Adamo
(in ebraico: אָדָם,
in arabo: آدم,
ʾĀdam;
... – ...) è il nome, secondo l'ebraismo, il cristianesimo e
l'islam, del primo uomo e significa "umanità",
"uomo",
"uomo terreno",
"terroso",
o "della terra
rossa".
È santo della Chiesa cattolica ed è
ricordato il 24 dicembre.
Vita
Secondo la Genesi, con la sua donna
Eva, Adamo ha dato origine all'umanità; in particolare sono nati da
loro Caino, Abele e Set. Adamo visse fino all'età di novecentotrenta
anni.
Figli
Con Eva ebbe Caino, Abele, Set e ancora
altri figli e figlie. La tradizione narra che i figli furono tra 14 e
140. Caino e Abele sposarono le sorelle gemelle Calmana e Deborah.
Dopo la morte di Abele, Caino sposò
sua sorella Awan e generò un figlio, Enoch. Set sposò la sorella
Azura, di quattro anni più giovane. Nel 235 AM Azura diede alla luce
Enos.
Nella Bibbia
La creazione dei primi uomini viene
narrata nel libro della Genesi in due brani: il primo in 1,26-28 ed
il secondo in 2,7-22. Secondo i teologi liberali e modernisti, si
tratta di due racconti contraddittori, mentre secondo i teologi
conservatori, tradizionalisti e fondamentalisti, si tratta dello
stesso evento narrato in due modi diversi. Secondo la critica biblica
moderna, si tratta di due redazioni che dipendono da fonti diverse.
Nella prima versione la creazione dei
primi uomini si inserisce nello schema dei sette giorni ed è visto
come l'apice del lavoro di Dio:
«E
Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra
somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo,
sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili
che strisciano sulla terra.
E Dio creò l'uomo a sua immagine; a
immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
(Genesi 1,26-28)
Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra.» |
« Allora il
Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle
sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.»
(Genesi 2,7) |
La parola ebraica adam, "uomo",
presenta infatti la stessa radice della parola ebraica adamà,
"terra".
E dalla sua costola venne generata la
prima donna, Eva:
«Allora il
Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò;
gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il
Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una
donna e la condusse all'uomo.»
(Genesi 2,21-22) |
Nuovo Testamento
Anche nel Nuovo Testamento vengono
richiamate le figure di Adamo ed Eva. Ad esempio si cita il Vangelo
secondo Matteo 19,4-5 oppure la prima lettera ai Corinzi 15,45-47.
La creazione di Eva dalla costola di Adamo
Interpretazione teologica
Nella Summa Theologiae (Prima Pars,
Quaestio 92, Articulus 3) San Tommaso d'Aquino spiega che la donna fu
convenientemente creata dalla costola di Adamo. La creazione dal
fianco simboleggia infatti un'unione sociale nella quale la donna non
ha autorità sull'uomo, perciò non fu creata dalla sua testa. Al
tempo stesso la donna non deve essere servilmente soggetta all'uomo,
in quanto ella non fu creata dai suoi piedi.
Nella stessa sezione Tommaso d'Aquino
introduce anche l'interpretazione cristologica dell'episodio. Adamo
addormentato, dal quale Dio estrae la costola per creare Eva,
simboleggia Gesù morto in croce, dal cui costato, trafitto dalla
lancia di un soldato romano, escono sangue e acqua, che simboleggiano
i due sacramenti dell'Eucaristia e del Battesimo sui quali fu
istituita la Chiesa.
False credenze legate al racconto biblico
Secondo una credenza popolare
abbastanza diffusa, gli uomini avrebbero una costola in meno rispetto
alle donne, eredità dell'asportazione subita da Adamo. In realtà
sia uomini che donne hanno lo stesso numero di costole. È però
importante notare che in molti testi di ampia diffusione, soprattutto
relativi alla storia della scienza, viene raccontato che in passato
questa credenza fosse una vera e propria tesi scientifica accettata e
consolidata, derivante dal racconto biblico ed imposta di fatto come
dogma dalle autorità religiose.
A questo proposito, a volte viene anche
raccontato che Andrea Vesalio, padre della moderna anatomia, sia
stato condannato a morte dall'Inquisizione per aver spiegato nelle
sue opere che uomini e donne hanno esattamente lo stesso numero di
costole. In realtà questo è un falso storico, in quanto Vesalio non
venne mai condannato da nessuno né per questo né per altri motivi,
né ebbe mai scontri con la Chiesa, né le sue opere vennero mai
considerate eretiche.
Del fatto che, anche in passato, la
presunta costola mancante fosse solo una credenza popolare e non un
dogma né una tesi scientifica, si possono portare molte prove. Uno
dei principali teologi ed apologeti cristiani, Origene (185-254),
nella sua opera Contra Celsum, spiega che il racconto della
creazione di Eva non deve essere preso alla lettera, bensì deve
essere interpretato per trovare le verità filosofiche contenute in
esso. Lo scolastico Guglielmo di Conches (circa 1080, 1154)
suggerisce che Eva fosse stata modellata dall'argilla che era sotto
ad Adamo e non letteralmente creata da una sua costola. Il Cardinale
Tommaso De Vio (1469, 1534), uno dei più importanti teologi
cattolici nel periodo della nascente Riforma protestante, spiegava
che il racconto della creazione di Eva deve essere interpretato come
una parabola, in quanto qualunque interpretazione letterale sarebbe
assurda. Non vi è quindi traccia di alcun dogma sulla costola
mancante.
Sul fatto che essa non sia mai stata
presa in considerazione come ipotesi scientifica si può citare ad
esempio la Pseudodoxia epidemica, pubblicata nel 1646, celebre
opera enciclopedica di Thomas Browne sugli errori comuni della sua
epoca, in cui c'è un articolo espressamente dedicato alla credenza
della costola mancante negli uomini: il fatto viene appunto spiegato
essere solo un'errata credenza popolare.
Lo stesso Vesalio, nel suo De Humani
Corporis Fabrica, quando si tratta di confutarli, cita
espressamente Aristotele, Galeno ed altri studiosi ed anatomisti
(anche suoi contemporanei). Ma nel caso della costola di Adamo, egli
fa riferimento solo a ciò che crede il volgo ("Quod autem
viros costa quapiam in altero latere destituitos, ac viros unius
costae numero a muliere superari, vulgus opinatur, ridiculum plane
est"). Questa credenza viene quindi definita da Vesalio
"semplicemente ridicola" (ridiculum plane est): se
essa fosse stata un dogma religioso, egli non si sarebbe mai permesso
di utilizzare un'espressione del genere.
È molto probabile che la storia
relativa a Vesalio e la costola di Adamo sia stata inventata da
Andrew Dickson White nel suo libro del 1896 History of the Warfare
of Science with Theology in Christendom (Storia del Conflitto
tra Scienza e Teologia nella Cristianità), libro assai famoso e
pesantemente criticato ormai da tutti i moderni storici per aver
diffuso moltissimi falsi miti sulla storia dei rapporti fra scienza e
fede, miti che sono all'origine della cosiddetta Tesi del Conflitto
tra fede e ragione.
Sull'aneddoto della condanna di Vesalio
infatti sembra non esistere alcuna fonte precedente al 1896 e per
quanto riguarda il presunto "dogma" della costola mancante
nei maschi si può citare il fatto che, ancora nel 1840, un testo
statunitense di anatomia parli solo di credenza popolare ("vulgar
notion"); ancora nel 1846 un testo di storia della
letteratura europea, descrivendo la Pseudodoxia Epidemica,
faccia proprio riferimento alla credenza della costola mancante,
definendola una questione superficiale ed insignificante anche per i
tempi di Browne; e, ancora nel 1856, nella sua opera Popular
errors explained and illustrated, John Timbs riporti pari pari la
stessa spiegazione soprammenzionata di Thomas Browne.
Ma a partire dalla pubblicazione del
libro di White nel 1896 fino ad oggi, il racconto della condanna di
Vesalio e del presunto dogma della costola mancante si diffonde in
molti libri di storia della medicina, storia della scienza e storia
dei rapporti tra scienza e fede. Inoltre il libro di White,
nonostante un enorme impianto bibliografico, non riporta la fonte
specifica di queste informazioni.
Nell'Ebraismo
- Bereshit Rabbah, la raccolta dei Midrashim del primo libro della Bibbia Genesi, riporta che in principio Adamo era ornato con una sorta di coda che poi perse. Prima del peccato originale Adamo ed Eva presentavano sulla superficie del corpo una sostanza celeste madreperlacea e metaforicamente simile alla materia dell'unghia; in merito a ciò si parla anche dell'Avir. Sempre lo stesso testo riporta l'età di Adamo ed Eva al momento della loro creazione: 20 anni; come Noè, Mosè, Giacobbe e Giuseppe Adamo venne creato perfetto (cfr Brit milah).
- Inizialmente Adamo ed Eva costituivano un essere unico (Talmud Ketubot 18, Rashi), l'Adam, infatti secondo alcune opinioni erano schiena contro schiena mentre per altri Eva si trovava sul lato di Adamo; poi Dio, dopo averli così creati, li separò come primo uomo e prima donna. Precedentemente quindi essi non potevano congiungersi sessualmente.
- La statura elevata di Adamo dalla Terra arrivava sino al cielo ed egli poteva scorgere da una parte all'altra del Mondo grazie alla luce celeste creata da Dio.
- Nello Zohar è riportato che Adamo venne creato con la polvere del luogo del Tempio di Gerusalemme e con quelle di tutti i luoghi della Terra: poi Dio mischiò i quattro venti con i quattro elementi e diede vita ad un'opera meravigliosa, appunto Adam; Adamo possiede anche un elemento spirituale celeste, l'anima ricavata appunto dal Tempio Celeste di Gerusalemme del Mondo Superiore: così, anche nella sua formazione, l'uomo possiede elementi del Mondo dell'Alto e del Mondo del Basso. Specificamente Dio utilizzò la terra da tutte le parti del mondo per braccia e gambe, della Babilonia per il tronco e della Terra di Israele per la testa: impastò quindi la terra presa dal monte Moryah con acqua attinta da tutti gli oceani del mondo, dalla cui argilla diede forma all'uomo (Talmud Sanhedrin 38, Rashi; Targum Yonatan 2, 5).
- Secondo un racconto del Talmud Dio fece addormentare Adamo per creare Eva al fine di evitare che essa venisse vista durante la sua formazione, con vene e sangue, infatti egli l'avrebbe disprezzata ma secondo un'opinione egli inizialmente la vide durante la sua formazione, poi si addormentò e, svegliatosi, la vide completata e l'amò (Talmud Sanhedrin 39 e Midrash Bereshit Rabbah 57, 11).
- Sempre l'esegesi ebraica dice che Adamo poté vedere in visione divina tutti gli Zaddiqim della storia, i giusti; in questa visione Adamo poté vedere tutte le anime delle generazioni successive, i saggi ed i re del popolo ebraico (Midrash Tankhuma Bereshit 32).
- Secondo i testi della religione ebraica, come nello Zohar, dopo la morte, l'anima di ciascuno incontra Adamo; ad essa, che sembra rimproverare Adamo del suo primo peccato che causò la morte nel mondo, viene domandato dal primo uomo stesso se ha peccati rispetto a quello solo che egli trasgredì, come è scritto: non c'è morte senza peccato.
- Così Rashi, come anche l'Arizal, ricorda che, oltre a Caino, Abele e Set, Adamo ed Eva ebbero altri figli maschi e femmine non menzionati nel Tanakh.
- Nei 130 anni lontano da Eva, Adamo produsse demoni sprecando seme.
- Secondo la Qabbalah Adamo racchiudeva le anime di tutti gli uomini: più propriamente a ciò si allude parlando dell'Adam haRishon. Per il peccato poi commesso da Adamo le anime degli Zaddiqim ascesero in Alto staccandosi da lui.
- Le nove maledizioni e la morte contro Adamo (Pirke Derabbi
Eliezer 14):
- forza diminuita;
- altezza ridotta;
- impurità per zag;
- impurità per baal kerì;
- impurità per i rapporti coniugali;
- "quando seminerai il frumento raccoglierai delle spine";
- "mangerai erba come gli animali";
- "la necessità di procurarti il sostentamento ti procurerà dispiacere";
- dovere di lavorare per questo, col sudore della propria fronte... faticare per "guadagnarsi da vivere";
- - "infine dovrai morire"
- Dio interpretò un giorno per la morte di Adamo ed Eva per il peccato come 1000 anni infatti "...mille anni (per Dio) sono come il giorno di ieri..." (cfr Re David).
- Dio si occupò della sepoltura del corpo di Adamo alla sua morte; pur se trasgressore con il peccato originale, Adamo era stato un uomo pio e santo (Talmud Eruvin 18), soprattutto prima di quello.
Adam Qadmon, l'uomo originario
La locuzione Adam Qadmon (אדם
קדמון, espressione ebraica) è della sapienza mistica
ebraica; assonanza con il nome che ha origini antiche risalenti agli
antichi egizi (Qad-Amon).
Nell'accezione originale ebraica
significa "uomo delle origini" o "antico"
infatti "ha qadmoni" significa "delle origini" ma
anche "primordiale", invece "ha rishon" significa
"primo" o "del principio".
Il termine "Adam Qadmon"
indica un "uomo superno" inteso non come "uomo"
in senso fisico ma come modello ancestrale, celeste, metafisico da
cui avrà poi origine l'umanità della dimensione terrena.
Nella mistica ebraica la figura
dell'Adam Qadmon è associata ai passaggi prima della Creazione, al
suo svolgersi ed al significato dell'origine di essa racchiusa negli
elementi del suo sviluppo. Secondo l'esegesi ebraica l'uomo, in
quanto ultima creatura creata, è la più perfetta e completa del
Creato e, come tale, racchiude ontologicamente tutti gli elementi
spirituali e materiali di quelle precedenti; per la propria
completezza è la creatura più fedele alla totalità della sapienza
divina. Secondo questa teoria l'uomo è l'essenza della totalità,
espressione del Mondo Superiore e del Mondo Inferiore, ed è così
possibile conoscere ogni aspetto della realtà prestando attenzione
anche unicamente alla creatura uomo; l'Adam Qadmon è quindi
l'archetipo della totalità creativa precedente al completamento
della Creazione nonché suggello della stessa, anche per il suo
ordine e per le opere di Dio per mantenerne l'esistenza e le cause e
gli effetti (138 Aperture di Saggezza, Chaim Luzzatto);
per la prima affermazione vi se ne associa la primordialità: affine
ed attinente a questo principio è quello delle Sephirot. In
particolare, l'Adam Qadmon è il primo tra i partzufim
(personificazioni o ipostasi del divino) a manifestarsi nel vuoto del
chalal (risultato della contrazione - tzimtzum -
dell'"infinita luce di Dio" - Or Ein Sof).
Importante l'accostamento tra l'uomo superno ed il Kohen Gadol: negli insegnamenti della Qabbalah entrambe le figure connotano infatti una natura spirituale speculare, una è corrispettiva all'altra.
Importante l'accostamento tra l'uomo superno ed il Kohen Gadol: negli insegnamenti della Qabbalah entrambe le figure connotano infatti una natura spirituale speculare, una è corrispettiva all'altra.
L'Adam kadmon cabalistico corrisponde
energeticamente all'Albero della Vita (In ebraico Etz Chayim)
ovvero rappresenta la manifestazione divina sul piano dimensionale
umano (Assiah). Le 10 Sephirot, di cui consta l'Albero della Vita,
corrispondono a parti del suo corpo. La prima Sephirah, che cinge la
testa dell'Adam Qadmon, in ebraico si chiama Kether, che in italiano
significa "corona", e corrisponde cabalisticamente
all'arcangelo Metatron.
Cultura persiana
In quella persiana viene indicato come
spirito del bene assoluto che fattosi uomo alla fine dei tempi,
sconfigge definitivamente l'Adam Belial, incarnazione del male
assoluto.
Nell'Islam
L'Islam riserva ad Adamo una posizione
del tutto privilegiata, essendo considerato il primo profeta
dell'Islam e il primo musulmano, cioè il primo uomo sottomesso alla
volontà di Dio.
Nel Corano, è con queste parole che
Dio annuncia agli angeli la creazione dell'uomo:
Il giorno che {Allah} decise
di crearlo {l'essere umano}, comunicò questa Sua decisione agli
angeli. Essi dissero: “Vuoi forse creare chi porterà la corruzione
e spargerà il sangue sulla terra?”. {Allah} disse: “In
verità, Io so ciò che voi non sapete” (Sura al-Baqara/ La
Giovenca, 2:30).
Per dimostrare agli angeli che
nell'uomo c'è molto più di quanto loro credano, Dio insegna ad
Adamo i nomi di tutte le cose, mostrando così loro le sue grandi
capacità intellettive:
Insegnò ad Adamo tutti i nomi
{tutte le realtà}. Quindi chiese agli angeli: “Ditemi ora i loro
nomi”. Dissero: “Non v'è sapere in noi all'infuori di ciò che
Tu Stesso ci hai insegnato {non possiamo imparare ciò che tu stesso
non ci hai insegnato}”. Egli disse ad Adamo: “O Adamo, informali
dei nomi di queste {cose}”; quando {Adamo} li mise al corrente dei
nomi di quelle {cose}, Allah disse agli angeli: “Non vi avevo forse
detto che Io conosco l'arcano dei cieli e della terra {conosco ciò
che sicuramente non conoscete}, ciò che voi manifestate e ciò che
tenevate nascosto?” (Sura al-Baqara, La Giovenca 2:31-33).
Secondo un commentario di Muhammad ibn
Jarir al-Tabari, Adamo è stato plasmato con la terra (fango di
argilla) fatta raccogliere da Dio dagli angeli nel luogo della
attuale Mecca, precisamente dove c'è la Kaʿba. Allah mandò per
primo l'arcangelo Gabriele (Jibrīl) ma la terra parlò e giurò in
nome di Allah che non le si sarebbe presa della materia, poi andò
l'angelo Michele (Mikail), ma non ne prese perché nuovamente la
terra giurò nel nome di Allah. Infine l'angelo della Morte
(ʿAzrāʾīl) andò e, fedele al comando di Allah, non rispettò il
giuramento della terra, prese 40 cubiti di essa e li condusse a Dio
per plasmare Adamo. Quindi, una volta plasmato, Adamo restò sulla
terra per lungo tempo, come una statua di terracotta, con il suo
corpo che risuonava al tocco di Iblis (il diavolo), finché Dio gli
mandò il suo soffio dandogli vita. Nel Corano, il processo di
creazione dell'uomo e la sua natura duale, cioè materiale e
spirituale, è così descritta:
“È colui che ha perfezionato ogni
cosa creata e dall'argilla ha dato inizio alla creazione dell'uomo,
quindi ha tratto la sua discendenza da una goccia d'acqua
insignificante, quindi gli ha dato forma e ha insufflato in lui del
Suo spirito” (Sura as-Sajdah, 32:7-9).
Altre tradizioni
Nei Veda
Nel Dizionario Filosofico, alla
voce "Adamo", Voltaire cita il fatto che negli scritti
vedici sia riportata la storia di un uomo chiamato Adimo e di
sua moglie Procriti. Questo racconto, spiega Voltaire, sembra
essere più antico di quello biblico, ma non si può assumere che la
storia di Adamo sia tratta da quella di Adimo, in quanto le due
vicende sono completamente diverse. La stessa tradizione brahminica
rifiuta ogni possibile contaminazione tra i due testi.
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