Nella tradizione culturale
giudeo-cristiana il termine arcidiavolo o arcidemone
dovrebbe indicare un'entità spirituale malefica, posta in alto nella
gerarchia infernale, l'equivalente demoniaco dell'arcangelo. Esso
tuttavia non appartiene né alla tradizione biblica, né alle
religioni ebraica o cristiana.
Origini e fortuna del concetto
Il concetto che i "diavoli"
siano angeli ribelli e che alcuni di loro ne siano i capi risale al
tardo giudaismo e in particolare al Libro di Enoch (circa I secolo a.
C.), che elenca 20 capi dei 200 "angeli vigilanti" ed
enumera i peccati che essi insegnarono agli uomini. Dato che gli
arcangeli sono sette, per analogia sono probabilmente da interpretare
come "arcidiavoli" le sette "stelle" alla cui
punizione Enoch assiste (cap. 21).
Il libro di Enoch non fa parte né del
canone ebraico né di quello cristiano e di fatto il concetto di
arcidiavolo sembra essere sconosciuto alla tradizione religiosa sia
ebraica sia cristiana.
L'interesse per le gerarchie diaboliche
rinacque in occidente durante i dibattiti sulla stregoneria nella
prima età moderna. Johann Wier, ad esempio, nel suo De
praestigiis daemonum, et incantationibus, ac veneficiis, un'opera
di grande successo prontamente tradotta in tedesco e in francese,
afferma l'esistenza di 666 legioni dell'Inferno, ognuna con un capo,
proprio come gli arcangeli dirigono il coro degli angeli.
Oggi il concetto di arcidiavolo
appartiene alla letteratura (Nicolò Machiavelli introdusse il
termine italiano nella novella Belfagor arcidiavolo) e
all'occultismo.
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