Joseph-Antoine
Boullan, meglio noto come l'Abate
Boullan (Saint-Porquier, 18 febbraio
1824 – Lione, 4 gennaio 1893), è stato un presbitero francese,
condannato per satanismo.
Biografia
Dopo brillanti studi presso il
seminario di Montauban, venne ordinato sacerdote il 23 settembre 1848
e nominato vicario della parrocchia di Saint Jean a Montauban, dove
rimase due anni. Quindi si recò a Roma, per ottenere il dottorato in
teologia. In Italia, divenne membro dei Missionari del Preziosissimo
Sangue, e predicò diverse missioni prima di tornare in Francia, dove
fu nominato superiore della casa che la Congregazione aveva a
Trois-Épis, presso Turckheim, in Alsazia. Nel 1853 pubblicò a
Colmar la sua prima opera, una traduzione in francese della Vita
divina della Santa Vergine, un estratto dalla Mistica Città
di Dio, opera di María di Ágreda, celebre badessa e mistica
spagnola del XVII secolo.
Nel 1854 abbandonò la carica e si recò
a Parigi come semplice prete. Collaborò a diverse riviste religiose,
tra cui Le Rosier de Marie, e assunse la direzione spirituale
di una giovane chiamata Adèle Chevalier, conversa nel monastero di
Saint Thomas-de-Villeneuve a Soissons, che, nel 1855, durante un
pellegrinaggio a Notre Dame de La Salette, era stata miracolosamente
guarita dalla cecità: lì Boullan la incontrò nel marzo 1856.
In una rivista da lui fondata, gli
Annales de la Sainteté, divenuti dal 1870 Annales de la
Sainteté au XIXe siècle, Boullan espose le teorie che aveva
elaborato: egli si proponeva
(FR)
«d'offrir à Dieu, à titre
de satisfaction ou de réparation, soit des prières spéciales,
soit des souffrances physiques ou morales chrétiennement
acceptées, ou même sollicitées, de manière à compenser ainsi
dans une certaine mesure les offenses continuellement faites à la
majesté divine par les pécheurs non repentis.»
|
(IT)
«di offrire a Dio, a titolo
di soddisfazione o di riparazione, sia preghiere speciali, sia
sofferenze fisiche o morali cristianamente accettate, o
addirittura desiderate, in modo da compensare in una certa misura
le offese continuamente fatte alla maestà divina dai peccatori
non pentiti.»
|
Nel 1859, assieme ad Adèle Chevalier,
fondò una congregazione religiosa, l'"Opera della Riparazione",
che ricevette l'autorizzazione provvisoria del vescovo di Versailles.
Questa comunità, che aveva la sua sede a Sèvres, serviva in realtà
solo a nascondere la relazione tra l'abate e la sua protetta. Vi si
svolgevano pratiche scandalose: ad esempio, quando la religiosa si
ammalò, Boullan la curò facendo uso di ostie consacrate, urina e
materia fecale applicata come impiastro. L'8 dicembre 1860, al
termine della messa, si sbarazzò del bambino che era nato dalla
relazione clandestina.
Questo crimine non venne scoperto, ma
presso la diocesi cominciarono ad arrivare denunce circa i metodi di
Boullan per procurarsi il denaro e sui suoi strani metodi
terapeutici. Nel 1861 egli e la sua amante vennero portati in
giudizio con l'accusa di frode e oltraggio al pudore e, riconosciuti
colpevoli della prima, vennero condannati a tre anni di prigione.
Boullan scontò la sua pena nel carcere di Bonne-Nouvelle a Rouen dal
dicembre 1861 al settembre 1864. Nell'estate del 1869 venne aperto un
processo ecclesiastico contro di lui dal Sant'Uffizio, a causa di un
conflitto di competenze tra la curia di Versailles, da cui la
congregazione aveva ricevuto l'autorizzazione, e di Parigi, nella cui
giurisdizione Boullan risiedeva fin dal suo rilascio. Nella cella
monastica che, in attesa del processo, gli era stata assegnata, egli
scrisse la confessione dei propri crimini in un documento conosciuto
come il "Quaderno rosa", che Joris Karl Huysmans ritrovò
fra le sue carte dopo la sua morte e che dal 1930 è conservato nella
Bibliothèque nationale de France. Boullan fu definitivamente assolto
dal Sant'Uffizio e tornò a Parigi nell'inverno del 1869.
Si attirò di nuovo le attenzioni
dell'arcivescovo a causa delle teorie eretiche che esponeva nella sua
rivista, in particolare, la teoria della sostituzione mistica,
secondo cui delle "anime riparatrici" ricevono la missione
di peccare per tutti, affinché le altre non pecchino più. Questa
curiosa concezione, naturalmente, apriva la porta a ogni sorta di
dissolutezza. Inoltre, dietro l'apparenza dell'esorcismo, Boullan
insegnava alle religiose tormentate dalle ossessioni diaboliche dei
metodi di autosuggestione e di autoipnosi che permettevano loro di
avere, in sogno, rapporti sessuali con i santi e con Gesù Cristo.
L'arcivescovo di Parigi, il cardinale
Guibert, chiesto un parere a Roma, ricevette nel febbraio 1875
l'ordine di interdire l'abate Boullan. Dopo un vano tentativo di
appello a Roma, Boullan lasciò definitivamente la Chiesa cattolica
il 1º luglio 1875. Entrò quindi in contatto con il taumaturgo
Eugène Vintras, di Tilly-sur-Seulles, che riteneva di essere la
reincarnazione del profeta Elia, inviato sulla Terra per preparare
"il Terzo Regno, l'era del Paracleto, la venuta di Cristo
glorioso", che gli fece dono di alcune delle sue ostie
"miracolose", su cui erano tracciati simboli cabbalistici
col sangue. Quando Vintras morì, il 7 dicembre 1875, Boullan si
proclamò suo successore alla testa dell'"Opera della
Misericordia" e si recò a Lione nel febbraio 1876 per
consultare l'archivio privato di Vintras e familiarizzarsi con le sue
dottrine, che, come egli comprese, non erano molto diverse dalle sue.
Le sue affermazioni tuttavia
suscitarono diffidenza nei discepoli di Vintras: alla fine dell'anno
1876, solo tre "papi", sui diciannove che Vintras aveva
consacrato, lo riconobbero come loro guida. Boullan stabilì il suo
quartier generale a Lione, dapprima presso un certo François-Ours
Soiderquelk, detto "Adhalnaël, pontefice vintrasiano della
Cordiale e Santa Unificazione", poi, nel 1884, presso un
architetto di nome Pascal Misme, "pontefice del divino Crisma
Melchisediano", in rue de La Martinière n. 7. Lì si riuniva un
piccolo gruppo di seguaci, che assistevano ai riti del "Sacrificio
di gloria di Melchisedec" o del "Sacrificio provittimale di
Maria", celebrati da Boullan. Un pubblico più ristretto era poi
ammesso alle "Unioni di vita", le cerimonie più
importanti.
Boullan insegnava ai suoi discepoli che
"la cacciata dall'Eden [era] avvenuta a causa di un atto d'amore
colpevole, ed [era] attraverso atti d'amore compiuti religiosamente
che [poteva] e [doveva] essere operata la Redenzione dell'Umanità"
e consigliava all'adepto che desiderava redimere se stesso di avere
rapporti con le entità celesti, mentre colui che, per atto di
carità, voleva aiutare degli esseri inferiori a redimersi doveva
avere dei rapporti sessuali con loro. Secondo Stanislas de Guaita,
Boullan aveva "eretto la fornicazione a pratica liturgica".
Col tempo, Boullan abbandonò la
prudenza: ammise nel suo circolo il canonico Roca, un prete
occultista che pubblicava una rivista intitolata L'Anticlérical,
che si allontanò da lui disgustato, così come Stanislas de Guaita,
che era giunto a Lione nel novembre 1886, e l'occultista Oswald Wirth
che, dopo aver fatto finta per oltre un anno di aderire alle dottrine
di Boullan, ruppe improvvisamente con lui una volta entrato in
possesso di un documento scritto in cui erano riassunte. All'inizio
del 1887, Guaita e Wirth convocarono un "tribunale iniziatico"
che condannò Boullan, informandolo della sentenza il 24 maggio 1887.
Nel 1891, esposero pubblicamente le sue dottrine nel libro Le
temple de Satan. Boullan, da parte sua, pensò che la condanna in
questione fosse una sentenza di morte, e si gettò in ogni sorta di
incantesimi per cercare di contrastarla.
Nel 1890, Boullan fu presentato a Joris
Karl Huysmans da Berthe de Courrière, con la quale era in contatto,
e ispirò allo scrittore il personaggio del Dottor Johannès in
Là-Bas (L'abisso), pubblicato nel 1891: alla sua
morte, tre anni dopo, Boullan avrebbe lasciato in eredità a Huysmans
le sue carte personali, tra cui la Confessione, scritta quando
attendeva la sentenza del Sant'Uffizio. Nel 1892, Boullan fu
condannato dal tribunale di Trévoux per esercizio illegale della
professione medica e fu apparentemente Huysmans a versare la relativa
ammenda, il che indica come fossero divenuti stretti i rapporti fra i
due. Boullan morì nel 1893, convinto di essere vittima della magia
nera di Wirth e Guaita: Huysmans sostenne questa ipotesi, e si
credette lui stesso vittima di attacchi magici.
Quando il giornalista Jules Bois, noto
amico di Boullan, accusò apertamente Guaita d'aver assassinato il
vecchio prete, Guaita lo sfidò a un duello con la pistola. Entrambi
ne uscirono illesi, e Jules Bois affermò poi che uno dei proiettili
era stato "magicamente bloccato dentro la pistola" (Jules
Bois, Le Monde Invisible).
L'abate Boullan è anche uno dei personaggi del romanzo storico Il cimitero di Praga, di Umberto Eco, pubblicato nell'ottobre 2010.
L'abate Boullan è anche uno dei personaggi del romanzo storico Il cimitero di Praga, di Umberto Eco, pubblicato nell'ottobre 2010.
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