giovedì 30 aprile 2020

Caso dei diavoli di Loudun

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Il caso dei diavoli di Loudun, in Francia, avvenuto nel 1634, è il più famoso caso di possessione demoniaca di massa della storia.

Cenni storici

La storia coinvolse padre Urbain Grandier e le suore Orsoline di Loudun. Il prete venne accusato di utilizzo di magia nera e di plagio verso le suore, dove si raccontava anche di possessione diabolica.

Risvolti mediatici sui fatti di Loudun

Questo evento ha ispirato molti libri, opere teatrali e film:

Libri

  • I diavoli di Loudun (The devils of Loudun) (1952), di Aldous Huxley
  • La possession de Loudun (1970), di Michel de Certeau riedito nel 2005 per le edizioni Gallimard nella collana Folio Histoire
  • Sogni di rose e di fuoco (Drömmar om rosor och eld - 1949), di Eyvind Johnson, premio Nobel per la Letteratura, edito in Italia in "Le erbe nella Thule-La strada per Klockrike-Nausicaa sola-Sogni di rose e di fuoco-Risalita dal passato", UTET, Scrittori del mondo, I Nobel 1974 (opere di Harry Martinson e di Eyvind Johnson).
  • "Loudun", libro a fumetti. Disegni: Paolo Armitano e Davide Furnò, sceneggiatura: Hervè Rusign (2008, Editore: Soleil)

Film

  • Madre Giovanna degli Angeli (Matka Joanna od Aniolów) (1961), di Jerzy Kawalerowicz
  • I diavoli (The Devils) (1971), di Ken Russell
  • Les mystères de Loudun (1976), di Gérard Vergez Film TV

Opere teatrali

  • The Devils (1960), di John Whiting
  • Die Teufel von Loudun (1969), di Krzysztof Penderecki

mercoledì 29 aprile 2020

Antoinismo

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L'antoinismo è un nuovo movimento religioso di derivazione cristiana e spiritista, fondato nel 1910 dal belga Louis Antoine, chiamato Il Padre (1846-1912).
Questo movimento religioso è caratterizzato da una struttura decentrata, la semplicità dei suoi riti, la sua discrezione e la tolleranza verso le altre religioni.

Storia

Louis Antoine, che è stato cresciuto in una famiglia cattolica, ha lavorato come minatore in una miniera di carbone nella sua giovinezza, poi come operaio siderurgico prima del servizio militare nel 1866. Dopo il matrimonio con Catherine nel 1873, hanno più volte modificato il loro luogo di residenza per motivi professionali. Profondamente impressionato dai lavori di Allan Kardec e di Jakob Lorber, ha creato un gruppo spirituale chiamato "I viticoltori del Signore" (Les Vignerons du Seigneur) organizzato nel 1890. Il 23 aprile del 1893, la morte di suo figlio gli ha fatto perdere definitivamente la fede nel cattolicesimo. Nel 1896, ha spiegato la sua nuova visione spiritualista in un libro e in seguito ha dichiarato che aveva il dono della guarigione. Louis Antoine ha pubblicato nel 1896 un libro intitolato Piccolo Catechismo Spiritista (Petit Catéchisme Spirite) per spiegare i suoi punti di vista dottrinali. Poi ha scoperto i doni di guarigione e nel 1900 ha ricevuto molti malati per guarire e da allora in poi era conosciuto come il guaritore di Jemeppe-sur-Meuse. Ha distribuito rimedi tratti dallo spiritismo e ha sostenuto vigorosamente come cura anche il vegetarianismo, così come la temperanza e di evitare cibi grassi. Nel 1900, il procuratore di Liegi ha chiesto a due medici di indagare sulle attività curative di Antoine. Hanno notato la sua "sincerità assoluta", ma hanno anche affermato che le sue attività potrebbe essere "un pericolo per la salute pubblica" e per questo motivo è stato poi condannato nel 1901 a una multa di 60 franchi e sospeso definitivamente dall'esercizio della professione medica. Ha pubblicato un annuncio sulla rivista spiritualista le Messager, in cerca di medici che si associassero con lui, ma il tentativo non è stato soddisfatto con successo.
Conosciuto da allora come un guaritore, Louis Antoine ha raccolto molti seguaci, soprattutto tra i delusi con il cattolicesimo o la medicina. Nel 1906, dopo lo spiritismo, egli ha iniziato una vera e propria nuova religione, poi ha pubblicato tre libri che descrivono la sua dottrina e ha istituito a Jemeppe-sur-Meuse che è una sezione della città belga di Seraing il primo grande tempio antonista nella Provincia di Liegi, in Vallonia, che diventerà la sede ufficiale ed il centro mondiale e morale dell'antoinismo.
Dopo la sua morte nel 1912, Catherine ha assicurato la continuità della religione, promuovendo un culto della persona centralizzato intorno alla figura del marito e la promozione di norme supplementari per l'organizzazione. Quando morì nel 1940, hanno avuto luogo alcune differenze rituali tra i templi belgi e francesi, fra un "rito di Mère" (maggioritario in Francia, e con qualche propaggine in Belgio), che continua alcune innovazioni rituali introdotte dalla moglie del fondatore dopo la morte di quest'ultimo (in particolare l'uso di ritratti di Antoine e di sua moglie), e il più austero rito belga delle origini.

Dottrina

Per gli antoinisti, il male viene della mancanza di fede e dall'eccessiva fiducia nella scienza. Bisogna ritornare alla fede che dà il potere di guarire, tralasciando la scienza naturalistica. Negli opuscoli diffusi dagli antoinisti, si avverte che «il Culto non va sul terreno della scienza, ed in particolare non compie diagnosi, non consiglia né sconsiglia medicine e operazioni chirurgiche, non fa imposizioni di mani né predizioni del futuro». Il fondatore Louis Antoine fu condannato nel 1901 per esercizio illegale della professione medica. Più cautamente i suoi discepoli di oggi non parlano di vera e propria cura anche se la cerimonia del culto ("operazione") si svolge, nel tempio, quattro volte la settimana, e si compone di tre momenti: guarigione collettiva, letture, guarigione individuale dietro un paravento, dove l'operatore riversa ancora fluido sul malato. Gli Antonisti parlano di "guarigione spiritica", non per nulla il nuovo movimento religioso sorse nel periodo di grande diffusione dello spiritismo. Le idee religiose orientali si diffusero in Occidente proprio con la dottrina dello spiritismo che Allan Kardec, e poi anche Jakob Lorber, avevano appreso dai disincarnati. Gli spiritisti e gli antoinisti avevano e hanno questi princìpi base: esistenza di Dio, somma sapienza e bontà; Immortalità dell'anima; gli spiriti hanno gradi diversi di evoluzione, sono ignoranti, ma perfettibili; anche se le bestie hanno un'anima che arriverà a reincarnarsi in un uomo, tutti gli spiriti seguono questa legge di reincarnazione; l'incarnazione è una prova per lo spirito, non il suo stato naturale; si possono vivere molte vite, che si dimenticano, ma ritornano alla memoria quando si è in stato spiritico; raggiunta la perfezione cessa la reincarnazione. Legge suprema è quella del Karma per la quale ci si reincarna secondo le opere compiute. Tutti i corpi celesti sono abitati da spiriti, in diverso stato di evoluzione. Oltre l'anima (lo "spirito", appunto) c'è il "doppio". Esso è un involucro fluidico che assomiglia al corpo e lo accompagna sempre. V'è dunque un legame tra corpo, "doppio" e anima che rende possibile l'intervento taumaturgico dello spirito sul corpo.

Diffusione

Il gruppo è attivo particolarmente in Francia con 31 templi e dal 1913 uno anche nel Principato di Monaco, così come è attivo in Belgio, quest'ultimo con la presenza di 32 templi. Con un totale di 64 templi e 40 sale di lettura in tutto il mondo, fra cui l'Italia con le sale di lettura di Milano e di Postua in provincia di Vercelli, e tra i 10.000 ed i 20.000 membri complessivamente, è l'unica religione con sede in Belgio, a Jemeppe-sur-Meuse, la cui notorietà e il successo ha superato i confini del paese.

martedì 28 aprile 2020

Giardino dell'Eden

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Il giardino dell'Eden è un luogo citato nella Bibbia e presente anche nella mitologia sumera.

L'Eden nella Bibbia

Nel libro della Genesi è il luogo in cui Dio mise tutti gli esseri viventi, tra cui Adamo ed Eva, la prima coppia umana, dopo averli creati da un'altra parte. Esso si trovava ad oriente (di Israele) e dal giardino usciva un fiume che si divideva in quattro rami fluviali: il Tigri, l'Eufrate, il Pison che circondava la terra di Avila e il Gihon che circondava la terra di Etiopia. Eden è una parola sumera che significa "steppa, pianura", mentre in ebraico il paradiso (sia quello terrestre primigenio sia l'aldilà) viene indicato con la locuzione Gan 'Eden (גן עדן), traducibile con "giardino delle Delizie" (Genesi 2,8-14).

Ipotesi sulla localizzazione geografica

Secondo queste indicazioni l'Eden si collocherebbe nell'odierna regione della Mesopotamia meridionale, più precisamente nella pianura attraversata dal fiume Shatt al-'Arab, sepolto sotto decine di metri di sedimenti. Nello Shatt al-‘Arab oggi confluiscono due dei fiumi citati nella Genesi: il Tigri e l'Eufrate. Se poi si considera che il golfo Persico era completamente all'asciutto durante l'ultima glaciazione ed è stato allagato dalla trasgressione marina fra i 5000 o 6000 anni prima di Cristo, è possibile che l'Eden si trovi ora in fondo al mare. Questa teoria e l'identificazione degli altri due fiumi (Pison e Ghicon) è stata proposta dall'archeologo Juris Zarins.
Un'altra ipotesi sulla localizzazione dell'Eden si trova nel saggio Omero nel Baltico di Felice Vinci, dove l'autore, nell'ambito della totale localizzazione geografica dei poemi omerici in Scandinavia, teorizza diversi collegamenti con le mitologie di molti altri popoli, tra cui quello ebraico; e una volta identificata l'Etiopia con la penisola di Nordkynn, anche in Norvegia: «Esaminiamo [...] uno dei fiumi che la bagnano, il Tana (che pertanto potrebbe corrispondere al Gihon biblico): esso nasce in una zona della Lapponia finlandese [...] da cui effettivamente si dipartono altri corsi d'acqua. Uno è l'Ivalo, che i Lapponi chiamano Avvil. L'assonanza con Avila [...] da sola potrebbe essere casuale, ma proprio questo territorio è ricco d'oro». Il passo citato prosegue con l'identificazione di Tigri ed Eufrate con i loro corrispettivi scandinavi; il complesso di questi fiumi delinea, secondo Vinci, "una sorta di Mesopotamia finnica, straordinariamente assomigliante a quella asiatica".

L'albero della conoscenza del bene e del male

Secondo il racconto biblico tra tutti gli alberi piantati nel giardino ne erano due particolari: l'albero della conoscenza del bene e del male e l'albero della vita. Dio proibì all'uomo di mangiare i frutti del primo e la disobbedienza portò alla cacciata dal giardino dell'Eden, negando all'uomo anche i frutti del secondo, come in Genesi 3,22: Poi Dio YHWH disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre».

L'Eden nei miti sumeri

Il paradiso dei Sumeri si chiamava Dilmun e può essere identificato nel golfo Persico (Bahrein). In questo luogo, dove non esistevano malattie e morte, il dio Enki usava accoppiarsi sessualmente con le dee sue figlie. Dopo aver mangiato i frutti degli alberi creati dalla dea Ninhursag viene da questa maledetto e condannato a molteplici mali. Una volta riappacificatasi, per far guarire il dio Enki la dea Ninhursag crea varie dee il cui nome corrisponde alla parte del corpo del dio. Fra le altre, in relazione alla costola, Ninhursag crea una dea dal nome Nin.ti che significa "dea che fa vivere" e "dea costola" (sumerico TI = vita e costola). Questo significato, traslato in ebraico, potrebbe aver dato origine alla figura di Eva.
In un altro mito sumero il contadino Shukallituda, non riuscendo a coltivare la sua terra troppo arida, chiese aiuto alla dea Inanna: questa gli consigliò di piantare degli alberi per fare ombra, facendo così nascere la prima oasi con una tecnica di coltivazione comune nei deserti intorno al golfo Persico. Il mito si conclude con una trasgressione sessuale in cui il contadino stupra la dea addormentata: come punizione per l'affronto Shukallituda è costretto ad abbandonare il suo giardino.
Infine nel mito di Gilgamesh l'eroe cerca l'ultimo uomo sopravvissuto al diluvio, Utnapishtim, il quale conosce la pianta dell'immortalità che cresceva in paradiso. Utnapishtim rivela a Gilgamesh che il paradiso è sprofondato nel mare, allora Gilgamesh recupera una fronda della pianta sul fondo del mare, ma durante il ritorno un serpente divora la fronda e ritorna giovane. È quindi probabile che i compilatori dei testi biblici abbiano adottato e modificato il racconto mitologico sumero. È già noto che lo stesso abbiano fatto i cinesi (ciò viene confermato dai caratteri di scrittura cinese) riguardo all'Eden e al diluvio.

L'Eden nei miti di varie civiltà

L'idea di uno stato felice perduto e non più ritornato è presente anche nella civiltà classica greca e romana. Lo attestano ad esempio lo scrittore greco Esiodo (Opere e Giorni, 109-119) e il poeta latino Publio Ovidio Nasone (Le metamorfosi, I, 89-112).
Lo studioso Arturo Graf espone ampiamente i risultati dei suoi studi sul mito del paradiso terrestre nella prima parte del suo saggio Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo. Egli scrive che "i libri sacri dell'India e il Mahābhārata celebrano l'aureo monte Meru da cui sgorgano quattro fiumi, che si spandono poi verso le quattro plaghe del cielo e sulle cui giogaie eccelse olezza e risplende l'incomparabile paradiso, detto Uttara-Kuru, dimora degli dei, prima patria degli uomini, sacra ai seguaci di Buddha non meno che agli antichi adoratori di Brahma. Gli Egizi, a cui forse appartenne in origine la immaginazione degli Orti delle Esperidi, serbavano lungo ricordo di una età felicissima, vissuta dagli uomini sotto la mite dominazione di Ra, l'antichissimo dio solare. Airyâna vaegiâh, che sorgeva sull'Hara-berezaiti degli iranici, fu un vero paradiso terrestre, innanzi che il fallo dei primi parenti e la malvagità di Angrô-Mainyus l'avessero trasformato in un buio e gelido deserto; e nell'Iran e nell'India, come in Egitto, durava il ricordo di una prima età felicissima. I cinesi coronarono il Kunlun di un paradiso, dove sono parecchi alberi meravigliosi e di onde sgorgano parecchi fiumi. Nelle tradizioni religiose degli Assiri e dei Caldei il mito appare con sembianze che non si possono non riconoscere come affatto simili a quelle del mito biblico. Greci e Latini favoleggiavano dell'età dell'oro, dei regni felici di Crono e Saturno e di più terre beate. I quattro fiumi che scaturivano dall'Eden biblico (Genesi 2, 10-17) lasciano congetturare che esso fosse un monte, così come lo erano il Meru indiano, l'Alburz iranico, l'Asgard norrena, il Kâf arabico nonché l'Eden citato dal profeta Ezechiele nel Vecchio Testamento (28, 12-19).
Inoltre Graf ricorda i miti delle Isole Fortunate nel mondo greco, rappresentazioni del paradiso terrestre. Esse sono l'isola dei Feaci e di Ogigia in Omero (Odissea), l'isola di Pancaia descritta da Diodoro Siculo, l'Atlantide di Platone, la Merope di Teopompo. Gli Arabi credevano nell'isola beata di Vacvac, oltre il monte Kâf, ricordata nei viaggi di Sindbad ne Le mille e una notte. Di un'isola "dalle poma d'oro" narravano i Celti. Questa fu la credenza dei padri della Chiesa e dei dottori della Chiesa, ripresa da Dante Alighieri, quando a Matelda nel paradiso terrestre faceva dire: «Quelli che anticamente poetaro/l'età dell'oro e suo stato felice/forse in Parnaso esto loco sognaro» (Purgatorio, XXVIII, vv. 139-141). Alighieri pone l'Eden nell'opposto emisfero terrestre, proprio secondo le indicazioni dei padri e dottori della Chiesa.
D'altra parte le indagini degli studiosi hanno portato a individuare una lontana convergenza dei miti paradisiaci dei popoli della doppia famiglia ario-semitica. Graf rileva altresì che "nel mito paradisiaco ario-semitico [e in altri affini] si trovano tracce di un antichissimo culto della natura. L'albero della vita è albero che porge il nutrimento; l'albero della scienza è l'albero che dà responsi: entrambi appaiono in numerose mitologie, fatti spesso compagni dell'albero generatore da cui procedono gli uomini".

L'Eden nella Divina Commedia

Nella Divina Commedia di Dante Alighieri il paradiso terrestre è posto sulla sommità del monte del purgatorio (situato agli antipodi del mondo allora conosciuto) e rappresenta l'ultima tappa del percorso di purificazione che compiono le anime per poter accedere al paradiso. È rappresentato come una foresta lussureggiante percorsa dal fiume Letè che toglie la memoria del male commesso e il fiume Eunoè che rinnova la memoria del bene compiuto. Il giardino dell'Eden compare in tutti i canti dal ventottesimo al trentatreesimo del Purgatorio. Il poeta fa qui il suo primo incontro con Beatrice e conosce Matelda, una donna che funge da allegoria dello stato d'innocenza dell'uomo prima del peccato originale. Inoltre assiste a una processione che rappresenta la storia dell'uomo e del suo rapporto con la fede, dal peccato originale al tempo di Alighieri.

lunedì 27 aprile 2020

De Sphaera

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Le Sphaerae coelestis et planetarum descriptio, o semplicemente De Sphaera, è un trattato di astrologia, miniato e decorato su pergamena attorno al 1470 da un artista lombardo, presumibilmente Cristoforo de Predis, per la corte sforzesca di Milano. È attualmente conservato presso la Biblioteca Estense di Modena.

Storia

Sulla storia del manoscritto si hanno poche notizie certe. Fu composto per la corte milanese degli Sforza, come risulta dagli stemmi sforzeschi e viscontei riportati nel quarto foglio (4r). Per via degli scambi culturali con la famiglia estense, il De Sphaera approdò alla corte di Ferrara, probabilmente nel 1491 al seguito di Anna Maria Sforza in occasione del suo matrimonio con Alfonso I d'Este, come dono di nozze da parte di suo padre Galeazzo. Insieme ad altri codici, come la Bibbia di Borso d'Este, il manoscritto avrebbe seguito le sorti della casata venendo trasferito a Modena, dove intorno al 1770 Gerolamo Tiraboschi lo avrebbe riadattato, privandolo della sua originaria rilegatura in velluto.

Descrizione e contenuto

Composta da quindici illustrazioni miniate e nove disegni astronomici, l'opera è un commentario al trattato medioevale De Sphaera Mundi di Giovanni Sacrobosco. I pochi versi letterari, le cui miniature sono in scrittura semigotica libraria, sono attribuiti al poeta umanista cortigiano Francesco Filelfo.
Il contenuto è di 16 carte o folii per un totale di 32 pagine, numerate in base al foglio cui appartengono. Le prime descrivono eventi astronomici come eclissi, maree, costellazioni e aspetti dei pianeti, mentre nel foglio 3 verso (v) è presente una tabula climatum.
A partire dal foglio 4v sono illustrate le personificazioni dei sette pianeti dell'astrologia allora conosciuti, archetipi che ricalcano le tradizionali divinità greco-romane; per ogni pianeta, accompagnato dai segni zodiacali corrispondenti, è presente sulla pagina a fianco un'analogia con le attività umane che esso governa od alle quali è associato, con particolare attenzione alla vita di tutti i giorni:
  • 4v-5r: Saturno, ed i relativi domicili, Capricorno ed Aquario
  • 5v-6r: Giove, con domicilio in Sagittario e Pesci
  • 6v-7r: Marte, domiciliato in Ariete e Scorpione
  • 7v-8r: Sole, domiciliato in Leone
  • 8v-9r: Venere, domiciliato in Toro e Bilancia
  • 9v-10r: Mercurio, domiciliato nei Gemelli e nella Vergine
  • 10v-11r: Luna, domiciliata in Cancro
Nelle ultime pagine vi sono nuovamente dei disegni geometrici che illustrano lo zodiaco, i quattro elementi e i rapporti astronomici tra i pianeti. Il manoscritto sembrerebbe così composto di due parti diverse, una di tipo matematico e scientifico, con scritte in latino, presente nelle prime e ultime pagine, l'altra invece, inserita nelle pagine centrali e con scritte in volgare, che attiene al significato simbolico dei pianeti attinto dal sapere umanistico e astrologico rinascimentale. Ne risulta dunque una struttura particolarmente complessa, che ha dato adito a varie ipotesi.
È stato anche rilevato come l'esplicazione di ogni archetipo planetario in immagini di vita quotidiana presenti una notevole analogia con l'iconografia degli affreschi del Salone dei Mesi di palazzo Schifanoia a Ferrara.

domenica 26 aprile 2020

Joseph-Antoine Boullan

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Joseph-Antoine Boullan, meglio noto come l'Abate Boullan (Saint-Porquier, 18 febbraio 1824 – Lione, 4 gennaio 1893), è stato un presbitero francese, condannato per satanismo.

Biografia

Dopo brillanti studi presso il seminario di Montauban, venne ordinato sacerdote il 23 settembre 1848 e nominato vicario della parrocchia di Saint Jean a Montauban, dove rimase due anni. Quindi si recò a Roma, per ottenere il dottorato in teologia. In Italia, divenne membro dei Missionari del Preziosissimo Sangue, e predicò diverse missioni prima di tornare in Francia, dove fu nominato superiore della casa che la Congregazione aveva a Trois-Épis, presso Turckheim, in Alsazia. Nel 1853 pubblicò a Colmar la sua prima opera, una traduzione in francese della Vita divina della Santa Vergine, un estratto dalla Mistica Città di Dio, opera di María di Ágreda, celebre badessa e mistica spagnola del XVII secolo.
Nel 1854 abbandonò la carica e si recò a Parigi come semplice prete. Collaborò a diverse riviste religiose, tra cui Le Rosier de Marie, e assunse la direzione spirituale di una giovane chiamata Adèle Chevalier, conversa nel monastero di Saint Thomas-de-Villeneuve a Soissons, che, nel 1855, durante un pellegrinaggio a Notre Dame de La Salette, era stata miracolosamente guarita dalla cecità: lì Boullan la incontrò nel marzo 1856.
In una rivista da lui fondata, gli Annales de la Sainteté, divenuti dal 1870 Annales de la Sainteté au XIXe siècle, Boullan espose le teorie che aveva elaborato: egli si proponeva
(FR)
«d'offrir à Dieu, à titre de satisfaction ou de réparation, soit des prières spéciales, soit des souffrances physiques ou morales chrétiennement acceptées, ou même sollicitées, de manière à compenser ainsi dans une certaine mesure les offenses continuellement faites à la majesté divine par les pécheurs non repentis.»
(IT)
«di offrire a Dio, a titolo di soddisfazione o di riparazione, sia preghiere speciali, sia sofferenze fisiche o morali cristianamente accettate, o addirittura desiderate, in modo da compensare in una certa misura le offese continuamente fatte alla maestà divina dai peccatori non pentiti.»
Nel 1859, assieme ad Adèle Chevalier, fondò una congregazione religiosa, l'"Opera della Riparazione", che ricevette l'autorizzazione provvisoria del vescovo di Versailles. Questa comunità, che aveva la sua sede a Sèvres, serviva in realtà solo a nascondere la relazione tra l'abate e la sua protetta. Vi si svolgevano pratiche scandalose: ad esempio, quando la religiosa si ammalò, Boullan la curò facendo uso di ostie consacrate, urina e materia fecale applicata come impiastro. L'8 dicembre 1860, al termine della messa, si sbarazzò del bambino che era nato dalla relazione clandestina.
Questo crimine non venne scoperto, ma presso la diocesi cominciarono ad arrivare denunce circa i metodi di Boullan per procurarsi il denaro e sui suoi strani metodi terapeutici. Nel 1861 egli e la sua amante vennero portati in giudizio con l'accusa di frode e oltraggio al pudore e, riconosciuti colpevoli della prima, vennero condannati a tre anni di prigione. Boullan scontò la sua pena nel carcere di Bonne-Nouvelle a Rouen dal dicembre 1861 al settembre 1864. Nell'estate del 1869 venne aperto un processo ecclesiastico contro di lui dal Sant'Uffizio, a causa di un conflitto di competenze tra la curia di Versailles, da cui la congregazione aveva ricevuto l'autorizzazione, e di Parigi, nella cui giurisdizione Boullan risiedeva fin dal suo rilascio. Nella cella monastica che, in attesa del processo, gli era stata assegnata, egli scrisse la confessione dei propri crimini in un documento conosciuto come il "Quaderno rosa", che Joris Karl Huysmans ritrovò fra le sue carte dopo la sua morte e che dal 1930 è conservato nella Bibliothèque nationale de France. Boullan fu definitivamente assolto dal Sant'Uffizio e tornò a Parigi nell'inverno del 1869.
Si attirò di nuovo le attenzioni dell'arcivescovo a causa delle teorie eretiche che esponeva nella sua rivista, in particolare, la teoria della sostituzione mistica, secondo cui delle "anime riparatrici" ricevono la missione di peccare per tutti, affinché le altre non pecchino più. Questa curiosa concezione, naturalmente, apriva la porta a ogni sorta di dissolutezza. Inoltre, dietro l'apparenza dell'esorcismo, Boullan insegnava alle religiose tormentate dalle ossessioni diaboliche dei metodi di autosuggestione e di autoipnosi che permettevano loro di avere, in sogno, rapporti sessuali con i santi e con Gesù Cristo.
L'arcivescovo di Parigi, il cardinale Guibert, chiesto un parere a Roma, ricevette nel febbraio 1875 l'ordine di interdire l'abate Boullan. Dopo un vano tentativo di appello a Roma, Boullan lasciò definitivamente la Chiesa cattolica il 1º luglio 1875. Entrò quindi in contatto con il taumaturgo Eugène Vintras, di Tilly-sur-Seulles, che riteneva di essere la reincarnazione del profeta Elia, inviato sulla Terra per preparare "il Terzo Regno, l'era del Paracleto, la venuta di Cristo glorioso", che gli fece dono di alcune delle sue ostie "miracolose", su cui erano tracciati simboli cabbalistici col sangue. Quando Vintras morì, il 7 dicembre 1875, Boullan si proclamò suo successore alla testa dell'"Opera della Misericordia" e si recò a Lione nel febbraio 1876 per consultare l'archivio privato di Vintras e familiarizzarsi con le sue dottrine, che, come egli comprese, non erano molto diverse dalle sue.
Le sue affermazioni tuttavia suscitarono diffidenza nei discepoli di Vintras: alla fine dell'anno 1876, solo tre "papi", sui diciannove che Vintras aveva consacrato, lo riconobbero come loro guida. Boullan stabilì il suo quartier generale a Lione, dapprima presso un certo François-Ours Soiderquelk, detto "Adhalnaël, pontefice vintrasiano della Cordiale e Santa Unificazione", poi, nel 1884, presso un architetto di nome Pascal Misme, "pontefice del divino Crisma Melchisediano", in rue de La Martinière n. 7. Lì si riuniva un piccolo gruppo di seguaci, che assistevano ai riti del "Sacrificio di gloria di Melchisedec" o del "Sacrificio provittimale di Maria", celebrati da Boullan. Un pubblico più ristretto era poi ammesso alle "Unioni di vita", le cerimonie più importanti.
Boullan insegnava ai suoi discepoli che "la cacciata dall'Eden [era] avvenuta a causa di un atto d'amore colpevole, ed [era] attraverso atti d'amore compiuti religiosamente che [poteva] e [doveva] essere operata la Redenzione dell'Umanità" e consigliava all'adepto che desiderava redimere se stesso di avere rapporti con le entità celesti, mentre colui che, per atto di carità, voleva aiutare degli esseri inferiori a redimersi doveva avere dei rapporti sessuali con loro. Secondo Stanislas de Guaita, Boullan aveva "eretto la fornicazione a pratica liturgica".
Col tempo, Boullan abbandonò la prudenza: ammise nel suo circolo il canonico Roca, un prete occultista che pubblicava una rivista intitolata L'Anticlérical, che si allontanò da lui disgustato, così come Stanislas de Guaita, che era giunto a Lione nel novembre 1886, e l'occultista Oswald Wirth che, dopo aver fatto finta per oltre un anno di aderire alle dottrine di Boullan, ruppe improvvisamente con lui una volta entrato in possesso di un documento scritto in cui erano riassunte. All'inizio del 1887, Guaita e Wirth convocarono un "tribunale iniziatico" che condannò Boullan, informandolo della sentenza il 24 maggio 1887. Nel 1891, esposero pubblicamente le sue dottrine nel libro Le temple de Satan. Boullan, da parte sua, pensò che la condanna in questione fosse una sentenza di morte, e si gettò in ogni sorta di incantesimi per cercare di contrastarla.
Nel 1890, Boullan fu presentato a Joris Karl Huysmans da Berthe de Courrière, con la quale era in contatto, e ispirò allo scrittore il personaggio del Dottor Johannès in Là-Bas (L'abisso), pubblicato nel 1891: alla sua morte, tre anni dopo, Boullan avrebbe lasciato in eredità a Huysmans le sue carte personali, tra cui la Confessione, scritta quando attendeva la sentenza del Sant'Uffizio. Nel 1892, Boullan fu condannato dal tribunale di Trévoux per esercizio illegale della professione medica e fu apparentemente Huysmans a versare la relativa ammenda, il che indica come fossero divenuti stretti i rapporti fra i due. Boullan morì nel 1893, convinto di essere vittima della magia nera di Wirth e Guaita: Huysmans sostenne questa ipotesi, e si credette lui stesso vittima di attacchi magici.
Quando il giornalista Jules Bois, noto amico di Boullan, accusò apertamente Guaita d'aver assassinato il vecchio prete, Guaita lo sfidò a un duello con la pistola. Entrambi ne uscirono illesi, e Jules Bois affermò poi che uno dei proiettili era stato "magicamente bloccato dentro la pistola" (Jules Bois, Le Monde Invisible).
L'abate Boullan è anche uno dei personaggi del romanzo storico Il cimitero di Praga, di Umberto Eco, pubblicato nell'ottobre 2010.

sabato 25 aprile 2020

Angeli di Mons

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Col termine Angeli di Mons è passato alla storia un clamoroso fatto d'armi che si svolse il 26 agosto 1914, quando le soverchianti armate tedesche che stavano attuando il Piano Schlieffen travolsero, presso la città belga di Mons (nella provincia di Hainaut), le divisioni del Corpo di Spedizione Britannico accorso in soccorso del Belgio e della Francia nordorientale, che stavano subendo la schiacciante avanzata tedesca.
La stampa dell'epoca riportò la sensazionale notizia che la fortunosa ritirata dell'esercito britannico da Mons fosse stata coperta dall'intervento soprannaturale di spettri.

Storia

Il 22 agosto 1914 il secondo Corpo di Spedizione Britannico, forte di circa 40.000 uomini, si era disposto lungo il canale Mons in Belgio e stava tenendo la posizionetentando di ostacolare le preponderanti forze tedesche comandate dal generale Alexander von Kluck. Dopo aver arrestato una prima offensiva, gli inglesi erano in oramai prossimi al tracollo tuttavia i tedeschi, in vantaggio per numero di uomini e di obici, non furono in grado di sferrare il colpo di grazia all'esercito britannico, che ebbe tutto il tempo di ritirarsi fino ad una quarantina di chilometri a nord di Parigi, unendosi alle forze francesi e consentendo di battere i tedeschi sul fiume Marna (battaglia della Marna). La ritirata e la successiva riorganizzazione delle forze anglo-francesi impededirono di fatto l'occupazione della Francia e il suo collasso, bloccando l'offensiva tedesca e dando inizio alla tragica guerra di trincea che vide lo stallo sul fronte occidentale sino alla sconfitta tedesca dell'11 novembre 1918.

La leggenda

Una delle leggende più antiche e famose per spiegare un fatto sconcertante quale quello che impedì l'annientamento dell'esercito britannico nelle Fiandre nacque il 29 settembre 1914 dalla penna di Arthur Machen, giornalista dedito all'occultismo e conoscente del famoso mago Aleister Crowley. La ritirata britannica era pressoché impossibile da Mons, in quanto i tedeschi avevano sfondato le linee della Triplice Intesa e stavano aggirando gli'inglesi con la cavalleria ma, in modo del tutto imprevisto, il colpo di grazia ai britannici non venne sferrato.
Un articolo pubblicato sul periodico londinese Evening News un mese dopo la miracolosa ritirata dei soldati britannici affermò che questi ultimi erano stati tratti in salvo dall'apparizione di una squadriglia di angeli che si libravano sulle loro teste. Al tempo, la notizia, manifestamente inventata, fece un enorme scalpore e venne tramandata di bocca in bocca. Si parlò d'una forma di "isteria collettiva" che s'era impadronita dei soldati, i quali pare avessero descritto i fantasmi come figure diafane, pallide, evanescenti, armati di lungo arco, che avevano fatto imbizzarrire i cavalli dei tedeschi, i quali dalla paura s'erano dispersi. Gli spettri apparsi sul campo di battaglia vennero identificati come gli spiriti rimasti senza sepoltura degli arcieri inglesi che avevano volto in fuga, nel 1415, le armate francesi durante la battaglia di Azincourt. Essi avrebbero protetto la ritirata britannica puntando le loro frecce contro i tedeschi ed uccidendoli in un modo che non lasciava ferite evidenti. Machen testimoniò che alcune lettere in suo possesso, ricevute da alcuni soldati che avevano combattuto a Mons, descrivevano la scena come "una lunga schiera di ombre trasparenti, circondate da un alone luminoso". Nonostante Machen abbia sempre affermato che l'incredibile resoconto non era altro che opera di fantasia, alla storia dell'evento sovrannaturale fu dato credito tanto da diventare una famosa leggenda, ancora oggi da molti ritenuta una vicenda vera.
In realtà, l'arresto delle armate teutoniche non ebbe alcunché di sensazionale, e tanto meno di prodigioso. Al tempo, infatti, la fanteria marciava anche per quaranta chilometri al giorno con quaranta chili di zaino sulle spalle, essendo pochissimi i mezzi motorizzati, mentre la cavalleria doveva viaggiare ad una velocità non di troppo superiore, al fine di coprire la fanteria da possibili attacchi. Non è del tutto improbabile che l'arresto delle armate assalitrici fosse imputabile proprio alla stanchezza, la quale fu fatale sulla Marna il mese successivo, in quanto costrinse l'alto comando germanico a modificare i piani di guerra connessi al "Piano Schlieffen".

Nella cultura di massa

  • The Angels of Mons è un cortometraggio muto del 1915, diretto da L.C. MacBean e Fred Paul, che narra la fantastica vicenda.




venerdì 24 aprile 2020

Eva

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Eva è il nome che Adamo, primo uomo secondo la Genesi 3,20, ha dato alla sua compagna dopo che l'aveva chiamata "donna".
La Bibbia dà di questi due nomi un'etimologia popolare. Eva viene fatto derivare da "vivente" o "che suscita la vita" (Madre dell'umanità). Il nome "donna" ('ishshah) viene considerato come forma femminile di ish (= maschio). L'intendere donna come "maschi-a" indica una relazione essenziale: sia per origine che per finalità, la donna costituisce una unità con l'uomo. A ciò allude anche il racconto di Genesi 2,18-22, secondo cui la donna è tratta dal fianco del primo uomo.
È venerata come santa della Chiesa cattolica.

Creazione di Eva

La prima donna, Eva, venne generata da una costola di Adamo, dopo che egli non aveva trovato nessuno simile a lui tra tutti gli animali:

«20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.»
(Genesi 2,20-22)



Esegesi ebraica

  • Il serpente decise di tentare Eva e non Adamo per la facilità nel convincere le donne e far loro "cambiare idea".
  • Dopo il peccato, quando vide l'angelo Same-l, Eva capì che sarebbe morta.
  • Eva decise che anche Adamo dovesse peccare come lei stessa per il timore che, dopo la sua morte, lui potesse trovare un'altra compagna; invero uno dei motivi per cui Adamo cedette fu il discorso di Eva sull'impossibilità che questo avvenisse dicendo: "se io vivo, vivi anche tu... ma se io muoio tu resterai solo...", fu per questo che Adamo decise di vivere e morire "assieme" ad Eva. (Midrash Bereshit Rabbah 19, 8)
  • Le sette maledizioni e la morte contro Eva (Pirke Derabbi Eliezer 14):
  • sofferenza e "sacrifici" per l'educazione e l'allevamento dei figli;
  • afflizione e sconforto nelle gravidanze;
  • dolori nel parto;
  • dominio del marito su di lei;
  • "custodirai però il desiderio nel tuo cuore";
  • relegata in casa e divieto di apparire in pubblico a capo scoperto;
  • divieto di essere ammessa a testimoniare davanti al Bet Din per essere menzognera;
  • "infine dovrai morire"
  • I modi per riparare all'errore fatto da Eva sono oggi per le donne ebree l'accensione dei lumi prima dello Shabbat ed anche di alcune festività ebraiche (cfr Berakhot e Qiddush), il prelevamento della Challah dal pane ed il rispetto delle leggi di Niddah, anche attraverso la Tevilah nel Mikveh.
  • Soprattutto prima del peccato originale Eva era molto bella, di bellezza celeste.



Figli

Con Adamo ebbe Caino, Abele, Set e generò ancora altri figli e figlie. La tradizione biblica narra che i figli furono tra 14 e 140. Caino e Abele sposarono le loro sorelle gemelle Calmana e Deborah.
Dopo la morte di Abele, Caino sposò sua sorella Awan e generò un figlio, Enoch. Set sposò la sorella Azura, di quattro anni più giovane. Nel 235 AM Azura diede alla luce Enos.



giovedì 23 aprile 2020

Congiunzione

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In astrologia si definisce congiunzione l'aspetto che si forma quando due o più pianeti si trovano ad una distanza angolare tra 0 e 3 gradi ed il cui simbolo è .
All'interno di un tema natale non è segnato graficamente poiché si nota a occhio nudo; l'interpretazione astrologica è variabile, poiché a seconda dei pianeti coinvolti avrà connotazioni positive oppure negative. Ad esempio, un congiunzione tra Venere e Sole (entrambi pianeti positivi) è indice di amore per la vita, serenità, ottimismo, fascino, buona salute. Una congiunzione tra Venere (pianeta positivo) e Urano (pianeta negativo) denota instabilità affettiva, amori anticonvenzionali, irrequietezza e comportamento imprevedibile.
Più pianeti vicini tra loro in un oroscopo formano più congiunzioni, questo raggruppamento è definito stellium.

mercoledì 22 aprile 2020

Black Metal Inner Circle

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«Prima di tutto il cosiddetto Black Circle era qualcosa creato da Euronymous per far credere alla gente che ci fosse qualcosa, ma era una fandonia e non è mai esistito. Dall'altra parte i media credettero alla sua esistenza per un attimo, ma velocemente smisero di parlarne quando capirono che era una voce falsa.»
(Varg Vikernes)


Black Metal Inner Circle (in inglese: cerchia interna del black metal) è il nome con il quale viene identificato un gruppo di persone che, si crede, abbia formato una organizzazione criminale di matrice anti-cristiana nata in Norvegia, di cui facevano parte vari musicisti della scena black metal scandinava. Comunemente viene chiamato Inner Circle; altri nomi dati sono Black Circle e Svarte Sirkel (entrambi significano cerchia nera, rispettivamente in lingue inglese e norvegese), mentre alcune testate giornalistiche usarono il nome Black Metal Mafia per identificare il gruppo. L'Inner Circle è nota in quanto ritenuta la responsabile di numerosi crimini ai danni di luoghi cristiani, intimidazioni nei confronti di altri gruppi musicali e alcuni omicidi, che sconvolsero la Scandinavia (nella fattispecie, la Norvegia) durante i primi anni novanta. Gli ideali del gruppo si rifacevano a una confusa commistione di idee riferite a satanismo, isolazionismo, paganesimo norreno. La componente satanica, che era l'ideologia predominante (probabilmente perché la più "teatrale" vista dall'esterno) non era certo ispirata a quella di Anton LaVey (che Euronymous, chitarrista e fondatore dei Mayhem apertamente disprezzava), ma era improntata a un satanismo di tipo vendicativo.

Storia

Le origini

L'origine dell'Inner circle risalirebbe a quando Euronymous aprì un negozio di dischi chiamato Helvete ("Inferno", in norvegese), agli inizi degli anni novanta a Oslo. Lo spazio affittato al fine di avviare la sua attività era però largamente sovradimensionato quindi si decise di usare i locali in eccesso per svolgere "feste" sanguinarie e al limite del delirante. I frequentatori di questi raduni, sei ragazzi tutti poco più che adolescenti, si definivano appartenenti ad un "Inner Circle", ed erano colpiti dal carisma di Euronymous, definito da molti un abile oratore, che era venerato come nuovo messia delle forze del male. In poco tempo, il movimento raggiunse un cospicuo numero di frequentatori, molti dei quali suonavano in altri gruppi black metal, come Emperor, Dissection e Darkthrone. Oltre a Euronymous tra i membri più rappresentativi figuravano Bård Faust e Samoth degli Emperor, Jørn degli Hades, Varg Vikernes di Burzum. Quest'ultimo si fece notare subito: il ragazzo ammirava molto Euronymous e la sua incredibile determinazione nel compiere vandalismi lo fece diventare a breve uno dei maggiori (se non il principale) responsabili dei crimini commessi dal gruppo.

I crimini

Incendi di chiese

Intorno al 1992, 52 chiese vennero bruciate, furono presi di mira numerosi cimiteri, ove più di 15 000 tombe vennero profanate e imbrattate con simbologie occulte. I proventi di simili atti (arredi sacri e croci ad esempio) venivano a volte portati come trofei per addobbare l'Helvete. Autori di tali gesti furono principalmente Vikernes, Faust, Samoth ed alcuni membri di gruppi minori, quali Hades, Einherjer e Ildjarn.
Tra le strutture religiose distrutte una tra le più note fu la medievale stavkirke di Fantoft nei pressi di Bergen, che venne data alle fiamme il 6 giugno del 1992 da Varg Vikernes; una foto di ciò che rimase della struttura (le travi portanti) diventò la copertina di Aske, EP di Burzum. Tale atto, già di per sé grave, nei progetti doveva essere ben peggiore: gli appartenenti all'Inner circle avrebbero voluto sacrificare qualcuno dentro la chiesa prima di appiccare il fuoco ma poi l'idea venne accantonata, probabilmente per la mancanza di passanti vista la tarda ora; il sangue comunque non mancò: venne scelto come surrogato un coniglio. Un altro rogo famoso fu quello che interessò la cappella di Holmenkollen, ossia, la chiesa dei Reali di Norvegia. Oltre a questi gesti piromani ben presto l'Inner circle si trovò indirettamente responsabile di una morte: a Sarpsborg, infatti, lo spegnimento di un incendio costò la vita a un pompiere.
Fu segnalato qualche incendio anche nella vicina Svezia, dietro al quale si sospettò esserci la mano di It degli Abruptum ma le accuse non vennero mai provate.

Scontri con altri gruppi

Nel mirino dell'Inner Circle finirono anche gruppi heavy metal, considerati "incoerenti" e succubi delle mode musicali. Nel luglio 1992, Maria, una ragazza diciottenne militante nell'Inner Circle, cosparse di acetone la porta d'ingresso e le finestre della casa di Christofer Johnsson, il leader dei Therion, e poi ne incendiò l'abitazione (anche se Vikernes sostenne di aver compiuto lui stesso questo atto). Prima di allontanarsi Maria piantò un grosso coltello sulla porta d'ingresso insieme a un messaggio: "Il Conte è stato qui e ritornerà".
Johnsson e la sua famiglia riuscirono a salvarsi fuggendo dall'abitazione in fiamme e le indagini dopo poco portarono all'arresto di Maria, che venne poi ricoverata in un ospedale psichiatrico. Dai suoi diari si risalì velocemente a Varg Vikernes descritto come il "Conte" (a quei tempi usava infatti lo pseudonimo Count Grishnackh); quattro giorni dopo l'incendio, Johnsson ricevette una presunta missiva di Vikernes:
«Salve, vittime! Sono il Conte Grishnackh dei Burzum. Sono appena tornato da un viaggetto in Svezia, più precisamente in un posto a nord-ovest di Stoccolma e penso di aver perso un fiammifero e un disco firmato Burzum, ha ha! Ritornerò molto presto e forse, questa volta, non vi sveglierete nel mezzo della notte. Vi darò una lezione di paura. Siamo davvero molto pazzi, i nostri metodi sono la morte e la tortura. Le nostre vittime moriranno lentamente, devono morire lentamente.»
Altre azioni minatorie ebbero come bersaglio gruppi come Paradise Lost e Deicide. Per quanto riguarda i primi, i risultati furono la distruzione del loro autobus preso a sassate da una folla invasata di ragazzini durante il loro tour a Oslo, mentre i secondi vennero disturbati durante il loro tour europeo nel 1992. Durante una performance live al "Fryshuset" di Stoccolma, una bomba scoppiò durante l'esibizione dei Therion, ma si scoprì che avrebbe dovuto detonare durante la performance dei Deicide, vero bersaglio dell'attentato. Ci fu tuttavia solo qualche ferito non grave.
I Deicide furono minacciati anche durante la tappa di Manchester con i Gorefest di supporto, quando un soggetto non identificato lanciò una finta bomba sul palco, creando scompiglio e panico, ma fu solo un falso allarme. Certi ritengono che questi attentati furono architettati da alcuni animalisti ostili nei confronti della band, per via delle loro dichiarazioni e dei loro testi sul sacrificio di animali. Glen Benton, invece, ritiene che sia stata opera dei fanatici del black metal.

Le morti

In aggiunta agli incendi e alle aggressioni, una serie di infausti avvenimenti ebbe inizio nel 1991: in questa data, infatti, il cantante dei Mayhem, Dead, si suicidò in circostanze che Euronymous sfruttò abilmente per insinuare il sospetto che fosse stato assassinato da lui stesso; va da sé che era soltanto una trovata pubblicitaria ed Aarseth non venne mai incriminato. Venne inoltre messa in giro la diceria secondo cui alcune parti del cervello e del cranio del cadavere furono sottratte e conservate o mangiate da Euronymous, dagli Abruptum e persino da alcuni elementi dei Marduk.
Recentemente 'Morgan Steinmeyer Håkansson', chitarrista dei Marduk, ha confermato di avere pezzi di cervello e di cranio di Dead, ricevuti per posta da Euronymous.
Alcuni appartenenti all'Inner circle si macchiarono anche di efferati omicidi: nell'agosto 1992, Bård Faust venne adescato da un omosessuale, Magne Andreassen, mentre camminava nell'Olimpic Park di Lillehammer. Fingendo di assecondarlo, Faust cedette alle sue lusinghe, lo seguì nel bosco e lo uccise a coltellate; dopo di che, come se non fosse successo nulla, tornò a casa, si fece una doccia e andò a dormire. Venne arrestato un anno dopo e condannato a quattordici anni di carcere.
L'episodio centrale, che fu assieme il culmine e la fine di questo fenomeno, fu l'omicidio del leader del movimento, Euronymous, ucciso a coltellate nella sua abitazione per mano di Varg Vikernes. Vikernes era a conoscenza del fatto che Euronymous avesse pianificato di ucciderlo torturandolo a morte, come Euronymous stesso aveva confidato a molti suoi amici tra i quali Snorre W. Ruch che all'epoca dei fatti viveva con Vikernes. Vikernes infatti afferma di aver ascoltato una telefonata tra Euronymous e Snorre W. Ruch nella quale Euronymous (ignorando la presenza di Vikernes) avrebbe spiegato nel dettaglio il suo piano per rapire e uccidere Vikernes quando quest'ultimo si fosse recato presso casa sua per firmare il contratto discografico. Dopo poco tempo Vikernes fu contattato da Euronymous per la firma del contratto e quando si recò a casa di Euronymous per consegnarglielo anticipatamente venne aggredito da quest'ultimo spingendo Vikernes a tenere per la sua incolumità e a difendersi.
Altre cause del pessimo rapporto tra i due sono:
  • Euronymous doveva a Vikernes 36 000 corone norvegesi (ai tempi circa 5000 $) che quest'ultimo aveva anticipato per la registrazione di Burzum.
  • Questioni politico-religiose: la vittima aveva idee filo-comuniste e non celava le sue dottrine sataniste, mentre il suo carnefice seguiva ideologie nazionaliste e credeva nella religione pagana.
  • Questioni culturali: Euronymous aveva infatti origini lapponi e questo fatto faceva infastidire Varg
Vikernes fu condannato a 21 di carcere per omicidio, detenzione illegale di armi ed esplosivi e per aver dato fuoco a tre chiese, la corte ritenne che Vikernes non potesse essere a conoscenza del piano di Euronymous per assassinarlo. Durante le indagini la polizia interrogò tutti gli appartenenti all'Inner Circle ottenendo anche informazioni sui crimini perpetrati in passato, in questo modo l'"organizzazione" crollò come un castello di carte portando alla condanna tra l'altro di Bard Faust (per omicidio), Snorre W. Ruch (complicità nell'omicidio di Euronymous) e Samoth (incendio). Nonostante il pesante giro di vite delle autorità i misfatti non cessarono del tutto; per esempio il giorno della pronuncia della sentenza andarono a fuoco due chiese e più di un mese dopo la stessa sorte toccò ad un'altra.
Un altro fatto di sangue venne compiuto da Jon Nödtveidt (leader degli svedesi Dissection) e il suo amico Vlad, ancora una volta ai danni di un omosessuale: nel luglio 1997, mentre i due facevano ritorno a casa dopo aver assunto anfetamine, uccisero Josef Ben Meddaour, un algerino di 38 anni. Inizialmente le forze dell'ordine credevano che l'assassino fosse l'ex compagno della vittima ma nel dicembre 1997 scoprirono i veri responsabili. Vlad venne arrestato dopo la confessione della ragazza alla quale aveva raccontato l'accaduto: questa, dopo essere stata picchiata, corse dalla polizia a denunciarlo per entrambi i reati e nel luglio 1998, i due assassini furono condannati a 10 anni di carcere; Vlad ebbe uno sconto della pena avendo meno di 21 anni e Jon venne incriminato solo per concorso in omicidio. Nödtveidt si suiciderà anni dopo il 13 agosto 2006.

martedì 21 aprile 2020

Magia bianca e nera

Magia bianca e Magia nera | L'Archetipo


“I libri di Magia Alta (o Bianca) erano solitamente conosciuti come Clavicole (dal latino chiavi), mentre quelli di Magia Bassa (o Nera) come Grimoires (una corruzione del francese grammaires, “grammatiche”).
Ad oggi vengono comunque definiti genericamente Grimori sia i Codici di Magia Bianca che di Magia Nera in uso presso i Maghi e gli Occultisti dei secoli passati, attraverso i quali essi concretizzavano le loro sperimentazioni.
Questo articolo può essere offensivo per alcune persone. Nessuna opinione qui espressa dall'autore riflette l'intenzione di promuovere questo tipo di contenuti, anzi, al contrario. D'ora in poi, si raccomanda discrezione e cautela.
Non è molto difficile trovare elenchi di libri la cui lettura non è raccomandabile, e certamente per diversi motivi. A seconda della vostra sensibilità per certi argomenti, alcuni di questi libri possono diventare dei veri e propri incubi.
Qui di seguito elencherò alcuni libri che sono stati banditi o inclusi nella lista nera di alcuni paesi e/o biblioteche di tutto il mondo, ma anche alcuni che sono delle vere e proprie perle nel mondo sotterraneo della lettura oscura:
Il Necronomicon: Sembra che questo libro fittizio (non così fittizio) sia un grimorio dove vengono descritti numerosi rituali per resuscitare i morti, per entrare in contatto con entità soprannaturali, per viaggiare attraverso le dimensioni in cui questi esseri dimorano, per riportare sulla Terra antiche divinità vietate e imprigionate, ecc. La traduzione del loro nome è qualcosa di più o meno simile all'"immagine della legge della morte". Si dice anche che la sua semplice lettura è sufficiente a provocare la follia e la morte. L'attuale serie televisiva americana Ash vs Evil Dead si riferisce presumibilmente a questo stesso libro, ma molto più romanzata!


Il Libro della Sacra Magia di Abramelin il Mago: Questo oscuro libro racconta la storia di un mago egiziano di nome Abramelin, o Abra-Melin, che insegna un sistema di magia a un certo ebreo tedesco di nome Abraham, vissuto presumibilmente tra il 1362 e il 1458, che darebbe la possibilità di dominare gli stessi demoni che ognuno porta in sé. Il libro, che si compone di tre parti, ha ancora una guida di talismani che, se appresi correttamente, conferiscono poteri speciali ai loro portatori. Sembra un libro molto richiesto nelle scuole di magia!


La chiave minore di Salomone: La chiave minore di Salomone o Lemegeton (in latino Lemegeton Clavicula Salomonis Regis) o Clavicula Salomonis Regis, è un grimorio pseudografico del XVII secolo. Contiene descrizioni dettagliate dei Principali Maggiore e Minore, dei Poteri e degli Ospiti del Male e persino degli angeli che (e erroneamente attribuiti a) Salomone ha capito "come" comunicare con la sua incomparabile Saggezza. Ci sono tutti gli incantesimi necessari per invocarli e costringerli ad obbedire al prestigiatore. Apparve nel XVII secolo, ma molto è stato preso da testi del XVI secolo, tra cui Pseudomonarchia Daemonum, tra gli altri.


Il Codex Gigas: Meglio conosciuto come la "bibbia del diavolo" dalla leggenda su come è stato creato e sulle figure inquietanti al suo interno, è considerato il più grande manoscritto medievale del mondo. Fu scritto nel XIII secolo in un monastero dell'odierna Repubblica Ceca ed è ancora oggi conservato nella Biblioteca Nazionale Svedese di Stoccolma. Si ritiene che sia stato scritto da un monaco che ha rotto i suoi voti spirituali e per i suoi crimini è stato condannato a morire murato. Durante la notte prima della sua condanna cominciò a scrivere tutte le sue memorie e tutto ciò che sapeva dell'esperienza umana in un libro. All'alba del giorno e vedendo che non riusciva a finire, evocò Lucifero e gli chiese di aiutarlo nel suo progetto, in cambio della sua anima. La leggenda dice che il diavolo in persona ha finito di scrivere il libro.


Il Libro della Soyga: Il Libro della Soia è una raccolta di demonologia scritta in latino, risalente al XVI secolo. Si dice che il matematico John Dee abbia dedicato tutta la sua vita a cercare di decifrare questo libro. Dee ha determinato che il libro era pieno di rituali e incantesimi malvagi. Anche se si sforzava molto, Dee non riusciva a decifrare le ultime 36 pagine del libro ed era frustrato, e nella sua ossessione invocava l'arcangelo Uriel per aiutarlo a tradurre. Attraverso il mezzo di Dee, Uriel ha spiegato che il libro è nato quando Adamo ha compromesso il paradiso, e che solo l'arcangelo Michele poteva interpretarlo. La leggenda continua dicendo che chiunque riesca a decifrare le ultime 36 pagine è destinato a morire entro due anni e sei mesi. Oggi nel mondo esistono due copie: una nella British Library e l'altra nella Bodleian Library di Oxford. Il significato dei codici è ancora sconosciuto, bene!


Tomino no Jigoku (L'inferno di Tomino): è una maledetta poesia giapponese scritta da Yomota Inuhiko e pubblicata per la prima volta nel 1919 in un libro intitolato "Il cuore è come un mattarello", o, in traduzione letterale, Il cuore è un mattarello. La poesia parla di un ragazzo di nome Tomino, afflitto da sensi di colpa e tristezza dopo la morte del padre e delle sorelle. La poesia comprende gran parte dell'esperienza dell'autore stesso del dolore e della sofferenza e quindi si ritiene che queste qualità si manifestino sotto forma di maledizione. Secondo la leggenda, chi leggerà questa poesia ad alta voce subirà un destino terribile, e persino la morte. La sua anima sarà eternamente tormentata e sarà trascinata nel più profondo buco dell'inferno. Anche il titolo istiga alla prudenza!


Il Grande Grimoire: Il Grande Grimoire è uno dei libri occulti più potenti e mortali che esistano. Fu scritto intorno al XVI secolo da un uomo che si supponeva fosse posseduto da un demone. Viene così spesso descritto come il "vangelo di satana". Il libro è pieno di oscuri incantesimi e di insegnamenti su come evocare potenti demoni e persino (sic) resuscitare i morti. Naturalmente, tutto quel potere ha un prezzo. La leggenda vuole che chi legge il Grande Grimoire offra la propria anima al diavolo. Questo libro è sigillato in una stanza segreta dell'archivio vaticano. Non importa, com'è!


il Necronomicon era un'opera di fantasia dell'acclamato H. P. Lovecraft, ma questo saggio ha presto guadagnato sostenitori da tutto il mondo ed è stato adottato dall'occulto come un'opera legittima presumibilmente dovuta alla ricerca che sarebbe stata fatta da Lovecraft, anche vincendo versioni stampate.
Nota 2: H.P. Lovecraft non ha scritto il Necronomicon, ma ha menzionato l'esistenza di un libro che si suppone sia stato scritto da un arabo, un certo Abdul Al-Hazred, nel VI secolo. Il libro sarebbe stato poi portato in Occidente dai crociati e poi tradotto in greco e latino. Il libro conterrà il resoconto della visita di Hazred negli inferi, dove altri esseri gli hanno trasmesso la conoscenza. Dopo la morte di Lovecraft e la prescrizione dei diritti d'autore, qualcuno ha pubblicato un libro con quel titolo in modo molto intelligente, che mescola le opere di Lovecraft con alcune mitologie sumere e accadiche.




lunedì 20 aprile 2020

Spiritismo

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Lo spiritismo è una dottrina filosofica apparsa nel 1857 in Francia, codificata da Allan Kardec (pseudonimo del pedagogista francese Hippolyte Léon Denizard Rivail) all'interno di cinque libri: Il libro degli Spiriti, Il libro dei medium, Il Vangelo secondo gli Spiriti, Il Cielo e l'Inferno e La Genesi. Il termine "spiritismo" fu adottato per evidenziare i nuovi postulati rispetto alle altre visioni spiritualiste della vita.
Nelle sue ricerche egli osservò una serie di fenomeni e formulò l'ipotesi che tali fenomeni potessero essere attribuiti solamente a intelligenze incorporee (spiriti). Le comunicazioni spiritiche avverrebbero "grazie all'intervento di un medium", ossia una persona con particolari doti che fungerebbe da mediatore fra spiriti e viventi, durante la cosiddetta seduta spiritica. La sua ipotesi di comunicazione con gli spiriti fu inoltre oggetto di studio da parte di alcuni istituti privati di ricerca parapsicologica che hanno studiato tali fenomeni e che ne continuano le ricerche tuttora in vari paesi del mondo. La sua opera fu successivamente proseguita da Leon Denis, Sir Arthur Conan Doyle, Ernesto Bozzano, Chico Xavier, Divaldo Pereira Franco, Raul Teixeira, Emídio Brasileiro, Aleksandr Nikolaevič Aksakov e altri.
Lo Spiritismo ha decine di milioni di seguaci in molti paesi del mondo, inclusa Francia, Spagna, Stati Uniti, Giappone, Germania, Inghilterra, Argentina, Portogallo e soprattutto Brasile, dove ha la diffusione maggiore che in ogni altro Stato.

Etimologia

Il termine spiritismo (fr. spiritisme) fu utilizzato da Allan Kardec nella sua introduzione de Il libro degli spiriti (Le Livre des Esprits), pubblicato il 18 aprile 1857, nel quale egli riportò i risultati di due anni delle sue investigazioni sui cosiddetti fenomeni paranormali e di interviste nelle quali Kardec e il suo gruppo dialogavano con gli spiriti, attraverso svariati medium francesi. Le questioni contenute nel libro riguardano Dio, cosa accade prima della nascita e dopo la morte, le leggi alla base dei fenomeni paranormali, il messaggio del Cristo, la responsabilità per le azioni degli uomini, la descrizione del mondo dell'aldilà, l'evoluzione morale e spirituale dell'uomo.
Tuttavia, proprio come il termine demone (il quale nella mitologia greca indicava semplicemente entità sovrannaturali e spiriti, senza nessuna connotazione maligna), la parola "spiritismo" fu adottata dai non spiritisti come un termine dispregiativo per tutti i movimenti e religioni che praticavano la medianità attribuendo loro il concetto del male, nel tentativo di demonizzare lo Spiritismo e le altre religioni, come Candomblé, Cao Dai, Santería, Quimbanda, Santo Daime.
Lo spiritismo iniziò come parte del movimento spiritualista che sorse nella metà del 1800. In senso lato, spiritualismo è un qualsiasi movimento filosofico o religioso che si oppone al materialismo. In senso stretto, è un qualsiasi movimento che crede all'esistenza di entità spirituali e che gli esseri umani possano comunicare con loro e avere facoltà medianiche. Perciò lo Spiritismo è Spiritualista.
Kardec e Sir Arthur Conan Doyle confermarono che lo Spiritismo è Spiritualista (ma non viceversa). Come conseguenza, molti studi sullo spiritualismo furono largamente accettati nello spiritismo, in particolare gli studi dei fisici Sir William Crookes, Sir Oliver Lodge e altri.

Storia

Dopo il 1848, con gli apparenti fenomeni paranormali prodotti dalle sorelle Fox, l'America e in seguito l'Europa furono invase da pratiche somiglianti che erano diffuse nelle diverse classi sociali. Nel giornale L'Illustration del 14 maggio 1853 si leggeva: "Tutta l'Europa, cosa dico, l'Europa? Tutto il mondo ha oggi lo spirito disturbato da una esperienza che consiste in farsi muovere dei tavoli. Galileo fece meno rumore quando provò che era infatti la Terra che girava intorno al sole".
Allan Kardec fu il primo a tentare di indagare in modo sistematico i fenomeni spiritici; dopo anni di ricerche si convinse della loro realtà iniziò a divulgarne gli insegnamenti, pubblicando a proprie spese Il libro degli spiriti, considerato il testo base dello spiritismo, che ottenne subito un enorme successo. Nel 1861 pubblicò quindi Il libro dei medium, dove descrisse i vari tipi di facoltà medianiche e i metodi per dar modo a chiunque di dialogare con gli spiriti ed apprendere la dottrina direttamente da essi. Questo scatenò immediatamente la reazione degli ecclesiastici cattolici, i quali iniziarono una durissima repressione in tutta Europa, mettendo all'indice i libri di Kardec e vietando categoricamente ogni tipo di pratica spiritica. Si arrivò persino a bruciare in piazza a Barcellona i libri di Kardec, considerandoli opera diabolica.
Kardec completò i cinque principali testi chiave dello spiritismo con le opere Il Vangelo secondo gli spiriti, Il cielo e l'Inferno (La Giustizia Divina secondo gli spiriti) e La Genesi (Miracoli e premonizioni secondo gli spiriti). Dopo la pubblicazione di questi testi sorsero migliaia di centri spiritici in molti paesi del mondo, nonostante la repressione cattolica, e in particolare in Brasile, dove lo spiritismo si integrò facilmente con la cultura e la tradizione locali. Nel 1870 lo spiritismo contava già 10 milioni di seguaci, che diventarono oltre 15 milioni nel 1890.
Dopo Kardec, l'elaborazione della dottrina spiritista fu proseguita dall'ing. Gabriel Delanne e da Ernesto Bozzano negli aspetti scientifici e da Leon Denis e Chico Xavier negli aspetti filosofici.

Lo spiritismo come dottrina filosofica

Lo spiritismo, come dottrina filosofico-religiosa derivante dagli insegnamenti degli spiriti, predica la carità, l'umiltà, la solidarietà, l'abnegazione e la fratellanza universale per il progresso morale dell'umanità, in contrapposizione all'egoismo, all'orgoglio e al materialismo, richiamandosi agli insegnamenti di Gesù Cristo, al quale gli spiritisti sono devoti.
Lo spiritismo si basa sulla convinzione che gli spiriti non siano altro che le anime disincarnate degli uomini. L'unica differenza tra uomini e spiriti è solo quella che i primi sono temporaneamente incarnati in un involucro corporeo. Già lo scienziato Emanuel Swedenborg scriveva: "Dopo che lo spirito si è separato dal corpo (il che succede quando una persona muore), quella persona è ancora viva, proprio com'era prima".
La dottrina non ammette la presenza di angeli o demoni come esseri separati dalla creazione divina, ma solo come spiriti con maggiore o minore evoluzione spirituale. I demoni quindi sarebbero spiriti non ancora moralmente evoluti e gli angeli al contrario spiriti già arrivati a un alto livello di perfezione morale. Lo spiritismo parimenti non ammette l'inferno come luogo di espiazione eterna delle pene, in quanto secondo la dottrina Dio vuole l'evoluzione spirituale di tutti i suoi figli e non sarebbe logico condannarli per l'eternità sulla base di errori momentanei.
Lo spiritismo si fonda sui concetti di immortalità dell'anima, di pluralità delle esistenze, della non eternità delle pene e offre una spiegazione della reincarnazione, vista non come un infinito ciclo di sofferenze senza scopo, ma come un progressivo perfezionamento morale di esperienze terrene, il quale termina una volta raggiunto uno stadio di progresso morale avanzato. Secondo la dottrina, in altri termini, si incarna solo chi ha la necessità di purificarsi da difetti morali.
La dottrina spiritista studia tutta la fenomenologia riguardante l'evento della nascita (cd. incarnazione) e della morte (cd. disincarnazione) o ritorno allo stato di spirito, tutti i fenomeni relativi alle apparizioni, materializzazioni, infestazioni, possessioni e alle comunicazioni spiritiche.

Critiche allo spiritismo

Lo spiritismo è stato criticato aspramente sin dai suoi inizi, sia da parte degli scettici, sia da parte dei religiosi cattolici e protestanti. Nonostante ciò è da notare come in Brasile, attraverso l'opera di Chico Xavier, molti non aderenti allo Spiritismo frequentano le riunioni di assistenza spirituale, studio ed eventi del movimento spiritista (Espiritismo).

Lo spiritismo come "scienza"

Secondo diversi studiosi di parapsicologia lo spiritismo sarebbe una scienza, in quanto gli esperimenti sarebbero condotti con metodo scientifico e in quanto le ricerche mirerebbero a spiegare le leggi naturali alla base dei fenomeni, considerati naturali e non sovrannaturali.
Per la comunità scientifica, lo spiritismo invece non può essere considerato una scienza poiché non c'è alcuna pubblicazione o sperimentazione che comprovi la ripetibilità del fenomeno in condizioni di controllo; ogni qual volta gli scettici hanno effettuato esperimenti, nessun fenomeno è stato osservato. Gli stessi parapsicologi hanno ammesso la difficoltà di fare accettare le loro ricerche alla comunità scientifica.
Nessuna rivista indipendente riconosciuta dalla comunità scientifica, come ad esempio Nature, ha mai pubblicato studi volti a provare l'esistenza dello spiritismo o di altri fenomeni paranormali.
Esiste inoltre un "Premio di un milione di dollari" messo in palio dal prestigiatore e debunker James Randi a chiunque sia in grado di produrre un qualsiasi fenomeno paranormale purché in condizioni di controllo.

Spiritismo e cristianesimo

La religione cristiana, in ogni sua confessione, ha sempre combattuto la comunicazione con gli spiriti, considerata di per sé reale, ma interpretata come opera di natura luciferina e demoniaca, pertanto vietata poiché considerata pratica satanica eminentemente maligna, e come tale potenzialmente pericolosissima per via di un divieto biblico della legge mosaica che proibisce ogni forma di divinazione.
Kardec obietta ai cristiani che, se le comunicazioni sono precedute da sincere preghiere a Dio e fatte rispettosamente con ottime intenzioni, non vi sarebbe nulla di diverso da una comunicazione tra persone civili viventi, in quanto, secondo l'ottica spiritista, gli spiriti non sono altro che le anime degli uomini. Al contrario, secondo gli spiritisti, se condotte al di fuori di un contesto di preghiera a Dio e solo per frivola curiosità o per divinazione allora il rischio di imbattersi in entità malevole è molto elevato e pericoloso. Anche gli spiritisti condannano senza riserve la divinazione, ossia la richiesta di prevedere il futuro o la fortuna, in quanto, secondo la dottrina, gli spiriti non conoscerebbero affatto il futuro.
Malgrado la posizione nettamente contraria allo spiritismo da parte del magistero, non sono mancate alcune limitate eccezioni di ecclesiastici cattolici che hanno manifestato alcune aperture e si sono interessati al colloquio con i defunti, rimanendo sempre all'interno di un contesto di preghiera e di rispetto a Dio. Tra questi vengono ricordati padre Ulderico Pasquale Magni e padre Andreas Resch, il quale condusse esperimenti in prima persona e tenne persino dei corsi in Vaticano.
Il teologo padre François Brune, autore del libro I morti ci parlano, ha sostenuto che gli studi di padre Agostino Gemelli rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e padre Pellegrino Ernetti sarebbero stati appoggiati da papa Pio XII il quale avrebbe detto: "Caro padre Gemelli, non ha davvero nessun motivo di preoccuparsi. L'esistenza di queste voci è un fatto rigorosamente scientifico. Questo esperimento potrebbe divenire la pietra angolare di un edificio per gli studi scientifici che rafforzerà la fede della gente nell'Aldilà". Tale posizione non è condivisa dalla storiografia.
Papa Paolo VI avrebbe scritto inoltre che "In Vaticano ho incontrato un atteggiamento favorevole nei confronti della metafonia" quando nominò Friedrich Jürgenson, famoso ricercatore del fenomeno delle voci elettroniche, Cavaliere dell'Ordine di S. Gregorio.
Padre Pistone, Superiore della Società di San Paolo in Inghilterra, dopo i colloqui con i defunti rilasciò la seguente dichiarazione: "Nelle Voci non vedo niente di contrario agli insegnamenti della Chiesa Cattolica; sono qualcosa di straordinario ma non c'è ragione di temerle, né vedo alcun pericolo".
Il Giusto Reverendo Mons. Prof. C. Pfleger commentò: "I fatti ci hanno dato la consapevolezza che fra la morte e la risurrezione c'è un altro stadio di esistenza post mortem. La teologia cristiana ha poco da dire riguardo a questo stadio".
Padre Gino Concetti, uno dei teologi più competenti del Vaticano, ha detto in una intervista: "Secondo il catechismo moderno, Dio consente ai nostri cari defunti, che vivono in una dimensione ultra-terrena, di inviare messaggi per guidarci in certi momenti difficili della nostra vita. La Chiesa ha deciso di non proibire più il dialogo con i morti, a condizione che questi contatti siano motivati da seri propositi religiosi e scientifici".
Il cugino di papa Pio XII, Gebhard Frei, noto parapsicologo a livello internazionale e presidente della Società Internazionale dei Parapsicologi Cattolici affermò: "Tutto ciò che ho letto e sentito mi obbliga a credere che le voci provengono da entità trascendentali e individuali. Mi piaccia o no, non ho il diritto di dubitare della genuinità delle voci".
La Chiesa d'Inghilterra istituì un comitato per esaminare le prove sulla medianità. Dopo due anni di approfonditi studi e sedute con i più dotati medium d'Inghilterra, giunse alla conclusione che "L'ipotesi che, in alcuni casi, le comunicazioni spiritiche provengono da spiriti disincarnati, è corretta".
Tuttavia, nonostante queste aperture, la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica e Protestante rimane quella di proibire i tentativi di comunicazione tra fedeli e spiriti in ogni caso.

Presunta fenomenologia medianica

La fenomenologia medianica si afferma che sia notevolmente ricca e varia ed in continuo aggiornamento grazie agli studi effettuati dagli parapsicologi.

Il tavolino

Sicuramente è la pratica più nota e la sua scoperta come possibile mezzo di comunicazione con l'aldilà risale alle sorelle Fox. I fautori dello spiritismo sostengono che al culmine di un crescendo di vibrazioni e di battiti sulle pareti e sui mobili, anche il tavolino comincia a sollevarsi e a ricadere battendo le lettere dell'alfabeto.
Gli scettici affermano che esiste un trucco dietro ad ogni atto anche dato dal fatto che tali fenomeni, non sono stati mai rilevati in condizioni di controllo.

Ouija Planchette Tabellone

Sono strumenti utilizzati per le comunicazioni medianiche: la ouija è una tavoletta rettangolare sulla quale sono incisi numeri, lettere e altri simboli. Tramite l'uso di un puntatore la "presenza" può formare, muovendolo, frasi di senso compiuto.
La planchette è un ouija con in più una matita, per consentire la scrittura automatica.
Il "tabellone" è un foglio di carta con sopra lettere e i numeri sul quale si appoggia un bicchiere (o si utilizza un pendolo) che muovendosi forma parole una dopo l'altra.
Gli scettici affermano che questi fenomeni sono frutto di suggestione: è lo stesso soggetto a muovere inconsapevolmente l'oggetto tramite quelli che vengono chiamati "movimenti muscolari involontari" o "reazioni ideomotorie".

La scrittura automatica

Secondo gli spiritisti, è il fenomeno secondo cui un medium "scrivente", ossia una persona dotata di questo particolare dono, scrive dei testi, guidata da un'intelligenza estranea, o spirito, che prenderebbe il controllo del braccio e della mano.
Gli scettici attribuiscono l'origine delle parole direttamente allo scrivente attraverso i cosiddetti "automatismi". Gli automatismi sono particolari comportamenti guidati da associazioni inconsce.

La creatività medianica

Si tratta dell'insieme di opere artistiche letterarie, musicali, pittoriche, scultoree realizzate dai medium in stato di trance. Secondo i fautori dello Spiritismo gli autori delle opere sarebbero in realtà gli spiriti di artisti defunti, i quali si servirebbero del medium in modo meccanico. I medium in genere, al di fuori dello stato di trance, non avrebbero doti artistiche di rilievo.

Calchi medianici e impronte

La tecnica utilizzata è quella usata per ottenere stampi di paraffina. Durante le sedute dei medium le entità vennero invitate ad immergere una parte di sé nella bacinella e alla fine del processo tecnico uscirono fuori stampi di dita e di mani.
Il fenomeno è riproducibile utilizzando un trucco consistente nell'uso di un guanto di gomma dapprima pieno d'acqua e poi svuotato in un secondo tempo.

Xenoglossia

Generalmente, si parla di xenoglossia quando il medium si esprime e/o scrive in una lingua straniera che, in condizioni normali, a detta degli studiosi, non conosce e che neppure i presenti conoscono.
Secondo gli scettici «...un esame dettagliato di questi casi ha portato a concludere che le persone oggetto dei suoi studi non sembravano conoscere veramente la lingua in questione, ma sembravano piuttosto conoscere un numero limitato di parole di quella lingua e utilizzavano sempre queste per rispondere, in modo stereotipato, alle domande degli studiosi.»

Materializzazioni

Consisterebbe nella formazione concreta di oggetti o di entità provviste di corpo tangibile durante le sedute. Gli studiosi sostengono che dagli orifizi del medium fuoriesca un "ectoplasma", cioè una misteriosa sostanza bianca, luminosa e semifluida, proveniente dal pancreas. L'ectoplasma è sensibile alla luce e mostra, affermano gli esperti, una certa intelligenza per i movimenti e per le forme visualizzate. Il fenomeno può durare anche delle ore e può essere fotografato e ripreso con telecamere.
Il Dott. Glen Hamilton nel suo laboratorio e in condizioni che lui afferma essere rigorosamente controllate collocò una batteria di quattordici macchine fotografiche dotate di flash e azionate elettronicamente, che fotografavano le apparizioni simultaneamente da tutti gli angoli. Ciascuno degli otto ricercatori affermò con forza e in maniera inequivocabile: "Ho visto ripetutamente persone decedute materializzarsi".

 
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