martedì 12 maggio 2020

Anomalia del Mar Baltico

Risultati immagini per Anomalia del Mar Baltico



Per anomalia del Mar Baltico si intende un'immagine criptica registrata dai sonar della spedizione di Ocean X Team: un gruppo di subacquei professionisti e cercatori di tesori sommersi guidati dai svedesi Peter Lindberg e Dennis Åsberg. L’immagine mostra una struttura sul fondale a nord del Mar Baltico, al centro del Golfo di Botnia, che possibilmente ricorda la forma di un disco volante sommerso. Negli anni successivi al ritrovamento numerosi esperti hanno affermato che più probabilmente si tratta di una formazione geologica.


Ocean X Team

Nel 1994 il cercatore di tesori sommersi Peter Lindberg ricevette informazioni a proposito ocean X Team di un relitto affondato al cui interno dovevano esserci bottiglie di champagne e cognac molto prestigiose. Iniziò cosi la ricerca che nel 1997 portò al ritrovamento della goletta svedese Jönköping, affondata nel 1916 da un sottomarino tedesco. La stiva dell’imbarcazione richiudeva 2400 bottiglie di champagne Heidsieck & Co MONOPOLE Gôut Americain perfettamente conservato. Le bottiglie vennero vendute ad un prezzo di 2.200 £ l’una; oggi avrebbero un valore che ammonta ai 21.000 € l’una. Negli anni successivi Lindeberg insieme all’amico e imprenditore Dennis Åsberg fonda l'Ocean X Team, una compagnia di esplorazioni subacquee.



L'anomalia

Durante una spedizione nel Mar Baltico il 19 giugno 2011, la squadra di cercatori si imbatte in un immagine poco chiara registrata dai sonar usati per scandagliare il fondale marino. Sui monitor compare infatti una struttura di forma quasi perfettamente circolare, con un diametro di quasi 55 metri, a più di 80 metri di profondità. In più la squadra afferma che apparentemente l'oggetto crea interferenza con numerose apparecchiature elettroniche. Dopo il ritorno a alla base di Stoccolma, il gruppo analizza per settimane le immagini, senza poter dare una spiegazione sulla natura dell’oggetto. Secondo Lindberg e Åsberg questo avrebbe potuto essere di fabbricazione artificiale. Durante tutto questo processo il ritrovamento viene tenuto segreto per volontà dei due, ma non riuscendo a trovare risposte esaurienti alle loro domande, decidono di pubblicare la notizia sui giornali svedesi. In pochi mesi la notorietà dell'anomalia arriva in tutto il mondo e l'Ocean X Team decide di organizzare una nuova spedizione per analizzare più a fondo la natura dell'oggetto. Un anno dopo aver incontrato per la prima volta l’anomalia, il 1 giugno 2012, Ocean X Team riesce a salpare insieme a una squadra di tecnici e subacquei, con l'obbiettivo di recuperare dei frammenti e poterli analizzare. L'impresa viene subito interrotta da una tempesta che ritarda la partenza. Successivamente il sonar utilizzato per scandagliare il fondale viene perso in mare, costringendo il gruppo a fermarsi per cercarlo con l'aiuto di un sottomarino a comando remoto. Dopo il suo ritrovamento e l'intervento di tecnici per poterlo riparare, la spedizione continua. Una volta trovato il punto preciso dove si trova l'anomalia viene recuperato un frammento di fondale. Una volta assicuratisi della mancanza di radiazioni, il gruppo decide di far immergere due subacquei. Questi devono essere altamente qualificati, in grado di potersi addentrare ad una profondità di quasi 90 metri e ad una temperatura che si aggira intorno ai 6° C. Ulteriori accertamenti prima dell'immersione portano il gruppo a scoprire che la temperatura dell'acqua sopra l'anomalia risulta ancora minore rispetto al normale, circa -1° C, rendendo l'immersione ancora più pericolosa. Il sommozzatore professionista Stefan Hogeborn e il suo secondo si preparano per un'immersione della durata di due ore nelle profonde e scure acque del Mar Baltico. La loro testimonianza ci racconta di una struttura che sembra essere fatta di cemento ma che al contatto cambia colore diventando nera. Dopo aver raccolto campioni da poter analizzare in laboratorio, i due sommozzatori devono tornare in superficie dopo solo 10 minuti, per motivi di sicurezza. Nonostante essersi avvicinati così tanto all'oggetto, il gruppo di cercatori di tesori sommersi rimane comunque senza risposte certe, ribadendo che secondo loro non si tratta di una formazione naturale, soprattutto a causa delle inspiegabili interferenze provoca dall'oggetto in un raggio che arriva a misurare i 200 metri.

Teorie

Dopo la pubblicazione da parte dell'Ocean X Team della notizia riguardante le criptiche immagini dei sonar, la risposta mediatica fu mondiale e le teorie sviluppate dai loro seguaci e non erano molteplici. Le principali sono tre:



Extraterrestre

L’idea che esseri extraterrestri possano essere venuti in contatto con la Terra non è nuova e vedendo le immagini che raffigurano l’anomalia, è facile comprendere come molte persone vedano nelle sue linee e nei suoi contorni una navicella spaziale proveniente da un altro mondo. La somiglianza con il disegno della famosa Millenium Falcon, ovvero l’astronave dell’universo di Guerre Stellari ha portato grande popolarità alla teoria. In più le grandi dimensioni e la sua posizione fanno pensare ad un intervento sovrumano. I sommozzatori inoltre affermano della presenza di una "pista" al cui termine troviamo proprio l'anomalia.

Di produzione umana

Tra i seguaci dell'Ocean X Team si è anche divulgata l’idea che l’anomalia possa essere una produzione del tutto umana, descrivendola come una Stonehenge sommersa. Altre teorie rimandano invece a strutture moderne come la nave da guerra russa Novgorod o la navicella spaziale Hanebu costruita dai nazisti ma di cui non è mai stata provata l’esistenza vera e propria. Proprio a quest’ultima teoria si riallaccia una nuova possibile spiegazione sulla natura dell’oggetto in questione, data dall’ex ufficiale della Marina svedese Anders Autellus. Questi si dice sicuro di poter affermare che si tratta di un arma segreta nazista, di tecnologia sconosciuta, risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Il suo principale compito era quello di rendere complicata la navigazione ai sottomarini nemici, principalmente britannici e sovietici. La struttura , in doppio strato di cemento armato, era stata dotata di una rete metallica - erosa dal tempo - che serviva per bloccare i sonar. Lo stesso Stefan Hogeborn, il sommozzatore che più di tutti si è avvicinato all’oggetto, sembra essere d’accordo con questa teoria in quanto spiegherebbe la posizione dell’anomalia proprio al centro delle rotte navali.

Fenomeno naturale

Un’altra teoria popolarizzata su internet suggerisce che si possa trattare di un meteorite ma il colore e la consistenza dei campioni rinvenuti dalla squadra dell'Ocean X Team sembra invece confermare che si tratta di roccia vulcanica, come confermato da Volker Brüchert, professore di geologia all’Università di Stoccolma. Questo dettaglio comunque non risponde a tutte le domande, in quanto non è normale che si trovino rocce vulcaniche nelle profondità del Mar Baltico, ma la teoria più ragionevole è che probabilmente siano stati spostate lì dal movimento dei ghiacciai. Non si può però dire di aver risolto il mistero dato che il campione proveniva dalla superficie dell’oggetto, che potrebbe non coincidere con il suo interno.

Critiche

La bassa risoluzione delle immagini dei sonar e l'ambiguità delle dichiarazioni rilasciate dall'Ocean X Team hanno portato critiche al gruppo, facendo pensare ad alcuni che si tratti in realtà di una montatura. La cattiva pubblicità e la diffusione di questo tipo di notizie ha fatto si che i piani dei cercatori di ritornare in mare per indagare più a fondo andassero in fumo a causa della mancanza di sponsor e fondi.

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