La teoria degli antichi astronauti,
detta anche teoria del paleocontatto o paleoastronautica,
è l'insieme delle teorie che ipotizzano un contatto tra civiltà
extraterrestri e antiche civiltà umane, quali Sumeri, Egizi, civiltà
dell'India antica e civiltà precolombiane.
Queste teorie, diffusesi a partire
dalla metà del XX secolo, non sono accettate dalla comunità
scientifica e pertanto sono generalmente inquadrate nel più vasto e
controverso campo pseudoscientifico della cosiddetta archeologia
misteriosa o pseudoarcheologia. Sono anche diffuse in ufologia,
rientrando in particolare nel campo di indagine definito "archeologia
spaziale", "archeologia ufologica" o clipeologia.
Origine
Si fa risalire la nascita della
paleoastronautica al 1960 con la pubblicazione di un articolo del
matematico russo Matest Agrest. In seguito le teorie sul presunto
contatto tra civiltà extraterrestri e alcune antiche civiltà umane
sono divenute popolari negli anni sessanta e soprattutto negli anni
settanta con la pubblicazione dei libri di Erich von Däniken e Peter
Kolosimo, autore di numerosi best seller, tra cui Non è
terrestre (1968) e Astronavi sulla preistoria (1972).
L'espressione astronauti del passato appare inizialmente in
Flying Saucers on the Moon (1954) del giornalista e scrittore
Harold T. Wilkins, seguito dall'astronomo e scrittore Morris K.
Jessup in Chase of the UFO (1955).
Il substrato di queste teorie era già
stato elaborato alcuni anni addietro, subito dopo gli anni cinquanta,
con la nascita dell'ufologia in seguito alle prime testimonianze
documentate di avvistamenti di UFO. All'ufologia si unirono le tesi
già elaborate da Charles Fort sull'apparente incoerenza cronologica
di alcuni manufatti e il rinnovato interesse popolare degli anni
sessanta nei confronti delle antiche civiltà e delle loro mitologie.
In ambito ufologico nacque la clipeologia o paleoufologia, rivolta
allo studio delle presunte manifestazioni di UFO nelle epoche
passate. Inizialmente la paleoastronautica si sviluppò come una
branca della clipeologia rivolta al periodo preistorico e
protostorico, concentrando la sua attenzione su reperti archeologici
di tali epoche.
I sostenitori delle teorie sugli
antichi astronauti non si limitano a sostenere, come fanno i
clipeologi, che visite di alieni siano avvenute anche nei secoli
passati, ma affermano che vi sia stata un'influenza aliena nello
sviluppo della civiltà e della specie umana arrivando a mettere in
discussione, almeno in parte, la teoria evolutiva di Charles Darwin
sostituendola talvolta con tesi creazioniste, secondo le quali la
specie umana sarebbe stata geneticamente creata da entità superiori
o per il tramite di angeli extraterrestri.
Se per la paleoantropologia l'uomo è
il risultato di un processo evolutivo endogeno durato tre milioni di
anni, processo evolutivo che ha portato le protoscimmie africane ad
assumere via via la statura eretta e a sviluppare la propria
intelligenza andando a formare società via via più avanzate, per i
sostenitori delle teorie degli antichi astronauti specie aliene sono
sbarcate sulla Terra e attraverso numerosi e remoti contatti con
popolazioni locali hanno indotto o anche solo favorito e guidato il
percorso evolutivo della specie umana. Questi contatti, in taluni
casi costituiti da soggiorni prolungati di extraterrestri sulla
Terra, avrebbero influenzato lo sviluppo di alcune civiltà: tracce a
testimonianza di questi eventi sarebbero riconoscibili, secondo i
fautori di queste teorie, studiando con una certa forma mentis
alcuni reperti preistorici.
Tra i principali divulgatori delle
teorie degli antichi astronauti vi sono lo scrittore e giornalista
italiano Peter Kolosimo e l'archeologo e scrittore svizzero Erich von
Däniken, preceduti di alcuni anni dal francese Robert Charroux e dal
britannico W. Raymond Drake. Kolosimo e von Däniken dalla seconda
metà degli anni sessanta hanno prodotto una serie di libri di grande
presa popolare diffusi in molti paesi del mondo. Queste teorie sono
state sostenute anche da alcuni religiosi, come il pastore
presbiteriano e ufologo statunitense Barry Downing e il sacerdote
cattolico spagnolo Salvador Freixedo. Altri popolari scrittori che in
seguito hanno ripreso questa teoria sono Zecharia Sitchin e Robert K.
G. Temple. Tra gli altri che si erano interessati a queste teorie
prima della seconda guerra mondiale c'è anche il presunto sensitivo
Edgar Cayce.
Diversi altri autori hanno teorizzato
il riferimento a visite di alieni nei testi sacri o comunque
mitologici: tra questi Mario Pincherle, Mauro Biglino, padre Enrique
López Guerrero, Claude Vorilhon, Lloyd Pye, Corrado Malanga e Biagio
Russo.
Idee principali
Esistono diverse ipotesi sul cosiddetto paleocontatto, che sarebbe avvenuto tra la specie umana e specie aliene:- la specie umana sarebbe il risultato di una creazione programmata, ovvero di esperimenti genetici condotti da extraterrestri sugli ominidi che fino a quel punto si sarebbero evoluti spontaneamente sulla Terra in concordanza con la Teoria di Darwin e dunque, in questo caso, senza nessuna apparente contraddizione con essa. Il fine di questi presunti alieni sarebbe stato accelerare l'evoluzione spontanea della specie umana: adattamento evolutivo e neocreazionismo dunque sarebbero veri entrambi. Il principale argomento a sostegno di questa teoria è il tempo relativamente breve (300.000 anni) impiegato dall'Homo sapiens per giungere a un livello evolutivo mai raggiunto da altri organismi, pur presenti sulla Terra da centinaia di milioni di anni.
- la specie umana avrebbe avuto contatti con extraterrestri sin dalle ere più antiche. Questi alieni sarebbero le divinità delle civiltà antiche (egizi, maya, aztechi, popoli della Mesopotamia, romani), raffigurati nelle loro opere d'arte. Altri indizi della presenza di extraterrestri in epoche passate sarebbero celati in testi religiosi, come la Bibbia e il Rāmāyaṇa, o in opere letterarie di carattere epico. Gli extraterrestri si sarebbero manifestati anche in epoche successive: dipinti medievali e rinascimentali, specie a carattere religioso, mostrerebbero in cielo delle navicelle spaziali, a volte addirittura con angeli alla guida.
- il ritrovamento di OOPArt, ossia "oggetti fuori posto" in quanto "fuori dal tempo" soprattutto sotto il profilo tecnologico rispetto alle temporizzazioni dell'archeologia canonica.
Argomenti a supporto
Secondo i suoi sostenitori, elementi a
favore della teoria degli antichi astronauti si rinvengono
nell'architettura e nell'arte antica. Esisterebbero numerosi siti
archeologici che testimonierebbero il contatto tra la specie umana e
visitatori extraterrestri, alcuni dei quali costruiti con tale
perizia da suggerire l'uso di tecnologie aliene. Gli ufologi, e in
particolare i clipeologi, citano tra gli altri Giza, Baalbek,
Yonaguni, le Linee di Nazca, i monoliti di Stonehenge, oltre a
incisioni rupestri e statuette rinvenute nelle Americhe, nelle isole
del Pacifico, in Australia, in aree europee come la Scozia e in zone
alpine, quali il Musinè o la Valcamonica. Le popolazioni umane
primitive avrebbero visto le forme di vita aliene come "angeli",
"spiriti", "dei" o "semidei".
Inoltre i teorici degli antichi
astronauti interpretano vari brani dell'antica letteratura sumera e
alcuni testi sacri prodotti da antiche civiltà del pianeta come
possibili resoconti di un contatto a livello planetario. In
particolare sono spesso citati l'Epopea di Gilgameš, il Rāmāyaṇa,
dove si parla di carri volanti chiamati Vimana, e alcuni libri della
Bibbia, come il Libro di Ezechiele in cui è descritta la visione di
un "carro di fuoco".
Critiche
La teoria degli antichi astronauti non
è sostenuta da alcuna prova riconosciuta dalla comunità
scientifica.
I riferimenti in testi epici sono
interpretati dalla scienza ufficiale come elementi mitologici o
metafore poetiche; quelli in testi religiosi come visioni mistiche o
allegorie. I ritrovamenti archeologici portati a sostegno della
teoria degli antichi astronauti, descritti dai suoi fautori spesso
come "misteriosi" o "senza spiegazione", trovano
una spiegazione scientifica senza bisogno di ricorrere agli alieni.
Alan F. Alford, autore di Gods of
the New Millennium (1996), era un aderente della teoria degli
antichi astronauti. Molto del suo lavoro si basa sulle teorie di
Sitchin. Egli tuttavia, dopo un'analisi più approfondita, trova ora
fallace la teoria di Sitchin: "Sono ormai saldamente del parere
che queste divinità personificavano la caduta del cielo, in altre
parole, la discesa degli dèi era una resa poetica del mito del
cataclisma che era al centro di antiche religioni del Vicino
Oriente."
La comunità cristiana creazionista è
a sua volta assai critica su molte delle teorie degli antichi
astronauti: lo scrittore creazionista della "giovane Terra"
Clifford A. Wilson ha pubblicato nel 1972 Crash Go the Chariots,
in cui ha tentato di screditare tutte le indicazioni fornite nel
libro di von Däniken Gli extraterrestri torneranno (Chariots
of the Gods).
In un articolo pubblicato nel 2004
sulla rivista Skeptic Jason Colavito sostiene che von Däniken
avrebbe plagiato molti dei concetti presenti nel libro Il mattino
dei maghi; sostiene inoltre che questo libro, a sua volta,
è stato fortemente influenzato dai Miti
di Cthulhu e che il nucleo della teoria degli antichi
astronauti ha origine nei racconti di H. P. Lovecraft Il richiamo
di Cthulhu e Alle
montagne della follia.
Ancient Astronaut Society
L'Ancient Astronaut Society è una
società fondata il 14 settembre 1973 dall'avvocato Gene Philips con
l'obiettivo di coordinare tutte le ricerche che si svolgono
nell'ambito della teoria degli antichi astronauti, cercando di
dimostrare l'esistenza di un primo contatto tra alieni scesi da navi
spaziali e uomini avvenuto migliaia di anni fa. Ogni anno la Società
organizza almeno un congresso a cui partecipano ufologi e scienziati
da tutto il mondo. Il primo si è svolto a Chicago dal 26 al 28
aprile 1974.
L'AAS pubblica il bollettino Ancient Skies.
0 commenti:
Posta un commento