Nelle tradizioni di
discendenza biblica, l'albero della
conoscenza del bene e del male (in
ebraico: עץ הדעת
טוב ורע, etz
ha-daʿat tov va-raʿ), o semplicemente
l'albero della conoscenza,
è l'albero dell'Eden, menzionato nella Genesi insieme all'albero
della vita, da cui scaturì il peccato originale a seguito
dell'infrazione del divieto, posto da Dio, ad Adamo ed Eva di
mangiarne i frutti.
Alcune correnti religiose vedono in
questo albero una vera e propria pianta legnosa; altri invece vedono
in questo stesso albero un simbolo la cui interpretazione dipende dal
significato che viene attribuito al concetto di peccato originale.
Riferimenti biblici e coranici
«Dio fece
germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e
buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e
l'albero della conoscenza del bene e del male.»
(Genesi 2,9) |
«E Dio impose
all'uomo anche questo comando: «Di ogni albero del giardino puoi
mangiare a sazietà. Ma in quanto all'albero della conoscenza del
bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne
mangerai certamente dovrai morire».»
(Genesi 2,16) |
Secondo il libro della Genesi, l'albero della conoscenza del bene e del male era posto nel centro del giardino di Eden. Il divieto di consumo riguardava solo l'albero della conoscenza del bene e del male. Probabilmente, prima del peccato (consumatosi col mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male) Adamo mangiava di tutti i frutti compreso quello dell'albero della vita, come se fosse un antidoto o semplicemente per celebrare la vita o il diritto di vivere. La disubbidienza avvenne così:
«
Disse il serpente alla donna: «È vero che Dio ha
detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del
giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta
in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo
dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla
donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne
mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio,
conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero
era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per
acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne
diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di
essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.»
(Genesi 3,1-7)
|
«ma Dio disse:
«Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto
dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre».»
(Genesi 3,22) |
Dio fece l'uomo a sua immagine e
somiglianza. E avendo colto del frutto dell'albero proibito l'uomo
avrebbe potuto contendere con Dio stesso (secondo l'interpretazione
del Serpente), ma viene prontamente cacciato, affinché non sia
esonerato dalla punizione della morte: mangiare dell'albero della
vita.
È certo che la storia dell'albero
della conoscenza del bene e del male si trovi descritta anche nel
Corano, libro sacro dell'Islam, in cui compaiono Adamo ed Eva, in una
sura in cui Maometto dice chiaramente di stare lontani da
quell'albero:
«E dicemmo: «O Adamo, abita il
Paradiso, tu e la tua sposa. Saziatevene ovunque a vostro piacere, ma
non avvicinatevi a quest'albero ché in tal caso sareste tra gli
empi».»[2:35 (Hamza Roberto
Piccardo)]
Esegesi ebraica
Ricorda Rashi:
«Per quale ragione la Scrittura non indica chiaramente il nome dell'albero? Perché Qadosh BarukhHu non desidera umiliare nessuna delle Sue creature; altrimenti gli uomini coprirebbero di vergogna quest'albero, dicendo: "Questo è l'albero a causa del quale il mondo è stato colpito!" Ciò è affermato nel Midrash Tanhuma» |
(Genesi
Rabbah XIX 7)
|
Secondo l'esegesi ebraica del Talmud e
dei Midrashim vi sono differenti opinioni: secondo rabbi Meir è
l'uva, secondo rabbi Nechemia è il fico, secondo rabbi Yehudah è il
grano mentre altri commentatori affermano sia il cedro.
Entità e particolarità del peccato
I maestri della tradizione ebraica
insegnano come la trasgressione di Adamo ed Eva consiste nel
tentativo e nella volontà di trarre la conoscenza, elemento
spirituale, dal frutto, elemento materiale. Inoltre il primo peccato
commesso da Adamo ed Eva fu l'origine e la radice di tutti i peccati
esistenti.
Un midrash insegna che originariamente
l'albero della conoscenza del bene e del male era legato a quello
della vita, posti entrambi nel Giardino dell'Eden: con il peccato
Adamo ne ruppe il legame. Un altro insegnamento afferma che Adamo,
fino a quel momento sapiente di una saggezza celeste, volle vedere
cosa si trovava nell'altro lato intendendo con ciò il
mondo dell'impurità: la conoscenza carpita così da Adamo ed Eva
non era infatti la conoscenza della Torah ma una conoscenza
connaturata al peccato.
Eva diede da bere il succo del
succitato frutto anche agli animali infatti da quel momento in poi
valse la morte anche per loro.
L'ebraismo, in considerazione
dell'origine divina della sapienza, della conoscenza e
dell'intelligenza, non manca nel valutare Giobbe esempio di
rettitudine ed integrità: egli rivolge al Signore la domanda Dove
si trova la sapienza? (28,12)
«Un frutto bello a vedersi...»
Nachmanide spiega che, mangiando del
frutto proibito, Adamo e la donna «avrebbe voluto e desiderato una
cosa o il suo contrario».
"Delizia" riguarda gli "occhi", il "desiderio" invece l'intelligenza.
"Delizia" riguarda gli "occhi", il "desiderio" invece l'intelligenza.
I testi ebraici della Torah spiegano
che l'albero della conoscenza del bene e del male possedeva
anche il tronco saporito e dello stesso gusto del frutto; anche il
rabbino Arizal ricorda infatti che in principio Dio avrebbe concesso
all'umanità che ogni albero possedesse questa qualità fino al
rifiuto della Terra che ciò non volle per i malvagi che poi
sarebbero esistiti in seguito. Così l'unico albero a mantenere
questa peculiarità particolare fu quello dal frutto negato da Dio ad
Adamo ed Eva.
Dio proibì al padre ed alla madre
dell'umanità di mangiare il frutto, ma Adamo aggiunse una
proibizione dicendo ad Eva di non toccarlo; il serpente approfittò
dell'indecisione di Eva spingendola contro l'albero che quindi toccò
cosicché, quando lei non ne vide le conseguenze prospettate, decise
di mangiarne il frutto. I commenti esegetici ebraici insegnano che il
serpente credette che, una volta che anche Adamo avesse trasgredito
l'ordine divino mangiando il frutto e poi fosse morto, avrebbe potuto
sposare Eva.
La Torah insegna che il serpente venne
punito anche con la lebbra per aver commesso maldicenza verso Dio: in
questo animale ne è segno il cambio della pelle.
Conoscenza del bene e del male e gli angeli corrispondenti
A proposito dell'albero della
conoscenza del bene e del male il libro cabalistico dello Zohar
afferma che l'angelo Metatron rappresenta il bene mentre l'angelo
Samael il male, quest'ultimo angelo spesso associato al significato
del serpente.
Interpretazioni tradizionali ebraiche circa la natura del frutto
Secondo un Midrash, riguardo al libro
del Pentateuco Genesi, non venne rivelato il luogo da cui sorse il
frutto da Dio proibito, per non dolersene.
Fico
La velocità della scena in Genesi
3,6-7 fa supporre che la coppia, sorpresa dall'immediato senso di
vergogna per le proprie nudità, prese la prima cosa a portata di
mano per coprirsi, le foglie - in realtà delle cinture (Midrash
Bereshit Rabbah) - dell'albero della conoscenza del bene e del
male. Il libro della Genesi 3,7 dice che le foglie utilizzate erano
foglie di fico, in ebraico תאנה (təe'na).
Uva
A proposito del Tiqqun, la tradizione
mistica ebraica insegna che, se Adamo ed Eva avessero atteso tre ore
ed avessero utilizzato il frutto suddetto per compiere la
santificazione del giorno santo dello Shabbat con la cerimonia del
Kiddush, non vi sarebbe stata alcuna punizione perché in questo caso
inseriti nell'ambito del divino e della santità non sottoposti al
male del peccato: secondo un'opinione il frutto è infatti l'uva da
cui si ricava il vino con cui gli Ebrei celebrano appunto il Kiddush
nel venerdì sera, sera con cui inizia il giorno dello Shabbat, e
durante il primo pranzo del giorno del sabato.
L'imposizione di tale divieto valeva infatti solo fino ad un certo momento con la concessione che poi l'uva venisse appunto utilizzata per il Kiddush.
L'imposizione di tale divieto valeva infatti solo fino ad un certo momento con la concessione che poi l'uva venisse appunto utilizzata per il Kiddush.
Anche l'Arizal afferma che, quando Eva
offrì il succo d'uva dell'albero della conoscenza del bene e del
male ad Adamo ed egli ne ingerì la parte con la feccia, attraverso
quest'atto nel peccato i due compromisero maggiormente la propria
integrità nella disobbedienza a Dio. La tradizione ebraica spiega
che Adamo ed Eva non avrebbero ricevuto alcuna punizione se avessero
atteso tre ore ed avessero utilizzato il frutto per santificare il
giorno, primo Sabato della Creazione.
Secondo il Talmud Noè avrebbe dovuto
rettificare il succo d'uva bevuto anche da Adamo: egli però, anziché
renderlo santo, commise lo stesso errore ubriacandosi; secondo alcuni
la vite venne sradicata dal Gan Eden come Adamo ed Eva, secondo
un'altra opinione essa si trovava in Terra di Israele ma Noè la
portò fuori da essa piantandola e godendone il succo del frutto nato
il giorno stesso.
Grano
Il Sefer haZohar esprime anche
l'opinione di Shemaya il santo secondo il quale il grano - anche
...lechem min haAretz, ...לחם,
in ebraico: "...frutto dalla T/terra" - fu la pianta
perfetta per la quale Adamo cadde in peccato.
Cedro
Come sopra citato, nel Talmud di
Babilonia è presente un'opinione secondo cui fu proprio il cedro.
Vi è anche una storia che racconta
come, per la festa di Sukkot, un discepolo espresse dubbi sulla
conformità di un Etrog, il frutto del cedro necessario alla
preparazione con il Lulav; con clemenza il Maestro lo confortò
dicendo paradossalmente: "vedi come sono belli i segni dei denti
di Eva?".
Un'opinione ulteriore: la mela
Nella cultura dell'Europa occidentale,
soprattutto a partire dal Medioevo, l'albero della conoscenza del
bene e del male viene considerato un melo. Tuttavia questa
identificazione nasce probabilmente da una lettura allegorica del
testo biblico: in latino la stessa parola, malum, può
riferirsi sia al frutto del melo, sia al "male", e per
questo motivo i commentatori avrebbero favorito l'identificazione,
passata poi anche nelle arti figurative, tra il simbolico frutto
dell'albero e la mela.
In realtà la mela, in alcune culture
anteriori al cristianesimo, era l'attributo di Venere, la dea
dell'amore (nella sua accezione erotica). È possibile che
l'iconografia di due giovani che si scambiano una mela (in cui,
inizialmente, era abbastanza indifferente chi si pensava stesse dando
e chi ricevendo il frutto) sia poi passata in ambito cristiano, dando
origine alla identificazione tra il frutto proibito e la mela stessa.
Nella tradizione ebraica, invece, non
si riscontra l'identificazione del frutto dell'albero con la mela. A
proposito del valore simbolico dei colori rosso, bianco e verde
(collegati alle sefirot di Ghevurah, Chessed e Tiferet), si discute
di un "campo delle mele sante", appunto con
riferimento ai tre colori citati ed alla benedizione per la rugiada,
presente anche nella preghiera ebraica dell'Amidah.
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