sabato 12 settembre 2020

Cumberlandismo

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Il cumberlandismo (o anche cunberlandismo) è una tecnica sviluppata dagli illusionisti, consistente nell'effettuare delle apparenti dimostrazioni di poteri ESP (percezioni extrasensoriali) attraverso la "lettura" dei movimenti muscolari involontari di uno spettatore. La tecnica infatti è anche nota con il termine di lettura dei muscoli (muscle reading, in inglese) o hellstromismo dal nome di un altro mentalista di fama internazionale.
Il termine deriva dal nome del prestigiatore Stuart Cumberland, che ideò per primo una codifica moderna e riconosciuta per questo tipo di esperimento, sebbene i primi mentalisti a raggiungere un buon successo tramite la lettura muscolare furono John Randall Brown e Washington Irving Bishop, attivi già nella seconda metà dell'Ottocento.
L'esperimento più tipico consiste nel richiedere al mentalista di trovare un oggetto nascosto, all'insaputa dello sperimentatore, in una stanza, mentre egli si trova in un altro locale. Il mentalista, rientrato nella stanza adibita all'esperimento, prende per mano uno o più collaboratori al corrente della posizione segreta dell'oggetto, e inizia a compiere giri dentro la camera facendosi guidare dai movimenti e dalle tensioni muscolari del collaboratore stesso. Ad esempio se quando il mentalista si dirige verso una direzione nota l'insorgere di una resistenza da parte del collaboratore, allora questo può essere il segnale che la direzione sia sbagliata.
In queste applicazioni, quindi, la tecnica permette di ritrovare a tastoni un oggetto nascosto o nell'eseguire un atto pensato ma non formulato da una persona presente all'esperimento, grazie alle pressioni inconsce esercitate sul cercatore dalla mano di una persona che lo tocca in modo continuo e che è al corrente dell'azione da compiere.

venerdì 11 settembre 2020

Classificazione Vallée

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La Classificazione Vallée è un sistema di classificazione delle osservazioni di UFO creato dall'ufologo francese Jacques Vallée. È spesso preferito alla classificazione Hynek perché più precisa.

Primo sistema

È stato elaborato nel 1966 ed è composto da cinque tipi divisi a loro volta in sottotipi.

Tipo I

Osservazione di un oggetto insolito, a forma di sfera, disco o altra forma geometrica, situato nei pressi del suolo (all'altezza degli alberi o più in basso), al quale possono essere associate delle tracce o degli effetti termici, luminosi o meccanici.
  • a- Al suolo o nei pressi del suolo
  • b- Vicino ad un posto con acqua
  • c- Gli occupanti dell'UFO mostrano interesse verso i testimoni facendo gesti o segnali luminosi
  • d- L'UFO sembra controllare un veicolo terrestre

Tipo II

Osservazione di un oggetto insolito di forma verticale o cilindrica nel cielo, associato ad un alone nebuloso. Si danno a questo fenomeno diversi nomi, come "sigaro nebuloso" o "sfera nebulosa".
  • a- Con movimenti irregolari nel cielo
  • b- Oggetto stazionario che "genera" altri oggetti (oggetti satelliti)
  • c- Oggetto circondato da altri oggetti

Tipo III

Osservazione di un oggetto insolito di forma sferica, discoidale o ellittica, stazionario nel cielo.
  • a- Alternanza di periodi di movimento e periodi stazionari, con movimento a "foglia morta"
  • b- Interruzione di un volo continuo, poi ripresa del movimento
  • c- Cambiamento di apparenza durante lo stazionamento
  • d- "Combattimento aereo" o carica verso altri oggetti
  • e- Traiettoria modificata durante un volo continuo per volare lentamente intorno a certe zone o per cambiare improvvisamente direzione

Tipo IV

Osservazione di un oggetto insolito in volo continuo.
  • a- Volo continuo
  • b- Traiettoria modificata verso un mezzo convenzionale vicino
  • c- Volo in formazione
  • d- Traiettoria a su e giù o a zigzag.

Tipo V

Osservazione di un oggetto insolito di apparenza indistinta, che appare come un oggetto che non è interamente solido o materiale.
  • a- Diametro apparente ampio, sorgente luminosa non definita
  • b- Oggetto simile ad una stella, immobile durante lunghi periodi
  • c- Oggetti simili a stelle che attraversano il cielo, eventualmente secondo traiettorie particolari

Secondo sistema

Nel 1990 Vallée ha proposto un nuovo sistema di classificazione, più completo, che tiene conto della classificazione di Hynek. Il nuovo sistema permette di classificare non solo gli UFO, ma anche i fenomeni paranormali.

Anomalie

  • Tipo I: Osservazioni- luci o esplosioni misteriose
  • Tipo II: Effetti fisici- poltergeist, cerchi nel grano
  • Tipo III: Entità- fantasmi, extraterrestri, animali criptozoologici (Yeti, mostro di Loch Ness, ecc.)
  • Tipo IV: Trasformazioni della realtà- esperienze ai confini della morte, allucinazioni o visioni di carattere religioso
  • Tipo V: Ferite o morte- stigmate, combustione umana spontanea, ecc.

Volo ravvicinato

  • Tipo I: Osservazioni-Traiettoria continua dell'UFO
  • Tipo II: Effetti fisici- l'UFO lascia una traccia fisica
  • Tipo III: Entità- Osservazione di esseri
  • Tipo IV: Trasformazione della realtà- i testimoni hanno l'impressione di una deformazione della realtà
  • Tipo V: Ferite o morte- ferite o morte causate dall'UFO

Manovre

  • Tipo I: Osservazioni- Traiettorie discontinue dell'UFO
  • Tipo II: Effetti fisici- L'UFO lascia una traccia fisica
  • Tipo III: Entità- Osservazione di esseri
  • Tipo IV: Trasformazione della realtà- i testimoni hanno l'impressione di una deformazione della realtà
  • Tipo V: Ferite o morte- ferite o morte causate dall'UFO

Incontro ravvicinato

  • Tipo I: L'UFO è vicino
  • Tipo II: Effetti fisici- l'UFO lascia una traccia fisica
  • Tipo III: Entità- Osservazione di esseri
  • Tipo IV: Trasformazione della realtà- rapimento
  • Tipo V: Ferite o morte- ferite o morte causate dall'UFO

giovedì 10 settembre 2020

Il libro dei medium

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Il libro dei medium o Guida dei medium ed evocatori (Le livre des médiums o Guide des médiums et des évocateurs nell'originale) è la seconda opera fondamentale sullo spiritismo scritta dal pedagogista francese Allan Kardec, pubblicata nel 1861 in Francia. Tratta dell'aspetto sperimentale ed investigativo della dottrina dello spiritismo, presentata come un orientamento teorico-metodologico capace di spiegare un ordine di fenomeni disprezzato dalla scienza: i cosiddetti fenomeni spiritici o medianici, che sarebbero causati dall'interazione di spiriti nella realtà fisica.


Storia

Le prime ricerche fatte da Kardec erano su un fenomeno molto comune a mezzo il secolo XIX nella Europa e negli Stati Uniti: i cosiddetti tavoli giranti, in cui qualche persone si sedevano intorno ad un tavolo per distrarsi con strani movimenti prodotti dal mobile, che parevano indipendenti della volontà dei presenti (Pesoli, 1999). Nonostante il nome, c'erano spesso, secondo testimoni dell'epoca, anche fenomeni somiglianti con svariati oggetti.
La ricerca lo fece convincere della ipotesi spiritica come il migliore modo di spiegare questi fenomeni di comunicazioni intelligenti. Kardec si è convinto di questa ipotesi dopo avere osservato diversi fenomeni che non erano semplici agitazioni aleatorie, spiegabili da cause naturali, ma movimenti che sembravano ricorrere a sistemi simbolici per stabilire canali di comunicazione con un interlocutore.

mercoledì 9 settembre 2020

La ricerca della pietra filosofale ha mai portato a dei risultati?


Tra i molti esperimenti condotti da alchimisti per produrre la mitologica pietra filosofale, ve ne è stato uno che ha portato ad un risultato davvero importante.
Nel 1669, un mercante e alchimista tedesco di nome Hennig Brand scoprì il fosforo facendo bollire l'urina e riscaldando il residuo a temperature molto elevate. Stava cercando di fabbricare l'oro, e sperava che il colore giallo dell'urina significasse che c'era dell'oro dentro.
In realtà non era così, ma il risultato del fatto che l'urina naturalmente contenga considerevoli quantità di fosfati disciolti in essa.
Brand chiamò la sostanza che aveva appena scoperto fuoco freddo perché era luminosa e risplendeva nell'oscurità. Sebbene non avesse alcun valore di bene prezioso, nè tantomeno fosse oro, Brand mantenne il segreto sulla scoperta, esattamente come facevano tutti gli alchimisti dell'epoca, gelosi dei propri segreti.


Esiste un'altra interpretazione della 'pietra filosofale' diversa dal materiale che trasforma il piombo in oro.
In questo caso sarebbe un'allegoria, una metafora. Il piombo sarebbe lo stato iniziale dell'uomo e del suo animo e la trasformazione in oro corrisponde al raggiungimento dell'illuminazione (come vedi molto orientale, se la chiesa scopriva una roba del genere bruciava tutti)
In particolare l'alchimista per raggiungere la trasformazione al rosso doveva passare per 3 fasi:
  • Nigredo (trasformazione verso il nero)
  • Albedo (trasformazione verso il bianco)
  • Rubedo (trasformazione verso il rosso)
Tutto il processo è una morte e rinascita e riprende in parte anche l'idea dell'araba fenice che rinasce dalle sue ceneri (nigredo morte - albedo preparazione - rubedo rinascita intesa come raggiungimento della realizzazione)
La nigredo è il livello più basso e distruttivo, è morte e putrefazione degli elementi alchemici (corpo, spirito ecc) per giungere all'essenza delle cose, essendo, inizialmente, l'essenza la vacuità la nigredo corrisponde ad una morte spirituale dove nulla, nemmeno la propria vita, ha più senso . La nigredo è associata con il piombo.
L'Albedo è il superamento della nigredo e l'inizio della comprensione delle cose, inizia il percorso per comprendere tutto ciò che circonda l'alchimista, per purificarsi. L'albedo trasforma il piombo (lo spirito e il corpo dell'alchimista nello stato iniziale) in argento.
La Rubedo è il raggiungimento della comprensione e la purificazione, è la trasformazione verso l'oro (illuminazione orientale). È il compimento della Grande Opera e della Pietra Filosofale, la trasformazione dei metalli privi di valore (come il piombo) (qui metalli è metafora dello spirito umano) in oro (metallo più bello e prezioso) (quindi lo spirito si evolve e giunge oltre a ciò che era inizialmente)




martedì 8 settembre 2020

Come si sono comportati fino ad oggi i Presidenti degli Stati Uniti riguardo le informazioni sugli UFO?


Fino ad oggi il comportamento dei vari Presidenti degli Stati Uniti è stato di grande aiuto, sia per i sostenitori degli avvistamenti di UFO, sia per coloro i quali dicono che in realtà non ci sia proprio niente da nascondere.
L'argomento, come tantissimi altri reputati riservati per la sicurezza nazionale, si è sempre prestato a doppie interpretazioni e il fatto che molta presunta documentazione sia secretata, come quella di altri importanti fatti della vita americana, agevola le interpretazioni di ciascuna parte.
Per i sostenitori della presenza degli UFO sul territorio americano e addirittura dei rapporti che esisterebbero tra il governo e gli alieni, il segreto mantenuto dai vari presidenti sarebbe la prova di tali connivenze.
Per coloro invece che sostengono come in realtà il tema degli UFO sia una copertura per lo studio di nuovi armamenti, il segreto è in realtà inserito all'interno del contesto ben più complesso della difesa americana.
Certo che alla fine non aiuta il comportamento di certi presidenti che non hanno fatto altro che alimentare questa ambiguità, come nel caso di Jimmy Carter.
Prima delle elezioni, Jimmy Carter aveva promesso che se fosse diventato Presidente degli Stati Uniti, avrebbe rilasciato al pubblico tutte le informazioni che il governo aveva sugli UFO. Una volta eletto, però, decise di non farlo per "motivi legati alla sicurezza nazionale". Interessante ricordare come lo stesso Carter, ancora prima di diventare presidente, avesse sostenuto di essere stato testimone di un avvistamento!



lunedì 7 settembre 2020

Iperborea

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Iperborea è una terra leggendaria, patria dell'anch'esso mitico popolo degli Iperborei.
Nei miti della religione greca e nelle dottrine dei loro storici (tra cui Erodoto), gli Iperborei (Ὑπερβόρεoι o Ὑπερβόρειoι, "coloro [che vivono] oltre βορέας") erano un popolo che viveva in una terra lontanissima situata a nord della Grecia. Questa regione era un paese perfetto, illuminato dal sole splendente per sei mesi all'anno. L'appellativo di iperboreo viene riferito da Giamblico nel suo catalogo di pitagorici ad Abaris il quale viene appellato in tal modo anche da Nicomaco mentre Eliano riferisce che, a quanto detto da Aristotele, Pitagora era chiamato dai Crotoniati Apollo Iperboreo.

Fonti letterarie sugli Iperborei

Ecateo di Mileto (VI secolo a.C.) colloca gli Iperborei all'estremo Nord, tra l'Oceano (inteso come l'anello d'acqua che la cultura greca immaginava scorrere attorno alle terre emerse come se fosse un fiume) e i monti Rifei.
Ecateo di Abdera (IV-II secolo a.C.), autore di un'opera Sugli Iperborei di cui ci sono pervenuti solo alcuni frammenti, li colloca in un'isola dell'Oceano "non minore della Sicilia per estensione". Su quest'isola, dalla quale è possibile vedere la luna da vicino, i tre figli di Borea rendono culto ad Apollo, accompagnati dal canto di una schiera di cigni originari dei monti Rifei.
Esiodo colloca gli Iperborei "presso le alte cascate dell'Eridano (Ἐριδανός) dal profondo alveo". La cultura greca formulò numerose proposte in merito alla sede geografica di questo fiume e due fonti in particolare ci trasmettono la nozione secondo cui l'Eridano sfociasse nell'Oceano settentrionale: Ferecide di Atene ed Erodoto, anche se in seguito venne identificato.
Pindaro colloca gli Iperborei nella regione delle "ombrose sorgenti" del fiume Istro (in greco Ἴστρος, l'attuale Danubio). In un passo del Prometeo Liberato Eschilo ricorda la fonte dell'Istro come situata nel paese degli Iperborei e nei monti Rifei; Ellanico di Lesbo e Damaste di Sigeo pongono la sede iperborea oltre i monti Rifei; quest'ultimo, inoltre, ricorda i monti Rifei come situati a nord dei grifoni guardiani dell'oro (si veda a tale proposito il poema di Aristea di Proconneso sugli Issedoni).
Erodoto riassume un poema di Aristea di Proconneso, ora perduto, nel quale l'autore riferiva di un proprio viaggio compiuto per ispirazione di Apollo in regioni lontane, sino al paese degli Issedoni, "al di là" dei quali ci sarebbero gli Arimaspi monocoli, i grifoni custodi dell'oro e infine gli Iperborei, che vivevano in una terra dove il clima era sempre primaverile e piume volteggiavano nell'aria. Bruno Luiselli ricostruisce la posizione degli Iperborei, sulla base di queste indicazioni, come situata in zona uralica.
Per tutte queste caratteristiche idilliache, iperboreo assunse in greco il significato di "felice", "beato".

Iperborea nell'età moderna

L'astronomo e letterato francese Jean Sylvain Bailly, verso la fine del Settecento, fu il primo autore moderno a tornare a parlare di Iperborea, in alcune tra le sue opere più importanti, tra cui le Lettres sur l'Atlantide de Platon (1779) e l′Essai sur les fables et sur leur histoire (postumo, 1798). Egli unì la tradizione di Iperborea al mito di Atlantide, ipotizzando l'esistenza di un'antichissima civiltà nordica. Bailly, nella sua concezione della storia, sosteneva infatti la tesi secondo cui un'Atlantide Iperborea nordica fosse la civiltà originaria del genere umano, che essa avesse inventato le arti e le scienza e che avesse "civilizzato" i Cinesi, gli Indiani, gli Egizi e tutti i popoli dell'antichità. Egli posizionò questo popolo primordiale nel lontano nord dell'Eurasia, nell'isola di Spitzbergen, nei pressi della Siberia, argomentando che quelle dovevano essere state le prime terre abitabili quando la Terra, originariamente incandescente ed inospitale alla vita secondo le ipotesi paleoclimatiche teorizzate da Buffon e Mairan, aveva incominciato a raffreddarsi. Il costante raffreddamento della Terra le aveva però, successivamente, rese inabitabili e aveva seppellito l'ancestrale territorio di questa civiltà sotto delle lastre di ghiaccio, in modo da perdere completamente le tracce degli Atlantidei, e obbligando i loro discendenti a spostarsi più a sud per colonizzare le altre zone del globo.
Eppure, sebbene l'antirazzista Bailly non avesse fatto riferimento ad alcun tipo di razza umana, da qui a teorizzare un'origine iperborea della "razza ariana" il passo fu breve. Helena Blavatsky descrisse ne La dottrina segreta una storia fantastica dell'umanità, nella quale Iperborea è rappresentata come un continente polare che si estendeva dall'attuale Groenlandia fino alla Kamčatka e sarebbe stata la sede della seconda razza dell'umanità, giganti androgini dalle fattezze mostruose.
Friedrich Nietzsche ne L'Anticristo dice: "Iperborei siamo - sappiamo bene di vivere al margine. 'ne per mare o per terra troverai il cammino che porta agli Iperborei', già recitava Pindaro di noi. Oltre il Nord, oltre il ghiaccio, oltre la morte- la vita nostra, la felicità nostra..." Si riferisce a se stesso e ai suoi lettori elitari, in quanto già nella prefazione del libro precisa: "Appartiene ai pochissimi questo libro. Non ne è venuto al mondo neppure uno di costoro, forse. [...] V'è chi nasce postumo."
Miguel Serrano, scrittore cileno appartenente al filone occultista neonazista, affermò esplicitamente che Iperborea sarebbe stata la prima casa degli ariani dopo lo sbarco sulla Terra dalla "dimensione del raggio verde", che sarebbe stato possibile grazie a una "fessura cosmica" di Venere. La progenie degli ariani con gli "uomini-bestia" allora presenti avrebbe dato origine all'umanità. Questo tuttavia fece sì che gli iperborei perdessero la grazia originale e che la loro terra sprofondasse dentro la Terra cava, dove, nelle città sotterranee di Shambhala e Agartha, ancora si troverebbero uomini-dei di pura discendenza ariana.
Tra gli scrittori che in una magica terra chiamata "Hyperborea" hanno ambientato le loro storie di fantasia vi sono H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, Clark Ashton Smith e Miloš Crnjanski.


Identificazioni

Alcune persone hanno voluto identificare la terra degli Iperborei con un'ipotetica isola che, alla pari di Atlantide, in tempi antichissimi sarebbe stata sommersa (più di 11.000 anni fa), estesa dalle coste occidentali dell'Irlanda alla Groenlandia, comprendendo interamente l'Islanda.
Altri studiosi hanno identificato Iperborea come l'estremità settentrionale di Atlantide, mentre altri studiosi ancora con Thule, altri semplicemente con la Scandinavia e il Nord Europa, terre sconosciute e misteriose per gli antichi Greci.

domenica 6 settembre 2020

Tlaloc

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Tlaloc (il nome deriva da «Tlālli-octli», ovvero «Nettare della terra»; era anche chiamato «Nuhualpilli», che potrebbe derivare da «Nahua-pilli», ovvero «Principe Nahua») era, secondo la mitologia azteca, il dio della pioggia e della fertilità.
Gli Aztechi avevano grande timore di lui e, per conquistare il suo favore, gli sacrificavano esseri umani. Gli Aztechi credevano che Tlaloc fosse il responsabile sia delle inondazioni che della siccità e che lui fosse stato creato da altri dei. Tlaloc si sposò prima con Xochiquetzal, una delle divinità dei fiori, ma poi Tezcatlipoca la rapì. Tlaloc sposò in seguito la dea Matlalcueitl, "La Signora dalla Veste Azzurra". Tlaloc viene comunemente dipinto come un essere blu con delle zanne. Nel mondo sotterraneo dove viveva si trovavano le persone uccise dai fulmini, per annegamento o per malattia. Insieme a Chalciuhtlicue, fu il padre di Tecciztecatl. Aveva una sorella maggiore di nome Huixtocihuatl. A lui venivano sacrificati bambini, che venivano annegati. Regnava sul terzo dei cinque mondi della mitologia azteca.
Anche gli abitanti di Teotihuacan adoravano Tlaloc. Nel periodo pre-azteco, Tlaloc era venerato dalle civiltà teotihuacan e tolteche della Mesoamerica. Altri popoli mesoamericani avevano divinità della pioggia simili, a volte con caratteristiche leggermente diverse, come Chac, il dio Maya della pioggia e Cocijo, dio della pioggia zapoteco.

 
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