Gli elementi naturali, cioè il fuoco,
l'aria, l'acqua e la terra, da tempo immemorabile sono fonte
d'ispirazione per gli uomini, diventando strumenti i punti di
riferimento per riti cosmogonici, religioni e tradizioni magiche.
Essi ricoprono un ruolo particolarmente importante per la cosiddetta
Vecchia Religione, più comunemente conosciuta come stregoneria e
cioè quella tradizione neopagana che sostanzialmente consiste
nell'osservanza di feste stagionali, nelle pratiche di rituali magici
legati agli elementi naturali e che sostanzialmente si incentra sul
culto della Natura.
Introduzione
Empedocle (ca. 450 a.C.), fu il primo a
proporre quattro elementi e li chiama rizòmata ("radici",
rizoma al plurale) di tutte le cose, immutabili ed eterne.
I quattro elementi naturali sono al
tempo stesso considerati visibili ed invisibili, fisici e spirituali
e tale concezione è stata al centro di studi che hanno interessato
soprattutto il medioevo arabo con l'alchimia e il Rinascimento.
Secondo la "Vecchia Religione" quindi, con la parola
“terra” ad esempio, non ci si riferisce soltanto al pianeta su
cui viviamo, ma anche al fenomeno della solidità, del fondamento e
della stabilità, concetto che tra l'altro è anche uno dei cardini
dell'Alchimia.
Esisterebbe poi anche un quinto
elemento, denominato Quintessenza introdotto da Aristotele, che è la
forza vitale più pura di tutte e sotto certi aspetti può essere
considerata la fusione armonica dei quattro elementi naturali che
insieme rendono possibile l'esistenza. Seppur esistano molte
tradizioni di origine pagana, generalmente per la stregoneria gli
elementi hanno una loro gerarchia ben precisa per la quale si
distinguono elementi superiori ed inferiori: i primi (fuoco ed aria)
sono definiti spirituali e considerati perfetti in quanto più
sottili e per questo agiscono sui secondi (acqua e terra)
innalzandoli. Al tempo stesso gli elementi inferiori attirano a sé
quelli superiori, abbassandoli.
Attraverso questa interazione, è
convinzione del pensiero magico in generale ed in parte anche di
quello alchemico, che sia resa possibile la respirazione del mondo
che si basa su una sorta di interscambio energetico.
Fuoco
È considerato il più puro dei quattro
elementi e il suo termine viene utilizzato per esprimere numerosi
concetti diversi: fuoco comune (prodotto mediante combustione); fuoco
di digestione (tepore di provenienza organica); fuoco interno
(originato da reazione chimica). La purezza assoluta del fuoco
identificata dai pagani era riconosciuta anche dagli alchimisti che
ne sottolineavano la capacità vivificante, una peculiarità ad esso
attribuita che ha sempre suscitato un grande rispetto religioso verso
tale elemento, soprattutto perché, più o meno inconsciamente l'uomo
ha sempre riconosciuto che con l'uso della frizione e della selce,
l'umanità è riuscita a “catturare” il fuoco, sprigionando la
fiamma che ha cambiato il mondo.
Mentre la cosiddetta “adorazione del
fuoco” di solito non è altro che un delicato eufemismo per
definire il rispetto mistico del sesso, come il rosso dell'amore vi
sono state diverse religioni che hanno venerato il fuoco come simbolo
della divinità. Un esempio sono le fiamme eterne custodite dalla
vergini vestali dell'antica Roma e anche oggi esiste qualcosa di
simile nelle sinagoghe ebraiche e presso alcune tombe, come ad
esempio in quella di John F. Kennedy.
Sebbene il significato religioso del
fuoco sia stato ormai dimenticato dalla maggior parte di noi, esso è
ancora testimoniato su molti degli altari delle principali religioni
del mondo: in ogni altare Cattolico ed in ogni Chiesa è possibile
vedere candele accese per enfatizzare le cerimonie ed i sacramenti.
I rituali magici legati al fuoco
comprendevano spesso l'atto di ardere un'immagine, un'erba o un altro
oggetto infiammabile, oppure comprendevano l'utilizzo di candele.
Erano rituali praticati dai pagani solitamente vicino a focolari o
comunque accanto a fuochi accesi in radure o nei boschi o nei pressi
della fiamma di una singola candela. Le streghe, anche le moderne
wiccan che ancora oggi professano questa religione nei coven o in
maniera solitaria, considerano il fuoco un elemento maschile e che
governava il sud.
Il suo colore è il rosso, la stagione
ad esso legata è l'estate e può essere interiore ad un corpo od
esteriore, cioè può agire contemporaneamente sia all'interno che
all'esterno di un corpo, così come la Terra riceve
contemporaneamente gli effetti del fuoco interiore (gli umori
magmatici) e di quello esteriore, cioè l'energia solare.
Questa concezione è tanto tradizionale
da ricorrere in quasi ogni cultura; ne è un esempio il passo
sottostante tratto dalle Upanishad indiane:
“Esso (il testo si riferisce allo
àtman) si presenta, invero, come una duplice entità: da una parte
lo Spirito Vitale (pràna) e dell'altra il Sole (àditya), che si
manifestano come giorno e notte, Il Sole – lassù – è lo Spirito
Esteriore, il pràna – quaggiù – è quello in Interiore ed è
perciò che si dice che il moto dello Spirito Interiore si lascia
inferire dal modo dello Spirito Esteriore.” (Maitry Upanishad,
in Upanishad Antiche e Medie, Boringheri, Torino 1974, pag. 564).
Il fuoco elementare viene a volte identificato con il Cielo, che
contiene in grande quantità lo Spirito dell'universo: secondo la
tradizione pagana della stregoneria, la vita non sarebbe altro che un
flusso di fuoco naturale all'interno dell'organismo e tale concezione
era trasversalmente riconosciuta anche dal Cristianesimo che proprio
tramite il fuoco, cioè con condanna al rogo, tentava di purificare
gli eretici e chi veniva considerato colpevole di stregoneria, di
modo che il male che li possedeva potesse essere estinto dal fuoco
purificatore del rogo.
La nuova tradizione religiosa del
Cattolicesimo si impose in sostanza con i soliti mezzi dei suoi
precedenti persecutori: gli antichi Romani perseguitarono e
martirizzarono i cristiani e successivamente essi fecero lo stesso
con i pagani. La purificazione delle persone impure, tacciate di
eretismo veniva attuata attraverso la riconosciuta forza
purificatrice del fuoco che, ironia della sorte, era proprio una
delle più radicate credenze pagane.
Gli incantesimi del Fuoco
Il fuoco era rispettato e adorato ma
anche temuto per la sua devastante forza distruttrice: erano diffusi,
e lo sono tuttora in alcune tradizioni new age e neopagane, rituali
magici per proteggere le abitazioni da tale elemento. Tra i più
diffusi vi era quello di utilizzare del vischio chiuso in un
sacchetto azzurro, immerso in acqua fredda e limpida e quindi appeso
al centro della casa o del luogo che si voleva proteggere. Nella sua
connotazione positiva, il fuoco era utilizzato per purificare, cioè
spesso venivano bruciati fisicamente oggetti ritenuti “responsabili”
di cattiva sorte o ritenuti la causa di un male.
Il fuoco inoltre, come ogni altro
elemento, era utilizzato per la divinazione, cioè quell'arte con la
quale era convinzione si potessero svelare gli eventi futuri: un
fuoco veniva acceso e la velocità o meno con cui la legna iniziava
ad ardere era considerata un segno più o meno positivo per la buona
riuscita della divinazione.
Era convinzione che le varie reazioni e
i movimenti delle fiamme rispettassero un preciso linguaggio che se
giustamente interpretato poteva rivelare il futuro: la difficoltà
d'accensione di un focolare preannunciava ad esempio pioggia, la sua
facilità una visita imminente. Molto crepitio indicava sfortuna, un
netto “buco” tra le fiamme l'imminente cessazione di un problema,
scintille preannunciavano notizie importanti, ecc.
Gli Elementali del Fuoco
Tra le streghe che professavano la
Vecchia Religione, ve ne erano alcune di rango superiore,
generalmente le più anziane, che erano considerate delle
chiaroveggenti: si riteneva cioè che avessero la capacità di
entrare in contatto con gli spiriti che governavano i vari elementi
della natura chiamati appunto “Elementali” per chiedere loro
benefici o conoscere gli eventi futuri.
Le streghe consideravano il fuoco
governato da spiriti chiamati “salamandre”: in antichità infatti
era diffusa la bizzarra convinzione che gli anfibi che vanno sotto
questo nome potessero resistere al fuoco e si generassero da esso, ed
è questo il motivo per cui le streghe identificarono gli spiriti del
fuoco con questo nome.
Le salamandre non sono molto radicate
nell'immaginario popolare e nel folklore, ma al contrario sono le
protagoniste indiscusse della più ermetica tradizione magica ed
alchemica: in moltissimi rituali dell'antichità legati alla
metallurgia, i fabbri-sacerdoti invocavano le salamandre a protezione
del loro lavoro; gli alchimisti medievali prima di tentare le
trasmutazioni della materia nei loro crogiuoli, rivolgevano
invocazioni agli elementari del fuoco; i magi persiani adoravano
particolarmente il fuoco e ne traevano oracoli per onorare le
salamandre.
Il ruolo delle visioni delle streghe
chiaroveggenti, potrebbe aver sortito effetti simili a quelli che
oggi suscitano i medicinali placebo nelle persone ipocondriache: gli
uomini hanno sempre avuto bisogno di affidarsi a delle convinzioni e
un certo riscontro di queste convinzioni, reale o meno che siano è
irrilevante, generava senza alcun dubbio nelle streghe della Vecchia
Religione del benessere.
In fin dei conti anche le religioni
moderne, più o meno volontariamente, ricoprono questo ruolo, cioè
quello di confortare e rassicurare chi ha fede. Ancora oggi, gli
sciamani meso americani ad esempio, utilizzano tecniche ingannevoli
per alleviare i dolori degli abitanti dei propri villaggi o per
estirpare convinzioni radicate di malessere o semplice ipocondria:
attraverso rituali che altro non sono che abili giochi di prestigio,
gli sciamani fanno credere di estirpare il male dalle persone che si
credono, ad esempio, possedute da un demonio, esorcizzando la cosa
mostrando serpenti spettacolarmente tirati fuori dal ventre dei
malcapitati.
Si tratta ovviamente di finzione, ma i
meccanismi mentali di auto convincimento che con questi riti gli
sciamani generano, sono pressappoco i medesimi generati dai
medicinali placebo. Nel caso delle streghe chiaroveggenti della
Vecchia Religione, entrare in contatto con spiriti benevoli e
chiedere loro beneficio, voleva rassicurare il proprio popolo che il
raccolto sarebbe stato abbondante e che le carestie non sarebbero
arrivate, generando senza dubbio una gioia ed una serenità non
indifferente.
Aria
L'Aria, elemento maschile come il
fuoco, è considerato il secondo elemento superiore, inferiore
soltanto al fuoco, e riveste un ruolo fondamentale nella tradizione
magica in quanto al suo interno hanno luogo alcune trasformazioni
importanti che coinvolgono anche gli elementi inferiori. Essa veniva
considerata un vero e proprio tramite tra il mondo superiore e quello
inferiore, partecipando alla purezza del primo e all'impurità del
secondo.
È l'elemento dell'intelletto, è il
regno del pensiero e governa incantesimi e rituali che riguardano i
viaggi, l'istruzione, la libertà, l'acquisizione di conoscenze, il
ritrovamento di oggetti perduti e la scoperta di menzogne.
Gli incantesimi legati all'aria di
solito comprendevano, e per i wiccan ancora oggi, rituali in cui
degli oggetti venivano fatti cadere lungo il pendio di una montagna,
di modo che essi entrassero effettivamente in contatto fisico con
l'elemento aria.
Per secoli gli uomini hanno creduto che
esistessero solo quattro tipi di vento, corrispondenti ai quattro
punti cardinali e molti incantesimi quindi eran legati a questi
quattro venti che si credeva potessero venire comandati anche se tali
rituali erano generalmente molto temuti poiché la magia dell'aria
era considerata imprevedibile come è la stessa natura del vento.
Il vento del nord era considerato il
vento che governava il cambiamento, un vento di natura aggressiva,
probabilmente perché le correnti che provengono dal nord sono
generalmente molto fredde e per questo i rituali legati a questo
vento aprivano la strada ad incantesimi di distruzione.
Contrariamente, più si va a sud e più
fa caldo, per lo meno nell'emisfero dove queste credenze pagane si
svilupparono, e per questo il vento del sud, infuocato e caldo, era
legato all'elemento del fuoco e la sua magia quindi ricopriva lo
stesso ambito: purificazione e protezione. Il vento dell'ovest è
quello che invece soffia fresco e umido; può portare una traccia di
pioggia o di foschia quindi è legato all'elemento dell'acqua e gli
incantesimi di questo elemento venivano quindi attuati
preferibilmente quando tirava il vento dell'ovest.
Infine il vento dell'est, è anch'esso
un vento caldo ma gli antichi pagani ebbero nei secoli modo di
osservare che tale vento soffiava dal punto in cui il sole e le
stelle facevano la loro apparizione: è per questo che a tale vento
venivano associati i rituali spirituali e sacri e la divinazione
aiutata dal corso delle stelle era più proficua se praticata durante
il soffio del vento dell'est.
L'aria in generale domina l'Oriente
perché questa è la direzione della massima luce, la luce della
sapienza e della conoscenza, il suo colore è il giallo del sole e
del cielo all'alba e la sua stagione è la primavera.
Gli incantesimi dell'Aria
Come già accennato, gli incantesimi
dell'aria erano generalmente legati ai venti; erano molto diffusi gli
incantesimi con i quali si credeva si potessero far innalzare i venti
e uno dei più diffusi consisteva nell'annodare un vecchio pezzo di
cuoio realizzando un primo nodo a circa otto centimetri da
un'estremità, un secondo a circa quindici centimetri dal primo nodo
ed un terzo a ventidue centimetri circa dal secondo.
L'incantesimo veniva attuato
sciogliendo in sequenza i nodi: per una brezza leggera veniva sciolto
il primo nodo mentre il mago si concentrava sulle onde del mare che
si increspano, sulle foglie che si alzano o sull'erba che ondeggia.
Per un vento più forte veniva sciolto il secondo nodo concentrandosi
su di un vento che gonfia le vele di una nave e per un vento di
burrasca si scioglieva il terzo nodo pensando a forti venti in
azione.
I pagani attuavano riti anche per
fermare il vento, esattamente come per proteggersi dalla forza
distruttiva del fuoco; venivano utilizzate generalmente quattro piume
(preferibilmente una per ciascuno dei seguenti colori: bianco, blu,
giallo e nero) che rappresentavano ognuna i quattro venti cardinali.
Le quattro piume venivano legate assieme strettamente con uno spesso
spago, messe sul fondo di una ciotola e ricoperte completamente di
sale di modo da non essere più visibili: con questa operazione era
credenza che i venti fossero legati e portati a terra, di modo da
calmarsi velocemente.
Vi sono anche testimonianze di credenze
per le quali alcune streghe erano in grado di fermare un ciclone
piantando un coltello nel terreno, con la lama affilata rivolta in
direzione della tempesta. Si diceva che il coltello “tagliava il
vento”, così che una determinata zona fosse risparmiata
dall'uragano.
Gli Elementali dell'Aria
Per le streghe, gli spiriti elementari
che governano l'Aria sono le Fate: esse sono ben radicate anche in
molte altre tradizioni, specie nel folklore del nord Europa,
identificate più generalmente con il termine gaelico di Fairy o
Faires, cioè Piccolo Popolo. In tutte queste tradizioni, ma
specialmente nella Vecchia Religione, le Fate ricoprono il ruolo di
messaggeri celesti, inviati del mondo spirituale proprio come
l'antico dio Hermes dei greci o gli angeli della tradizione
Cristiana.
Le streghe credevano che gli uccelli
rappresentassero nel mondo fisico, quello che le Fate rappresentavano
nel mondo spirituale (o sottile), quindi molti riti ed incantesimi
legati all'aria prevedevano l'utilizzo di volatili. Generalmente
venivano catturati, “caricati” di invocazioni e preghiere durante
lunghe cerimonie e poi liberati in massa di modo che i bisogni e le
necessità trasmesse ad essi potessero essere portate in cielo e
trasmesse agli spiriti dell'aria.
Queste convinzioni sono forse alla base
dell'iconografia con cui sono state nei secoli codificate e
rappresentate le Fate: la vista di alcune tipologie di uccello,
magari di scarsa diffusione e rari da vedere, deve aver suggestionato
gli antichi professanti della Vecchia Religione tanto da far credere
loro di aver visto proprio degli spiriti dell'aria. Spesso infatti i
colori delle ali di questi spiriti pagani, sono ispirati dal
variopinto piumaggio di alcuni uccelli e anche ciò si ricollega
all'infinita fonte d'ispirazione che per l'uomo è sempre stata la
natura.
Gli ambienti naturali incontaminati di
un tempo, con i loro suoni, gli odori ed i colori, erano terreno
fertile per l'immaginazione e questo, legato ad una minore conoscenza
del mondo, esaltava l'auto suggestione ed è comprensibile come la
tradizione si sia così riempita di credenze, favole e leggende.
Oggi, tradizioni ancora attive come la
Wicca, spingono sempre di più verso l'aspetto ambientalista: per chi
ancora osserva il culto della Dea Diana, gli spiriti naturali,
specialmente quelli dell'aria stanno retrocedendo nelle sempre minori
zone ancora verdi del mondo a causa dell'industrializzazione e
dell'inquinamento. Per questo, chi ancora oggi professa questa
religione, si dirige nei boschi ed in generale in ambienti naturali
per professare i propri rituali e per rimanere in contatto con questi
spiriti elementari.
Acqua
Per i wiccan e i pagani della Vecchia
Religione, l'acqua è l'elemento per eccellenza della purificazione,
della mente subconscia, dell'amore e delle emozioni, e la sua magia
era considerata da quasi ogni cultura e civiltà antica l'elemento
primario per l'esistenza, un elemento legato al piacere, l'amicizia,
il matrimonio, la fertilità, la guarigione, il sonno ed il sogno.
I rituali dell'acqua, quasi nella
totalità delle civiltà umane, facevano utilizzo di specchi,
venivano attuati spesso in presenza di pioggia e terminavano con
l'atto o di gettare o di deporre un oggetto dentro o sopra una massa
d'acqua, forse per un archetipo umano che riconosce nell'acqua
l'origine della vita. Era considerato un elemento femminile, il suo
colore era il blu, dominava l'Occidente e i mesi autunnali dell'anno
quando la pioggia si riversa sulla terra.
Oltre a costituire una delle componenti
primordiali ed essenziali delle cosmogonie di quasi ogni civiltà,
l'acqua rappresenta il principio vitale inteso come mezzo di
rigenerazione. Anche in alchimia ritroviamo, legata all'acqua, una
componente di forte vitalità: per gli alchimisti infatti, l'acqua
come solvente portava alla Putrefazione, fase essenziale per il
risorgere della vita, ed inoltre, sciogliendo sali e sostanze, li
rendeva adatti a numerosi processi alchemici. È proprio in questa
fase alchemica che tra alcuni elementi si credeva potesse avvenire la
cosiddetta Unione: essa doveva avvenire nel corso della lotta tra la
natura fissa e la natura volatile degli elementi.
Un elemento da tenere in considerazione
è l'uso che la spagiria fa dell'acqua come solvente per riuscire ad
ottenere la quintessenza dei minerali e delle sostanze naturali.
Quanto maggiore è il livello spirituale raggiunto, tanto maggiore è
la possibilità di agire nel reale: ecco allora il marcato desiderio
dell'alchimista di identificare, mediante continui processi di
purificazione, la dimensione più essenziale di una sostanza, e in
ciò riveste un ruolo centrale l'elemento dell'acqua.
L'acqua si pone al terzo posto della
serie dei quattro elementi: questa posizione tra aria e terra le
spetta per la sua plasmabilità superiore dell'aria ovviamente ma
inferiore alla terra. È chiara questa classificazione in quanto gli
esponenti della Vecchia Religione potevano utilizzare l'acqua nei
rituali e negli incantesimi in modo assai più diretto e pratico
rispetto a quanto potessero fare con aria e fuoco e alla stessa
maniera l'elemento più manipolabile di tutti era la terra. Ciò
nonostante, l'acqua è, dei restanti elementi, quella più
difficoltosa da muovere: l'aria ha infatti per sua natura una buona
capacità di movimento, mentre il fuoco è l'elemento che si muove
nel modo più rapido.
Il compito più importante che veniva
attribuito all'acqua era quello di ricevere e memorizzare
l'informazione presente nell'ambiente e di conservarla per poi
trasmetterla ad altri elementi, in particolare alla terra. In seguito
all'evaporazione, l'acqua sale verso il cielo e si impregna degli
influssi astrali. Successivamente essa torna sotto forma di pioggia,
sulla terra, fecondandola con quanto ha potuto catturare nella
dimensione più sottile: si credeva che l'informazione venisse così
trasmessa alla terra che ne traeva giovamento per la sua evoluzione.
Il processo si ripeteva un numero
infinito di volte per consentire all'elemento più basso di
accumulare l'informazione di cui ha bisogno per far evolvere ciò che
essa contiene, ma il rapporto è duplice: anche la terra impregna
l'acqua di ciò che essa contiene e vengono così trasmesse ad essa
le virtù delle vene ricche di minerali, così come quelle di luoghi
ricchi di bitume e zolfo.
Questo scambio tra dimensione superiore
e dimensione inferiore, che si credeva possibile proprio grazie alle
caratteristiche dell'acqua, veniva considerata una vera e propria
respirazione del mondo ed è per questo che il fulcro di tutti gli
incantesimi delle streghe si basava su questa convinzione di
possibilità di passaggio dell'informazione: gli elementi erano
collegati, gli spiriti elementari interagivano tra di loro, i rituali
e gli incantesimi erano quasi tutti incentrati sul passaggio del
bisogno, della preghiera agli elementi naturali per giungere alla
divinità.
Gli incantesimi dell'Acqua
Una delle forme più piacevoli,
rilassanti e antiche di divinazione era l'osservazione dell'acqua.
Quasi ogni luogo naturale e non dove sia presente l'acqua, ha
generalmente attratto l'uomo e lo ha spinto a cercare in questi
luoghi le risposte che andava cercando.
Alcuni riti, che un tempo venivano
considerati veri e propri incantesimi e rituali, sono in parte giunti
fino a noi: ne è un esempio quella di gettare monetine dentro una
fontana od un sasso dentro un pozzo visualizzando un desiderio che si
vuole si realizzi. Per i wiccan o più in generale per i pagani che
adoravano gli spiriti della natura, gli ambienti naturali erano i
luoghi migliori per attuare rituali ed incantesimi, ma con la
supremazia del cristianesimo in Europa dal decimo secolo dopo Cristo
in poi i luoghi artificiali come pozzi o sorgenti cominciarono a
prendere il sopravvento nel folclore e questo non è un caso, ma vi è
una componente storica e culturale: molti pozzi sono stati associati
a Santi e si dice che nei loro pressi siano state operate guarigioni
ed altri miracoli.
Il pozzo di Chalice presso l'Abbazia di
Glastonbury, in Inghilterra, è un esempio di una vecchia sorgente
ritenuta magica anche dai pagani che si è trasformata in pozzo ad
opera dei primi mistici cristiani. L'opera di cancellazione della
memoria è una pratica comune nella Storia: molte chiese ad esempio
sono state costruite sopra templi pagani, di modo da affermare al
tempo stesso la supremazia di un credo ed eliminare le tracce di uno
precedente. Gli incantesimi legati all'acqua sono quasi tutti
incentrati sul posizionamento o il lancio di un oggetto in una massa
d'acqua.
Se ci si trovava nei pressi di una
sorgente spesso di raccoglieva un sasso e, tenendolo con la mano
dell'energia (i wiccan in special modo, credono che la mano più
utilizzata naturalmente da una persona elargisca maggiore energia
magica rispetto all'altra) usando il succo di una pianta locale o con
del gesso, venivano segnati a terra simboli o rune visualizzando la
propria necessità, per poi gettare il sasso nella sorgente.
Spesso, si attuava una sorta di
divinazione attraverso il numero di cerchi prodotti dal sasso che
impattava con l'acqua: durante il lancio si visualizzava o si
rivolgeva alla Dea o al Dio una domanda che poteva avere come
risposta o un si o un no, e a seconda se i cerchi generati sulla
superficie dell'acqua fossero stati pari o dispari si era ottenuta
una risposta affermativa o negativa.
Sostanzialmente questi riti non erano
un qualcosa di così lontano da una sorta di preghiere, che venivano
esorcizzate ed amplificate con dei gesti e degli atti fisici. Ma per
le streghe della Vecchia Religione l'acqua non era utilizzata solo
per rivelare gli eventi futuri ma essa aveva un grande potere
curativo e proprietà purificatorie e quindi molti rituali di
guarigione erano legati a questo elemento.
Questa idea non era radicata solo al
retroterra delle convinzioni della Vecchia Religione ma è un
concetto molto diffuso in diverse culture e tradizioni. Il rito di
purificazione tramite l'abluzione ad esempio è un rituale molto
diffuso e trova un'espressione particolarmente importante nella
religione islamica, giudaica e in quella cristiana.
Per l'ebraismo antico, uno dei problemi
maggiori era costituito dall'impurità: essere impuri significava
essere spiritualmente depotenziati, quindi non in grado di accostarsi
alla divinità, dalla quale si diffonde un flusso potente (il Sacro)
in grado di distruggere un essere vivente che si fosse accostato ad
esso senza prima essersi reso immune all'impurità. Gli stessi
animali considerati impuri lo erano perché in qualche modo associati
alla terra (come il serpente che striscia sul suo ventre), la quale,
essendo emanazione della divinità, partecipava anch'essa del Sacro e
della sua pericolosa potenza.
Per questo motivo, si richiedeva ai
sacerdoti, che erano a contatto più di chiunque altro con il Sacro,
un grado massimo di purezza: le trasgressioni dovevano essere
cancellate mediante la purificazione e i lavaggi cerimoniali con
acqua consacrata facevano parte di questa tradizione. All'epoca di
San Giovanni Battista, la tradizione dell'abluzione, legata
specialmente ai culti orientali ma particolarmente diffusa in questo
periodo sia in ambito giudaico tradizionale che in quello degli
esseni, doveva essere preceduta dalla penitenza della vera
conversione.
Per il cristianesimo delle origini,
esso acquista una pregnanza ancora maggiore, perché l'ingresso
nell'acqua simboleggia la morte dell'uomo vecchio, mentre con la
risalita dal fonte battesimale si festeggia la nascita dell'uomo
nuovo, sul quale scende lo Spirito di Dio per la sua santificazione.
Di ciò è esempio emblematico il
battesimo di Gesù: anch'egli, come gli altri discepoli di Giovanni,
entra nell'acqua per il battesimo, ma quando ne esce, Dio manifesta
il suo compiacimento per lui: lo Spirito dell'Altissimo discende dal
cielo sotto forma di colomba, mentre si ode la voce del Padre che lo
riconosce come figlio.
Gli Elementali dell'Acqua
Gli spiriti elementari dell'acqua
venivano identificati nella Vecchia Religione con il nome di Ondine.
Anche per le ondine, come per il retroterra folcloristico legato alle
Fate, la tradizione è molto vasta andando a coinvolgere quasi ogni
cultura che avesse a che fare con il mare od in generale la
navigazione.
Storie di Sirene e creature marine,
popolano non solo la letteratura più disparata, ma in particolare il
folclore irlandese e quello scozzese, anche se racconti di creature
delle acque sono presenti in quasi tutto il mondo e in quasi ogni
epoca. Le streghe chiaroveggenti le identificavano come splendide
fanciulle dai lunghi capelli e la coda di pesce, immagine tanto
famosa quanto abusata in molte culture.
La loro origine molto probabilmente è
dovuta al grande timore che l'uomo ha sempre avuto del mare:
esattamente come molti dei rituali del fuoco o dell'aria servivano
per proteggersi dalla forza distruttrice di cui possono essere capaci
tali elementi, molti rituali erano rivolti agli spiriti elementari
dell'acqua per ricevere la loro benevolenza e protezione. Le radicata
superstizione dei marinai è molto probabilmente una traccia
dell'antico timore e rispetto che l'uomo nutriva verso il mare ed i
riti e i sacrifici che le streghe rivolgevano ad esso e agli spiriti
che lo abitavano.
Terra
La terra costituisce per la fisica
tradizionale il grembo indispensabile senza il quale nulla può
essere prodotto o riportato in vita e, seppur senza basi
scientifiche, questa era anche la convinzione di molte antiche
civiltà: la terra infatti è l'unica vera casa dell'uomo, in essa
l'uomo ha sempre trovato rifugio e nel suo suolo umido è tradizione
diffusa il seppellimento dei defunti.
La terra è considerata principio
femminile per eccellenza (in quanto opposta al Cielo, principio
maschile) ed è sottoposta ad una continua fecondazione da parte del
fuoco (interno ed esterno), dell'acqua, delle influenze astrali: essa
nutre l'uomo fin dalla sua comparsa, è umida e fertile e sono queste
caratteristiche che l'hanno fatta identificare dagli uomini come
elemento femminile. È in essa che nella stragrande maggioranza delle
tradizioni religiose, nelle cosmogonie, viene posto il germe iniziale
delle cose, che nel suo interno, sono portate a maturazione: il germe
dei metalli (tradotto nel linguaggio fisico, il mercurio vivo, padre
di tutti i metalli) nel suo recettacolo sotterraneo può maturare
fino alla perfezione (l'oro).
Essa domina il punto settentrionale
della bussola perché è il punto di massima oscurità e
dell'inverno, il suo colore è il verde della vegetazione ed è
legata alla magia delle pietre, delle immagini, degli alberi e dei
nodi. Nelle attività magiche, la terra ha sempre “governato”
tutti gli incantesimi e i rituali legati al lavoro, agli affari, alla
stabilità e alla fertilità: gli aborigeni australiani professano un
rito per il quale gli uomini adulti si stendono sulla terra e la
fecondano con il loro seme in segno di ringraziamento per i frutti
che costantemente essa fornisce loro per vivere.
Nella tradizione magica pagana, un
rituale legato a questo elemento poteva essere quello semplice di
seppellire un oggetto simbolico di un determinato proprio bisogno o
desiderio che si voleva si concretizzasse, o ancora gesti semplici e
umili come quello di tracciare simboli e disegni nella polvere. Come
l'acqua si credeva che la terra fosse in grado di trasportare
l'informazione e accogliere e conservare in sé le preghiere e i
bisogni di chi la onorava nei rituali.
Le antiche Dee pagane della terra sono
sopravvissute fino ad oggi sotto le spoglie di Madre Natura, una
divinità che veniva celebrata un tempo e che oggi viene nuovamente
apprezzata da alcune filosofie new age come nostra genitrice e fonte
si sostentamento: movimenti ambientalisti sono sorti per soddisfare
il bisogno di proteggere il nostro pianeta, specie quando siamo
riusciti a lasciare l'atmosfera e osservare la Terra dallo spazio.
Ma questo sentimento protettivo entrò
nel pensiero degli uomini e nella pratica magica ed in quella
religiosa già migliaia di anni fa, per preservare la divinità Gea.
Per concludere, dal punto di vista alchemico, la terra assumeva una
grande importanza anche perché veniva indicata in maniera indiretta
come uno dei componenti della Pietra Filosofale degli Alchimisti.
Gli incantesimi della Terra
La terra veniva utilizzata soprattutto
per incantesimi di guarigione ed in generale si associavano a tale
elemento capacità curative: era convinzione che si potesse
trasferire la malattia ad una sostanza, generalmente di origine
organica, che poi veniva seppellita e il male veniva così
neutralizzato dal potere della terra.
Per eliminare una malattia o risanare
una ferita, si usava sfregare la parte affetta con una fetta di mela,
di patata o di qualche erba ritenuta curativa e tale rituale deve
presumibilmente essere sorto per la casualità di aver constatato dei
miglioramenti per via di capacità disinfiammatorie di alcune piante
utilizzate. Similmente, si faceva stendere il malato su zone di terra
fresca e smossa e sono facilmente immaginabili le origini di tali
convinzioni: la terra era l'elemento dal quale l'uomo vedeva
sbocciare la vita; tutto ciò di cui l'uomo aveva bisogno per il suo
sostentamento spuntava dal terreno, sia il cibo sia le piante
utilizzate per gli infusi e le pozioni e si credeva quindi che la
terra possedesse forte vitalità e che si potesse giovare delle sue
vibrazioni positive e vitali entrando in contatto con essa.
Specie in Oriente, vi era la tradizione
di costruire le case intorno ad alberi e spesso la prima cosa che
veniva fatta prima di edificare un'abitazione era quella di piantare
il seme di una pianta: i wiccan, ed in genere i pagani adoratori
degli spiriti della natura, solevano affidare le proprie necessità e
desidere al seme di un albero, che se accudito da germoglio a fusto,
avrebbe reso il desiderio realtà.
E ancora, era ed è pratica ricorrente
per i wiccan, raccogliere in un fazzoletto verde della terra dove
erano stati precedentemente tracciati simboli magici e rune e
portarlo con sé per protezione e similmente veniva fatto con delle
bottiglie poi poste sui davanzali delle finestre per impedire al male
di entrare. La terra veniva gettata alle spalle dei bambini che
giocavano per evitare che spiriti malvagi si insinuassero nei loro
ingenui giochi e molto probabilmente questa tradizione è
sopraggiunta fino a noi come il rito superstizioso di gettarsi alle
spalle un pizzico di sale per scongiurare la cattiva sorte.
Nei tempi passati in sostanza, si
credeva che la terra confondesse gli spiriti malvagi e i demoni e che
essi fossero così costretti a dover contare ogni singolo granello di
terra prima di poter entrare in un'abitazione: nella filosofia new
age, nel senso più allargato del termine, questi spiriti sono stati
sostituiti come un male persistente che aleggia intorno al pianeta,
generato dai cattivi pensieri delle persone. Questa negatività può
entrare nelle case e così, per difesa, vengono adottati sistemi
simili a quelli degli antichi pagani che professavano l'Antica
Religione.
La convinzione che con i soli pensieri
si possa recare un danno fisico e psicologico ad altre persone,
alimentando questa presunta cappa di negatività che aleggia intorno
al pianeta, è presente anche in ben più antiche filosofie
orientali, come ad esempio il mantra di origine induista, una tecnica
meditativa atta sostanzialmente a concentrarsi e liberare la mente,
ma con la quale si crede si possa anche influenzare e creare un danno
a terze parti.
Gli Elementali della Terra
Per i professanti della Vecchia
Religione gli spiriti elementari della terra erano gli gnomi. Quando
oggi sentiamo parlare di gnomi, ci vengono alla mente le numerose e
suggestive fiabe che vedono protagonisti quegli esseri dalle
sembianze simili a quelle umane ma dalla piccola statura.
In verità il folclore che circonda
queste figure vede questi esseri descritti nei modi più differenti e
questo è un chiaro segnale per quanto già accennato riguardo agli
spiriti elementari dell'aria: le storie di gnomi, seppur maggiormente
radicati nel nord Europa, popolano il folclore di quasi tutto il
globo e in base a ciò di misterioso e sconosciuto che gli uomini di
varie parti del mondo potevano osservare in natura, la loro forma e
le descrizioni variano molto.
Gli gnomi (Shee dal gaelico) delle
streghe gli Yaksha in India, i Koltkis in Russia, gli Dvergras o
Kourigas nella tradizione celtica, i Monacelli nell'Italia
meridionale e così via.
I motivi che stanno alla base della
nascita della credenza degli gnomi sono chiare per quanto riguarda le
streghe della Vecchia Religione che erano a contatto diretto con la
Natura e le sue innumerevoli suggestioni e a tale proposito è
interessante notare che in tutte le altre culture dove queste
credenze si radicarono, esse partono sempre dalla vita di classi
sociali che erano strettamente a contatto con la natura e la terra,
come i contadini.
Vi è un gran proliferare di credenze e
superstizioni riguardanti spiriti della casa, di granai e cascine,
esseri verso i quali spesso si doveva essere cauti e che talvolta ci
si poteva aggraziare o convincere a smettere di infestare i luoghi
abitati con sacrifici e doni di cibo o piccoli oggetti di valore.
Uno dei riti più semplici per
precludere l'ingresso nelle abitazioni degli spiriti avversi, era per
le streghe, quella di appendere un paio di corna di cervo agli
stipiti delle porte d'ingresso alle case poiché il cervo era il
simbolo del Dio, della parte maschile della Natura con la sua potenza
virile.
Tale tradizione è alla base
dell'iconografia del Diavolo cattolico: gli gnomi malvagi delle
streghe sono stati rimpiazzate dalla figura del diavolo tentatore che
è stato rappresentato come un essere con coda e corna proprio per
tacciare di malvagità e adorazione del maligno la tradizione pagana
d'appendere delle corna di cervo fuori delle case.
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