domenica 23 agosto 2020

Quando e come è finita la caccia alle streghe? Ci si era resi conto che le streghe non esistono?


Diffusissima la Caccia alle Streghe fu un fenomeno che solo marginalmente impattò il cosiddetto Medioevo. Infatti il periodo nel quale la ricerca di presunte streghe fu tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Seicento, anche se non mancarono poi episodi più tardi, come le celeberrime "Streghe di Salem", condannate nel 1692, alla vigilia dell'Illuminismo..
Nei 300 anni che vanno dal 1450 al 1750, in Europa furono uccise per stregoneria circa 30 o 40.000 persone. Parliamo di "persone" perché molto spesso, specie in alcuni paesi, a finire sul rogo erano gli uomini. Giusto per dare qualche dato, sappiamo che a Mosca gli uomini rappresentavano il 75% dei condannati per stregoneria, che arrivavano a 92% in Islanda.
Vi furono in particolare dei picchi in alcune aree geografiche ben stabilite:
La città di Baden in Germania, ad esempio, bruciò 200 streghe dal 1627 al 1630, più di tutte le streghe condannate che perirono in Svezia. La cittadina di Ellwangen, sempre in Germania, bruciò 393 streghe dal 1611 al 1618, più di quanto ne abbiano giustiziate Spagna e Portogallo insieme. Il principe-vescovo cattolico di Würzburg, Germania, bruciò 600 streghe dal 1628 al 1631, più di quante ne siano morte nella protestante Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda insieme.
L'ultimo omicidio di una strega italiana (e forse europea) avvenne a Varallo Sesia, nel Vercellese, nel 1828.
Le streghe erano accusate, tra le altre cose, di adorare il diavolo, eseguire malefici, praticare incantesimi ecc.
Il ritrovo da loro prediletto era sotto un noce (famoso quello di Benevento) dove praticavano i loro riti satanici, come il Sabba (corruzione dello Shàbbath ebraico), anche se non mancarono mai varianti locali in merito ai loro presunti poteri e ritrovi.


Ma come mai ci si accanì contro di esse per così tanto tempo in tutta Europa?
Va detto che alcune di queste presunte "streghe" erano persone del tutto innocenti che solo sotto tortura erano disposte a confessare le assurdità più incredibili.
Alcune di esse erano però delle erboriste: conoscevano alcune proprietà medicamentose delle erbe, frutto, nella maggior parte dei casi, di conoscenze tramandate da generazioni.
Per rendere probabilmente più efficaci molte di esse commettevano effettivamente dei rituali al limite della superstizione (alcuni di evidente matrice pagana) e ciò le rendeva invise alla Chiesa ufficiale, specie negli Stati in cui l'Inquisizione (Romana o Protestante) aveva più potere.
Inoltre è appurato che in momenti di crisi, quando anche la religione tradizionale non sembra dare il conforto necessario, le persone tendono a ricercare una via più spiccia per risolvere i propri problemi e, rivolgersi alle streghe, maghe, ecc. divenne più frequente.
Non va dimenticato poi che in tutto il Medioevo (e oltre) la religione ufficiale convisse suo malgrado con rimasugli delle religioni preesistenti, con tutti le sue credenze e rituali, a volte appena appena ammantati di cristianesimo. Nelle campagne questo fenomeno era molto più diffuso e accentuato che nelle città, basti leggere il capolavoro di Levi: "Cristo si è fermato a Eboli" per comprendere la portata del fenomeno (e parliamo del 900 inoltrato!).
Quindi atteggiamenti che, in altre epoche sarebbero stati tollerati o addirittura giustificati, a un certo punto non lo furono più. Questo coincise, non per caso, proprio nel periodo della Riforma Protestante e nei tempi delle Guerre di Religione il cui nesso con la "Caccia alle Streghe" non è casuale.
Difatti la loro caccia, processo e infine morte (al rogo o impiccate) si intensificò proprio in questo periodo e furono i Paesi Protestanti ad avere il numero più alto di esecuzioni.
Sia i cattolici che i protestanti (di diverse confessioni) tendevano ad affermare il loro Credo specifico che consideravano l'unico ammesso e degno di essere praticato.
Pertanto, ogni cosa che deviava da una corretta fede e pratica religiosa, finiva nel mirino della Chiesa stessa (o della Comunità) che tendeva a estirpare come un'erbaccia coloro che si allontanavano dalla retta via. Le streghe erano relativamente inermi e quindi diventarono molte volte il bersaglio preferito di ecclesiastici o laici per manifestare la loro forza e ribadire la corretta ortodossia.
Si trattava, in pratica, di una dimostrazione forse più politica che religiosa in senso stretto.
Va da sé che dopo la Guerra dei 30 anni che devastò l'Europa (e che si può considerare come l'ultima grande guerra di religione europea), la religione perse gradualmente d'importanza. Iniziarono a circolare idee diverse, di maggior apertura mentale, si misero in discussione dopo millenni i dogmi stessi del Cristianesimo e le Sacre Scritture ecc.
In un clima di relativa e maggior tolleranza, le streghe non vennero più cercate in quanto tali e, di conseguenza, processate.
Per dirla con Voltaire: "Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle."


sabato 22 agosto 2020

Quali sono le basi scientifiche che hanno prodotto la leggenda dei vampiri?


Se é vero che la figura del vampiro si origina in Mesopotamia, il vampiro mesopotamico é molto diverso da quello che conosciamo dai film e dalla letteratura. Il personaggio 'chiave' per l'immaginario comune é basato su un uomo esistito realmente, Vlad III di Valacchia, altrimenti noto come Vlad Tepes dell'ordine del Drago (Vlad Tepes Dracului) da cui il nome Dracula.


Pochi sanno però che circa 80 anni prima di Stocker un italo-inglese, John Polidori, creò la prima figura di Vampiro letterario: Lord Ruthven Conte di Marsden.


Scientificamente il mito del vampiro é basato su una condizione medica rara e grave: la porfiria, caratterizzata dalla bassa produzione di gruppo eme sanguigno.
In realtà dovremmo parlare 'porfirie' e di 'insieme di condizioni mediche' poichè esistono diverse manifestazioni, dovute all'accumularsi di sostanze chiamate porfirine - una classe di composti chimici la cui molecola è caratterizzata da uno scheletro eterociclico costituito da quattro molecole di pirrolo unite tramite i ponti metinici nella posizione alfa - delle quali fanno parte la clorofilla e il gruppo eme, fondamentali per lo svolgimento delle funzioni vitali degli organismi.


Le porfirie hanno diverse manifestazioni a seconda del tipo, ad esempio:
  • la Porfiria Cutanea Tarda si manifesta con ipersensibilità cutanea, ed é alla base dell' idea che il vampiro non può stare al sole;
  • la Porfiria Eritropoietica Congenita (chiamata anche Morbo di Gunther) si manifesta con anemia emolitica, dalla quale l' idea del vampiro che deve succhiare sangue per ricreare il suo equilibrio di globuli rossi


giovedì 20 agosto 2020

Perché l'idea della città perduta di Atlantide è un argomento così popolare nella storia teorica mentre ci sono molte altre città antiche perse nel tempo


Alcune cose che spiccano su Atlantide a causa di ciò che ha riportato Platone.
La cosa più essenziale che posso trovare è che Platone in pratica è stato nella città descrivendone la grandezza . Era una metropoli di un milione di persone, per uno (più di quanto non ci fosse in qualsiasi città fino a secoli dopo), con una marina composta da circa 200.000 navi.
Francamente, è pazzesco. Era abbastanza per distruggere Atene in potenza armata. Poi c'erano i muri. Una città di circa 370 km di diametro la cui parete esterna era interamente rivestita in ottone. E se ciò non fosse abbastanza ridicolo, la parete centrale era rivestita di stagno e la parete interna (un diametro di 9 km) era rivestita di oricalco. Non abbiamo idea di cosa fosse questo metallo, ma Platone si vantava che era secondo in valore all'oro (anche se avrebbe potuto essere un'altra forma di ottone come l'ottone dorato, che ha un contenuto di zinco più elevato rispetto al classico ottone rosa).

Concept del concept artist Rocío Espín Piñar.

Ha anche conquistato praticamente tutto il Mediterraneo circa 9000 anni prima che Platone salpasse per Atene.
Sarò onesto, otterrà un po 'di favoritismo perché è una storia europea. Ci sono altre leggende di grandi città che vengono perse, nascoste o distrutte come Ubar o Shambhala, ma penso che Atlantide sia emblematica nella mitologia occidentale come una città splendente che ha conquistato il mondo, non diversamente da Roma.
E se noti il fascino, il fatto che Atlantide sia stata affondata come punizione di Poseidone è stata più spesso ricordata come il dio del mare che ha uno dei suoi momenti di rabbia o un atto casuale della natura. Il fatto che gli Atlantidei abbiano subito la sua ira diventando avidi, diffidenti o paranoici è stato per lo più diffuso dai media popolari.
Se però viene ricordato, è sempre un momento singolare - un singolo atto di incalcolabile male o arroganza - che condanna una città a godere dei frutti della prosperità e cancella un intero impero dalla faccia della Terra.
La perdita di Atlantide viene spesso raccontata come una tragedia in questi giorni. Una metropoli al culmine del suo potere viene inghiottita dal mare o per i capricci di un dio meschino o un uomo che fa un passo di troppo in avanti. Va considerato che Platone tuttavia dice che gli Atlantidei erano caduti in disgrazia molto prima che Poseidone scaricasse un oceano su di loro. I templi per il governante della città avevano da tempo perso il loro uso per riempirsi di polvere e la bellezza della terra era finita in nome del profitto e del potere. Cioè se non fossero diventati tane dove i prestatori di denaro e gli imbroglioni ostentavano le loro merci. I monumenti dell'età d'oro di Atlantide diventano ricordi di un'epoca lontana, circondati da persone che erano pallide ombre dei loro gloriosi avi. Interessati solo al potere e al dominio.
Un esempio perfetto del fascino di Atlantide nella sua gloria: una delle prime cose che emergono se si digita "Atlantide" in Google è un mega resort da miliardi di dollari alle Bahamas.


L'ironia è forte in questo caso, credo.



mercoledì 19 agosto 2020

Alcune leggende urbane provenienti dal Giappone


C'è una figura che appare in diversi film, anime, manga e videogame. Alcuni riferimenti sono contenuti anche nell'horror The Ring.
Kuchisake-onna (口 裂 け 女, la donna dalla bocca spaccata) è una figura malevola delle leggende e del folklore urbani giapponesi. Descritta come uno spirito maligno, si presenta con il viso parzialmente coperto con una maschera o un altro oggetto e porta con sè una sorta di oggetto appuntito.


Secondo la leggenda popolare, chiede alle potenziali vittime se pensano che sia attraente. Se queste rispondono no, le ucciderà con la sua arma. Se dicono , rivelerà che gli angoli della sua bocca sono tagliati da un orecchio all'altro e poi ripeterà la sua domanda. Se il malcapitato risponde con no, lo ucciderà con la sua arma, e se dirà , gli taglierà gli angoli della bocca in modo che assomigli alla sua deturpazione.
In questo schema, potete trovare un riassunto delle varie opzioni:


Insomma, a quanto pare non se ne uscirebbe…
E invece no. Come in ogni leggenda urbana, servono un po' di astuzia, inventiva e sangue freddo (Faust docet). I metodi che possono essere usati per sopravvivere a un incontro con la Kuchisake-onna includono rispondere alla sua domanda descrivendo il suo aspetto come mediocre, o distraendola con soldi o caramelle.


martedì 18 agosto 2020

Una delle dimore più misteriose al mondo


Rennes le Chateau è una piccola cittadina dei Pirenei nel distretto dell’Aude.


Oggi non si contano oltre quaranta anime tra i suoi abitanti, ma ogni anno oltre 25.000 visitatori si recano dentro le sue mura. Ricca di misteri e di numerosi segreti, l’affaire di Rennes le Chateau fece la sua prima comparsa nel mondo dei media nel 1972 quando il giornalista, e ricercatore, Henry Lincoln presentò al pubblico inglese tre documentari per la nota rete televisiva BBC. Grazie al contributo di Richard Leigh e Michael Baigent ne seguì un best-seller mondiale, tradotto in oltre 22 lingue, “The Holy Blood and The Holy Grail” e con oltre sei milioni di copie vendute in tutto il mondo.
Il mistero legato a Rennes le Chateau ebbe così inizio.
Ma che cosa si cela dietro questo mistero? I primi dati di cui disponiamo risalgono alla fine del XIX secolo quando un prete di nome Berengere Sauniere


venne nominato curato di questa piccola cittadina. Nato a pochi chilometri da Rennes Le Chateau, a Montazels, Sauniere fin da piccolo mostrò un profondo interesse per le arti e la cultura spingendo i propri genitori a farlo entrare in seminario per poter coltivare proficuamente tali interessi. Il 1 Giugno 1885 Sauniere, 33enne, viene nominato parroco a Rennes le Chateau, il suo stipendio non è superiore a pochi franchi per anno, talmente pochi da costringerlo ad iniziare ad andare a caccia e a pesca per poter sopravvivere decentemente oltre alle scarse donazioni effettuate dai parrocchiani nei suoi confronti. Tale condizione durerà per circa sei anni, fino a quando non assunse alle proprie dipendenze una giovane diciottenne, Marie Denarnaud, che lo aiuterà fino alla sua morte condividendo con Padre Sauniere i misteri di questo piccolo borgo. La situazione non era però migliorata e al tutto si aggiunsero grossi problemi inerenti la piccola chiesetta del paese, oramai quasi diroccata e con gravi problemi strutturali. Fu però proprio da questa piccola chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena che il mistero sembrò iniziare, un mistero legato al restauro di un edificio costruito nel 1059 e consacrato nel 1225.
L’antica cittadina di Rennes le Chateau era stata ricostruita posteriormente su un antico sito visigoto del VI secolo dopo Cristo. Antico dominio dei Conti di Razés, dei Marchesi Blanchefort e dei Signori di Hautpoul la cittadina era stata nei suoi secoli di storia la capitale dell’Impero Visigoto, nonché luogo sacro per le antiche popolazioni celtiche. Al dominio e al potere seguì però un’epoca buia dettata nei secoli dalla lenta decadenza del paese, decadenza che condusse Rennes le Chateau a trasformarsi in un “semplice” borgo urbano.
Sauniere, pur disponendo di povere finanze, fin dal suo insediamento aveva cercato di portare avanti un progetto per restaurare la povera chiesa e riportarla ad uno stato di vivibile utilizzo. Una piccola raccolta di fondi venne avviata nel paese per iniziare la ristrutturazione della chiesa. Sauniere, privo di scrupoli e di forte tempra si coinvolse in prima persona per risparmiare sui costi della manovalanza. Si iniziò smantellando alcune pareti ed il tetto ormai totalmente distrutti. I lavori sembravano procedere alacremente e Sauniere, a detta delle scarne cronache del tempo, giova nel constatare il lento recupero di questa piccola parrocchia.
Quando l’attenzione del prete e degli operai venne rivolta al restauro dell’altare maggiore,


il mistero e le scoperte iniziarono a rincorrersi fino ai giorni odierni. L’altare possedeva infatti una lastra di marmo, datata al XII, secolo posta in corrispondenza di una colonna di legno altrettanto vecchia.
Quando si procedette a rimuovere la lastra di marmo ci si accorse che la colonna alla sua base possedeva delle cavità. Incuriositi da questa strana scoperta il prete e gli operai si ritrovarono poco dopo davanti ai loro occhi tre o quattro pergamene (dipende dalle fonti) probabilmente redatte dal precedente curato. Le strane pergamene erano state disposte all’interno di alcuni cilindri con i sigilli dell’Ordine dei Cavalieri Templari portando le date del 1270 e del 1274.
Questo quanto la tradizione e le testimonianze ottenute nella metà del ‘900 permisero di appurare sul ritrovamento di queste strane pergamene. L’emozione di Sauniere per questa scoperta lo portò sicuramente a ricordare le antiche leggende del posto che raccontavano come un grosso tesoro fosse stato nascosto nei pressi della sua cittadina dai Cavalieri Templari e/o dagli eretici Catari.
La speranza di trovare oro e gemme all’interno dei cilindri venne delusa quando il curato si trovò davanti a delle pergamene vergate in latino. La delusione probabilmente fu maggiore quando il giovane Sauniere si accorse che due di queste pergamene sembravano riportare fedelmente alcuni brani tratti dal vangelo di Luca.
Le varie versioni oggi “disponibili” di questo mistero ci raccontano però come dopo la prima delusione Sauniere si fosse rivolto al proprio superiore, Mons. Felix Billard, che indirizzatolo a Parigi gli avrebbe permesso di decifrare le misteriose pergamene.
Una volta venuti alla luce, i messaggi sembrarono richiamarsi ad un tesoro sepolto e ad un corpo inumato nella zona di Rennes le Chateau. “A DAGOBERT II ROI ET A SION EST CE TRESOR ET IL EST LA MORT” ( trad. «A Dagoberto II Re e a Sion appartiene questo tesoro ed egli è la morto») seguito da un altro messaggio altrettanto criptico rinvenuto nella seconda pergamena, "BERGERE PAS DE TENTATION QUE POUSSIN TENIERS GARDENT LA CLEF PAX DCLXXXI PAR LA CROIX ET LE CHEVAL DE DIEU J''ACHEVE CE DAEMON DE GARDIEN A MIDI POMMES BLEUES" (trad. «Pastorella nessuna tentazione che Poussin e Teniers tengono la chiave, pace 681, per la croce e questo cavallo di Dio io compio – o anniento – questo demone guardiano a mezzogiorno. Mele azzurre”).
Un messaggio che allora, come forse anche oggi, potrebbe sembrare insulso e privo di significato ma che contestualizzato nel Redhae, la regione di Rennes Le Chateau, potrebbe assumere ben chiari significati. Le altre due pergamene rinvenute da Sauniere sembravano essere invece delle genealogie, secondo alcuni a testimonianza di una sopravvivenza della dinastia francese dei Merovingi, secondo altri inerenti legami di sangue tra antiche famiglie della zona.
E’ proprio da questi legami di sangue che successivamente si ipotizzeranno scenari curiosi quanto incredibili ma, fino ad oggi, inverificabili.
Nel corso degli anni diversi detrattori hanno cercato di smitizzare il mistero di questa cittadina affermando che sia le pergamene che il mistero nato negli anni successivi al ’70, erano unicamente il frutto di abili operazioni commerciali di Lincoln e colleghi insieme ad un curioso giornalista di nome Gerarde de Sede.
Se forse è possibile rinvenire realmente nel materiale di questi autori fattori “di disturbo” o semplici illazioni gratuite, è bene comunque ricordare che l’enigma sorto dietro questa cittadina viene fatto risalire direttamente alla giovane perpetua di Sauniere, Marie Denarnaud, quindi direttamente a chi Sauniere aveva confidato parte delle proprie scoperte e dei propri affari.
Le scoperte però non sembrarono finire poiché gli scavi continuarono, questa volta in gran segreto e senza l’aiuto degli operai. Sauniere riuscì infatti a scoprire una antica cripta posta sotto l’altare maggiore della chiesa e le ossa di due non ben precisati individui con alcuni monili e armi indosso.
Tale scoperta è stata recentemente suffragata da non meno di due spedizioni che sono riuscite ad identificare, attraverso l’utilizzo di georadar, proprio sotto l’altare maggiore della cappella una piccola struttura artificiale perfettamente quadrata insieme ad un’altra simile posta sotto la oggi nota Torre di Magdala.
Ma le scoperte non sarebbero finite perché se la cripta degli Hautpoul-Blanchefort conteneva i resti di tutti i membri di quella famiglia, cosa era nascosto nella tomba della Marchesa Marie d’Hautpoul-Blanchefort, dell’adiacente cimitero? Forse in questo momento Saunière capì che nella tomba del cimitero c’era qualcun altro o qualcos’altro.
La scoperta di queste pergamene sembrò risanare totalmente i debiti e la penuria finanziaria del giovane Sauniere che iniziò a disporre di ingenti somme di denaro per la ristrutturazione della chiesa e per uso personale, in totale distonia con la vita di un povero prete di campagna.
La vita del giovane curato cambio talmente che i lavori di restauro non solo furono rinvigoriti, ma divennero addirittura sfarzosi, quasi principeschi; cosa assai strana per una piccola parrocchia sperduta nelle brulle colline del sud della Francia.
Le migliorie alla chiesa sembrarono anche portare all’introduzione di alcuni inquietanti particolari. Sul portale d’entrata, alzando gli occhi, l’attenzione è attirata immediatamente da un particolare macabro ed inquietante. Sull’architrave del piccolo portale si può leggere una frase non certo allegra: "Terribilis est locus iste" (trad. lat. "questo è un luogo terribile").


Il vaso contenente l'acqua benedetta, e' sorretta da una statua raffigurante una figura inquietante, che molti attribuiscono al diavolo.


All’interno della chiesa le stazioni della Via Crucis, oltre ad essere disposte nel senso contrario rispetto alla norma, presentano alcune anomalie degne della migliore tradizione esoterica. Dentro quasi tutte le stazioni sono stati infatti inseriti piccoli particolari, visibili solamente all’occhio esperto, che sembrano voler richiamare l’attenzione verso una conoscenza sottile, segreta, nascosta nei particolari.
Anche le due statue ai lati dell’altare presentano quello che potrebbe essere un messaggio codificato nella religione, sia San Giuseppe che la Vergine Maria reggono in braccio un bambino. Due bambini che la tradizione gnostica ed esoterica ci indicano come i due Messia, quello Sacerdotale e quello Regale dell’antica Israele, e che alcune tradizioni identificano come Gesù e San Giovanni Battista


Altri ricercatori hanno avanzato la curiosa ipotesi che questo doppio lignaggio volesse significare anche una discendenza diretta dalla famiglia di Cristo, identificata da alcuni nei Desposini .
Ma le curiosità non finiscono perché Sauniere era solito annotare tutto ciò che accadeva sul suo diario personale. Alla data del 29/9/1891 si legge: "Visto il curato di Nevian - presso Gelis – presso Carrière – visto Cros e Secret". “Secret” come nome di persona non esiste, forse Sauniere voleva dire proprio "segreto"? Aveva parlato ai curati delle vicine città di un segreto?
Tutto sembrerebbe collegarsi qualcosa scoperto da Sauniere nella chiesa. Ma che cosa? Si è supposto che potesse trattarsi del tesoro dei cavalieri templari, di quello portato via dalla roccaforte catara di Monsegur. Secondo altri autori un libro scritto da un contemporaneo di Sauniere, Padre Boudet, potrebbe indicare la presenza di un tesoro nascosto in ben 12 posti nelle vicinanze di Rennes Le Chateau.
Una delle ipotesi più in voga tra i cristiani gnostici è quella che Gesù Cristo non sia morto sulla croce, ma che abbia finito i suoi giorni in Linguadoca, trasferendosi insieme alla Maddalena, che sarebbe divenuta sua sposa e da cui avrebbe avuto dei figli dai quali sarebbe nata la dinastia merovingia.
Si paventa, come abbiamo già detto, la presenza templare, catara, addirittura del tesoro dei visigoti trafugato nel sacco di Roma. Alcuni autori ipotizzano che si tratti del tesoro di Blanche de Castille, altri il tesoro del Tempio di Salomone. Alcuni ricercatori si sono spinti ad affermare che il tesoro non fosse altro che il vero corpo di Gesù Cristo inumato nel vicino Monte Cardou ( contrazione di “corps de Dieu”, il corpo di Dio). Altri dicono che l’Arca dell’Alleanza sia nascosta nel vicino villaggio di Arques.
Ma l’ipotesi forse più famosa e più accreditata è quella che nella tomba falsa della marchesa Marie d’Hautpoul-Blanchefort fosse stata nascosta Maria Maddalena, le raffigurazioni ripetute della santa in una chiesa così piccola, l’adorazione particolare che Saunière aveva per lei, ed un quadro del pittore Poussin porterebbero ad ipotizzare, secondo alcuni autori ciò.
Non è semplice oggi capire e spiegare un mistero di oltre cento anni fa. Molti indizi hanno condotto cercatori di tesori o semplici appassionati su false piste, portandoli addirittura nel passato ad usare la dinamite per creare buche nel terreno. Oggi invece si è cercato di smitizzare, e forse anche turisticizzare troppo, un posto trasformandolo in certi casi in un fenomeno “da far vedere”.
Il mistero reale che però si nasconde in questa piccola cittadina forse non ha trovato ancora risposta.
Che Sauniere lo abbia custodito, scoperto o semplicemente sfruttato interessa relativamente, quello che i ricercatori di oggi, come di allora, rincorrono, è capire la matrice ed il significato del mistero stesso.
Una tradizione, un retaggio o più semplicemente una conoscenza tramandata attraverso determinate famiglie; questo forse il veicolo attraverso cui questo mistero si è dipanato nei secoli. Ma a che cosa si riferiva questo mistero?
L'alone mistico ,misterioso,angosciante ed esoterico che aleggia intorno a Rennes le Chateaux , lo si puo' capire solo visitando la Chiesa e la dimora del curato.All'interno, si respira un'aria inquieta.Quando si arriva davanti alla stanza ,rimasta intatta,nella quale Saunier mori', ti puo' assalire un senso di agitazione e terrore. Queste sono alcune testimonianze di persone che hanno vissuto questa esperienza.


Inclusa la mia…..


lunedì 17 agosto 2020

Esistono i Vampiri? Un'Indagine Approfondita sulle Leggende e la Realtà di Queste Creature Notturne

 


I vampiri, creature mitiche che si nutrono del sangue dei vivi, hanno affascinato e spaventato l'immaginazione umana per secoli. Da racconti popolari a romanzi gotici, da film horror a serie televisive, i vampiri sono diventati un elemento iconico della cultura popolare. Tuttavia, dietro le leggende e i miti, sorge la domanda fondamentale: esistono davvero i vampiri? In questo approfondito esame, esploreremo le prove, le teorie e le speculazioni che circondano l'esistenza di queste creature notturne.

Le leggende sui vampiri hanno radici antiche e sono presenti in molte culture e tradizioni in tutto il mondo. Dall'Europa all'Asia, dall'Africa all'America, racconti di creature simili ai vampiri si trovano in mitologie e folklore di ogni genere.

Le prime storie di vampiri risalgono all'antica Mesopotamia e alla Grecia classica, con creature come il lamia e il vrykolakas che si nutrivano del sangue e della vita degli esseri umani. Queste leggende si diffusero poi in tutta l'Europa medievale, culminando nelle storie di vampiri dell'Europa orientale, come Dracula e Nosferatu.

Le caratteristiche dei vampiri variano a seconda delle tradizioni culturali, ma ci sono alcune caratteristiche comuni che si trovano spesso nelle leggende vampiriche. Queste includono la sete di sangue umano, la paura della luce solare, la capacità di trasformarsi in creature animali o nebbia e la vulnerabilità a oggetti sacri come l'aglio e il crocifisso.

Altre caratteristiche comuni includono la capacità di trasformare le loro vittime in vampiri attraverso il morso o il contatto con il proprio sangue, e la necessità di nutrirsi regolarmente di sangue per mantenere la loro immortalità o vitalità.

Sebbene le leggende dei vampiri siano principalmente di natura mitica e soprannaturale, alcuni studiosi hanno cercato di spiegare le origini di queste storie attraverso interpretazioni scientifiche e psicologiche. Una delle teorie più popolari è che le leggende dei vampiri possano essere state ispirate da casi di malattie e condizioni mediche che causano sintomi simili a quelli associati ai vampiri, come la porfiria e l'ipernatremia.

Altri studiosi suggeriscono che le storie dei vampiri potrebbero essere state influenzate da osservazioni di cadaveri decomposti o da pratiche funerarie come l'apertura delle tombe per esaminare i corpi. Tuttavia, mentre queste teorie possono spiegare alcune delle origini delle leggende vampiriche, non possono fornire una spiegazione completa per l'ampia diffusione e persistenza di queste storie nel corso dei secoli.

Nel corso della storia, ci sono stati numerosi casi documentati di isteria da vampiro, in cui le comunità sono state prese dal panico e dall'orrore per presunte apparizioni di vampiri. Uno dei casi più famosi è quello di Peter Plogojowitz, un contadino serbo che sarebbe tornato dalla morte per tormentare i suoi vicini e bere il loro sangue.

Le indagini storiche su questi casi hanno rivelato che molte delle leggende vampiriche potrebbero essere state il risultato di malattie e superstizioni diffusi, come la decomposizione dei cadaveri e le credenze nella trasmissione della malattia attraverso il contatto con i morti. Tuttavia, nonostante le spiegazioni razionali, le storie dei vampiri continuano a esercitare un forte fascino e mistero per molte persone in tutto il mondo.

Oltre alle spiegazioni scientifiche e storiche, ci sono anche interpretazioni psicologiche dei vampiri che suggeriscono che queste creature potrebbero rappresentare simboli di desideri e paure umane profonde. Alcuni psicologi ritengono che i vampiri possano simboleggiare il desiderio di eterna giovinezza e immortalità, mentre altri suggeriscono che possano rappresentare le nostre paure più profonde di morte e decadimento.

Altri studiosi affrontano il fenomeno dei vampiri dal punto di vista della cultura popolare e della psicanalisi, esaminando come le storie dei vampiri riflettano le preoccupazioni e le ansie della società in un dato momento storico. Ad esempio, durante il periodo vittoriano, le storie dei vampiri possono essere state influenzate dalle preoccupazioni riguardanti la sessualità, la malattia e la moralità.

La domanda su se esistano davvero i vampiri rimane senza risposta. Mentre le prove scientifiche e storiche suggeriscono che le storie dei vampiri siano il risultato di miti e superstizioni, il fascino e l'attrazione per queste creature persistono ancora oggi.

Sebbene i vampiri possano non esistere nel senso letterale, il loro impatto sulla cultura popolare e l'immaginazione umana è innegabile. Le storie dei vampiri ci offrono un modo per esplorare le nostre paure, desideri e ansie più profonde, e continuano a ispirare e affascinare persone di tutte le età e provenienze in tutto il mondo.


domenica 16 agosto 2020

Il Diamante Hope: Storia, Mito e Mistero di una Gemma Leggendaria

 


Il Diamante Hope è una delle gemme più famose e affascinanti della storia. Conosciuto anche come "La Grande Turchese", questo diamante azzurro ha catturato l'immaginazione del pubblico per secoli con la sua bellezza mozzafiato e la sua storia travagliata. In questo approfondito esame, esploreremo la storia, il mito e il mistero di questa gemma leggendaria, scoprendo le sue origini, le sue proprietà uniche e il suo impatto sulla cultura e la società.

Le origini del Diamante Hope risalgono al XVII secolo, quando fu scoperto nelle miniere di Golconda, in India. Si stima che il diamante abbia origini antiche, forse risalenti a migliaia di anni fa, e che sia stato inizialmente posseduto da monarchi indiani prima di essere acquistato da commercianti europei.

Una delle prime tracce storiche del diamante si trova nei documenti di Tavernier, un mercante francese che visitò l'India nel XVII secolo e descrisse il diamante come "azzurro" e "delle dimensioni di una grossa nocciola". Da allora, il Diamante Hope è passato attraverso numerose mani e ha attraversato molte avventure prima di diventare una delle gemme più famose al mondo.

Il Diamante Hope è noto per il suo colore azzurro intenso e la sua straordinaria brillantezza. Con una storia che si perde nei secoli, questa gemma ha catturato l'immaginazione di monarchi, aristocratici e collezionisti di gioielli per generazioni.

Il diamante ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni, con variazioni nella sua taglia e nella sua incastonatura. Attualmente, è esposto al Museo Nazionale di Storia Naturale degli Stati Uniti a Washington, DC, dove continua a essere una delle principali attrazioni per i visitatori di tutto il mondo.

Oltre alle sue impressionanti caratteristiche fisiche, il Diamante Hope è avvolto da mito e leggenda. Si dice che porti fortuna a chi lo possiede, ma anche sventura e tragedia a coloro che osano toccarlo senza rispetto.

Una delle leggende più famose associate al Diamante Hope è la maledizione che si dice abbia colpito coloro che lo hanno posseduto nel corso della storia. Si racconta che il diamante porti sfortuna e rovina a coloro che lo possiedono, causando tragedie, disgrazie e persino morte.

Nel corso della sua lunga storia, il Diamante Hope ha passato attraverso molte mani e ha avuto numerosi proprietari illustri. Tra i suoi possessori più famosi ci sono re, regine, nobili e magnati dell'industria, tutti attratti dalla sua bellezza e dal suo fascino misterioso.

Uno dei suoi proprietari più noti è stato il mercante inglese Thomas Hope, da cui il diamante prende il nome. Tuttavia, anche altri personaggi storici famosi hanno posseduto il diamante, tra cui il re Luigi XIV di Francia e il gioielliere americano Harry Winston.

La maledizione associata al Diamante Hope ha generato molte teorie e speculazioni nel corso degli anni. Alcuni credono che la maledizione sia solo una leggenda senza fondamento, mentre altri sostengono che ci possa essere qualche base di verità dietro i racconti di sfortuna e tragedia associati al diamante.

Alcuni esperti di gemmologia suggeriscono che il Diamante Hope potrebbe contenere impurità o inclusioni che possono influenzare il suo significato simbolico e le sue proprietà metafisiche. Altri suggeriscono che la maledizione possa essere il risultato di suggestione e credenze collettive, piuttosto che di una vera e propria influenza soprannaturale.

Nonostante le sue origini antiche e la sua storia travagliata, il Diamante Hope continua a essere una delle gemme più famose e desiderate al mondo. La sua bellezza e il suo fascino hanno ispirato generazioni di artisti, scrittori e designer di gioielli, e la sua presenza nel mondo moderno è ancora molto rilevante.

Oggi, il Diamante Hope è considerato uno dei tesori più preziosi della collezione del Museo Nazionale di Storia Naturale degli Stati Uniti, dove continua a essere esposto al pubblico e a essere ammirato da milioni di visitatori ogni anno. La sua storia e il suo mistero lo rendono una delle gemme più affascinanti e iconiche del mondo.

Il Diamante Hope rappresenta una delle più grandi meraviglie della natura e dell'arte umana. Con la sua storia ricca di mistero e fascino, questa gemma leggendaria continua a ispirare meraviglia e ammirazione in tutto il mondo.

Che si tratti di credere o meno alla maledizione associata al Diamante Hope, una cosa è certa: la sua bellezza e il suo impatto sulla cultura e la società rimarranno indelebili per sempre. Con il suo colore azzurro mozzafiato e la sua storia avvincente, il Diamante Hope rimane una delle gemme più ammirate e desiderate del mondo.

 
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