Il cerchio magico (o circolo
magico) è un rituale di origini molto antiche che ha avuto
particolare uso nella magia cerimoniale, praticata soprattutto tra
Medioevo e Rinascimento, poi in seguito tornata in auge nell'800.
Rituale
La tracciatura di questo cerchio veniva
utilizzata come forma di protezione, per tenere fuori le energie
potenzialmente negative e malvagie che venivano evocate in un
triangolo posto al di fuori di esso.
Il cerchio magico attinge la sua
essenza simbolica all'archetipo del cerchio, figura geometrica che è
simbolo di pienezza ma anche di continuità e ciclicità. La stessa
forma del cerchio vuole simboleggiare armonia, completezza e
perfezione, quindi uno stato di coscienza proiettato in un simbolo
che, secondo gli studi condotti in psicoanalisi da Carl Gustav Jung,
rappresenta l'archetipo dell'individuazione psichica (ossia
l'affermazione del proprio Sé).
Nel contesto rituale, il Cerchio magico
esprime la volontà del praticante di ricreare intorno a sé uno
spazio in cui richiamare delle energie, legate all'universo e alle
sue dinamiche, necessarie al compimento dei suoi rituali. Il cerchio
magico rappresenta dunque lo spazio sacro spirituale in cui compiere
rituali, atti di devozione, meditazione e pratiche spirituali.
Rituale del cerchio nel neopaganesimo
Il rituale ha avuto una riscoperta e
rivalutazione nel movimento spirituale neopagano, in particolar modo
nel Druidismo e, soprattutto, nella Wicca.
Metonimia
Nel gergo della comunicazione politica
italiana e nel lessico giornalistico nazionale, è invalso l'uso di
definire in tal modo il gruppo di fedelissimi di un dirigente
politico che ha costruito la sua "squadra" di fiducia in
modo prevalentemente amicale, almeno a partire dal caso di Umberto
Bossi.
Il termine gergale (che sarebbe una
versione aggiornata della camarilla) si è trasformato in una
descrizione icastica e umoristica del gruppo, per lo più in base
alla sua provenienza geografica, come nel caso della cerchia di Pier
Luigi Bersani, in cui l'espressione è mutata nell'appellativo
"tortellino magico", riferito alla provenienza emiliana di
quel gruppo dirigente. Allo stesso modo, l'appellativo "giglio
magico", invece, è stato usato per definire l'entourage di
Matteo Renzi, con riferimento alla provenienza fiorentina di varie
sue componenti e dello stesso leader, che sarcasticamente lo ha
definito "mitico".
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