Assomiglia ad un elefante! NO!!! Sembra essere un mammut! È incredibile! Eppure è così! Scendiamo a quota 1000 piedi ed uso un binocolo per esaminare meglio l’animale. È confermato, si tratta di un animale simile al mammut”.

…”Incontriamo altre colline verdi. L’indicatore della temperatura esterna riporta 24 gradi centigradi. Ora proseguiamo sulla nostra rotta. Gli strumenti di bordo sembrano normali adesso. Sono perplesso circa le loro reazioni. Tento di contattare il campo base. La radio non funziona”.

…”Il paesaggio circostante sembra livellato e normale. Avanti a noi avvistiamo ciò che sembra essere una città!!! È impossibile! L’aereo sembra leggero e stranamente galleggiante. I controlli si rifiutano di rispondere! Mio Dio!! Alla nostra destra e alla nostra sinistra ci sono apparecchi di uno strano tipo. Si avvicinano e qualcosa irradia da essi. Ora sono abbastanza vicini per vedere i loro stemmi. E’ uno strano simbolo. Dove siamo? Cosa è successo? Ancora una volta tiro decisamente i comandi. Non rispondono!!! Siamo tenuti saldamente da una sorta di invisibile morsa d’acciaio”.

…”La nostra radio gracchia e giunge una voce che parla in inglese con accento che sembra decisamente nordico o tedesco! Il messaggio è: – Benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio. Vi faremo atterrare esattamente fra sette minuti. Rilassatevi, Ammiraglio, siete in buone mani. – Mi rendo conto che i motori del nostro aereo sono spenti. L’apparecchio è sotto uno strano controllo ed ora vira da sé”.

…”Riceviamo un altro messaggio radio. Stiamo per cominciare la procedura di atterraggio, ed in breve l’aereo vibra leggermente cominciando a scendere come sorretto da un enorme, invisibile ascensore”.

…”Alcuni uomini si stanno avvicinando a piedi all’aereo. Sono alti ed hanno i capelli biondi. In lontananza c’è una grande città scintillante, vibrante di tinte dei colori dell’arcobaleno. Non so cosa succederà ora, ma non vedo traccia di armi su coloro che si avvicinano. Sento ora una voce che mi ordina, chiamandomi per nome, di aprire il portellone. Eseguo”.

Dopo questi appunti, tratti dal “diario di bordo”, l’Ammiraglio annota cosa successe:

…”Da questo punto in poi scrivo gli eventi che seguono richiamandoli alla memoria. Ciò rasenta l’immaginazione e sembrerebbe una pazzia se non fosse accaduto davvero. Il tecnico ed io fummo prelevati dall’aereo ed accolti in modo cordiale. Fummo poi imbarcati su un piccolo mezzo di trasporto simile ad una piattaforma ma senza ruote! Ci condusse verso la città scintillante con estrema celerità. Mentre ci avvicinammo, la città sembrava fatta di cristallo. Giungemmo in poco tempo in un grande edificio, di un genere che non avevo mai visto prima. Sembrava essere uscito dai disegni di Frank Lloyd Wright, o forse più precisamente da una scena di Buck Regers!
Ci venne offerta un tipo di bevanda calda che sapeva di qualcosa che non avevo mai assaporato prima. Era deliziosa. Dopo circa 10 minuti, due dei nostri mirabili ospiti vennero nel nostro alloggio invitandomi a seguirli. Non avevo altra scelta che obbedire. Lasciai il mio tecnico radio e camminammo per un po’ fino ad entrare in ciò che sembrava essere un ascensore. Scendemmo per alcuni istanti, l’ascensore si fermò e la porta scivolò in alto silenziosamente! Procedemmo poi per un lungo corridoio illuminato da una luce rosa che sembrava emanare dalle pareti stesse! Uno degli esseri fece segno di fermarci davanti ad una grande porta. Sopra di essa c’era una scritta che non ero in grado di leggere. La grande porta scorse senza rumore e fui invitato ad entrare. Uno degli ospiti disse: – Non abbiate paura, Ammiraglio, state per avere un colloquio con il Maestro -. Entrai ed i miei occhi si adeguarono lentamente alla meravigliosa colorazione che sembrava riempire completamente la stanza. Allora cominciai a vedere quello che mi circondava. Ciò che mostrò ai miei occhi era la vista più stupenda di tutta la mia vita. In effetti era troppo magnifica per poter essere descritta. Era deliziosa. Non credo che esistano termini umani in grado di descriverla in ogni dettaglio con giustizia. I miei pensieri furono interrotti dolcemente da una voce calda e melodiosa: “Le do il benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio”. Vidi un uomo dai lineamenti delicati e con i segni dell’età sul suo viso. Era seduto ad un grande tavolo. Mi invitò a sedermi su una delle sedie. Dopo che fui seduto, unì le punte delle sue dita e sorrise. Parlò di nuovo dolcemente e disse quanto segue: – L’abbiamo lasciata entrare qui perché lei è di nobile carattere e ben conosciuto nel mondo di superficie, Ammiraglio. – Mondo di superficie! Quasi rimasi senza fiato!
“Si – ribatté il Maestro con un sorriso – lei si trova nel territorio degli Ariani, il Mondo sommerso della Terra. Non ritarderemo a lungo la sua missione, e sarete scortati indietro sulla superficie e un poco oltre senza pericolo. Ma ora, Ammiraglio, le dirò il motivo della sua convocazione qui. Il nostro interessamento cominciò esattamente subito dopo l’esplosione delle prime bombe atomiche da parte della vostra razza, su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone. Fu in quel momento inquietante che spedimmo sul vostro mondo di superficie i nostri mezzi volanti.
I Flugelrads, per investigare su ciò che la vostra razza aveva fatto. Questa è ovviamente storia passata, Ammiraglio, ma mi permetta di proseguire. Vede, noi non abbiamo mai interferito prima d’ora nelle guerre e nella barbarie della vostra razza, ma ora dobbiamo farlo in quanto voi avete imparato a manipolare un tipo di energia, quella atomica, che non è affatto per l’uomo. I nostri emissari hanno già consegnato dei messaggi alle potenze del vostro mondo, e tuttavia esse non se ne curano. Ora voi siete stato scelto per essere testimone qui che il nostro mondo esiste. Vede, la nostra cultura e la nostra scienza sono avanti di migliaia di anni rispetto alle vostre, Ammiraglio”. Lo interruppi: “Ma tutto ciò che cosa ha a che fare con me, Signore!”. Gli occhi del Maestro sembrarono penetrare in modo profondo nella mia mente, e dopo avermi studiato per un po’ rispose: “La vostra razza ha raggiunto il punto del non ritorno, perché ci sono alcuni tra voi che distruggerebbero il vostro intero mondo piuttosto che rinunciare al potere così come lo conoscono …”.
Annuii e il Maestro continuò: “Dal 1945 in poi abbiamo tentato di entrare in contatto con la vostra razza, ma i nostri sforzi sono stati accolti con ostilità: fu fatto fuoco contro i nostri Flugelrads. Si, furono persino inseguiti con cattiveria e animosità dai vostri aerei da combattimento. Così ora, figlio mio, le dico che c’è una grande tempesta all’orizzonte per il vostro mondo, una furia nera che non si esaurirà per diversi anni. Non ci sarà difesa nelle vostre armi, non ci sarà sicurezza nella vostra scienza. Imperverserà fino a quando ogni fiore della vostra cultura sarà stato calpestato e tutte le cose umane saranno disperse nel caos. La recente guerra è stata soltanto un preludio a quanto deve ancora avvenire alla vostra razza. Noi qui possiamo vederlo più chiaramente ad ogni ora… crede che mi sbagli?”. “No – risposi – è già successo una volta nel passato; giunsero gli anni oscuri e durarono per cinquecento anni”. “Si, figliolo mio – replicò il Maestro – gli anni oscuri che giungeranno ora, per la vostra razza, copriranno la Terra come una coltre, ma credo che qualcuno tra voi sopravviverà alla tempesta, oltre questo non so! Noi vediamo in un futuro lontano riemergere, dalle rovine della vostra razza, un mondo nuovo, in cerca dei suoi leggendari tesori perduti, ed essi saranno qui, figlio mio, al sicuro in nostro possesso. Quando giungerà il momento ci faremo nuovamente avanti per aiutare la vostra cultura e la vostra razza a vivere.
Forse per allora avrete appreso la futilità della guerra e della sua lotta … e dopo quel momento, una parte della vostra cultura e scienza vi saranno restituite così che la vostra razza possa ricominciare. Lei, figlio mio, deve tornare nel Mondo di Superficie con questo messaggio …”.

Con queste parole conclusive il nostro incontro sembrava giungere al termine. Per un attimo mi sembrò di vivere un sogno … eppure sapevo che quella era la realtà, e per qualche strana ragione mi inchinai lievemente, non so se per rispetto od umiltà. Improvvisamente mi resi conto che i due fantastici ospiti che mi avevano condotto qui erano di nuovo al mio fianco. “Da questa parte, Ammiraglio”, mi indicò uno di loro. Mi girai ancora una volta prima di uscire e guardai il Maestro. Un dolce sorriso era impresso nel suo anziano viso delicato. “Addio, figliolo mio”, mi disse, e fece un gesto soave con la sua esile mano, un gesto di pace ed il nostro incontro ebbe definitivamente termine. Uscimmo velocemente dalla stanza del Maestro attraverso la grande porta ed entrammo ancora una volta nell’ascensore. La porta si abbassò silenziosamente e ci muovemmo subito verso l’alto.
Uno dei miei ospiti parlò di nuovo: “Ora dobbiamo affrettarci, Ammiraglio, in quanto il Maestro non desidera ritardare oltre il vostro programma previsto e dovete ritornare dalla vostra razza con il suo messaggio”. Non dissi nulla, tutto ciò era quasi inconcepibile, e una volta ancora i miei pensieri si interruppero non appena ci fermammo. Entrai nella stanza e fui di nuovo con il mio tecnico radio. Aveva un’espressione ansiosa sul suo volto. Avvicinandomi dissi: “È tutto a posto, Howie, è tutto a posto”. I due esseri ci fecero segno verso il mezzo in attesa, salimmo e presto giungemmo al nostro aereo. I motori erano al minimo, e ci imbarcammo immediatamente. L’atmosfera era ora carica di una certa aria di urgenza. Dopo che il portellone fu chiuso, l’aereo fu immediatamente trasportato in alto da quella forza invisibile fino a quando raggiungemmo i 2700 piedi. Due dei mezzi aerei erano ai nostri fianchi ad una certa distanza facendoci planare lungo la via del ritorno. Devo sottolineare che l’indicatore di velocità non riportava nulla, nonostante ci stessimo muovendo molto rapidamente.

… Ricevemmo un messaggio radio: “Ora vi lasciamo, Ammiraglio, i vostri controlli sono liberi. Wiedersehen!!!”. Guardammo per un istante i Flugelrads fino a quando non scomparvero nel cielo blu pallido. L’aereo sembrò improvvisamente catturato da una corrente ascensionale. Ne riprendemmo immediatamente il controllo. Non parlammo per un po’, ognuno di noi era immerso nei propri pensieri.

… Sorvoliamo nuovamente distese di ghiaccio e neve, a circa 27 minuti dal campo base. Inviamo un messaggio radio, ci rispondono. Riportiamo condizioni normali … normali. Dal campo base esprimono sollievo per aver nuovamente stabilito il contatto.

… Atterriamo dolcemente al campo base. Ho una missione da compiere.

…11 Marzo 1947. Ho appena avuto un incontro con lo Stato Maggiore al Pentagono. Ho riportato interamente la mia scoperta ed il messaggio del Maestro. È stato tutto doverosamente registrato. Il Presidente ne è stato messo al corrente. Vengo trattenuto per diverse ore ( 6 ore e 39 minuti per l’esattezza). Sono accuratamente interrogato dalla Top Security Force e da una équipe medica. È un travaglio!!! Vengo posto sotto stretto controllo attraverso i mezzi di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America. Mi viene rammentato che sono un militare e che quindi devo obbedire agli ordini.

Ultima annotazione è del 30 Dicembre 1956.

“ Questi ultimi anni trascorsi dal 1947 ad oggi non sono stati buoni … Ecco dunque la mia ultima annotazione in questo diario singolare. Concludendo, devo affermare che ho doverosamente mantenuto segreto questo argomento, come ordinatomi, durante tutti questi anni. Ho fatto questo contro ogni mio principio di integrità morale. Ora sento avvicinarsi la grande notte e questo segreto non morirà con me, ma, come ogni verità, trionferà. Questa è la sola speranza per il genere umano. Ho visto la verità ed essa ha rinvigorito il mio spirito donandomi la libertà! Ho fatto il mio dovere nei riguardi del mostruoso complesso industriale militare. Ora la lunga notte comincia ad avvicinarsi, ma ci sarà un epilogo. Come la lunga notte dell’Antartico termina, così il sole brillante della verità sorgerà di nuovo, e coloro che appartengono alle tenebre periranno alla sua luce …”


Ricapitolando:

Nel 1 Caso, si vuole dimostrare come gli episodi di "abduction" collegati agli incontri Ravvicinati del IV Tipo, abbiano lo scopo di creare una Razza Ibrida. Il fine e' la creazione di una nuova , che possa sostituire la nostra nel tempo.

Nel 2 Caso, si pone il dubbio che la base della vita per gli Alieni non sia per forza il Carbonio ,come la nostra, ma si basi su altri componenti ,quali il Silicio. Lo sviluppo della nostra civilta' e' recente, e lo sviluppo tecnologico ha avuto un picco "solo" negli ultimi 200 anni. Questo ipotizza che Civilta' piu' evolute, abbiano visitato nel Tempo la Terra, non lasciando testimonianze dirette del loro passaggio. Ma qui, si interseca la Teoria degli Antichi Astronauti, della quale parlero' in altra sede.

Nel 3 Caso, si parla della Teoria della Terra Cava, abitata da esseri Alieni che non vogliono,per ora,interferire nella nostra Civilta', ma attuano un regime di controllo. In questo specifico caso (Amm. Byrd), viene anche messa in evidenza come la Teoria Nazista,della razza Ariana e delle conoscenze tecnologiche avanzate, avesse una origine non terrestre. Lascio a voi ogni giudizio…. La spedizione e' comunque avvenuta e non e' un falso..

Per finire, non ho nessuna intenzione o volonta' di esprimere un giudizio in merito. Il mio scopo e',in questo caso, quello di portare in evidenza alcune Teorie a riguardo.


domenica 11 ottobre 2020

Anemoi

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Gli Anemoi (in greco antico: Ἄνεμοι, Ánemoi "Venti", al singolare Ἄνεμος) furono nella mitologia greca le personificazioni dei venti.

Mito

Erano i figli del Titano Astreo, dio del crepuscolo, ed Eos (nella mitologia romana Aurora), la dea dell'aurora.

Raffigurazione

Gli Anemoi vengono rappresentati come creature umanoidi alate di età differenti principalmente Borea e Zefiro, per esempio nei rilievi della Torre dei Venti ad Atene oppure nei mosaici romani nella casa delle gare di bevute ("the House of the Drinking Contest") in Seleucia Pieria.
Nella mitologia non solo apparirono come umani, ma anche come cavalli divini, che trainavano la quadriga di Zeus oppure gli stettero vicini durante la battaglia contro Tifone.
Inoltre non apparirono solo come cavalli, ma ne creavano. Secondo Claudio Eliano i domatori di cavalli credevano che le cavalle venissero ingravidate dai venti. Virgilio diceva che esse, in primavera, si opponevano ai venti, in particolare a Borea, sulle alte scogliere e improvvisamente velocissimamente, come impazziti galoppano per, infine, farsi fecondare dal vento. Le rispettive controparti degli Anemoi furono le arpie che accoppiate con i venti generarono dei velocissimi cavalli immortali.

Culto

Si ha traccia di pochi culti sugli Anemoi, ma comunque furono fondamentali nella storia greca, infatti furono i venti che, distrussero parte della flotta persiana e ne dispersero i resti. Erodoto racconta che gli abitanti di Delfi consultarono un oracolo, il quale disse loro di costruire nella regione di Thyia un altare per gli Anemoi. Anche gli ateniesi facevano sacrifici e pregavano in particolar modo alla Borea, con la quale si sentivano avvicinati per il loro legame con la ninfa attica Orizia.
Pausania racconta di Anemoi più antichi a Titane e Koroneia.

I venti greci

I nomi degli Anemoi designano però anche semplicemente direzioni ben precise dei venti. In Esiodo vengono nominati principalmente tre degli Anemoi:
  • Zefiro, il vento dell'ovest, esso portò la Primavera con le prime brezze estive;
  • Borea, il vento del nord, esso portò l'Inverno con l'aria fredda;
  • Noto, il vento del sud, esso portò l'Estate con i temporali e le burrasche.
Per i greci ai tempi di Erodoto si avevano solo tre stagioni. A queste tre divinità dei venti sono attribuiti rispettivamente degli inni orfici. Il quarto vento, l'Euro, colui che soffia da (Sud-)Ovest e corrisponde all'autunno, compare in Omero nell'Odissea.
Nelle incisioni che si hanno nella torre dei venti nel primo secolo a.C appaiono accanto a questi venti, provenienti dai vari punti cardinali, altri quattro venti secondari:
Nome Direzione del vento Rappresentazione
Borea Nord uomo con mantello e conchiglia nella quale soffia
Kaikias Nord-est uomo, lancia oggetti rotondi da uno scudo rotondo
Apeliote Est ragazzo che porta un mantello riempito di frutti e frumento
Euro Sud-est anziano avvolto in un mantello
Ostro Sud uomo che svuota una giara
Lips Sud-ovest giovane con un dritto di prua
Zefiro Ovest giovane che porta un mantello floreale
Scirone Nord-ovest uomo barbuto che tiene in un contenitore di bronzo carbone di legna e ceneri calde




sabato 10 ottobre 2020

Datsue-ba

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Datsue-ba (奪衣婆 lett. "la vecchia che spoglia") è un demone con la forma di un'anziana donna che vive sulle rive del fiume Sanzu nell'inferno shintoista. Nei pressi del fiume, lei svolge due funzioni principali.
Nel folclore giapponese e principalmente nella dottrina della Terra Pura del Buddhismo Mahāyāna, quando un bambino muore, la sua anima deve attraversare il fiume Sanzu. Per tradizione, un defunto può attraversare il fiume in tre punti diversi a seconda della vita che ha vissuto. Tuttavia, poiché il bambino non ha potuto vivere sufficientemente a lungo per avere abbastanza buone azioni, non può attraversare il fiume. Sulle rive, l'anima del bambino incontra allora Datsue-ba, che lo spoglia e gli consiglia poi di costruire un mucchio di ciottoli abbastanza elevato per poter raggiungere il paradiso. Ma prima che il mucchio sia abbastanza alto, la vecchia, con l'aiuto di altri demoni, fa crollare il mucchio. Il monaco bodhisattva Ksitigarbha (detto Jizō, divinità conosciuta in Giappone) salva allora quelle anime, condannate a costruire mucchi per l'eternità, nascondendole nel suo abito.
Quando l'anima che attraversa il fiume è quella di un uomo adulto, Datsue-ba gli ruba i vestiti spogliandola. Il compagno della vecchia, l'anziano demone Keneō (懸衣翁), appende gli abiti ai rami di un albero che si piegano sull'acqua del fiume: più i vestiti sono pesanti, peggiori sono i peccati commessi in vita dall'anima.

 
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