mercoledì 31 marzo 2021

Conte di Saint-Germain

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Il Conte di Saint-Germain (1712? – Eckernförde, 27 febbraio 1784) è stato un alchimista e avventuriero francese, e personaggio di rilievo alla corte di Francia, vissuto nel XVIII secolo in Europa.

Origini

Le origini del conte di Saint-Germain rimangono avvolte nel mistero: per alcuni si suppone che sia stato figlio illegittimo di Francesco II Rákóczi, principe di Transilvania della principessa Violante Beatrice di Baviera, appartenente alla dinastia dei Wittelsbach e granduchessa di Toscana. Secondo questa teoria, sarebbe stato educato a Firenze da Gian Gastone de' Medici, cognato di Violante. Altre leggende lo vogliono figlio naturale della regina di Spagna Maria Anna del Palatinato-Neuburg (vedova di Carlo II di Spagna), e di un aristocratico, il conte di Melgar.

Attività certe

Le sue attività erano quelle di cortigiano in viaggio tra Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Russia, Germania. Compare per la prima volta verso il 1740 esule dall'Inghilterra introdotto alla corte di Francia. Famoso per la sua grande cultura, abile musicista, conoscitore di molte lingue, pittore e soprattutto grande alchimista, produttore di portentosi cosmetici. Ebbe anche incarichi diplomatici e fu affiliato ad una società segreta dell'ordine dei Rosacroce. Viene citato nelle memorie di Giacomo Casanova ma anche Voltaire, Mozart, Madame de Pompadour e Cagliostro lo incontrarono. Alcune sue caratteristiche più stravaganti, come quella di sparire all'improvviso e di riapparire contemporaneamente in più luoghi, insieme alla sua attività protratta per molti anni, se non per secoli, indussero addirittura alcuni a pensare che non si trattasse di un'unica persona, ma di un di gruppo di individui con lo stesso aspetto e la stessa identità esterna introdotte presso le corti europee.
Saint-Germain lascia Londra nel 1746 e se ne perdono le tracce per dodici anni. Per alcuni si ritira in Germania per consacrarsi agli studi alchemici, per altri compie un lungo viaggio fino all'India e al Tibet. Giunge a Parigi nel 1758 e fin dall'inizio formula una richiesta al marchese Marigny, direttore dei Bâtiments du Roi, per ottenere uno spazio dove installare un laboratorio alchemico, promettendo a Luigi XV, «la più ricca e rara delle scoperte mai compiute». È così che ottiene una parte del castello di Chambord. Grazie alla marchesa di Pompadour, Saint-Germain riesce anche ad avere un incontro con il sovrano.
Il conte ottiene quindi la simpatia del sovrano, ma è detestato dal potente ministro duca di Choiseul, che lancerà una campagna per screditare, senza riuscirvi, il sedicente alchimista. Nel 1760 è invece l'accusa di spionaggio ad obbligare il conte a lasciare Parigi alla volta dei Paesi Bassi. Negli anni successivi lo si ritrova in Inghilterra, Italia, Russia e Prussia, dove nel 1766 si pone sotto la protezione di Federico II. Finirà i suoi ultimi anni ospite del principe Carlo d'Assia-Kassel.

Nella cultura popolare

Il conte di Saint-Germain è citato in varie opere letterarie ed artistiche: tra le altre, egli appare come personaggio della novella La dama di picche, dello scrittore russo Aleksandr Puškin, e nel celebre romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault, come figura costantemente evocata dai protagonisti e soltanto alla fine del romanzo impersonata da un sanguinario impostore. Viene citato anche nella Trilogia Delle Gemme dove occupa un ruolo di rilievo e si dice che abbia scoperto la Pietra Filosofale infatti sarebbe immortale. Infine è uno dei naufraghi del manga "Drifters". Infine, viene anche mostrato nei libri de "I segreti di Nicholas Flamel, l'immortale" di Michael Scott (scrittore) come amico di Nicolas Flamel e di sua moglie Perenelle Flamel.

martedì 30 marzo 2021

Titivillus

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Titivillus è un diavolo che nel Medioevo si credeva lavorasse alle dipendenze di Belfagor, Lucifero o Satana per indurre in errore i copisti.

Storia

La prima menzione attestata del nome Titivillus è quella del Tractatus de Penitentia (ca. 1285), di Johannes Galensis (Giovanni del Galles). Ma secondo alcuni studiosi il primo a nominarlo fu il frate e scrittore tedesco Cesario di Heisterbach.
Titivillus viene anche indicato come un raccoglitore delle chiacchierate inutili che avvengono durante le funzioni religiose; e delle parole mal pronunciate, borbottate oppure omesse nelle funzioni stesse; per portarle nell'Inferno e includerle nelle colpe dei peccatori.
Gli fu attribuita la qualifica di "diavolo patrono degli scribi", in quanto Titivillus forniva una comoda scusa per giustificare gli errori che capitavano facilmente durante la copia dei manoscritti.
Marc Drogin, nel suo manuale didattico Medieval calligraphy: Its History and Technique (La calligrafia medievale: storia e tecnica) del 1980, indica che for the past half-century every edition of "The Oxford English Dictionary" has listed an incorrect page reference for, of all things, a footnote on the earliest mention of Titivillus. (Nel mezzo secolo passato ogni edizione de "The Oxford English Dictionary" ha elencato un riferimento di pagina scorretto riguardo, ironia della sorte, una nota a pie' di pagina sulle prime citazioni di Titivillus).
Titivillus ottenne un importante ruolo come figura sovversiva della commedia, con commenti satirici sulla vanità umana, nel Dramma liturgico tardo-medievale inglese, in particolare nel Teatro del Mistero, come ad es. nel Iudicium che termina il Ciclo di Towneley (o Ciclo di Wakefield). Svolse un ruolo antagonistico nella commedia inglese Mankind.
In un anonimo trattato devozionale inglese del XV secolo, Myroure of Oure Ladye (Lo specchio di Nostra Signora), Titivillus così presenta sé stesso (I.xx.54): I am a poure dyuel, and my name ys Tytyvyllus... I muste eche day... brynge my master a thousande pokes full of faylynges, and of neglygences in syllable and wordes. (Sono un povero diavolo, e il mio nome è Titivillus... Devo ogni giorno... portare al mio padrone un migliaio di borse piene di errori, e di negligenze nelle sillabe e nelle parole).
Nel Monasterio de Santa María la Real de las Huelgas di Burgos (Spagna) è custodita una tavola dipinta (ca. 1485) attribuita a Diego de la Cruz, dove sopra il manto protettivo della Vergine della Misericordia si trovano due diavoli; uno dei quali porta un fardello di libri sulla spalla, che secondo il professor Joaquín Yarza Luaces rappresenterebbe Titivillus.

Varie

Porta il nome di Titivillus Mostre Editoria una Casa editrice di Corazzano, frazione di San Miniato (PI), specializzata nell'editoria teatrale.

lunedì 29 marzo 2021

La tomba perduta di Gesù

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La tomba perduta di Gesù è un documentario co-prodotto e trasmesso per la prima volta su Discovery Channel e Vision TV in Canada il 4 marzo 2007 riguardante la scoperta della Tomba di Talpiot. È stato diretto dal regista e produttore canadese Simcha Jacobovici e prodotto da Felix Golubev e Ric Esther Bienstock, mentre James Cameron ha svolto la funzione di produttore esecutivo. Il film è stato lanciato contemporaneamente con un libro sullo stesso soggetto, La tomba di famiglia di Gesù, uscito a fine febbraio 2007 e scritto a quattro mani da Jacobovici e Charles R. Pellegrino. Quanto affermato dal libro e dal documentario è attualmente oggetto di controversia sia in campo archeologico che teologico, come anche tra gli studiosi di linguistica e biblistica.

L'effettiva scoperta della tomba

La tomba, nota come Tomba di Talpiot, fu scoperta nel 1980 durante la costruzione di un'abitazione. Furono trovati dieci ossari in una grotta, comprendenti i sei che sono il soggetto del film di Jacobovici. Tuttavia, uno dei dieci ossari andò perduto anni fa, presumibilmente rubato.
"Nel film si afferma che le 'informazioni fornite non sono mai state diffuse prima', ma in realtà non c'è alcuna novità. "Io ho pubblicato tutti i dettagli nell'Antiqot journal nel 1996, e non ho mai detto che fosse la tomba della famiglia di Gesù," ha affermato Amos Kloner, oggi professore di archeologia presso l'Università Israeliana Bar-Ilan e autore del rapporto dello scavo originale per il predecessore dell'Autorità Israeliana per le Antichità.
"Io penso che si tratti di un lavoro poco serio. Io pubblico solo lavori accademici…," ha affermato Kloner. "[Questo film] è un mucchio di stupidaggini."



Iscrizioni sull'ossario

Sei dei nove ossari rimanenti contengono delle iscrizioni. Gli altri tre non hanno iscrizioni. La tomba perduta di Gesù presuppone che tre degli ossari con iscrizioni contengano il nome di figure del Nuovo Testamento. Il reale significato delle epigrafi è controverso. I realizzatori del documentario sostengono che quattro importanti epigrafisti confermano la loro interpretazione delle iscrizioni. Così come tradotte ne La tomba perduta di Gesù e La tomba della famiglia di Gesù, esse recitano come di seguito:
  • Yeshua bar Yehosef, Aramaico per "Gesù figlio di Giuseppe"
  • Maria, scritta in aramaico, ma forma latina del nome ebreo "Miriam" ("Maria")
  • Yose, diminutivo di "Giuseppe" menzionato (nella sua forma greca ιωσης "Joses") come nome di uno dei fratelli di Gesù nel Nuovo Testamento (Marco 6:3)
  • Yehuda bar Yeshua, Probabilmente aramaico per "Giuda figlio di Gesù"
  • Mariamene e Mara. Secondo i realizzatori del film questo è greco per "Maria detta la padrona." Il nome simile "Mariamne" si trova negli Atti di Filippo: Francois Bovon, professore di Storia della Religione all'Università Harvard ha suggerito nel suo studio su quel lavoro che Mariamene, o Mariamne, era il nome effettivo di Maria Maddalena
  • Matya, Ebraico per 'Matteo'—non ritenuto Matteo l'Evangelista ma "probabilmente il marito di una delle donne i cui resti si trovavano in uno degli ossari senza iscrizioni." I realizzatori del film affermano che esiste una prova secondo la quale Maria madre di Gesù avesse molti parenti chiamati Matteo.
Quattro eminenti epigrafisti hanno confermato le iscrizioni dell'ossario per La tomba perduta di Gesù, secondo Discovery Channel. William G. Dever, un professore di archeologia in pensione dell'Università dell'Arizona che ha eseguito scavi in siti antichi in Israele per 50 anni, ha affermato che alcune delle iscrizioni sugli ossari Talpiot sono poco chiare, ma che tutti i nomi sono comuni.

Rapporti con l'ossario di Giacomo

Il film afferma ancora che il decimo ossario, che andò perduto anni fa, è l'Ossario di Giacomo ritenuto contenere il corpo di Giacomo, il fratello di Gesù.
In La tomba di famiglia di Gesù, Simcha Jacobovici afferma che l'Ossario di Giacomo avrebbe fatto parte di questa tomba, ma fu portato via da mercanti di oggetti d'arte, e quindi scoperto separatamente. L'autenticità dell'ossario di Giacomo è stata messa in dubbio, e uno dei suoi passati proprietari è stato accusato di truffa a causa di questo manufatto.
Ben Witherington III, che ha lavorato con Jacobovici in un documentario di Discovery Channel sull'ossario di Giacomo, nega questo rapporto su queste due basi:
  • "L'ossario di Giacomo, secondo il rapporto dei mercanti di antichità dai quali Oded Golan ebbe l'ossario, viene da Silwan, e non da Talpiot, e presentava tracce di terra che non corrispondono a quella che si trova in quella zona di Gerusalemme."
  • "Inoltre, Eusebio riferisce che il segno della sepoltura di Giacomo si trovava vicino al punto in cui Giacomo venne martirizzato cioè vicino al colle del tempio, quindi in prossimità delle famose tombe della Valle Kidron come la cosiddetta Tomba di Assalonne. Talpiot non si trova affatto in quella zona."
Un'altra considerazione fu che le misure dell'ossario di Giacomo non corrispondono alle misure note per il decimo ossario, che non è più conservato insieme al resto della collezione. L'ossario di Giacomo si ritiene misurasse 50 cm di lunghezza x 30 centimetri di larghezza ad un'estremità e 25,5 centimetri all'altra. Il decimo ossario della collezione Talpiot dovrebbe essere lungo 60 centimetri e largo 26 centimetri ad un'estremità e 30 centimetri all'altra. Inoltre, Amos Kloner ha affermato che il decimo ossario non aveva iscrizioni. E Joe Zias, ex-curatore del Museo Rockefeller, che ricevette e catalogò gli ossari, ha anch'egli respinto queste affermazioni sul suo sito personale.
Nuove informazioni hanno ora dimostrato che la discrepanza tra le misure dei due ossari è spiegabile con la misurazione della base dell'ossario, che è effettivamente di 50 centimetri, piuttosto che con la sua lunghezza. La lunghezza della base superiore dell'ossario di Giacomo, e non la base, che è di forma trapeziodale, secondo le ultime misurazioni eseguite dall'Autorità Israeliana per le Antichità, è di 57,5 centimetri. Tuttavia, ciò non prova in alcun modo che l'ossario di Giacomo sia il decimo ossario mancante della tomba Talpiot.

Rapporto statistico

Una questione centrale è stata quella della probabilità che una tomba potesse contenere lo specifico gruppo di nomi come la Tomba Talpiot. Esperti come Richard Bauckham, David Mavorah e Amos Kloner ha sostenuto la frequenza di iscrizioni archeologiche contenenti il nome "Gesù." Paul Maier, professore di Storia Antica presso l'Università del Michigan Occidentale, fa notare come ci fossero almeno 21 "Yeshuas" o Gesù abbastanza famosi da essere inclusi nelle storie di Giuseppe. Da parte loro, i realizzatori del film presentano uno studio statistico condotto da Andrey Feuerverger, professore di Statistica e Matematica presso l'Università di Toronto, che concluse come mentre i nomi non sono rari, le probabilità che tutti questi nomi si trovino insieme nella stessa tomba sono (in base alle variabili) da 600 a 1 a 1 milione a 1 a favore della sua autenticità.
Tuttavia, ha successivamente affermato il Dr. Feuerverger, "Non è intento della statistica di concludere se questo sito sepolcrale sia o meno quello della famiglia del Nuovo Testamento. Ogni conclusione di questo tipo è appannaggio molto più correttamente dell'intento degli studiosi di biblistica storica che si trovano in una posizione molto più vantaggiosa per valutare delle presunzioni che vengono inserite come elementi di un calcolo. Il ruolo della statistica è principalmente quello di cercare di valutare le probabilità che un gruppo ugualmente (o più) 'interessante' di nomi che sono emersi per caso possano costituire dei campioni statistici e come tali valutabili o come fattori storici e solo come tali valutabili. In questo senso io ritengo di poter affermare alcuna conclusione che possa mettere in rapporto questa tomba con una qualunque ipotetica tomba del Nuovo Testamento." L'affermazione del Dr. Feuerverger si basa su diversi assunti:
  • La Maria di uno degli ossari è la madre del Gesù trovato in un altro ossario,
  • Mariamne è sua moglie
  • Giuseppe (che appare con il nomignolo Jose) è suo fratello
Un sostegno a questi assunti deriva, secondo il documentario, dalle seguenti affermazioni:
  • Mariamne è il nome greco di Maria.
  • Si ritiene che Maria Maddalena parlasse e predicasse in greco.
  • Jose era il diminutivo usato per indicare il fratello minore di Gesù.
  • La Tomba Talpiot è l'unico luogo in cui degli ossari siano mai stati trovati con i nomi Mariamne e Jose, anche se le radici dei nomi erano molto popolari e migliaia di ossari siano stati estratti.
Il 25 febbraio, 2007, Andrey Feuerverger, professore di Statistica e Matematica presso l'Università di Toronto condusse un calcolo statistico sul gruppo di nomi che fu inserito in La tomba perduta di Gesù. Egli concluse che le probabilità sono almeno 600 a 1 che la combinazione di nomi apparsi nella tomba possa essere dovuta al caso. La metodologia di questo studio è stata sottoposta ad un giornale, ma nel frattempo un compendio può essere trovato su Discovery Channel and documentary websites. Una spiegazione più dettagliata sull'approccio statistico può essere reperito anche sul sito web del Professor Andrey Feuerverger come anche in una recente intervista concessa a Scientific American. La distribuzione di frequenze per i nomi prevalenti durante il periodo di tempo in cui le sepolture di ossari avevano luogo può essere inferita esaminando due fonti chiave:
  • Il Catalogo Rahmani degli Ossari Giudaici nella Collezione dello Stato di Israele.
  • Lessico di Tal Ilan dei Nomi Giudaici nell'Antichità Tardiva.
Secondo il Prof. Feuerverger, lo scopo dell'analisi statistica è quella di valutare il livello di probabilità di un'ipotesi nulla, I quote:
Un' 'ipotesi nulla' può essere pensata qui come asserire che questo gruppo di nomi fosse emerso puramente per caso per scelta casuale di campioni dall'onomastico. L'ipotesi alternativa è opposta a questa, per così dire. Non è nell'intento della statistica di concludere se questo luogo di sepoltura sia o meno quello della famiglia del Nuovo Testamento.
Feuerverger moltiplicò le volte che il nome appariva durante il periodo di tempo con le volte in cui appariva ogni altro nome. Inizialmente egli trovò che "Gesù figlio di Giuseppe" appariva una volta su 190, Mariamne apparia una volta su 160 e così via:
Gesù figlio di Giuseppe Mariamne Yosah Maria Prodotto
1/190 1/160 1/20 1/4 = 1/2.432.000
0,53% 0,625% 5% 25%
Egli divise quindi 2.432.000 per 4 per tener conto della distorsione nei dati storici e divise ulteriormente quel risultato (608.000) per 1.000 nel tentativo di tener conto del numero delle tombe esplorate dalla Gerusalemme del primo secolo.
Alle conclusioni di Feuerverger sono state mosse alcune obiezioni:
  • Secondo alcuni, moltiplicare le probabilità dei nomi individuali è sbagliato perché molte permutazioni degli stessi nomi sono possibili.
  • L'inclusione del nome Mariamne nel calcolo si basa su due assunti:
    • Maria Maddalena nel Nuovo Testamento era la moglie di Gesù. (Non esiste prova storica di ciò.)
    • Il vero nome di Maria Maddalena era Mariamne. (Questo assunto viene messo in discussione da alcuni esperti.)
  • Il calcolo prende in considerazione solo le 1.000 tombe trovate a Gerusalemme invece dell'intera popolazione Giudaica vivente nella regione. Si assume aprioristicamente che la famiglia di Gesù avesse una tomba di famiglia nel Nuovo Testamento e che questa fosse tra le 1.000 tombe trovate nella regione di Gerusalemme. Non esiste prova storica per questo assunto. Alcuni esperti, compreso l'archeologo Amos Kloner (l'unico che scavò le tombe) non ritiene possibile che una famiglia povera di Nazareth possedesse una tomba di famiglia a Gerusalemme.
  • L'iscrizione “Giuda figlio di Gesù” viene ignorata nel calcolo. Dato che non esiste prova storica che Gesù ebbe figli, alcune persone credono che questa iscrizione debba essere inclusa nel calcolo per ridurre la probabilità che la tomba appartenga alla famiglia di Gesù.
Randy Ingermanson e Jay Cost hanno eseguito una loro analisi statistica nella quale essi osservarono le probabilità partendo da vari assunti.
  • Quello che essi chiamarono uno 'storico tipico', essi calcolarono, darebbero 1 a 19,000 che questa è la vera tomba di Gesù.
  • Uno storico che volesse a tutti i costi che questa fosse la vera tomba farebbe degli assunti che abbasserebbero le probabilità a 1 a 18.
  • Uno storico che propendesse per la genuinità della tomba ma che volesse "mantenersi all'interno della ragionevolezza storica" avanzerebbe degli assunti che abbasserebbero le probabilità a 1 a 1.100.
  • Un altro storico che fosse contro la genuinità della tomba, ma mantenendosi all'interno degli stessi confini, stimerebbe le probabilità a 1 a 5 milioni.
  • E, ovviamente, un Cristiano che insistesse che Gesù ascese al Cielo direbbe che è impossibile che questa sia la tomba vera di Gesù.
  • .La tomba di Gesù non esiste. Se è vero che è resuscitato il suo corpo non c'è, se non è vero che è resuscitato il corpo è stato occultato il 3 giorno in modo da non ritrovarlo più e continuando così a dire che è resuscitato.
Stephan Pfann (presidente dell'Università di Gerusalemme della Terrasanta) sottolinea come l'elevata frequenza di questi nomi suggerisce che la probabilità è molto più bassa. "E' notevole il fatto che circa 16 su 72 nomi di persona (trovati sugli ossari) rende conto del 75% dei nomi iscritti." Tra questi nomi "top 16" ci sono Maria, Giuseppe, Gesù, Matteo, e Giuda.
Shingō (新郷村) è un villaggio giapponese della prefettura di Aomori. Tra le attrazioni locali figura la "Tomba di Gesù Cristo". Invece il movimento della Ahmadiyya di Qādyān e di Lahore, in India – di origine islamica, ma considerato dai sunniti e dagli sciiti come eretico – afferma che Gesù non sarebbe morto in croce: a loro detta, dalla Palestina fuggì in India, dove visse ancora per molti anni, fino a morire di vecchiaia a Srinagar, nel Kashmir: qui, in effetti, si trova un monumento tradizionalmente indicato come «la tomba di ʿīsā».

Parere degli esperti

Nel gennaio del 2008 si è tenuto un convegno internazionale sulla tomba di Talpiot. Al termine, fu emesso un comunicato, nel quale si affermava che "la maggior parte degli studiosi che hanno partecipato ai lavori - inclusi tutti gli archeologi e gli epigrafisti che hanno presentato dei paper sulla tomba di Talpiot - escludono che la tomba appartenesse alla famiglia di Gesù Cristo o ritengono questa conclusione altamente speculativa".

domenica 28 marzo 2021

Esorcismi e possessioni.

 


I Casi Di Esorcismo Più Agghiaccianti Di Sempre.

La possessione di Clara Germana Cele

Un fatto che risale ai primi del ‘900, quando una studentessa della Missione di San Michele in Sud Africa dichiarò di essere stata posseduta dal demonio. Clara Germana Cele rimase vittima del demonio durante una preghiera, che provocò in lei alcune reazioni tipiche dei posseduti: conoscenza di lingue antiche, repulsione verso simboli religiosi ed episodi di chiaroveggenza.

La giovane donna venne sottoposta alla pratica dell’esorcismo, durante la quale produceva suoni inumani, levitando a tre metri d’altezza, per poi tentare di strangolare uno dei sacerdoti presenti.


Il vero esorcismo di Emily Rose

Il celebre film di Scott Derrickson è ispirato ad un controverso episodio di cronaca. La sedicenne Anneliese Michel, dopo una lunga degenza in ospedale psichiatrico per epilessia e disturbi mentali, cominciò a esibire comportamenti da possessione demoniaca, tanto che i genitori decisero di sottoporla a un esorcismo.

La ragazza morì nel giro di un anno, dopo essere stata sottoposta ad oltre 70 esorcismi, mentre i sacerdoti e i genitori furono accusati di omicidio colposo.


Il caso Roland Doe

Uno degli episodi di possessione più famosi di sempre, tanto che avrebbe ispirato il regista William Friedkin nella realizzazione del film-cult “L’esorcista”.

Intorno al 1940 il giovane Roland Doe, pseudonimo assegnatogli dalla Chiesa per preservare la sua vera identità, sarebbe entrato in contatto col diavolo attraverso una tavola ouija, strumento utilizzato per le comunicazioni medianiche.

Il ragazzo venne ricoverato in seguito all’insorgere di strani fenomeni: il suo corpo si ricopriva di strane ferite e graffi, mentre dalla bocca emetteva suoni animaleschi e, si racconta, riuscisse a levitare a mezz’aria. Prima di riuscire, il rituale dell’esorcismo venne eseguito più di trenta volte e, alla fine dell’atto, l’intero ospedale dove il giovane si trovava ricoverato venne invaso da un infernale odore di zolfo.


Processo al demonio assassino

Il processo ad Arne Cheyenne Johnson, noto alle cronache come il “Demon Murder Trial”, è stato un noto caso giudiziario del 1981 seguito dalla Corte Superiore del Connecticut contro Arne Johnson, reo confesso dell’omicidio del suo padrone di casa Alan Bono.

Una scena del film “The Vatican Tapes”.



L’avvocato costruì la difesa in tribunale basandosi sulle presunte prove di una condizione di influenzamento psicologico, dovuta ad una possessione demoniaca al momento dell’omicidio. Prima di compiere il delitto Johnson venne visitato dagli investigatori del paranormale Edward e Lorraine Warren che ne accertarono la possessione.


Padre Amorth, l’esorcista più famoso d’Italia

Nel libro “L’ultimo esorcista”, scritto insieme al vaticanista de Il Foglio Paolo Rodari, Padre Gabriele Amorth racconta la sua lunga esperienza come esorcista. Il rito viene descritto come una pratica lunghissima ed estenuante, che il religioso compie su almeno 5 persone al giorno.

Le reazioni estreme e brutali dei posseduti vengono descritte con dovizia di particolari: una lettura agghiacciante, che toglierà il sonno anche ai più scettici.


sabato 27 marzo 2021

Trigono dello zodiaco

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Il trigono dello zodiaco () è un aspetto astrologico dello zodiaco.
Il trigono è la figura triangolare giacente sul piano del coluro solstiziale che ha il vertice coincidente con il centro della sfera celeste e gli angoli alla base con l'intersezione tra il coluro e i due tropici. Gli angoli alla base indicano i punti di solstizio, mentre il centro della base indica i punti di equinozio, e i lati coincidono con l'inclinazione dell'eclittica (23°27'). Sulla base sono proiettate le dodici divisioni dei segni zodiacali prese sull'eclittica, e da questi punti sono tracciate linee convergenti al vertice del triangolo. Parallelamente alla base sono tracciate alcune linee la cui distanza reciproca corrisponde alla tangente degli angoli compresi tra 0° e 60°.
Questa figura fu applicata dal Regiomontano alla costruzione di un particolare orologio solare che porta il suo nome.




venerdì 26 marzo 2021

7 crude verità che tutti dovrebbero sapere

 

  • Le persone che cambiano sesso sono le persone più coraggiose che tu possa incontrare.

  • Siamo ad un passo dall'immortalità e la nostra sarà una delle ultime generazioni a morire.

  • Decrescere è più salutare che crescere.

  • La giornata lavorativa di 8 ore è da ridurre a 4.

  • Amazon distruggerà il commercio al dettaglio in pochi anni.

  • L'anima non esiste, dio non esiste.

  • La società ci ha educato ad un rapporto malsano con il sesso e con l'autoerotismo.


giovedì 25 marzo 2021

Qual è il più antico riferimento storico ai vampiri?

Lamashtu, una demone donna della mitologia Babilonese (ca. 1770 aC).

Tormentava le donne in gravidanza, causava aborti spontanei e attacava i neonati per bere il loro sangue, come le lamie e le strigi dell’antica Grecia (anche, vecchi riferimenti ai vampiri).

Le strigi avevano le sembianze di uccelli — ebbero origine da miti legati ai gufi. Anche l’aspetto dei Lamashtu è parecchio particolare.

Negli incantesimi la Lamaštu è descritta con una testa di leone, i denti d’asino, i seni nudi e un corpo peloso, le mani macchiate di sangue con lunghe dita e unghie, con i piedi artigliati simili agli artigli del demone con fattezze d’uccelo Anzû (Imdugud ). Le raffigurazioni iconografiche di Lamaštu nei secoli IX-VII aC la ritraggono con orecchie dritte, come quelle di un asino, mentre un maialino e un cucciolo le succhiano il seno. Spesso si erge o si inginocchia sulla figura di un asino e tiene dei serpenti in entrambe le mani. La sua particolare bestia era l'asino e il suo oggetto associato una barca, con cui si pensava che Lamaštu navigasse nel fiume degli Inferi.


Lamaštu (Lamashtu)


I riferimenti alla testa di leone e al corpo peloso mi fanno pensare che i miti antichi sui vampiri fossero un mix di ciò che crediamo ora su di loro, sui licantropi e persino sugli stregoni (come succede con i brucolaci greci).

E per i piedi simili ad artigli, Lamashtu è legata a un'altra dea babilonese, Lilithu (Lilith, un demone nella Bibbia). Per molto tempo Lilithu è stata identificata con la figura simile ad un uccello, anche se ora è dubbio chi sia:


La cosa più interessante su Lamashtu, è che le madri per proteggersi da lei invocavano un altro demone, Pazuzu, portatore di peste e siccità. Ciò che si direbbe, combattere il fuoco con il fuoco.


mercoledì 24 marzo 2021

Pesce monaco

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Il Pesce monaco, o Monaco d'acqua (Sea monk o Monk-fish in inglese), è un animale marino pescato al largo della Danimarca nel 1546. Nei bestiari dell'epoca era raffigurato come un mostro squamoso, tentacolare e di colore violaceo con sembianze antropomorfe. Si diceva che fosse lungo otto piedi e la sua somiglianza con un monaco era dovuta alla testa corollata che ricorda, appunto, quella di un frate. All'epoca fu considerato un prodigio, un mostro marino, che testimoniava della singolare simmetria del mondo, per cui ogni cosa terrestre ha un equivalente nel mare.
Alcuni studiosi hanno in seguito suggerito che si trattasse, in realtà, di un calamaro gigante. Questa teoria fu avanzata, tra l'altro, dallo zoologo svedese Japetus Steenstrup nel 1854, e ripresa dal biologo marino Richard Ellis nel 1998. Bernard Heuvelmans, considerato uno dei fondatori della criptozoologia, riteneva invece che si trattasse di un tricheco erratico. Nel 2004 gli studiosi Charles G. M. Paxton e R. Holland hanno ipotizzato un'altra bestia ancora, e cioè uno squalo angelo.
Un'altra possibilità è che l'animale alla base della leggenda fosse una manta, che con la sua forma sontuosa può ben ricordare dei paramenti preteschi.
Il "sea monk" fa un'apparizione anche in alcuni videogiochi, tra cui Final Fantasy XI.
Vi sono poi anche altre creature marine leggendarie ispirate o somiglianti a figure religiose; fra queste si possono citare il pesce vescovo e l'umibōzu.

 
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