La scienza di confine
(dall'inglese fringe science) è per sua stessa definizione,
quella serie di controverse teorie o discutibili ricerche
scientifiche che si pongono ai confini della corrente principale
delle discipline accademiche convenzionalmente riconosciute. Quella
di "scienza di confine" è una frase utilizzata per
descrivere qualsiasi ricerca scientifica all'interno di un campo di
studio ben definito ed istituzionalizzato che si allontana
significativamente dalle teorie accettate dalla corrente principale
(in inglese mainstream) di quei ricercatori, o che sono
eterodosse rispetto a teorie ortodosse che sono alla base o comuni a
molte altre discipline scientifiche.
Mentre esiste qualche esempio di
ricercatori appartenenti alla corrente principale della scienza che
propugnano idee alquanto eccentriche all'interno della propria
disciplina di competenza (ad esempio James Dewey Watson, uno dei due
biochimici scopritori della molecola del DNA, che sosteneva la
possibilità che la molecola fosse stata diffusa nell'universo grazie
a sonde interplanetarie extraterrestri e che non fosse il semplice
prodotto dell'evoluzione sulla Terra; oppure il biochimico Peter
Duesberg che sostiene che il virus HIV non sia la causa dell'AIDS),
molte tra le "idee scientifiche di confine" sono postulate
da individui che non appartengono affatto all'ambito della scienza,
oppure da scienziati che lentamente si sono collocati al di fuori
della corrente principale delle proprie discipline. Un altro uso del
termine è nella descrizione di campi del sapere che non possono
essere (sia per la mancanza di evidenza o di riproducibilità
scientifica), riconosciute come "scienza in buona fede",
anche se a questi campi di ricerca si attribuisce piuttosto il
termine di pseudoscienza.
Definizione
Tradizionalmente, il termine "scienza
di confine" viene utilizzato per descrivere teorie inusuali e
modelli per la scoperta che comunque si basano su principi
scientifici stabiliti come validi. Queste teorie possono essere
difese da scienziati che sono autorità riconosciute dalla vasta
comunità scientifica (tipicamente grazie alla pubblicazione di studi
approvati con la metodica revisione paritaria da scienziati di pari
grado di reputazione), ma spesso questo non è sempre il caso. Spesso
la corrente principale di ogni scienza commetterà errori o piccole
imprecisioni, ma per lo più il campo basico e comune di queste
scienze si accorda a standard accettati, e la sua tipica
caratteristica ad opporsi a cambiamenti profondi, dà luogo ad
approfonditi e ponderati giudizi collettivi come reazione a proposte
rivoluzionarie. Alcune tra le odierne teorie ampiamente condivise
(come ad esempio in planetologia e geologia, la teoria della deriva
dei continenti proposta da Wegener) vennero classificate al loro
apparire come scienza di confine (o pseudoscienza) e rimasero sotto
una cattiva luce, anche per molti decenni. Viene messo in evidenza
che:
«La confusione tra scienza
e pseudoscienza, tra l'errore scientifico compiuto in buona fede,
a scapito di una buona pratica scientifica, e la scoperta
scientifica genuina, non è nuova, ed è una caratteristica
permanente del panorama scientifico [...] L'accettazione della
nuova scienza può arrivare lentamente.»
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(Friedlander)
|
I confini categorici tra la scienza di
confine e la pseudoscienza sono ampiamente oggetto di disputa. La
scienza di confine è vista da molti scienziati come razionale ma
piuttosto improbabile. Il consenso scientifico può dilazionare
l'accettazione di una "scienza di confine" valida per un
certo numero di ragioni, che comprende l'incompletezza dei dati
presentati o la presenza di evidenze contraddittorie. Semplicemente,
la scienza di confine può essere una protoscienza che non è stata
ancora accettata dalla gran maggioranza degli scienziati. Uno
scienziato "di confine" può eseguire osservazioni "al
limite" ed arrivare a conclusioni "azzardate" pur
seguendo i cardini del metodo scientifico.
Storicamente l'accettazione della
"scienza di confine" da parte degli scienziati della
corrente principale è dipesa dalla qualità delle scoperte che sono
state fatte da quelli stessi scienziati o dall'intero comparto (ad.
es la fisica nucleare), dalle premesse di base, dal significato
ultimo dei suoi risultati, dai traguardi e possibili applicazioni
pratiche che si intravvedono. L'espressione "scienza di confine"
è spesso considerata insultante. Ad esempio Lyell D. Henry, Jr.
scrisse che "'fringe science' è una frase che suggerisce anche
"kookiness". Questa convinzione può essere stata ispirata
dall'eccentricità dei ricercatori di punta ai confini della scienza
(colloquialmente soprannominati scienziati pazzi).
Esempi contemporanei di scienza di confine
Tra i casi della fine del XX secolo che
sono particolarmente vicini al nostro presente:
Multiverso (teoria di Hugh Everett III)
Il concetto di multiverso viene
formalizzato matematicamente nella "interpretazione a molti
mondi" della meccanica quantistica, proposta da Hugh Everett III
nella sua tesi di dottorato (MWI); questa interpretazione prevede che
ogni misura quantistica porti alla divisione dell'universo in tanti
universi paralleli quanti sono i possibili risultati dell'operazione
di misura.
La teoria MWI ha un parametro di tempo
condiviso. In molte delle sue formulazioni, tutti gli universi
costituenti il multiverso sono strutturalmente identici, e possono
esistere in stati diversi, con identiche leggi fisiche e valori delle
costanti fondamentali. Gli universi costituenti sono inoltre
non-comunicanti, nel senso che non può esservi un transito di
informazioni tra di essi, anche se nell'ipotesi di Everett possono
influenzarsi reciprocamente.
Il grande fisico danese Niels Bohr
liquidò questa teoria, che prevede la contemporanea coesistenza di
tutte le soluzioni della funzione d'onda dell'elettrone, definendola
come "una forma di teologia", preferendo l'interpretazione
di Copenaghen, che prevede il "collasso della funzione d'onda"
al momento dell'osservazione.
Fusione fredda
L'ipotetica reazione nucleare di
fusione nota come "fusione fredda", che avverrebbe a
temperature e pressione vicine a quelle ambientali, fu presentata
dagli scienziati Martin Fleischmann dell'Università di Southampton
in Inghilterra e Stanley Pons dell'Università dello Utah nel marzo
del 1989. Sono stati eseguiti molti tentativi di replicare questo
esperimento, ma con scarso successo.
Da allora numerosi scienziati con
qualifiche tra le più varie hanno contribuito alle ricerche in
questo campo o hanno partecipato alle International Conference on
Condensed Matter Nuclear Science. Nel 2004 il dipartimento
statunitense per l'energia (United States Department of Energy,
USDOE) decise di rivedere l'intera questione della fusione fredda,
per determinare se le politiche americane riguardo alla fusione
fredda dovessero cambiare, in seguito alle nuove evidenze
sperimentali, e nel 2004 il Dipartimento dell'Energia Americano
realizzò un convegno sulla fusione fredda.
Aumento della longevità
Il ricercatore Aubrey de Grey,
presentato nel programma TV 60 Minutes del 2006 lavora su
studi "avanzati" per rallentare e/o mitigare
l'invecchiamento umano. Molti altri scienziati pensano che la sua
ricerca sia "scienza di confine". In un articolo della
rivista Technology Review (del 2006), si legge che, "SENS
(L'ipotesi di De Grey) è altamente speculativa. Molte delle sue
proposizioni non sono riproducibili, né possono essere riprodotte
con l'odierna tecnologia e le attuali conoscenze scientifiche.
Secondo il commentarista Myhrvold, le proposte di De Grey si trovano
in un'anticamera della scienza, aspettando una verifica indipendente.
La SENS correntemente non si può dimostrare come vera, ma non è
sicuro che non la si possa realizzare in futuro."
Esempi storici di scienza di confine declassati a pseudoscienza
Tra i casi ormai "storici" di
scienza di confine declassati a pseudoscienza e menzionati più
spesso, si include:
- Il lavoro di Wilhelm Reich con il cosiddetto "orgone", un'energia fisica che proclamava di aver scoperto, contribuendo al suo allontanamento dalla psichiatria internazionale e, alla fine, al suo imprigionamento come truffatore con l'accusa di esercizio indebito della professione medica.
- La profonda convinzione del peraltro grande chimico Linus Pauling, sul fatto che grossi quantitativi di vitamina C funzionassero come una panacea per un'intera gamma di malattie (infezioni, invecchiamento, cancro), dal momento che la vitamina C agisce come mediatore nella produzione del collagene. Benché la carenza di vitamina C provochi lo scorbuto, l'effetto protettivo di alte dosi in altre patologie non è stato provato.
- La polimerizzazione dell'acqua in acqua nove avviabile, secondo i suoi proponenti, da un'ipotetica particolare molecola catalizzatrice avrebbe reso più rigidi i legami intermolecolari dell'acqua, rendendola simile a ghiaccio, gelatina o fanghiglia semisolida a temperatura ambiente. Questo avrebbe permesso di avere piattaforme galleggianti d'acqua "polimerizzata", inaffondabili ad esempio, durante gli sbarchi militari. La proposta non ha mai avuto alcuna prova sperimentale.
Paragoni
La scienza di confine può essere distinta da altre categorie che sembrano similari, ma che sono peggiorativi in natura, che sono le seguenti:- Pseudoscienza - La pseudoscienza non persegue una rigorosa applicazione del metodo scientifico. La riproducibilità, oppure la semplice conoscenza dei parametri sperimentali utilizzati, è tipicamente un problema irrisolvibile. Inoltre spesso prescinde completamente di un sostegno nelle discipline di base, come la matematica, la fisica o la chimica. Questo non avviene nella scienza di confine.
- Ad esempio, la "memoria dell'acqua" è uno degli svariati meccanismi proposti dall'omeopatia, per spiegare il supposto effetto terapeutico delle micro-dosi dei medicamenti omeopatici, che vanno sottoposti ad "attivazione" (una ripetuta forte agitazione della soluzione acquosa contenente ridottissime, quasi trascurabili quantità dell'agente terapeutico, che spesso è un veleno, tossina o metallo pesante). Dal punto di vista "pseudo-fisico-chimico", la sostanza in soluzione superdiluita andrebbe ad incidere la sua "impronta chimica" sull'acqua, ed in base a questo ragionamento (mai dimostrato né accuratamente spiegato teoricamente) indurrebbe l'organismo a reagire in qualche modo contro questa "ombra chimica" della tossina.
- Scienza spazzatura - Il termine inglese "junk science" viene usato per descrivere ricerche che sono fin dall'inizio impostate con l'obiettivo di provare o negare un fatto a tutti i costi, ignorando in tal modo le metodologie standard e le pratiche certificate nel tentativo di assicurare il risultato più gradito dai ricercatori, modificando oppure omettendo certi risultati. Questo fenomeno è stato osservato spesso durante lo sviluppo di alcuni farmaci, che durante la fase IV si sono dimostrati tossici, ma i risultati dei cui test venivano manipolati per ritardare la messa al bando del farmaco, in modo da poter recuperare parte degli ingenti investimenti. La scienza di confine si serve della metodologia standard in modo identico a quello della scienza "ufficiale", procedendo dalle teorie alla conclusione, senza alcun tentativo di dirigere o condizionare il risultato.
Controversie su base religiosa
Verso la fine del XX secolo alcuni
critici di ispirazione religiosa, riguardo a campi della ricerca
scientifica che secondo loro sono in contrasto con alcuni brani della
Bibbia (come l'evoluzionismo oppure la cosmologia o la planetologia),
cercarono di etichettare certe idee, materie e spiegazioni
scientifiche come "controverse" (poco più di teorie non
dimostrate), per lo più in aspetti scientifici che contraddicono la
lettura letterale o fondamentalista di determinati scritti religiosi,
servendosi di alcune recenti ipotesi scientifiche riguardo a certi
aspetti di questi argomenti, prendendoli come prova che le teorie
scientifiche precedenti non avrebbero una validità conclusiva.
Alcuni dichiarano che questo processo lascia aperta una finestra per
l'intervento divino sulla creazione e per il cosiddetto "disegno
intelligente". Tra le discipline scientifiche interessate si
citano la paleoantropologia, la sessualità umana, l'evoluzione degli
esseri viventi, la geologia e la paleontologia.
Questi tentativi sono stati comunque
liquidati dagli epistemologi come risultato di una cattiva
comprensione del processo scientifico (che in partenza dovrebbe
essere totalmente neutro rispetto a qualsiasi opinione), che viene
percepito dagli scienziati come una sorta di dialogo che non dovrà
mai concludersi, a dispetto del desiderio del pubblico di assistere
alla vittoria definitiva di una fazione. Come sostiene Donald E.
Simanek, professore di fisica alla Lock Haven University della
Pennsylvania, "Troppo spesso ipotesi speculative e tentativi
della ricerca scientifica di punta sono state trattate come se
fossero verità scientifiche, e dunque per questo vengono accettate
da un pubblico desideroso di risposte immediate, pubblico che ignora
il fatto che se la scienza progredisce dall'ignoranza alla
comprensione [di un sistema di conoscenze ndt], si deve passare
attraverso una fase di transizione fatta di confusione e incertezza."
I mezzi di comunicazione giocano un
ruolo nella genesi e propagazione di controversie e riescono a far
passare la visione che certi campi della scienza siano controversi.
Nel libro Optimising Public Understanding of Science: A
Comparative Perspective di Jan Nolin et al., gli autori
dichiararono che "Dalla prospettiva dei media risulta evidente
che la scienza controversa vende, non soltanto a causa del suo valore
narrativo ma anche perché spesso si collega a questioni sociali
molto rilevanti."
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