venerdì 29 maggio 2020

Il mistero delle isole Flannan


Le Isole Flannan racchiudono in inquietante mistero ancora oggi irrisolto, fanno parte dell’arcipelago delle Isole Ebridi esterne, sono formate da 7 grossi scogli denominate anche Seven Hunters . Questo piccolo complesso di isolotti deve il suo nome al Vescovo Flann, che nel 1600 decise di ritirarsi in solitudine diventando così l’unico abitante del piccolo arcipelago. Fece costruire una modesta Cappella dove dimorò e morì una decina di anni dopo. In questa zona il mare spesso si ingrossa e rende particolarmente difficile l’attraversamento delle navi. Moltissime imbarcazioni che navigavano in quel tratto, a causa della forte corrente finivano per schiantarsi contro le Flannan. Tantissimi marinai persero la vita tragicamente. Per evitare altre vittime nel 1895 venne deciso di costruire un Faro per segnalare la presenza delle Flannan, e per dare un punto di riferimento molto utile alle navi di passaggio.
Il faro venne eretto nell’isolotto più grande: Eilean Mor, a pochi passi dalle rovine della Cappella.
Il 7 dicembre del 1899 il faro era pronto per cominciare a vigilare sulla sua piccola parte di Oceano.
Dalla Società Northern Lighthouses Board vennero reclutati quattro esperti uomini di mare per custodire e presidiare il faro. Ecco i loro nomi:

James Ducat – Capo Guardiano - per 20 anni aveva esercitato in diversi fari in giro per l’Europa
Thomas Marshall – Primo assistente - Marinaio da svariati anni, era un vero lupo di mare.
Donald Mc Arthur – Assistente occasionale e marinaio di grande esperienza.
Joseph Moore - Secondo assistente.


L’accordo tra la società e i guardiani prevedeva che ci fossero sempre 3 persone fisse a custodire il faro. Così organizzarono una turnazione che metteva tutti d’accordo: sei settimane sull’isola, due settimane sulla terra ferma. Ognuno di loro a rotazione poteva tornare a casa dalla famiglia e svagarsi un po’. La loro breve avventura ebbe inizio il 7 dicembre 1899. Riporto qui si seguito le impressioni raccontate da Joseph Moore dopo aver trascorso il primo giorno a Eilean Mor.
“Eravamo soli ormai, la nave era tornata in Scozia. Quella notte accendemmo la grande lampada per la prima volta.
Fu veramente emozionante! Qualcosa di invisibile sembrava legarci a quanti erano sul mare. Sapevamo bene cosa significhi
Per un marinaio vedere una luce amica, che indica la rotta sicura. C’era qualcosa di strano nell’aria. Niente di terribile o spaventoso, solo uno strano silenzio in mezzo al fragore del mare, una pace che noi non riuscivamo a capire.”
Ogni 15 giorni la nave Hesperus portava viveri, rifornimenti e giornali. Rientrava in Scozia portando con se uno dei quattro guardiani. Trascorse le due settimane successive era la volta di un altro guardiano e così via. Questa era ormai la consuetudine; i giorni, le settimane, i mesi si ripetevano ciclicamente. Il 6 dicembre del 1900 L’Hesperus attraccò con a bordo James Ducat che rientrava dal suo periodo di vacanza. Vennero consegnate le provviste e la posta come sempre. Joseph Moore era di turno per rientrare a casa, mentre il traghetto si allontanava dall’isola salutò i suoi colleghi rimasti sul faro.
Quella fu l’ultima volta che li vide. I due punti di attracco dell’isola di Eilian Mor – schema fornito da: National Archives of Scotland.
Il 15 dicembre il Capitano Holman transitava in prossimità delle Flannan a bordo della nave Archer. L’uomo testimoniò che il faro era spento. Forse la segnalazione fu ignorata, o semplicemente venne resa nota solo dopo aver scoperto la tragedia. Il 21 dicembre l’Hesperus sarebbe dovuta attraccare a Eilean Mor per i soliti approvvigionamenti, con a bordo Joseph Moore, di rientro dal suo congedo. Ci fu una tempesta fortissima che imperversò per diversi giorni, impedendo alla nave di avvicinarsi all’isola. Finalmente il giorno 26 l’Hesperus attraccò e con grande sorpresa di tutto l’equipaggio, nessuno andò loro incontro come era di consuetudine. Moore diventò sospettoso e affrettò il passo annunciando a gran voce il suo arrivo. Silenzio. Si precipitò nel faro e ci mise poco a rendersi conto che era solo. Dove erano i suoi compagni? Visitò gli alloggi, la torretta e la cucina. Tutto era in ordine, nulla mancava, c’era soltanto una sedia rovesciata. La grande lampada era pronta per essere accesa, piatti e stoviglie erano sistemate con cura. L’orologio era fermo, il fuoco spento. Moore non riusciva a darsi una spiegazione. Esisteva un diario che i 4 uomini avevano deciso di scrivere per tenere in continuo aggiornamento la loro permanenza sul faro. Ecco le annotazioni scritte da Vincent Gaddis in un suo libro edito nel 1977, attualmente questo diario sembra essere scomparso.
Ecco il contenuto :
12 Dicembre: Vento di tempesta da Nord-NordOvest. Mare molto agitato. Siamo Bloccati. Ore 9 P.M: Onde altissime scuotono il faro, mai vista una burrasca simile. Ducat è nervoso. Mc Arthur sta piangendo.
13 Dicembre: La tempesta è continuata per tutta la notte. Il vento soffia a ovest. Ducat è tranquillo,Mc Arthur prega.
14 Dicembre: Giornata grigia. Io, Ducat e Mc Arthur abbiamo pregato.
(ultima annotazione) 15 Dicembre: Il temporale è cessato. Il mare è calmo. Dio veglia su tutto.
Venne immediatamente aperta un’indagine sull’accaduto. Tutta l’isola fu setacciata. Nessun corpo fu mai ritrovato. L’unico indizio utile che permise di effettuare ulteriori congetture fu il ritrovamento di un impermeabile e un paio di stivali. Era l’abbigliamento che erano soliti ad indossare i guardiani quando uscivano dai loro alloggi. L’equipaggiamento di Mc Arthur era al suo posto dentro l’armadietto, mancavano invece gli stivali e gli impermeabili di Ducat e Marshall.
Gli investigatori esposero la loro teoria: Tutto era pronto per accendere il faro, di lì a poco avrebbero cenato insieme. Ducat e Marshall erano usciti a fare il giro dell’isola. Si è teorizzato a lungo su ciò che accadde realmente quel giorno. Tutto fece pensare a un’onda anomala che travolse e spazzò via Ducat e Marshal; Mc Arthur vedendo la scena dal faro, uscì di corsa nel tentativo disperato di salvare i compagni; questo spiegherebbe il perché l’impermeabile era rimasto al suo posto e la sedia fu trovata rovesciata sul pavimento. Mc Arthur abbandonò il faro pur sapendo che il regolamento lo vietava severamente. Una seconda ondata risucchiò anche lui nelle gelide acque dell’Atlantico. Ma allora perché tre uomini di mare, coraggiosi ed esperti come loro avrebbero pianto e pregato il giorno prima di scomparire? Perché Nessun corpo fu mai rinvenuto?


0 commenti:

Posta un commento

 
Wordpress Theme by wpthemescreator .
Converted To Blogger Template by Anshul .