venerdì 14 gennaio 2022

Xenoglossia

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Xenoglossia, o xenolalia, è il termine con cui si indica la presunta capacità paranormale di parlare o scrivere una lingua al soggetto sconosciuta. Deriva dal greco ξένος xènos, straniero, e γλῶσσα glṑssa, lingua e non deve essere confusa con la glossolalia, cioè la presunta capacità di parlare lingue inesistenti.
Solitamente si suppone sia una capacità acquisita per via paranormale, come nel caso di sedute spiritiche. La xenoglossia sarebbe inoltre una possibile conseguenza della possessione demoniaca. Inoltre, il "dono delle lingue" figura fra i carismi dei Cristiani, basti pensare ai riferimenti presenti nelle Lettere di Paolo e negli Atti degli Apostoli.

Nella parapsicologia

In base ai criteri della parapsicologia, esisterebbero due tipi di xenoglossia. Il primo tipo consisterebbe nella pronuncia di frasi di senso compiuto in una lingua sconosciuta. La seconda tipologia, detta xenoglossia responsiva, consiste in uno scambio di domande e risposte immediate e coerenti fra lo sperimentatore e l'entità disincarnata che sta possedendo il medium.

Nel misticismo

Il fenomeno non riguarda solo l'ambito della parapsicologia, ma ha interessato anche il mondo dei mistici.
Anna Caterina Emmerich (1774-1824) fu una religiosa tedesca, monaca agostiniana, beatificata da Papa Giovanni Paolo II, sofferente a causa della presenza delle stigmate negli arti e alla testa, divenuta famosa per le sue presunte doti di veggente. La mistica fu seguita, tra gli altri, dal poeta Clemens Brentano che trascrisse i racconti delle sue visioni, nelle quali avrebbe rivissuto la Passione di Cristo e proprio in quei frangenti di estasi, sarebbe stata in grado di capire i discorsi dei contemporanei di Gesù.
Nella storia della xenoglossia si sarebbero verificati altri presunti casi, più recenti, come quello della mistica tedesca cattolica Teresa Neumann, alla quale vengono attribuiti oltre alla stigmate, ritenute autentiche da una commissione medica presieduta dall'autorità cattolica di Ratisbona ma ritenute false da altre fonti, altri presunti fenomeni sovrannaturali come bilocazioni, profezie, e la presunta conoscenza di lingue a lei ignote, come ad esempio l'aramaico, il latino ed il greco.

L'opinione della comunità scientifica

La maggior parte dei linguisti e degli psicologi ritiene che la xenoglossia non esista. Fa eccezione lo psichiatra Ian Stevenson, il quale ritiene di avere documentato diversi casi che considera autentici. Tuttavia, secondo il CICAP «un esame dettagliato di questi casi ha portato a concludere che le persone oggetto dei suoi studi non sembravano conoscere veramente la lingua in questione, ma sembravano piuttosto conoscere un numero limitato di parole di quella lingua e utilizzavano sempre queste per rispondere, in modo stereotipato, alle domande degli studiosi».



giovedì 13 gennaio 2022

Bilocazione

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La bilocazione o multilocazione è la supposta capacità di un corpo di essere contemporaneamente presente in due o più luoghi diversi. Il termine è compreso in quello di ubiquità, perché multilocazione indica la presenza contemporanea di un corpo in più luoghi, mentre l'ubiquità indica la sua presenza in ogni luogo.
Il termine è stato utilizzato in una vasta gamma di sistemi filosofici e storici, tra cui la filosofia greca, sciamanesimo, paganesimo, folklore, occultismo e magia, il paranormale, induismo (come una delle siddhi), buddismo, spiritualismo e teosofia, misticismo in generale, tanto quanto il misticismo ebraico e la Cabala.

Bilocazione e cristianesimo

Nella tradizione agiografica cristiana la bilocazione è un evento miracoloso attribuito ad alcuni santi.
Testimonianze agiografiche di bilocazione riguardano: Santa Caterina de' Ricci, San Pietro d'Alcantara, Sant'Alfonso Maria de' Liguori, San Clemente papa, Sant'Antonio da Padova, San Francesco d'Assisi, San Pio da Pietrelcina, Fra Nazareno da Pula, Santa Ludovina, San Francesco Saverio, San Giuseppe da Copertino, san Martino de Porres, sor María de León Bello y Delgado, venerabile Maria d'Agreda, San Filippo Neri, San Giovan Giuseppe della Croce, san Francesco di Paola, san Giovanni Bosco e Natuzza Evolo.

Bilocazione in Oriente

Il presunto fenomeno della bilocazione non è una prerogativa del mondo occidentale; anzi da molti secoli la tradizione vedica e buddista trasmetterebbe le basi di conoscenza, a livello filosofico e spirituale, per consentire a soggetti con particolari inclinazioni di effettuare un lungo tirocinio idoneo composto di pratiche ascetiche, tecniche yoga, preghiere, meditazione.
Yogananda narrò sia apparizioni di defunti sia bilocazioni, in modo dettagliato; il suo stesso guru, si sarebbe materializzato, avrebbe comunicato e toccato il suo allievo prima di smaterializzarsi in una luce splendente.
Robert Monroe ("I miei viaggi fuori dal corpo", Torino, 1974) dopo aver analizzato accuratamente le discipline orientali, consigliò qualche tecnica che a suo dire avvierebbe la mente verso la bilocazione, grazie ad un allentamento dello stato di coscienza fino alla scomparsa delle sensazioni; da uno stato di dormiveglia si passerebbe a quello delle "vibrazioni", ottenibile con l'ausilio di particolari posizioni del corpo; le "vibrazioni" se guidate opportunamente, potrebbero condurre, dopo aver prodotto una serie di reazioni intense che coinvolgerebbero tutto il corpo (come scintille e impressione di paralisi), ad una presunta separazione del corpo.

Bilocazione e parapsicologia

Il presunto fenomeno della bilocazione appartiene all'ambito delle discipline parapsicologiche, che non sono riconosciute dal mondo scientifico e accademico.
Nella parapsicologia è associata allo "sdoppiamento", "proiezione astrale" o "viaggio fuori dal corpo" (esperienze extracorporee). Permetterebbe, secondo chi asserisce di poterla praticare, non solo di avere la sensazione soggettiva, ma anche di trovarsi realmente allo stesso tempo in due luoghi fisici diversi. La distinzione sostanziale fra la bilocazione e la proiezione astrale risiederebbe semplicemente nella natura della presenza del praticante, il quale nella "proiezione astrale" sarebbe presente solo in uno stato incorporeo puramente "energetico", mentre nella "bilocazione" sarebbe fisicamente e materialmente presente.
Non esiste alcuna prova della reale esistenza dei fenomeni suddetti.



Il punto di vista scientifico

Secondo la comunità scientifica, gli asseriti episodi di bilocazione non hanno il minimo fondamento reale, ed hanno invece una spiegazione non paranormale, che si basa sulla somiglianza che esiste fra alcune persone, sulla psicologia della percezione e, in parte, sullo scherzo goliardico (infatti, nelle pseudoscienze viene talora distinta la bilocazione dallo sdoppiamento, sostenendo che nella bilocazione la persona non avrebbe alcuna coscienza di trovarsi in due posti diversi, mentre nello sdoppiamento sì).
Un semplice esperimento potrebbe togliere ogni dubbio: bilocarsi a un metro di distanza da se stessi, rimanendo nella stessa stanza. Le persone che dicono di bilocarsi non sono mai riuscite in questa prova.




mercoledì 12 gennaio 2022

Vril

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Il Vril è un'ipotetica forma di energia descritta in varie opere attinenti al moderno esoterismo.
Secondo il romanzo fantascientifico La razza ventura (The Coming Race, poi ripubblicato come Vril, The Power of Coming Race) scritto nel 1871 dal romanziere inglese Edward Bulwer-Lytton, il Vril è un particolare fluido energetico che permetterebbe ad una misteriosa civiltà residente nella Terra cava di avere poteri magici che li renderebbero simili a divinità; il termine "Vril-ya" avrebbe significato proprio razza (di aspetto nordico) semidivina, poiché essi potevano sia curare qualsiasi malattia, animare un oggetto inanimato rendendolo intelligente, oppure distruggere una fortezza, utilizzando degli speciali bastoni metallici di forma cilindrica da cui confluiva questa particolare energia.
Il racconto proto-fantascientifico di Bulwer-Lytton fu preso assai seriamente dai sostenitori dell'esistenza di Atlantide (tra i quali W. Scott-Elliot) e in seguito dagli appassionati di occultismo.

La Società del Vril

Dagli anni sessanta del Novecento si è inoltre diffusa una teoria del complotto che riguarda una società segreta del Vril, diffusasi a partire dal libro del 1960 Il mattino dei maghi di Louis Pauwels e Jacques Bergier, che faceva sensazionali affermazioni riguardanti la Vril Gesellschaft (Società del Vril) di Berlino, idea ripresa in seguito da altri autori.
Si tratterebbe di una società iniziatica composta da sole donne, il cui ruolo consiste nell'attirare verso la Terra la forza cosmica del Vril proveniente da un punto peculiare della Via Lattea, detto "Sole Nero" (o Hunab Ku), situato al centro della galassia, al fine di favorire l'evoluzione dell'umanità e dell'intero pianeta, sfruttando l'allineamento che contraddistingue l'odierna epoca astrologica fra Terra, Sole e tale centro galattico. L'attuale allineamento astrologico con il Sole Nero è quello che sarebbe stato previsto tra l'altro dalle profezie maya sull'avvento di una nuova era.

martedì 11 gennaio 2022

Volti di Bélmez

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Volti di Bélmez (Caras de Bélmez in spagnolo) è il nome di alcuni presunti fenomeni paranormali, presentatisi per la prima volta in una casa spagnola di Bélmez de la Moraleda, paesino andaluso nella provincia di Jaén, e consistenti nell'apparizione di "ritratti" di volti umani nei pavimenti della casa.
Il primo volto sarebbe stato scoperto dalla proprietaria della casa, María Gómez Cámara, il 23 agosto 1971, nel pavimento della sua cucina. Secondo le sue affermazioni, anche dopo ripetuti tentativi di lavaggio, esso non scompariva, così, con l'aiuto del marito e del figlio, il pavimento fu picconato, dopodiché venne data una nuova gettata di cemento, ma non bastò perché dopo poco più di una settimana la stessa immagine riapparve.
Prima che l'immagine sul pavimento potesse essere ancora distrutta, l'allora sindaco del paese, decise di scavare una fossa sotto il pavimento della cucina per ulteriori studi. Dallo scavo iniziarono ad emergere ossa umane e due scheletri decapitati. Bisogna ricordare però che quella casa venne edificata su un terreno che tempo prima aveva ospitato parte del cimitero della locale Chiesa cattolica (un terreno di sepoltura risalente ad epoca romana).
Le ossa sparse vennero sottoposte ad ulteriore analisi e si scoprì che risalivano al XIII secolo, mentre i corpi vennero seppelliti in maniera dignitosa con rito cattolico. Terminati gli scavi, il pavimento e la cucina vennero ricostruiti. Non molto tempo dopo, il fenomeno continuò con l'apparizione di altri volti, di cui la maggior parte in una camera mansardata.
Vista la curiosità che questi avvenimenti suscitavano nella gente, la signora Gómez e i suoi familiari provarono a speculare sulla vicenda: decisero infatti di far pagare un biglietto alle persone che volevano vedere i volti, oltre a vendere loro foto degli stessi.
Dopo la morte di María, avvenuta nel 2004, la vicenda tornò alla ribalta attirando di nuovo gli appassionati di turismo esoterico.


lunedì 10 gennaio 2022

Teleplastia

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Il termine Teleplastia venne coniato dal medico tedesco Albert von Schrenck-Notzing (1862-1929) sul greco "tele", lontano, e "plassein", modellare. Riguarda quei presunti fenomeni paranormali fisici, classificabili quindi nella categoria della psicocinesi, riguardanti la formazione ed il controllo dell'ectoplasma da parte di un medium.
Sono classificabili 3 tipi di teleplastia:
  • Apparizione oggettiva: manifestazione evanescente di fantasmi sia spontanea che evocata da un medium. A questa categoria appartengono i fenomeni di materializzazione a distanza, spesso non direttamente controllati dal medium, la bilocazione ed i casi d'infestazione.
  • Materializzazione: dal corpo del medium fuoriesce una sostanza (ectoplasma) capace di assumere conformazioni plastiche parziali o complete.
  • Trasfigurazione: modifica leggera o profonda del volto e del corpo del medium e dei partecipanti ad una seduta spiritica. In rari casi, secondo i medium, si potrebbe addirittura arrivare ad assumere la fisionomia dell'entità disincarnata.

Esempi

Un esempio di probabile teleplastia è avvenuto in Spagna a Belmez, dove Maria Gomez faceva apparire involontariamente macchie a forma di volti nelle pareti e nel pavimento di casa.

domenica 9 gennaio 2022

Scrittura automatica

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La scrittura automatica è il processo di scrittura di frasi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore. Può avvenire in stato di trance, oppure in maniera cosciente ma senza la consapevolezza di quello che si sta scrivendo. È stata a volte utilizzata in psicoanalisi come possibile strumento per fare emergere conflitti inconsci. È uno degli strumenti più importanti della tecnica di scrittura surrealista.
A parte i casi di frode, la scrittura automatica avviene spesso in totale buona fede: gli psicologi la interpretano come il frutto dei cosiddetti automatismi, comportamenti guidati da associazioni inconsce (effetto ideomotorio).

In parapsicologia

Secondo la parapsicologia, questo fenomeno potrebbe permettere di entrare in contatto non solo con i propri cari già trapassati ma anche con personaggi noti della storia e persino con sconosciuti non solo al soggetto ma a tutti. Non esistono però prove scientifiche che la scrittura automatica trasmetta altre informazioni oltre a quelle contenute nella mente dell'individuo che sta scrivendo.
Il termine "scrittura automatica" fu usato per la prima volta nel 1861 da Allan Kardec, considerato il padre dello spiritismo francese, che lo riteneva il mezzo più semplice e più completo per poter stabilire relazioni con gli spiriti. Nello spiritismo si usano anche le espressioni "scrittura medianica" o "scrittura spiritica". Nel 1934 Gino Trespoli definì il fenomeno come "psicografia", comprendendo anche la presunta capacità di un sensitivo di influenzare la materia fotosensibile di una lastra fotografica, imprimendovi un'immagine di una scena pensata.
Oltre che nello spiritismo, la scrittura automatica è praticata anche nella New Age: secondo i suoi sostenitori, attraverso questo tipo di scrittura si può diventare "canali" (in inglese "channeler") e comunicare con le divinità, gli spiriti della natura, i defunti, entità multipersonali, extraterrestri, e l'inconscio collettivo.

In psicoanalisi

Con Sigmund Freud la scrittura automatica viene considerata l'espressione del subconscio, che poteva far emergere conflitti psicologici non risolti o traumi infantili.
La scrittura automatica è usata da alcuni psicanalisti come uno strumento per accedere facilmente alle memorie represse, ma l'attendibilità di questa tecnica terapeutica è molto discussa.

In letteratura

La scrittura automatica è stata usata come metodologia artistico-letteraria da alcune correnti letterarie, in particolare dal surrealismo che, facendo riferimento proprio alla psicoanalisi, voleva ridurre ogni frapposizione censoria di tipo razionalistico tra l'artista e la creatività scaturente dall'inconscio.

sabato 8 gennaio 2022

Spostamento della realtà

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Spostamento della realtà è un'espressione utilizzata dai proponenti dei fenomeni anomali per descrivere ciò che essi pensano essere cambiamenti enigmatici nella realtà fisica, spaziale o temporale. Questo potrebbe includere cambiamenti fisici non responsabili della realtà percepita, l'apparizione o la sparizione non spiegabile di oggetti di qualsiasi dimensione, guarigioni spontanee e forme di sincronicità.
Le cause di queste ipotetiche anomalie sono frequentemente disputate sia dai proponenti che dai denigratori.
Il termine è usato marginalmente. Vi sono pochi casi pubblicati in cui un cambiamento della realtà improvviso è stato considerato oggettivamente reale, e anche quelli sono considerati controversi. In questi casi, termini più popolari sarebbero fenomeni anomali o paranormali.
In molti casi l'esperienza è considerata dagli scettici un'allucinazione soggettiva che ha origine da una distorsione mentale della realtà.

Teorie della realtà dinamica

I proponenti degli spostamenti di realtà credono in una realtà dinamica malleabile e soggetta ad alterazioni dinamiche rispetto al suo "stato normale".
Tra coloro i quali sostengono questa ipotesi c'è lo scienziato informatico statunitense Rudy Rucker, che ha attribuito gli spostamenti di realtà ad "una sequenza di universi possibili, simili alle bozze di un romanzo". Nel suo libro La scatola della vita, la conchiglia e l'anima ("The Lifebox, the Seashell") paragona ogni "lenzuolo della realtà" rigorosamente deterministico con una enorme trama di "coinvolgimenti" sincronici le cui cause ed effetti fluttuano avanti ed indietro attraverso il tempo in modo che cambiando qualcosa si cambia tutto attorno ad esso, nel futuro e nel passato.
Similmente, Michael Talbot, che ha scritto su questo argomento in diversi libri tra cui L'universo olografico, ha proposto l'ipotesi che la realtà sia flessibile e capace di una grande scala di alterazioni, così come l'apparizione e la sparizione di intere file di alberi. In particolare ha utilizzato la frase spostamenti nella realtà ("shifts in reality") per descrivere le sue opinioni sugli spostamenti della realtà che considera alterazioni radicali nel mondo, e include nel libro presunti miracoli ed eventi psicocinetici come esempi.
Talbot basa la maggior parte delle sue idee sui lavori del fisico David Bohm e del neurofisiologo Karl Pribram, i quali hanno entrambi proposto teorie olografiche o modelli dell'universo. Talbot ha sostenuto che gli esempi paranormali della realtà "suggeriscono che la realtà, in un senso prettamente reale, è un ologramma, un'idea complessa (construct).
Un esempio personale che Michael Talbot ha condiviso ne L'universo olografico fu l'esperienza in cui lui ed il suo professore furono testimoni del caso di una donna la quale gettò in terra ai loro piedi un ombrello che emise strani e sfrigolanti suoni e si trasformò in un ramo nodoso.
Naturalmente la teoria di Talbot dell'universo proposta come essenza in forma olografica in natura è solo una spiegazione per come tali alterazioni radicali siano possibili. Altri proponenti dell'ipotesi hanno presentato opinioni differenti.
Nel 1993 il sociologo David Erlandson ed un suo collega hanno posto le basi per condurre una ricerca alternativa, con uso di tecniche di indagine naturalistiche, e con menzione del significato del ruolo che gli spostamenti di realtà possono assumere nella ricerca naturalistica. Erlandson mette in evidenza che il ricercatore naturalistico crede che l'instabilità osservata possa essere attribuita non solo ad un errore di misura, ma anche a spostamenti di realtà.


 
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