lunedì 28 dicembre 2020

Perché la lussuria è un peccato?

Come tutti i padri, anche il Demonio voleva maritare le sue figlie e pian piano riuscì a sistemarle bene tutte: Usura con i borghesi, Ipocrisia con i preti, Pazzia con gli artisti etc.

Solo una era la spina nel fianco, Lussuria. Figlia molto molto bella ma dal carattere difficile, poco docile, alla fine spaventava sempre tutti i pretendenti.
Accadeva sempre la stessa storia: all'inizio ardevano d'amore e passione e poi scappavano. Che noia.

Dopo l'ennesimo fidanzamento andato a rotoli, questa volta con un monaco, Satana furente convocò la figlia nel suo salone.
La ragazza entrò apparentemente senza paura e spavalda ma suo padre la aspettava inferocito, circondato da servitori tremanti. Metteva paura a vedersi, era enorme.

"Cosa devo fare con te? Tu non mi obbedisci mai!"
Fece calare un pugno rabbioso che schiacciò dei vermi, povere anime.
Lussuria non rispondeva ma aveva gli occhi guizzanti e fieri, bellissima e carnosa.
Tutti sapevano che sotto il vestito era nuda, Lussuria non se ne faceva scappare uno, ma nessuno osava nemmeno guardarla con suo padre presente.

Il Demonio ruggì, le pareti tremarono tra le fiamme.
"Dovresti essere contento -rispose senza paura la ragazza-, grazie a me hai sempre nuovi discepoli."
"Basta! Sei furba come tua madre, Avidità, ma sei più sfrontata!"
"Tua figlia deve sopravvivere in un mondo di uomini. E dominarli facendo finta di arrendermi."

"Non essere stupida che tua sorella Arroganza l'ho già data in sposa ai politici. Se non mi ubbidirai sai che ti brucerò."
"No non lo farai, sai bene che ti sono utile. Padre, ti propongo invece un patto. Non darmi a nessuno, lasciami ogni volta libera di scegliere l'amante che voglio."
"Mmm. .. (il Demonio si liscia la barbetta sul mento)... mmmmm.. pericoloso ..libera..."
"Cosi voglio essere. Dentro e fuori le mura di casa. Di ogni casa"
"Se vorrai conservare la tua bellezza peró dovrai rifornire l'abisso di anime sempre fresche."
"Vedremo, padre, vedremo. Tu intanto mettimi alla prova."


domenica 27 dicembre 2020

Weird Tales



Weird Tales è una rivista pulp statunitense di racconti horror e fantastici, pubblicato per la prima volta nel marzo del 1923. Il periodico fu fondato a Chicago da J. C. Henneberger, un ex giornalista con il gusto per il macabro. Edwin Baird fu il primo editore del mensile, aiutato da Farnsworth Wright.

Edwin Baird

Baird fu il primo a pubblicare alcuni degli autori più famosi di Weird Tales, come H. P. Lovecraft, Clark Ashton Smith e Seabury Quinn, autore, quest'ultimo, delle popolarissime storie di Jules de Grandin. Il giornale perse una considerevole somma di denaro mentre Baird ne era il redattore, quindi - avendo un capitale di $11000 e accumulando un debito di $40000 - fu licenziato dopo 13 uscite.
Henneberger offri il lavoro di editore a Lovecraft, che rifiutò, adducendo come scusa la sua riluttanza a trasferirsi a Chicago: "Pensa alla difficoltà di un tale spostamento per un vecchio antiquario", dichiarò lo scrittore, allora appena trentaquattrenne.

Farnsworth Wright

L'editore diede quindi il lavoro a Farnsworth Wright, che divenne il redattore più conosciuto del periodico. Wright (che era affetto dalla malattia di Parkinson) continuò a pubblicare storie di Lovecraft, Smith e Quinn, anche se era più selettivo di Baird; rifiutò alcuni dei maggiori capolavori di Lovecraft, fra cui Alle montagne della follia, La maschera di Innsmouth e (inizialmente) Il richiamo di Cthulhu. Molti dei racconti del ciclo hyperboreano di Smith vennero egualmente rifiutati.
Fra i nuovi autori che Wright trovò per la rivista vi furono Robert Bloch e Robert E. Howard, le cui storie di Conan il barbaro, divennero molto popolari. Wright pubblicò per la prima volta anche il commediografo Tennessee Williams (con la storia The Vengeance of Nitocris).
Da segnalare che Wright assunse l'illustratrice e stilista Margaret Brundage per produrre le illustrazioni della copertina del giornale, a cominciare dal 1933, facendo di lei la prima e unica illustratrice donna di copertine di giornali economici. La Brundage creò molte immagini impressionanti, specialmente di giovani donne nude o seminude in pose provocanti (le sue scene fecero scalpore). Anche se la sua arte era tutt'altro che impeccabile, le copertine di Brundage divennero un centro di attenzione e di grandi controversie, il che naturalmente favorì la diffusione del giornale, incrementando notevolmente le vendite. Wright fece decollare anche le carriere di due importanti artisti fantasy, Virgil Finlay e Hannes Bok, acquistando e pubblicando i loro lavori per la prima volta e poi sempre più frequentemente.
Weird Tales ebbe sempre problemi finanziari. Negli anni venti e trenta, il manager economico del giornale, William Sprenger, ebbe molta difficoltà a tenere a galla l'impresa. Si è stimato che la circolazione mensile di Weird Tales non superò mai le 50.000 copie per numero. Negli anni venti la circolazione dei "pulp magazine" più famosi toccava la soglia del milione; anche durante la Grande depressione, i giornali più popolari come Doc Savage o The Shadow raggiunsero una circolazione di 300.000 copie per numero, mensilmente o anche quindicinalmente. Dopo il 1926 Farnsworth Wright pagò i suoi collaboratori con un cent per parola, raddoppiando il costo del giornale di mezzo centesimo a parola; ma durante gli anni trenta la rivista fu spesso in ritardo con i pagamenti agli autori (fatto usuale nel campo dei periodici a quel tempo).
Nel 1938 Henneberger vendette Weird Tales a William J. Delaney, proprietario ed editore del giornale Short Stories. Davis assunse Dorothy McIlwraith, la redattrice di Short Stories, per assistere Wright. Una serie di scelte sbagliate e il declino delle vendite portarono Wright a lasciare Weird Tales nel marzo 1940. Wright morì a giugno dello stesso anno.

Dorothy McIlwraith

Sotto la guida di Dorothy McIlwraith, cominciata nell'aprile 1940, gli anni successivi della rivista furono caratterizzati dall'arrivo di nuovi scrittori, incluse alcune grandi figure come Ray Bradbury, Manly Wade Wellman, Fritz Leiber, Henry Kuttner, C. L. Moore, Theodore Sturgeon, Joseph Payne Brennan, Jack Snow e Margaret St. Clair, assumendo un carattere più eclettico. Occasionalmente la rivista pubblicò alcuni racconti lovecraftiani presentati come pezzi "perduti" di Lovecraft, completati dal suo autonominato "esecutore letterario" August Derleth, che scrisse racconti per il giornale anche con il suo nome.
Come molti giornali economici, "Weird Tales" soffrì per la carenza di carta da giornale durante la seconda guerra mondiale, e dopo per la concorrenza dei fumetti, delle commedie radiofoniche, della televisione, e dei tascabili economici. A livello commerciale, il periodico subì un rapido declino fino a cessare le pubblicazioni nel settembre 1954, dopo 279 numeri.

Successive edizioni

La rivista ebbe alcune successive edizioni dalla vita breve, negli anni seguenti, inclusi 4 numeri come giornale nella prima metà degli anni settanta redatti da Sam Moskowitz e pubblicate da Leo Margulies. Robert Weinberg e Victor Dricks acquisirono il titolo i diritti dopo la morte di Margulies e pubblicarono una serie di quattro antologie tascabili, dal 1981 al 1983, curate da Lin Carter.
Weird Tales fu riesumato per l'ultima volta nel 1988 sotto la licenza dei redattori/editori George H. Scithers, John Gregory Betancourt e Darrell Schweitzer, cominciando dal numero 290. Il giornale riedito ebbe un ragionevole successo commerciale (come qualsiasi periodico di racconti), pubblicando alcuni importanti scrittori contemporanei come Tanith Lee, Brian Lumley e Thomas Ligotti. Weird Tales divenne parte della catena DNA Publications per alcuni anni intorno alla fine del millennio, e nel 2005 è stata venduta alla Wildside Press (posseduta dal precedente coeditore Betancourt) e trasformata in pubblicazione bimestrale (6 numeri all'anno).
All'inizio del 2007, la Wildside ha annunciato un imminente ritorno di Weird Tales, nominando redattori Ann VanderMeer e Stephen Segal. Scithers e Schweitzer sono rimasti come azionisti, Betancourt come editore. L'edizione di marzo/aprile 2007 sarà la prima con una nuova veste grafica in 75 anni di pubblicazione.
Dal 2012 passa alla proprietà di Nth Dimension Media, Inc. Fondata dallo scrittore Marvin Kaye (che diviene editore della rivista) e dal filmaker John Harlacher. Dopo sole quattro uscite (inverno 2012, autunno 2012, estate 2013, primavera 2014: "The Undead Issue") le pubblicazioni si interrompono. Il sito ufficiale sembra scomparso mentre se si prova ad accedervi si viene reindirizzati a un diverso dominio.

Edizione italiana

Nell'aprile 2011 è cominciata la distribuzione dell'edizione in lingua italiana di Weird Tales. Il periodico ha cadenza bimestrale ed è diretto da Luigi Boccia. Il primo numero contiene i racconti Il cuore di ghiaccio di Tanith Lee, Le fusa di Michael Bishop, Una macabra musica d'atmosfera di Richard Howard e la prima parte di Petali neri di Michael Moorcock.
Autori italiani pubblicati sull'edizione statunitense di Weird Tales sono stati Giovanni Magherini-Graziani nell'ottobre 1934 e Roberto Quaglia nell'aprile 2006, con una storia scritta assieme allo scrittore britannico Ian Watson.


sabato 26 dicembre 2020

Fotografie post mortem

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Le fotografie post mortem sono una pratica fotografica sviluppatasi nell'epoca vittoriana e caduta in disuso attorno agli anni '40 del novecento.

Storia

Prima dell'invenzione della dagherrotipia nel 1839, l'unico modo per tramandare la propria immagine era farsi fare un ritratto e moltissima gente non poteva permetterselo dati i costi elevati. I primi dipinti che raffigurano, per esempio, bambini morti in tenera età, compaiono tra il XVI e XVII secolo nell'Europa del Nord (Inghilterra) e in Spagna. Il ritratto post mortem era perciò una prerogativa delle classi più abbienti o addirittura degli artisti stessi: personalità come Luca Signorelli, Monet, Ensor, Picasso, Gauguin hanno elaborato il lutto facendo l'ultimo ritratto della moglie di un amico o di un bambino a loro caro. Dopo l'avvento della fotografia la gente iniziò a farsi fotografare assieme ai defunti per avere un ricordo indelebile di essi. Gli studi fotografici dell'epoca si organizzarono di conseguenza, organizzando le pose delle foto post mortem sia a casa del defunto, sia presso il loro studio.
Le foto post mortem furono particolarmente in voga nell'Epoca vittoriana, ove il tasso di mortalità infantile era molto elevato e non di rado le fotografie post mortem erano l'unica foto che i genitori avevano dei loro figli. Questo aspetto spiegherebbe perché i soggetti siano per lo più ritratti come se ancora fossero in vita; con gli occhi aperti, o così dipinti, o addirittura impegnati in piccole attività quotidiane.
Tuttavia, l'abbondanza di fotografie post mortem che ritraggono soggetti di cui si conservano numerosi altri scatti (ottenuti quando questi erano in vita), non permette di affrettare conclusioni. Alcuni recenti studi tendono a dimostrare che l'usanza vada ricondotta a più antiche e radicate pratiche di tanatometamorfosi (trattamento delle spoglie). In questo caso, esse rappresenterebbero una sorta di mummificazione visiva, dove la sembianza di vita sia resa necessaria per esprimere lo stato di salute dello spirito del defunto.
La successiva invenzione delle carte da visite, cioè delle foto ritratto che consentivano di stampare più copie da un unico negativo, permise che le immagini fossero inviate ai parenti in ricordo dei defunti.

L'evoluzione dello stile

Le prime foto post mortem raffiguravano solamente il viso o il busto ma raramente includevano la bara. Nel periodo dal 1840 al 1860 era di uso posizionare il cadavere in un divano, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata a un cuscino, in modo da sembrare addormentato in un sonno profondo.
Negli anni a seguire si iniziò a rappresentare i cadaveri come se fossero in vita, seduti sulle sedie e con gli occhi aperti; i bambini, invece, sono spesso mostrati mentre riposano su un divano o in una culla, a volte con un giocattolo preferito o con degli animali domestici. I bambini molto piccoli venivano sovente fotografati nelle braccia della madre. L'effetto della vita a volte è stato rafforzato aprendo gli occhi o dipingendoli sulle palpebre e le guance del cadavere venivano talvolta dipinte di rosa in seguito.
Successivamente le foto post mortem si limitarono solamente a mostrare il soggetto in una bara, tralasciando la componente realistica della foto.
Questo tipo di fotografia è ancora praticata in alcune regioni del mondo, come l'Europa orientale e più in generale tra i fedeli delle chiese europee orientali sono diffuse foto di santi situati nelle loro bare. Ancora oggi nei cimiteri è possibile vedere questo genere di foto: esse ritraggono generalmente bambini morti pochi giorni dopo il parto.



venerdì 25 dicembre 2020

Zuvembie

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Uno zuvembie è una creatura usata da Robert E. Howard per il suo racconto I colombi dell'inferno (Pigeons from Hell), pubblicato postumo in Weird Tales nel 1938 per il ciclo di Kirby Buckner. Nel 1970 il termine venne usato dalla Marvel Comics al posto della parola "zombie", bandita al suo tempo dalla Comics Code Authority.

Riviste pulp

Come detto prima, Robert E. Howard usò lo zuvembie per ilr acconto I piccioni dell'inferno.
In questo racconto, una donna può diventare uno zuvembie bevendo una Miscela Nera. La creatura risulterà essere non più umana, non riconosce amici o parenti. Non parla o non pensa come un essere umano. non ha bisogno di mangiare e vivrà per sempre, stando in una grotta o in una vecchia casa. Ha alcuni poteri come comandare i gufi, i pipistrelli, i piccioni e i lupi mannari. Può anche ipnotizzare una persona con la sua voce e ordinargli di uccidere o uccidersi finché il corpo non è freddo. Può essere uccisa solo da piombo o ferro.



giovedì 24 dicembre 2020

Final girl

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Final girl è l'espressione con cui viene definita la ragazza che, nei film horror e slasher, riesce a sopravvivere fino alla fine. Nella maggior parte dei casi si confronta con il cattivo, a volte cadendone vittima come gli altri protagonisti, altre volte riuscendo a sconfiggerlo e a fuggire. Il termine è stato coniato da Carol J. Clover nel libro Men, Women and Chainsaws.

Descrizione

Il primo esempio di final girl, seppur calato nel contesto di un giallo e non di un horror, può essere considerato il personaggio di Vera Claythorne di Dieci piccoli indiani, film liberamente tratto dal celebre romanzo di Agatha Christie. Il maschile di tale termine è Final man (o Final boy) che però si distacca dalla figura femminile in quanto il final man è colui che riesce a sopravvivere o che uccide l'assassino ma può anche avere un ruolo secondario, mentre la final girl ha principalmente un ruolo protagonista.
Le caratteristiche della Final Girl sono semplici e si notano subito. La ragazza superstite è la classica ragazza della porta accanto, di una bellezza casta e innocente, sempre posata e gentile, solitamente si accorge subito prima degli altri che c'è qualcosa che non va. È coraggiosa e determinata, è solitamente molto tranquilla anche se non si lascia intimidire facilmente. Una Final Girl è ingenua e riflessiva, e il più delle volte è vergine o comunque molto riservata su alcuni argomenti. Ha sempre un rapporto particolare con il killer. Dopo aver passato i loro incubi di solito nei sequel di ogni film, le Final Girl tendono a cambiare, diventando più adulte e mature. Comincia così una nuova fase della loro vita in cui sono diverse, più sicure di loro stesse e delle loro capacità. Il motivo per cui una ragazza si salva, è perché il killer vede in lei qualcosa di speciale, per cui è inevitabile lasciarla vivere.



mercoledì 23 dicembre 2020

Da dove arriva la tradizione di decorare l’abete Natalizio con delle palline?

La storia dell'albero di Natale: una tradizione ancora amata, ma vecchia di secoli



in origine questa festa era tipica delle popolazioni pagane, diffusasi solo in un secondo momento tra quelle cristiane.

L'albero è un simbolo presente nella maggior parte delle culture: esso rappresenta la vita e non di rado veniva addobbato come ringraziamento ad un dio o agli dei.

Era proprio così nell'antica Grecia quando un albero, molto probabilmente un ulivo o un ramo di alloro, veniva decorato con ghirlande e frutti della stagione per ringraziare gli dei o per chiedere loro qualche grazia.



La tradizione di decorare un albero venne ripresa anche a Bisanzio, nell'Impero Romano d'Oriente

la tradizione si è diffusa a migliaia di chilometri da Bisanzio: le guardie del palazzo imperiale, infatti, provenivano il più delle volte dall'Europa nord-occidentale – dalla Germania, dalla Russia, dalla Scandinavia o dalla Gran Bretagna.



Fu molto probabilmente grazie a loro che la tradizione dell'albero arrivò in Europa, anche se già i Celti seguivano un'usanza molto simile.

Dall'alloro e dall'ulivo, l'albero di Natale si trasformò in un sempreverde, come l'abete.



In Italia, fu la Regina Margherita a portare per la prima volta a palazzo un albero di Natale, nella metà dell'800.



In Gran Bretagna, invece, il marito della regina Vittoria, Alberto di Sassonia, fece conoscere una tradizione tipica della sua terra d'origine. Dalla Gran Bretagna, la tradizione prese piede anche negli Stati Uniti ed è proprio qui che ancora oggi viene acceso ogni anno uno degli alberi più spettacolari del mondo – quello del Rockefeller Center, a New York.




martedì 22 dicembre 2020

La telepatia è possibile? Come funziona?

I ricercatori escludono che possa esistere la telepatia in senso stretto, ossia la capacità di trasmettere informazioni da una persona a un'altra senza attività sensoriale o strumenti artificiali.

La comunicazione tramite il solo pensiero è relegata alla fantascienza e alla parapsicologia. In termini scientifici invece si parla di brain to brain communication e alcuni esperimenti portati a termine negli ultimi anni dimostrano che è possibile mettere in connessione i cervelli di più individui attraverso un'interfaccia neurale computerizzata, chiamata BCI, dall'inglese brain-computer-interface. Questo strumento registra, codifica e decodifica impulsi elettrici che possono essere trasmessi via radio, Wi-fi, internet, ecc...



La rivista PLOS ONE ha pubblicato i risultati di un articolo che studiava la possibilità di mettere in connessione due cervelli a distanza di migliaia di chilometri: utilizzando una BCI basata su un elettroencefalogramma e internet è stato veicolato un breve messaggio tra un mittente in India e un destinatario in Francia. Altri ricercatori sono riusciti, collegando un cervello ad un computer tramite elettrodi, a far muovere, per esempio, una sedia a rotelle. Ma la novità di questo esperimento, sta nel fatto che vengono collegati due cervelli. Il cervello del mittente è collegato ad un computer che traduce il suo elettroencefalogramma in un codice binario che viene trasmesso, a sua volta, ad un secondo computer collegato, sempre in modo non invasivo, ad un destinatario. Ciò è servito a dimostrare che la telepatia non è così lontana dalla realtà, soprattutto nella sua versione digitale.


 
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