lunedì 27 novembre 2023

Tra Mito e Realtà: Humbaba, il Guardiano della Foresta dei Cedri

 


Nelle profondità della storia antica, tra le pieghe della mitologia sumerica, si cela una figura enigmatica e temuta: Humbaba, il guardiano della Foresta dei Cedri. La sua presenza evoca un senso di mistero e di timore, intrecciando le leggende più antiche con la realtà delle popolazioni mesopotamiche.

Descritto come una creatura ibrida, Humbaba incarna una combinazione di elementi selvaggi e mostruosi: unghie di leone, squame di bronzo, artigli di avvoltoio, corna di toro e coda a testa di serpe. La sua figura evoca un potere evocativo-metaforico, simbolo della forza e della ferocia della natura selvaggia.

Nell'epopea di Gilgamesh, Humbaba è sfidato e sconfitto dal leggendario eroe, ma la sua presenza continua a esercitare un'influenza oscura sulle popolazioni sumeriche. Considerato inizialmente come un guardiano della foresta, con il passare del tempo Humbaba viene riveduto come una creatura malefica, alla quale vengono offerti doni votivi per tenere lontane le sue influenze nefaste.

Le leggende narrano di un'avvertenza: chiunque osasse avventurarsi da solo nei boschi, dovrebbe fare attenzione a non invocare Humbaba. Se da una parte la creatura potrebbe correre in aiuto di chi lo chiama, dall'altra potrebbe chiedere in cambio l'anima stessa del malcapitato. Una minaccia che permea il folclore e la psiche delle popolazioni antiche, evocando il timore e il rispetto per le forze oscure della natura.

Così, tra mito e realtà, Humbaba continua a essere una figura intrigante e inquietante, che ci ricorda la complessità e la profondità della mitologia sumerica e il rapporto ancestrale dell'umanità con il mondo naturale. Una leggenda che sopravvive nei secoli, tessendo un filo sottile tra passato e presente, tra il noto e l'ignoto, tra la luce e le ombre della storia umana.

domenica 26 novembre 2023

Notti Senza Luna: Il Mistero degli Ungumani della Rocca di Lerma

 


Nel cuore delle notti senza luna, quando il silenzio avvolge la terra e solo il sibilo del vento fa eco tra le montagne, si cela un mistero millenario: gli Ungumani della rocca di Lerma. Creature enigmatiche, a metà strada tra l'umano e il selvatico, che da secoli alimentano leggende e superstizioni nelle terre circostanti.

La loro presenza è avvolta da un'aura di timore e rispetto, poiché chiunque abbia avuto la fortuna - o la sventura - di incontrarli descrive il loro sguardo penetrante e il loro verso sinistro come impossibili da dimenticare. Si narra che, in passato, abbiano dimostrato una forza straordinaria, aiutando le persone nei lavori più pesanti e dispensando saggezza su come connettersi con la natura.

Ma il loro aspetto e il loro comportamento non sono l'unico motivo di curiosità. La loro forma di riproduzione, tramite neanidi che si liberano da un involucro per emergere più forti e più grandi, ricorda il ciclo di trasformazione delle libellule. Come dal bruco esce la farfalla, così gli Ungumani abbandonano la loro parte esterna, composta da quel poco di bene che hanno assorbito e di cui vogliono liberarsi.

Eppure, nonostante il loro aspetto selvaggio e la loro natura enigmatica, c'è chi sostiene che gli Ungumani siano guardiani nascosti della terra, custodi di antiche conoscenze e protettori del territorio che abitano. La loro presenza, anche se temuta, è considerata da alcuni come un segno di connessione con le forze ancestrali della natura.

Quindi, se mai vi doveste imbattere in uno di essi nelle notti oscure della rocca di Lerma, ricordate di essere voi stessi, con quella giusta dose di istinti primordiali. E forse, solo forse, potreste cogliere un piccolo frammento della saggezza e del mistero degli Ungumani che da secoli affascinano e spaventano coloro che osano avvicinarsi al loro regno.


sabato 25 novembre 2023

"Lo Straordinario Mistero degli Sciapodi: Creature Mitologiche o Yogini Antichi?"

 


Nel vasto panorama delle creature mitologiche che popolano le leggende e i racconti antichi, gli sciapodi emergono come una figura enigmatica e affascinante. Originariamente menzionati da autori classici come Filostrato di Tiro e Plinio il Vecchio, questi esseri con una sola gamba hanno stimolato la fantasia e la curiosità di generazioni di studiosi e appassionati di mitologia.

Le loro origini sono avvolte nel mistero, con diverse fonti che li collocano in India, Egitto e altre terre lontane. Descritti come esseri umani con un'enorme gamba che utilizzano per proteggersi dal sole e dalla pioggia, gli sciapodi sono stati oggetto di speculazioni e interpretazioni diverse nel corso dei secoli.

Una delle teorie più intriganti propone che gli sciapodi potrebbero essere una rappresentazione di antichi praticanti dello yoga. Descritti come esseri che si sdraiano sulla schiena per proteggersi dall'ardore del sole con l'ombra del loro piede, potrebbero essere interpretati come yogini in posizioni di meditazione o rilassamento.

Ma la leggenda degli sciapodi non si limita solo alle antiche civiltà. Leggende simili sono state tramandate anche in altre culture, come quella degli indigeni dell'Amazzonia e persino in saghe irlandesi e racconti di esploratori europei in terre sconosciute.

Il mistero degli sciapodi continua a intrigare e a stimolare la nostra immaginazione. Siano essi creature mitologiche o antichi praticanti dello yoga, il loro enigmatico fascino continua a ispirare la ricerca e la riflessione sulla natura dell'umanità e delle sue credenze ancestrali.

venerdì 24 novembre 2023

Esploriamo l'Al di là della Vita: Coscienza e Morte

Mi piace svegliarmi alla mattina e non sapere cosa mi capiterà o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Secondo me la vita è un dono, e non ho intenzione di sprecarla, non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano, impari ad accettare la vita come viene… così ogni singolo giorno ha il suo valore!

(Titanic di James Cameron – 1997)



Nel vasto oceano della conoscenza, ci sono misteri che sfidano la nostra comprensione. Tra questi, la coscienza dopo la morte emerge come una delle sfide più intriganti, spingendo scienziati, filosofi e artisti ad esplorare i confini dell'esperienza umana.

Uno studio rivoluzionario condotto dall'Università di Southampton e pubblicato su Resuscitation ha gettato nuova luce su questo argomento. Dopo quattro anni di ricerca, gli studiosi hanno scoperto che quasi il 40% dei sopravvissuti a un arresto cardiaco ha riferito di aver avuto esperienze di consapevolezza durante il periodo in cui erano clinicamente morti, prima che il loro cuore ritornasse a battere. Un caso in particolare ha registrato un uomo che ha ricordato di aver lasciato il suo corpo e di aver assistito alle manovre di rianimazione, descrivendo con precisione le azioni degli infermieri e persino i suoni dei macchinari.ᄂ️

Questo studio suggerisce l'esistenza di una "finestra di consapevolezza" di alcuni minuti dopo che il cuore ha smesso di battere, un fenomeno che sfida le convenzioni scientifiche tradizionali. Nonostante il cervello si "disattivi" 20-30 secondi dopo che il cuore si è fermato, la consapevolezza cosciente continua per più di 3 minuti. Questo non è frutto dell'immaginazione o dell'autosuggestione, ma di esperienze reali documentate.

La scienza, inoltre, sta iniziando ad esplorare la possibilità di un passaggio verso un nuovo stato di vita dopo la morte, in particolare attraverso la fisica quantistica. Il professor Robert Lanza, direttore scientifico presso l'Advanced Cell Technology, sostenendo la Teoria del Biocentrismo, secondo cui la morte come la conosciamo è un'illusione generata dalla nostra coscienza. Secondo lui, la vita è al centro dell'esistenza, e la coscienza stessa è alla base della realtà.

Questo approccio scientifico alla comprensione della vita oltre la morte si contrappone alle credenze religiose e filosofiche tradizionali, che spesso vedono nella morte il passaggio a un'esistenza eterna. La fisica quantistica, con la sua comprensione dell'osservatore come elemento determinante nella formazione della realtà, sembra confermare le teorie dei filosofi idealisti, suggerendo che la realtà sia un prodotto della nostra mente.

La Teoria Quantistica della Coscienza, sviluppata da scienziati come il dottor Stuart Hameroff e Sir Roger Penrose, propone che le nostre anime possano essere contenute in microstrutture chiamate "microtubuli", all'interno delle nostre cellule cerebrali. Questa teoria suggerisce che la coscienza non muore con il corpo, ma torna alla sua sorgente, un concetto che potrebbe spiegare l'esperienza di premorte.

Ma ciò che rimane al centro di queste riflessioni è il senso della vita e della morte. Che la coscienza possa esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato, e che la vita possa trascendere il nostro modo ordinario di pensare, ci porta a riflettere sulla natura dell'esperienza umana.

La morte, così come la vita, è un mistero che ci sfida a dare un senso al nostro esistere. E mentre la scienza ci offre nuove prospettive, è importante ricordare che la comprensione dell'Al di là della Vita è un viaggio che continua, un viaggio che invita a riflettere sulla natura dell'essere umano e sulla sua relazione con l'Universo.





giovedì 23 novembre 2023

Terrore nello spazio


 

“…può anche darsi che gli abitanti di questo pianeta vivano su un differente piano di vibrazione. Uomini di carne e ossa come noi non possono vederli, tranne in certi momenti, guardando di traverso, con la coda dell’occhio…”

(Terrore nello Spazio di Mario Bava – 1965)

Il 23 dicembre 1574, Caterina de' Medici, regina di Francia, si era appena ritirata a riposare. Era a Avignone, circondata da dame e nobiliuomini che cercavano di aiutarla a rilassarsi. In un momento, la regina gridò, indicando un punto della stanza, e con voce soffocata affermò di vedere il Cardinale di Lorena che le stendeva la mano. Nessuno degli astanti notò nulla, e il Cardinale di Lorena, che era gravemente ammalato, non poteva essere presente. La regina si calmò e inviò qualcuno a casa del Cardinale per chiedere notizie sulla sua salute, scoprendo che era morto poco prima. Questo episodio è stato riportato da Agrippa d'Aubigné e fa parte di una serie di visioni che sembrano preannunciare la morte di qualcuno.

I fantasmi possono manifestarsi in vari modi: possono vagare sofferenti nei luoghi dove hanno trovato una morte improvvisa e brusca. Ma è importante chiedersi se possiamo valutare serenamente e senza pregiudizi la loro esistenza.

Nel 1966, in Inghilterra, il giudice James Devey emise una sentenza che evitò il carcere a William Haywood, un giovane turbolento, non nuovo a vicende del genere. Era la seconda volta che veniva trovato alla guida di un'auto senza patente, e il suo avvocato difensore sostenne che non era giusto che il suo cliente finisse in galera perché la sua giovane moglie era in attesa di un bambino ed era sola in casa, continuamente perseguitata e terrorizzata da un fantasma. Questo bastò affinché il giudice gli infliggesse soltanto una multa e un'ammonizione.

Il nostro passato vive nel ricordo di magiche apparizioni, di strane luci e ombre, di esseri incorporei che attraversano il nostro presente e che potrebbero essere le testimonianze visive, se non tangibili, dell'esistenza di un altro piano di esistenza oltre il nostro, un mondo diverso nel quale continuare a vivere o quantomeno a esistere, una speranza per chi crede che la morte sia la fine di ogni cosa, la fine di tutto, il buio eterno oltre il quale esiste solo il nulla e la dissoluzione.

Alcuni di noi, in uno stato anomalo, hanno varcato, o creduto di varcare, la soglia dell'aldilà e hanno trovato pace o dolore, luce o buio, una luce immensa e calda li ha avvolti, una figura li ha accompagnati attraverso i primi , incerti passi nell'aldilà, un senso di pace quale mai abbiamo avuto e, alla fine, un doloroso ritorno…

Un nuovo mondo ci attende oltre le frontiere della morte? O, molto più semplicemente, è la nostra mente che sogna nuovi mondi per non vivere il dolore della fine? Questo nessuno può saperlo, nessuno è veramente, indiscutibilmente, tornato indietro per raccontarcelo e, purtroppo, il mondo è pieno di ciarlatani più o meno abili che, per soldi o per vanto, ti danno un mondo nuovo da vivere, una speranza.

Nel mondo noi viviamo assieme a queste creature del nostro domani, la cui epigrafe: “Noi siamo come voi sarete. Dimenticarsi di noi è dimenticarsi di voi stessi” rappresenta il futuro verso cui ogni essere vivente sta involontariamente puntando, ma se esiste un altro mondo, un altro piano di vita, cerchiamo di raggiungerlo con il nostro animo più sereno o, quantomeno, crediamo in esso per la nostra pace sulla terra che ora stiamo attraversando.

Assieme a noi vivono creature che seguono i nostri movimenti, che consigliano il nostro modo d'agire, che solleticano il nostro pensiero con idee. Quando, in certi momenti, e con la coda dell'occhio ci sembra di aver captato un movimento vicino a noi, dice una leggenda, abbiamo intravisto un angelo custode.

I fantasmi esistono davvero?

Non esiste, ovviamente, una risposta certa, ci sono coloro che vi credono, chi è scettico e chi scarta a priori la loro esistenza e poi c'è chi dice di averne avuta esperienza diretta e chi trova spiegazioni razionali a ogni fenomeno che potrebbe avere origine soprannaturale.

Circolano centinaia di fotografie di fantasmi, ma… quante sono vere? Quanti fotomontaggi? E quante si possono spiegare grazie a effetti ottici? Sicuramente la percentuale di immagini che non hanno spiegazioni è davvero bassa. Però, a quanto pare, esistono anche foto che qualche dubbio sull'esistenza dei fantasmi la lasciano.

Già all'inizio della caccia ai fantasmi, nel XIX secolo, i diversi tipi di manifestazione venivano distinti in base alle caratteristiche e queste caratteristiche li distinguevano in varie categorie diversificate da Lord Halifax che noi riportiamo pedissequamente.

Fantasma: è la manifestazione di energie residue di fatti storici o vicende familiari particolarmente forti, come morti violente, lutti non elaborati, ecc., che si ripresenta in determinati luoghi. Sarebbero fantastici quelle apparizioni che ripropongono ai malcapitati spettatori alcune scene avvenute in passato. Lord Halifax riporta varie testimonianze di persone che, per esempio, si sono ritrovate nel mezzo di liti furiose fra esseri impalpabili, così come nei cortili di alcuni castelli si possono sentire rumori inspiegabili, come il rumore di zoccoli di cavalli, il clangore di spade o piante. Non si tratterebbe, dunque, di anime intrappolate, ma dell'energia rimasta, una sorta di impronta della storia che rimane legata e si ripresenta a persone particolarmente sensibili.

Spettro: lo spettro sarebbe invece la definizione delle anime dei defunti che, per vari motivi, dopo la morte non sono passate oltre. Si tratta ad esempio di anime di bambini o di persone morte prematuramente che non hanno preso coscienza della propria dipartita e sono rimasti nei posti dove hanno vissuto o accanto alle persone amate. Spettri diventerebbero anche coloro che hanno lasciato qualcosa in sospeso e secondo questa definizione, sono gli spettri quelli in grado di interagire ancora con i viventi e con gli oggetti, prendendo energia dall'ambiente (le loro manifestazioni si accompagnano a un brusco abbassamento della temperatura e da un senso di disagio dei presenti) e utilizzandolo per compiere tale interazione.

Poltergeist: si tratta di un fenomeno provocato dall'esubero di energia di alcune persone. Il poltergeist ha manifestazioni eclatanti, come spostamento di oggetti talvolta violento, ma non ha nulla a che vedere con defunti o passato: le sue origini di solito si cercano fra i membri delle famiglie colpite, soprattutto se comprendono adolescenti, perché le manifestazioni sembrerebbero dovute a un involontario sfogo di energia mentale, scatenato da situazioni di disagio.

Prima di andare avanti conosciamo colui che fu il creatore di questa distinzione: Charles Lindley Wood, II Visconte di Halifax (Londra, 1839 – Hickleton, 1934), che è stato un religioso inglese e apparteneva a una lunga e nobile famiglia. Il suo libro “Guida ai fantasmi inglesi” contiene un ricchissimo repertorio di aneddoti, di fatti ultraterreni (ora gai, ora macabri, ora drammatici) riferiti da “testimoni oculari”. Una serie di racconti del mistero, uno dei quali è stato scritto dal padre.

Torniamo a noi. La storia umana è piena di queste apparizioni e molte sono le spiegazioni, più o meno attendibili, che sono state date, ma sono solo teorie più o meno fantastiche.

La scienza ufficiale è assolutamente precisa in questo senso: non vi è alcuna prova dell'esistenza del soprannaturale e di una forma di vita ultraterrena; tali concetti sono privi di fondamento razionale, empirico e sperimentale; ovvero, restano semplice oggetto di fede o credenza.

Come accade per altri campi di ricerche più o meno misteriose e non ufficiali come, ad esempio, l'ufologia, frequentissime nella storia del paranormale sono state le vere e proprie frodi escogitate per svariati interessi, in particolare per ciò che riguarda le apparizioni dei fantasmi . Sono numerosi, ad esempio, i medium che si sono vantati della capacità di produrre materializzazioni di ectoplasmi, durante le proprie sedute medianiche, ma nessuno di questi sensibitivi è stato in realtà in grado di produrre una prova oggettiva della natura soprannaturale di questi “fantasmi” (in molti casi è stato invece dimostrato trattarsi di garze, veli e altre sostanze del tutto naturali). Anche le apparizioni documentate fotograficamente, oppure connotate da varie forme di interazione fra fantasmi e oggetti circostanti (ad esempio spostamento di oggetti, rumori notturni, ecc.), come abbiamo già evidenziato, sono state spesso correlate, e successivamente spiegate, con l'intenzione di determinati soggetti di attirare l'attenzione dei media e del pubblico su particolari luoghi, località o situazioni, per esempio a scopi turistici o commerciali (Loch Ness) o per interessi del tutto individuali.

Nella maggior parte dei casi l'apparizione di fantasmi è classificata come allucinazione (quantomeno dopo avere scartato l'ipotesi di una frode). La spiegazione si basa sul fatto che chiunque si rechi in un luogo particolare per assistere a un'apparizione, se abbastanza convinto e suggerstionato, potrebbe davvero partecipare a un'apparizione. La mente infatti, se posta sotto un forte stimolo di stress, potrebbe creare delle illusioni di vario genere, che possono essere diverse a seconda della persona.

Nei casi in cui due o più persone condividono la stessa esperienza illusoria si parla di allucinazione collettiva. Secondo alcune teorie parapsicologiche sarebbe spiegabile con il fatto che un individuo psicologicamente forte, in caso di forte stress, può trasmettere telepaticamente l'immagine che è stata registrata dal suo cervello: quest'ipotesi non ha però riscontro scientifico. L'allucinazione collettiva è spesso frutto di suggestione da parte di alcuni componenti del gruppo o della folla, che con il loro comportamento (parole, grida, ecc.) finisce per suggestionare gli altri.

Ma l'identificazione più popolare della natura dei fantasmi è legata al fatto che essi siano identificabili come apparizione dei defunti. Questa interpretazione non ha alcun fondamento scientifico; in essa è riposta la fede, ovvero la volontà di credere, di coloro che vi aderiscono. Credere ai fantasmi significa spesso credere che l'anima di una persona defunta possa in qualche modo riuscire a manifestarsi nel mondo terreno, non di rado per chiedere aiuto nel portare a termine qualcosa che il defunto non è riuscito a ultimare. È sicuramente l'ipotesi più legata alla tradizione del folclore riguardante i fantasmi e, per alcune persone, è quella più rassicurante, dato che presuppone che possa esistere una vita dopo la morte e una continuazione dell'amore provato nei confronti dei propri cari.

Altre ipotesi, francamente più assurde, sono sostenute da coloro che si interessano di parapsicologia e che sostengono che i fantasmi potrebbero essere un frutto della telepatia. In casi di forte stress mentale e/o emotivo, il nostro cervello, a detta di questa teoria, potrebbe in qualche modo “sdoppiare” la nostra persona che andrebbe così a manifestarsi sotto forma telepatica. Secondo alcuni esperti e molti siti internet che trattano l'argomento, questa ipotesi coprirebbe addirittura la maggioranza dei casi esaminati, ma non è accettabile in campo scientifico.

Arriviamo addirittura ai buchi spazio-temporali e questo grazie ai padri di questa teoria che sono fondamentalmente due: il cacciatore di fantasmi Peter Underwood e il professore Hermann Wilkins dell'Università dell'Ohio (USA). Essi, infatti, sostengono che, grazie a particolari situazioni ambientali, si può creare una sorta di “buco nella luce” che renderebbe possibile vedere nel passato per pochi istanti. Questa infatti sarebbe la spiegazione perché i fantasmi vengono visti oltrepassare i muri, fluttuare nell'aria e camminare immersi per metà nella strada; questo perché molto probabilmente nel passato non esisteva quel determinato muro, c'era una duna oppure la strada non era ancora stata costruita. Questa teoria sta prendendo piede negli ultimi anni, pur non avendo alcun fondamento scientifico e mancando di ogni possibilità di verifica. Inoltre, vista la natura unica dello spazio-tempo, questa teoria non spiega il motivo per cui si avvererebbero questi slittamenti solo in termini di tempo e non di spazio. Questa teoria ha una variazione negli “universi paralleli” sempre più vicini a una spiegazione realistica che ci dice che noi vediamo, a volte, coloro che vivono e abitano in un altro universo, forse anche in un altro tempo, ma questo non spiegherebbe il perché sarebbero stati visti i volti e le figure di parenti e amici scomparire sempre, a meno che, l'identificazione in questo senso sia opera della nostra immaginazione.

La Chiesa Cattolica è stata comunque chiara in questo senso: la destinazione dell'anima di un defunto può essere la felicità eterna (Paradiso) o la pena eterna (Inferno). Se l'anima non è libera da ogni peccato veniale, allora può scontare un tempo più o meno lungo nel Purgatorio (dove per tempo non si intende quello fisico con unità di misura propria). Essendo queste tre le uniche destinazioni delle anime previste dalla Chiesa Cattolica, non può esistere il fatto che un'anima defunta sia collocata nel nostro mondo. Tutto questo sempre per chi ci crede. Comunque sia nel Catechismo della Chiesa Cattolica non si parla di fantasmi, mentre nella Bibbia sono narrate apparizioni di spiriti (Saul fa evocare lo spirito di Samuele; durante la Trasfigurazione di Gesù Mosè ed Elia), il che, poi non è altro che il solito modo della Chiesa di dire qualcosa per poi, subito dopo, girarci attorno smentendo quello che era stato detto poco prima.

Ma, allora, lo spiritismo, le sedute spiritiche e i “Cacciatori di Fantasmi”?

Secondo lo spiritismo e il ricercatore Allan Kardec che studiarono a fondo i relativi fenomeni, i fantasmi sono manifestazioni degli spiriti, i quali si rendono visibili grazie a un fenomeno del tutto naturale che lui studiò e approfondì, ossia rendono più “denso” il loro corpo inimico, formato cioè da sostanza materiale estremamente rara, e grazie a particolari circostanze medianiche (tra cui l'ectoplasma del medium), appaiono a chi desiderano. Kardec descrive il fenomeno esemplificandolo come un gas che in condizioni normali non è visibile, ma che raffreddandolo diviene immediatamente semi-trasparente e raffreddandolo ulteriormente diventa solido e tangibile.

Per quanto riguarda i cosiddetti cacciatori di fantasmi (cacciatori di fantasmi) sono persone che appaiono mosse da una grande passione per tutto ciò che riguarda il mondo degli spiriti. Con il termine ghosthunters sono indicate persone, più o meno serie perché anche qui abbondano i ciarlatani, dedite allo studio e alla ricerca dei fantasmi, con metodi più o meno scientifici o para-scientifici. Loro scopo dichiarato è in genere cercare di esaminare in modo più neutro e preciso possibile i documenti che hanno in proprio possesso, spesso recandosi in determinati luoghi considerati come luoghi di apparizioni. Tra i più celebri cacciatori di fantasmi va segnalato almeno Harry Price (1881 – 1948).

Fra le varie manifestazioni, il poltergeist deriva dal tedesco Polter (chiasso, rumore) e Geist, “spirito”. In italiano significherebbe spirito chiassoso. La caratteristica principale di una manifestazione di tipo poltergeist è piuttosto di carattere uditivo. Il poltergeist è uno spirito invisibile che, come dice il nome, si manifesta emettendo forti rumori come dei battiti contro il muro o facendo sbattere porte e finestre in modo violento. Il poltergeist interagisce in un determinato ambiente di appartenenza (dove si pensa sia probabile sia stato legato in vita) spostando oggetti come mobili, soprammobili, rompendo piatti e rovesciando bicchieri e bottiglie. L'attività di un poltergeist non è di tipo ostile, ma vi è una celebre testimonianza nel caso di John Bell, abitante del Tennessee che nel 1817 dichiarò di essere stato vittima di un poltergeist che aveva infestato la sua casa; raccontò non solo che si sarebbe divertita a colpirlo in viso durante le ore di sonno, ma sembra che la manifestazione alla fine riuscisse a sostituire una boccetta di sciroppo con del veleno, il che costò la vita a Bell. L'azione di un poltergeist è circoscritta in un particolare luogo (come case, cimiteri o altre costruzioni) e talvolta in una singola stanza. Secondo la parapsicologia il poltergeist non sarebbe l'anima di un defunto, ma tale manifestazione sarebbe da attribuirsi all'inconscio di persone con forti capacità psichiche le quali interagirebbero a propria insaputa con il mondo materiale circostante.

Molte storie letterarie e cinematografiche si svolgono in castelli o case infestate che altro non sono che la presunta manifestazione spiritica forse più presente tra i molti fenomeni descritti. L'infestazione avviene anch'essa in luoghi ben determinati e si può manifestare sia in luoghi chiusi che all'aperto. Nella maggior parte dei casi, gli spiriti che infestano un luogo replicando sempre le stesse azioni, ignorando del tutto gli umani presenti nel luogo. Durante queste manifestazioni, gli spiriti vengono visti con contorni sfumati, ma altre volte con i lineamenti del viso e del corpo ben definiti, arrivando persino a essere scambiati per persone vive. Le leggende popolari e il folclore sono pieni di storie di fantasmi di questa tipologia, e vi sono moltissime persone, anche in Italia, che sostengono di essere imbattuti in questo tipo di apparizione, avvenuta prevalentemente in antichi luoghi quali castelli e manieri,



mercoledì 22 novembre 2023

La notte ha mille occhi

 


“… quando leggerete questa io sarò disteso ai vostri piedi, ucciso dalla pistola che si era inceppata. Nessuno è responsabile: la mia morte era certa quanto gli altri eventi che avevo annunciato. Qualcuno di voi che ora mi ha visto morire dubiterà di me, crederà che questi eventi siano stati da me truccati o che siano il frutto di inspiegabili coincidenze, ma voi non vi accontenterete di questa spiegazione. Il mio strano destino deve avervi fatto riflettere, deve convincervi che sulla Terra vi sono cose… cose segrete, oscure, misteriose…”

(La Notte ha Mille Occhi – 1948)


Crediateci o meno, le nostre conoscenze sul nostro pianeta, sui suoi misteri e sulle creature che lo abitano sono inferiori rispetto a quelle che stiamo acquisendo su Marte e gli altri pianeti del Sistema Solare. Ancora oggi non sappiamo con precisione l'origine della Luna, né come si sia sviluppata la vita sulla Terra né come si siano estinti i dinosauri. Non conosciamo completamente cosa si trovi al centro della Terra, come funzioni il nostro corpo e quali siano le forze latenti che lo animano.

Molti di questi enigmi sono stati oggetto di interesse da parte di registi e sceneggiatori, che li hanno esplorati in opere di fantasia. Tuttavia, è importante distinguere tra fantasia e realtà. Le vere e serie ricerche scientifiche necessitano di testimonianze affidabili e verificate, non di farneticazioni o bufale propagate da ciarlatani che minano la credibilità della scienza.

Se siete interessati a informazioni accurate e verificate, questo blog è per voi. Se preferite storie fantastiche, potete leggere i libri o guardare i film citati. Tuttavia, se volete conoscere ciò che si sa con certezza fino a questo momento, allora continuate a leggere e informatevi senza distorsioni o castronerie.



martedì 21 novembre 2023

Luna e Argento: La Leggenda del Lupo Mannaro

 


"In attesa che la bestia si risvegli dentro di me, sento la luna squarciarmi il cuore, la mia pelle brucia e sta per trasformarsi, permettendo al pelo di emergere. Le zanne affilate premono contro le gengive, mentre aspetto che il sangue caldo mi scorra nelle vene, agitando i miei sensi e alimentando la furia. Sento le voci della foresta, il battito accelerato dei piccoli animali, i loro respiri portati dal crepuscolo che vedrà le mie zampe fendere l'oscurità. La mia voce diventa il richiamo delle tenebre, spezzando il silenzio della notte, annunciando la mia presenza. L'uomo si trasforma in bestia e la bestia in uomo, nell'argento della maledizione che ci fa temere l'ultima eclissi."

Con queste parole si apre il romanzo di Stephen Laws "I Figli della Notte", un classico della letteratura licantropica degli anni '80 che, come molte altre storie simili, cerca di narrare le origini e la diffusione di questo mito che, nonostante i secoli passati, continua a persistere.

Il Licantropo, noto anche come Lupo Mannaro, è una figura presente nell'immaginario di molti popoli europei sin dall'alba dei tempi. Tuttavia, per comprendere appieno le origini di questa leggendaria figura, dobbiamo rivolgerci alla Scandinavia. Nel cuore della mitologia nordica domina il lupo Fenrir, figlio dell'astuto e crudele dio Loki. Fenrir, con la sua natura demoniaca e brutale, può essere considerato il prototipo del lupo mannaro, con una forza incontenibile e la capacità di ingannare con le parole. Venne imprigionato dagli dei e legato a una catena magica, che si dice sarà spezzata solo alla fine del mondo, il Ragnarøkkr. In quel momento, si narra che Fenrir divorerà persino Odino, il padre degli dei, insieme ad altre creature assimilabili ai lupi mannari.

Dalla mitologia greca, invece, ci viene il termine "licantropo", derivante dalla fusione delle parole greche "lýkos", che significa "lupo", e "ànthropos", che significa "uomo". Una delle leggende greche collega il mito del licantropo a Licaone, re dell'Arcadia, che fu trasformato in lupo da Zeus per aver commesso sacrilegio. Alcuni sostengono che tutti i licantropi abbiano origine dai discendenti di Licaone.

La cultura romana ha anche contribuito al mito del lupo mannaro, con il lupo simbolo di forza e la sua pelle indossata da importanti figure dell'esercito. Roma era anche associata a sacerdoti che veneravano Apollo sotto forma di lupo, secondo le leggende.

Nel Medioevo, i casi di licantropia sembrano aumentare notevolmente. Numerose opere letterarie medievali e rinascimentali, come quelle di Petronio, Ovidio e Apuleio, raccontano storie di licantropi e trasformazioni in lupo. Gervasio di Tilbury fu il primo a collegare la licantropia alle fasi lunari, un'idea che divenne poi un tratto caratteristico delle leggende sui licantropi.

Secondo la tradizione, si può nascere licantropi o diventarlo attraverso un incantesimo o un morso. Esistono varie leggende e credenze su come ciò possa avvenire, con alcune che parlano di nascita da genitori licantropi o di incantesimi lanciati da streghe morenti. Si crede anche che il morso di un licantropo possa trasformare un individuo in un altro licantropo.

Come difendersi da un lupo mannaro?

Il metodo più conosciuto è l'argento, che è considerato letale per i licantropi. Armi o proiettili fatti di argento possono uccidere un licantropo, impedendo la sua resurrezione. Esistono anche altri metodi, come il mozzare la testa e bruciarla separatamente dal corpo, che si dice possa sconfiggere un licantropo.


 
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