Il betilo
è una pietra a cui si attribuisce una funzione sacra in quanto
dimora di una divinità o perché identificata con la divinità
stessa. Il termine "betilo" (latino "Baetylus",
greco "Baitylos")
deriva infatti dall'ebraico Beith-El
che significa "Casa di Dio". L'adorazione del betilo viene
detta "Litolatria".
Betili nel mondo
Le forme del betilo possono essere
molto varie (conica, piramidale, antropomorfa, cilindrica,
prismatica, triangolare, ecc.); sono collocati di norma in posizione
verticale. I più famosi bethel al mondo sono i monoliti
dell'Isola di Pasqua. L'origine dei betili è legata probabilmente
agli antichi popoli orientali. Si sa che venivano innalzati da
Sumeri, fra le popolazioni che vivevano in Mesopotamia, Semiti,
Siro-Palestinesi e che probabilmente si diffusero in tutta Europa con
le migrazioni e le conquiste di queste popolazioni.
I betili si differenziano a seconda
della zona di diffusione. L'adorazione delle pietre è ancora comune
presso molte civiltà primitive e rimase a lungo anche fra le
popolazioni di lingua greca, soprattutto dell'Asia Minore. Si
annetteva inoltre una particolare importanza ai meteoriti, ossia a
pietre che erano state viste cadere dal cielo luminose; sembra che
anche la reliquia nella Kaʿba fosse in origine un meteorite. Presso
i Romani, invece, il culto delle pietre non era molto diffuso.
Esisteva il cosiddetto "Giove Lapide", una pietra
che probabilmente in origine era considerata sede di uno spirito
divino, ma che in età classica veniva considerata un semplice
simulacro dello spirito di Giove. Pessinunte, un'antica città della
Frigia, era famosa per il tempio che custodiva il simulacro di pietra
nera di Cibele, il quale fu poi portato solennemente a Roma nel 204
a.C. in obbedienza a un responso dell'oracolo di Delfi. Un altro
famoso betilo si trovava a Emesa (Siria), e fu trasportato a Roma
dall'imperatore Eliogabalo nel 220.
In Italia
In Italia dei betili si trovano
numerosi in particolar modo in Sardegna. Nell'isola si trovano betili
sia isolati sia come componenti dei recinti megalitici, detti tombe
dei giganti, in genere con funzioni di delimitazione dell'area. Molto
noti sono i giganti Pischinainos (Tresnuraghes), o la fila di Pranu
Muttedu o il betilo conservato al museo di Laconi; esistono anche
betili molto piccoli (nel sito di Serra Orrios ne è stato trovato
uno di soli 21 cm). Questi monumenti appartengono al periodo
nuragico, che va dal 1600 a.C. al 238 a.C., e raffigurano simboli di
divinità maschili o femminili: ve ne sono infatti con rudimentali
rappresentazioni falliche o mammellari.
Numerosi sono anche, nella vicina
Corsica, gli allineamenti (in corso: "infilarata")
di I Stantari e di Rinaghju nell'Area archeologica di
Cauria poco distante da Sartene, dove vi erano 30 pietre infisse nel
terreno nel primo e oltre 60 pietre piccole e 70 grandi nel secondo.
Particolari quelli di Filitosa nel comune di Sollacaro, a nord di
Propriano.
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