lunedì 31 gennaio 2022

Cerchio (neopaganesimo)





Il rituale del cerchio (o "del cerchio magico", anche se l'aggettivo 'magico' non viene solitamente mai utilizzato) è una pratica rituale di origini molto antiche che ha avuto una riscoperta e rivalutazione nell'odierno movimento spirituale neopagano. Si trova traccia di esso sin dai tempi dei Babilonesi e più frequentemente al tempo dei maghi cerimoniali del Medioevo e del Rinascimento, così pure in diverse tribù degli indiani d'America, con ragioni e pratiche diverse.
L'obiettivo è di creare con l'energia della mente uno spazio che divide il mondo del soprannaturale da quello materiale, ma che rimane interconnesso ad entrambi i mondi, per facilitare la concentrazione, la sacralità del rituale e la comunione con le divinità. Questo è soprattutto l'obiettivo principale che caratterizza la religione Wicca, all'interno della quale la creazione di questo cerchio è indispensabile per operare dei rituali.

Significato, simboli, scopi

Il cerchio rituale attinge la sua essenza simbolica all'archetipo del cerchio, simbolo di pienezza ma anche di continuità e ciclicità. La stessa forma del cerchio vuole simboleggiare armonia, completezza e perfezione, quindi uno stato di coscienza proiettato in un simbolo che, secondo anche gli studi condotti in psicoanalisi da Carl Gustav Jung, rappresenta l'archetipo dell'individuazione psichica (ossia l'affermazione del proprio Sé).
La forma del cerchio è simbolo di armonia, di completezza e di perfezione. Nel contesto rituale, il cerchio esprime la volontà del praticante di ricreare intorno a sé uno spazio in cui richiamare energie, legate all'universo e alle sue dinamiche energetiche, necessarie al compimento dei suoi rituali. Il cerchio magico diventa, quindi, lo spazio sacro spirituale in cui compiere rituali, atti di devozione, meditazione e pratiche spirituali. Molti ritengono che l'uso del cerchio sia dovuto alla sua forma particolare: si può considerare senza inizio né fine, quindi rappresenta bene l'infinito, l'universo e il ciclo della vita che si ripete di continuo. Il cerchio rappresenterebbe la forma esteriore della sfera magica, all'interno della quale gli officianti sarebbero al sicuro da qualsiasi agente esterno.
Secondo la tradizione magica dell'Occidente l'universo, e l'energia cosmica che lo anima è divisa in cinque forme diverse:
  • Terra
  • Aria
  • Fuoco
  • Acqua
  • Spirito
e sono questi elementi che in genere vengono chiamati a vigilare sulla sfera (o bolla), della quale il cerchio non è altro che l'interconnessione al piano materiale.
La tracciatura del cerchio deriva indubbiamente dalla Magia cerimoniale, dove viene utilizzato soprattutto come forma di protezione, per tenere fuori eventuali energie negative e malvagie nel corso delle evocazioni. A questo scopo protettivo però, nella Wicca e non solo, si sono aggiunti due altri scopi: la creazione di un "luogo" particolare al suo interno, un luogo di contatto ed intersezione tra i mondi, cioè tra quello umano materiale e quello del piano divino; inoltre quello di contenere e preservare le energie raccolte ed innalzate durante il rituale, che saranno così a disposizione per diversi utilizzi.

La ritualità

I wiccan, e i neo-pagani più in generale, sono molto legati alla natura ed allo scorrere del tempo. Quindi applicano l'evoluzione naturale anche ai rituali. Nel cerchio seguono tre fasi precise:
  • Il cerchio viene innalzato/tracciato e sigillato
  • Operazioni rituale all'interno
  • Apertura o scioglimento (il cerchio viene rimosso o lasciato naturalmente dissipare)

Tracciatura

I praticanti ritengono che prima di creare il cerchio sia necessario pulire fisicamente e psichicamente l'area che verrà usata. Per la pulizia psichica le modalità sono svariate e dipendono dalle preferenze individuali.
Un cerchio ottimale ha un diametro di circa tre metri, viene tracciato con uno strumento rituale (athame, bacchetta magica, spada...) o con la mano. A volte il suo limite viene anche composto materialmente con sale grosso e delimitato da pietre o candele nei punti di forza. La strega officiante deve percorrere il perimetro del cerchio, in senso orario (in inglese Deosil), recitando il rituale scelto per la creazione: vengono invocati gli elementi o le divinità o, a seconda delle proprie inclinazioni, gli angeli.
Come per tutte le operazioni magiche richiede che la volontà dell'officiante sia tesa alla visualizzazione della sfera/cerchio e la dichiarazione a voce alta, possibilmente in rima, che il cerchio è stato creato; la dichiarazione serve a mettere in guardia eventuali nemici e a ringraziare le entità che ci hanno aiutato nella creazione, è un invito a restare con l'officiante fino al termine del rituale.

Astrale

I praticanti più esperti creano il cerchio con la visualizzazione. Essi devono vederlo nella loro mente, a questo punto lo riterranno reale. Un metodo di visualizzazione diffuso è quello per quarti, che usa i pentagrammi. Dopo la concentrazione e la meditazione si creerebbe il cerchio con il movimento del dito. I quarti vanno chiamati uno alla volta, a partire da quello orientale.

Opera

È bene non abbandonare il cerchio durante il rito per evitare dispersione energetica. In questa fase si accoglie/lgono la/le divinità di riferimento personale e si procede con l'incantesimo o con la meditazione o con il rituale, il fine cioè per cui si è creato il cerchio magico.

Rimozione

A conclusione del rituale si procede ad un frugale banchetto, con frutti di stagione o biscotti, succo di frutta o vino, e si ringraziano le divinità accorse al rituale.
Il cerchio si può cancellare attivamente, oppure lasciare dissipare naturalmente. Nel primo caso lo si può fare percorrendolo in senso antiorario (in inglese Widdershins), partendo da uno dei quarti, visualizzando l'energia che si scioglie e si salutano gli elementi. Lo stesso vale per la visualizzazione in astrale. Nel caso si sia usato il sale in apertura questo verrà gettato come prodotto di scarto, quanti usano i cristalli li puliranno e li riutilizzeranno in seguito



domenica 30 gennaio 2022

Defixiones

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Nell'antica Roma, le defixiones (defissioni; al singolare defixio = defissione) erano testi di contenuto magico, spesso contenenti maledizioni, scritti su tavolette (le tabellae defixionum) costituite da lamine di piombo incise a graffio. Tale pratica fu descritta dallo storico Plinio il Vecchio.
Il nome deriva dal latino defigere (inchiodare, conficcare, immobilizzare), con evidente allusione alla volontà di immobilizzare le capacità fisiche e mentali della persona oggetto della maledizione, nonché all'atto pratico di trafiggere il supporto scrittorio con chiodi, attuando così una sorta di effetto simpatetico (di identificazione tra l'atto fisico della trafittura e l'invocazione del castigo divino).
La defissione definisce la pratica magica collegata al rito della penetrazione con un chiodo della lamina arrotolata su se stessa, su cui era scritto il nome del destinatario della maledizione o su cui era inciso semplicemente il testo dell'anatema. La tavoletta inchiodata era posta in una buca che si credeva potesse comunicare con gli Inferi.
Le tabellae costituiscono un reperto importante non solo dal punto di vista linguistico (ne sono state ritrovate scritte in greco, latino, etrusco, osco, celtico, iberico, punico), ma anche paleografico perché consentono una conoscenza più ampia delle scritture corsive nell'antichità.
A seconda del contesto e dell'attività svolta dalla vittima delle maledizioni si sono tentate delle classificazioni di defixiones: maledizioni agonistiche, amorose, politiche, giudiziarie.

Descrizione

Gran parte dei testi contengono maledizioni rivolte verso personaggi precisi, il cui nome era ben indicato per garantire l'efficacia del rito. Spesso non si richiedeva la morte del proprio avversario, anzi si prediligeva piuttosto richiedere alle potenze infernali che un individuo ostile fosse portato in punto di morte ma non ucciso. Tali testi dopo esser stati scritti erano nascosti presso tutti quei luoghi che si ritenevano spazi privilegiati di contatto tra il mondo terreno e ultraterreno: in particolare grotte, fonti, templi e soprattutto tombe di individui morti prematuramente o violentemente. Questo atto rispondeva a due necessità: da un lato, celare l'iscrizione agli occhi indiscreti di lettori viventi, dall'altro affidare la propria maledizione alle forze infere (non necessariamente divinità) o alle anime dei defunti.
Da precisare il fatto che si sia ipotizzata l'esistenza di individui specializzati nella stesura dei testi di maledizione: in tal senso non mancano testimonianze nella letteratura (Platone, La Repubblica 364 a.C.), né in defixiones greche dove vengono menzionati dei molubdokopoi (incisori del piombo).
Il testo di queste maledizioni può essere molto vario: si può passare dalla semplice indicazione del nome della persona da affliggere sino a formule molto lunghe e complesse che alludono esplicitamente alla parte del corpo o all'abilità dell'avversario che dev'essere colpita dalla magia. Unico dato che non viene mai nominato nelle defixiones è il nome dell'autore e questo per evidenti timori di ritorsione: le vittime possono essere designate con indicazione precise di nomi, soprannomi, professioni, indicazione dei genitori. Molto spesso le maledizioni sono incise deliberatamente in maniera da essere difficilmente leggibili: frequenti soprattutto in ambito greco sono il ricorso a scritture bustrofediche, retrograde o ad andamento a spirale attuate sia per rendere difficile la lettura ad un eventuale lettore vivente, sia per effetto della pratica di magia simpatetica (ad esempio scrittura distorta laddove si invochi la distorsione della lingua di una persona).
Tali invocazioni costituivano forme di goezia, magia nera, nettamente distinta dalla teurgia ("scienza divina", magia bianca), che nel mondo pagano e nel contesto del neoplatonismo attirava a sé anche filosofi e studiosi. Al pari di quest'ultima la goetia era ugualmente diffusa (e non solo a livello popolare) soprattutto nel tardo impero, come si deduce dalle condanne dei padri della Chiesa (rivolte per la verità contro entrambe le pratiche).
Nel mondo greco e romano questo tipo di tavolette erano diffusissime, e ne sono state ritrovate numerose sia in greco che in latino. Un famoso esempio sono quelle che, insieme a resti di cadaveri, ceneri e macchie di sangue furono trovate sotto i pavimenti della residenza del principe Germanico e che, secondo l'intenzione degli artefici, ne causarono la morte. Ma erano anche usate per scopi più quotidiani, come danneggiare i fantini rivali alle corse dei cavalli, prassi che, a giudicare dal numero di nomi di cavalli che ci è rimasto, doveva essere molto frequente.
Nel IV secolo, con l'avvento del cristianesimo, ogni forma di goetia fu proibita sotto pena di morte e numerose sono le attestazioni di condanna della prassi. Un decreto di Teodosio I era ad esempio diretto proprio contro gli aurighi e fonti antiche riportano le atroci morti di celebri guidatori giudicati colpevoli di questa antica forma di doping.

sabato 29 gennaio 2022

Cerchio magico

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Il cerchio magico (o circolo magico) è un rituale di origini molto antiche che ha avuto particolare uso nella magia cerimoniale, praticata soprattutto tra Medioevo e Rinascimento, poi in seguito tornata in auge nell'800.

Rituale

La tracciatura di questo cerchio veniva utilizzata come forma di protezione, per tenere fuori le energie potenzialmente negative e malvagie che venivano evocate in un triangolo posto al di fuori di esso.
Il cerchio magico attinge la sua essenza simbolica all'archetipo del cerchio, figura geometrica che è simbolo di pienezza ma anche di continuità e ciclicità. La stessa forma del cerchio vuole simboleggiare armonia, completezza e perfezione, quindi uno stato di coscienza proiettato in un simbolo che, secondo gli studi condotti in psicoanalisi da Carl Gustav Jung, rappresenta l'archetipo dell'individuazione psichica (ossia l'affermazione del proprio Sé).
Nel contesto rituale, il Cerchio magico esprime la volontà del praticante di ricreare intorno a sé uno spazio in cui richiamare delle energie, legate all'universo e alle sue dinamiche, necessarie al compimento dei suoi rituali. Il cerchio magico rappresenta dunque lo spazio sacro spirituale in cui compiere rituali, atti di devozione, meditazione e pratiche spirituali.

Rituale del cerchio nel neopaganesimo

Il rituale ha avuto una riscoperta e rivalutazione nel movimento spirituale neopagano, in particolar modo nel Druidismo e, soprattutto, nella Wicca.

Metonimia

Nel gergo della comunicazione politica italiana e nel lessico giornalistico nazionale, è invalso l'uso di definire in tal modo il gruppo di fedelissimi di un dirigente politico che ha costruito la sua "squadra" di fiducia in modo prevalentemente amicale, almeno a partire dal caso di Umberto Bossi.
Il termine gergale (che sarebbe una versione aggiornata della camarilla) si è trasformato in una descrizione icastica e umoristica del gruppo, per lo più in base alla sua provenienza geografica, come nel caso della cerchia di Pier Luigi Bersani, in cui l'espressione è mutata nell'appellativo "tortellino magico", riferito alla provenienza emiliana di quel gruppo dirigente. Allo stesso modo, l'appellativo "giglio magico", invece, è stato usato per definire l'entourage di Matteo Renzi, con riferimento alla provenienza fiorentina di varie sue componenti e dello stesso leader, che sarcasticamente lo ha definito "mitico".

venerdì 28 gennaio 2022

Eggregora

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Nell'occultismo, una forma-pensiero, egregore o eggregora, si riferisce a un'entità incorporea emanata da una o più persone in grado di influenzare i loro stessi pensieri e attitudini; se creata attraverso particolari metodi di meditazione collettiva viene utilizzato maggiormente il termine eggregora o egregore (dal greco antico ἐγρήγορος, il cui significato originario, «guardiano», sembra essersi confuso con quello di «gregario», o «seguace passivo di un gruppo»).
Sempre secondo svariati filoni dell'esoterismo, le eggregore possono essere create pure inconsapevolmente da un pensiero ossessivo, e in tal caso si parla più comunemente di forme-pensiero elementali, cioè di esseri conosciuti anche nella mitologia, comprendenti ad esempio le Lamie. Se negative, possono nuocere alla persona di cui sono parassite, sottraendole energia vitale.

Origine del termine

Dalla parola greca proviene il concetto di grigori, termine utilizzato nella letteratura giudaica per indicare angeli o demoni, da cui sarebbe discesa la razza gigante dei Nephilim. La parola ἐγρήγοροι compare nella Septuaginta, così come nel Libro dei Giubilei e nel Libro di Enoch. L'equivalente latino è stato attribuito ad egregius, che significa «notevole», «illustre», «eccezionale».
Il termine odierno egregoro apparve nel 1857 in lingua francese negli scritti di Victor Hugo, che lo utilizzò nella sua Leggenda dei secoli (1859) sia come aggettivo che come sostantivo.
In ambito ermetico-esoterico si deve invece a Eliphas Lévi l'uso di eggregore nel senso di forma-pensiero collettiva. René Guénon contestò il fatto che l'ambito psichico comunitario a cui si riferiva tale significato non comportava alcunché di spirituale, e ancor meno di iniziatico, ma consisteva in una semplice emanazione della psiche individuale in un'entità di gruppo.

«In questa accezione si tratta di un termine che non ha niente di tradizionale e rappresenta soltanto una delle numerose fantasie del moderno linguaggio occultista. Il primo ad impiegarlo in questo modo è stato Eliphas Levi e, se i nostri ricordi sono esatti, è sempre lui che, per giustificare tale significato, ne ha dato un'inverosimile etimologia latina facendolo derivare da grex, «gregge», quando invece il termine è prettamente greco e in realtà ha sempre e soltanto avuto il senso di «colui che veglia». È noto d'altronde che questo termine si trova nel Libro di Enoch, ove designa certe entità di carattere piuttosto enigmatico, ma che in ogni caso sembrano appartenere al «mondo intermedio»: ecco tutto ciò che hanno in comune con le entità collettive cui si è preteso applicare lo stesso nome. Queste ultime in effetti, sono essenzialmente d'ordine psichico, ed è soprattutto questo che determina la gravità dell'equivoco da noi segnalato, perché, a questo proposito [...] ci appare in definitiva come un nuovo esempio di confusione tra psichico e spirituale.»
(René Guénon, Iniziazione e realizzazione personale, VI, Influenze spirituali ed eggregori )



Descrizioni

Secondo René Guénon, l'Eggregora può effettivamente essere creata intenzionalmente, con lo scopo di dirigere determinate energie psichiche, scaturite durante particolari ed arcane operazioni rituali, ma egli considerava questi aspetti come assolutamente secondari rispetto allo scopo principale delle organizzazioni religiose, spirituali, e soprattutto iniziatiche, che mirano a conferire delle qualità superiori di ordine autenticamente sopraindividuale, trascendenti il livello meramente psichico e corporeo.
Per il resto, la maggior parte delle descrizioni delle funzioni di un'eggregore proviene dagli ambienti della società teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky nel 1875.
Esse riguardano egregori negative, simili a larve psichiche aleggianti attorno all'individuo che le ha create, tali per cui ogni tipo di assuefazione o dipendenza da droghe, alcool, lussuria, autoconvincimenti o anche qualunque coazione a ripetere, è dovuto a questa sorta di parassiti astrali che ricercano il proprio nutrimento; solo se questo venisse loro negato si provocherebbe la loro distruzione o allontanamento.
Ve ne possono tuttavia essere anche di positive, come quelle nate ad esempio da una fervente preghiera collettiva, da una terapia di gruppo, da un'energia di guarigione o in generale da un rituale che può essere di natura sciamanica.

Le forme-pensiero secondo Besant e Leadbeater

Il tema fu affrontato in particolare da due dei principali esponenti del movimento teosofico, Annie Besant e Charles Webster Leadbeater, nel loro libro Le forme pensiero del 1901. Secondo costoro, le forme-pensiero sono una sorta di vibrazione emanata da un individuo o da un gruppo, che continua a vivere di vita propria, alimentandosi dello stesso tipo di pensieri da cui sono state generate, inducendo perciò le persone con cui entrano in contatto a continuare a svilupparli. La persona che ne è vittima si troverebbe così sottomessa a ripetuti schemi di pensiero, proiezioni mentali o inclinazioni psicologiche, restandone imprigionata.
Una delle illustrazioni presenti nel libro Le Forme pensiero di Besant e Leadbeater (1901), che raffigura un vago sentimento religioso
«Se i pensieri di un individuo o i suoi sentimenti sono diretti verso una data persona, la forma-pensiero derivante si dirigerà verso di essa scaricandosi sui suoi veicoli astrale e mentale. Se invece il pensiero è egoistico o egocentrico (come lo sono la maggior parte dei pensieri), vagherà costantemente intorno al suo animatore, sempre pronto a reagire su di lui ogniqualvolta egli si trovi in condizione di passività. Prendiamo, ad esempio, il caso di un uomo che si abbandona sovente a pensieri impuri; egli potrà dimenticarli fintanto che è occupato nello svolgimento regolare delle suo occupazioni giornaliere, anche se le forme-pensiero da lui create gli aleggiano sempre intorno come una nebbia densa, perché la sua attenzione è diretta altrove ed il suo corpo astrale non è sensibile che a vibrazioni della medesima natura. Ma quando la tensione si rallenta e l'uomo si riposa lasciando la mente libera da qualsiasi pensiero concreto, egli si sentirà di nuovo assalito dall'insidia di vibrazioni impure. »
(A. Besant, C. W. Leadbeater, Le Forme pensiero [1901], trad. it., pag. 30, Milano, Anima Edizioni, 2005)
Con l'ausilio di alcuni disegni acclusi nel libro, Besant e Leadbeater illustrano i principi con cui si formano queste entità:
  • La qualità dei sentimenti da cui hanno origine i pensieri ne determina il colore: ad esempio l'odio dà luogo al nero, la rabbia al rosso, l'avarizia e l'egoismo al marrone, l'affetto al rosa, la religiosità al blu.
  • La natura dei pensieri ne stabilisce la forma: ad esempio una forma-pensiero di amore e protezione rivolta ad una persona cara tenderà ad assumere l'aspetto di uno scudo che si posa su di essa, respingendo eventuali attacchi malefici contro di lei e rinforzandone le attitudini benefiche.
  • La precisione dei pensieri si riverbera sulla loro nitidezza: una forma-pensiero ben definita avrà molta più potenza di una vaga e fumosa.
Quanto alla forma poi, Besant e Leadbeater distinguono tre tipi di forme-pensiero:
  1. quelle fatte a immagine del soggetto stesso che le produce, quando costui immagina di trovarsi in qualche luogo;
  2. quelle che assumono la forma di oggetti o persone a cui si rivolga la propria attenzione;
  3. quelle non riconducibili a realtà concrete, che esprimono la natura dei sentimenti da cui sono originate, e sono indirizzate, come già indicato, ad altre persone. Questi pensieri tuttavia, sia positivi che negativi, non possono influire sull'aura di un altro se non trovano in costui un'energia mentale già predisposta, ovvero consona alla loro frequenza vibratoria. Pensieri malvagi rivolti ad una persona spiritualmente elevata e amorevole non potrebbero cioè trovare in essa alcun varco né occasione per installarsi nel suo campo aurico, e pertanto verrebbero respinti indietro verso colui che li ha generati.
«Nessun impasto di materia può vibrare all'infuori di determinati limiti, e se la forma-pensiero si trova oltre i confini entro i quali l'aura può vibrare non potrà avere su di essa effetto alcuno. Anzi verrà respinta. [...] Da ciò proviene il detto che un cuore puro ed una mente elevata sono i migliori protettori contro possibili aggressioni; essi costruiranno un corpo astrale e un corpo mentale di materia fine e sottile, tale da non poter rispondere alle vibrazioni di materia pesante e grossolana.»
(Annie Besant, Charles Webster Leadbeater , Le Forme pensiero [1901], trad. it., pag. 34, Trieste, Società Teosofica Italiana, 1991)



Le forme-pensiero in antroposofia

Rudolf Steiner, seguace della dottrina teosofica ma in seguito distaccatosene per fondare il movimento antroposofico, descrisse varie forme-pensiero, sia benefiche che malefiche. Si tratta per lui di entità elementali, come gli spiriti della natura presenti nei quattro elementi, ma che possono essere generate dall'uomo ed entrare a far parte del suo karma (o destino) in una vita successiva, andando a costiuire la sua fisionomia, o se maligne, ostacolandone lo sviluppo animico. Le menzogne e i pensieri cattivi, specie se collettivi, porterebbero ad alimentare dei veri demoni astrali, che giungerebbero a gravare sulle atmosfere di luoghi e di comunità terrestri, generando anche dei fenomeni ambientali distruttivi.
Tra le altre cose, Steiner descrisse come ad esempio le forme sonore attirino esseri elementali della stessa frequenza, in grado di ripercuotersi sui pensieri umani: una musica elevata e sublime è penetrata da entità buone, una disarmonica e violenta è costituita invece da esseri mostruosi. Anche i macchinari elettro-magnetici e gli strumenti della moderna civiltà industriale svilupperebbero schiere di elementali arimanici. Persino ai suoni del linguaggio corrispondono, secondo Steiner, delle forme-pensiero, come quelle prodotte anticamente dalle parole dei sacerdoti egizi per porle a guardia dell'ingresso alle piramidi.
Ogni pensiero, del resto, è per Steiner un'entità viva, al quale occorre risalire per comprenderne il modo in cui esplica i suoi effetti.
«Il contenuto di un pensiero vive come tale soltanto nell'anima di colui che lo ha pensato; ma questo contenuto provoca degli effetti nel mondo spirituale; e questi rappresentano il processo percepibile per l'occhio spirituale. Il pensiero parte quale realtà effettiva da una persona e scorre verso un'altra. E il modo come questo pensiero agisce sull'altra persona, viene sperimentato come un processo percepibile nel mondo spirituale. Così per colui in cui sono stati svegliati i sensi superiori, l'uomo fisicamente percepibile è solamente una parte dell'intero uomo. Questo uomo fisico diventa il centro di effluvii animici e spirituali.»
(Rudolf Steiner, Teosofia. Un'introduzione alla conoscenza sovrasensibile del mondo e del destino dell'uomo (1918), Le forme pensiero e l'aura umana)



Altre descrizioni

Se l'eggregore viene inteso come una forma-pensiero di natura collettiva, può essere assimilato per certi versi all'inconscio collettivo teorizzato da Carl Gustav Jung.
Il concetto di "eggregora" come forma-pensiero di gruppo è inoltre stato sviluppato nelle opere della Golden Dawn e della Rosa Croce ed è stato oggetto degli scritti di autori come Valentin Tomberg.
Per Eliphas Lévi, i rapporti ideologici di forza vigenti tra le eggregore dominanti sulla Terra riflettono le relazioni astrali tra i pianeti.
«Le forze organizatrici dei sistemi stellari influiscono oggi sulla nostra Terra. Le vere eggregore, cioè coloro che vegliano di notte, sono gli astri del cielo con i loro occhi che scintillano in continuazione. Sono gli angeli che governano le stelle.»
(Eliphas Lévy, Le Grand Arcane (1898), pag. 275, Parigi, G. Trédaniel, 1990)
In quest'ottica si è sostenuto che le eggregori possano essere strumenti per agire sulla storia a livello archetipico, imprimendo mutamenti sociali e antropologici. Gli esoteristi Omraam Mikhaël Aïvanhov e Peter Deunov ad esempio intendevano farsi portatori dell'eggregora della cosiddetta «Fratellanza Bianca Universale», al fine di accelerare, a loro dire, l'avvento della nuova Era dell'Acquario, apportandole nutrimento con particolari simbologie e rituali.
In tal senso agirebbero anche le eggregore di chiese e logge massoniche, che oltre a presiedere all'insegnamento di dottrine tradizionali, svilupperebbero poteri in grado di influire, sia consciamente che inconsciamente, sull'evoluzione del mondo.
«Un egregore è un'entità collettiva creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un raggruppamento, a un popolo, oppure a una religione; per esempio [...] i loro pensieri, i loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione formano un egregore impregnato, nutrito, modellato da quella collettività. Anche noi, come Fratellanza Bianca Universale, abbiamo un egregore. Tutte le religioni, tutti i movimenti spiritualisti hanno la loro. Lo stesso accade per i movimenti politici. A volte, in alto, quegli egregori combattono fra di loro a chi sarà il più forte.
Ogni egregore aiuta la comunità che lo ha formato: esso è uno straordinario serbatoio di energie. Inoltre possiede una forma simbolica, spesso quella di un animale: orso, tigre, gallo, aquila, colomba, ecc. Ma l'essenziale consiste nel comprendere come si può formare un egregore potente che lavori nel mondo, che aiuti e illumini le creature. Solamente, attenzione: si può anche essere puniti e fulminati da un egregore se si ha tradito l'ideale che rappresenta. Sì, gli egregori si vendicano contro i membri che li hanno traditi.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov, La morte e la vita nell'aldilà, pp. 24-25, Edizioni Prosveta, 1987)
Secondo un filone del complottismo mondialista diffusosi sul web agli inizi degli anni 2000, vi sarebbero legioni di eggregori creati da gruppi occulti di potere, ritenuti appartenenti persino a razze aliene o ad altre dimensioni, al fine di sfruttare il potenziale energetico delle persone, che subirebbero una sorta di vampirismo da parte di entità chiamate ad esempio dallo scrittore Carlos Castaneda voladores, predatori che «hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie».

Rimedi

Fra le modalità della terapia alternativa per liberarsi dalle forme-pensiero ossessive e negative, si ricorre a tecniche di meditazione volte a indurre un vuoto mentale, o si utilizzano ad esempio rimedi della floriterapia come White Chestnut, Chestnut Bud, Red Chestnut, e altri.


giovedì 27 gennaio 2022

Elementi magici

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Gli elementi naturali, cioè il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra, da tempo immemorabile sono fonte d'ispirazione per gli uomini, diventando strumenti i punti di riferimento per riti cosmogonici, religioni e tradizioni magiche. Essi ricoprono un ruolo particolarmente importante per la cosiddetta Vecchia Religione, più comunemente conosciuta come stregoneria e cioè quella tradizione neopagana che sostanzialmente consiste nell'osservanza di feste stagionali, nelle pratiche di rituali magici legati agli elementi naturali e che sostanzialmente si incentra sul culto della Natura.

Introduzione

Empedocle (ca. 450 a.C.), fu il primo a proporre quattro elementi e li chiama rizòmata ("radici", rizoma al plurale) di tutte le cose, immutabili ed eterne.
I quattro elementi naturali sono al tempo stesso considerati visibili ed invisibili, fisici e spirituali e tale concezione è stata al centro di studi che hanno interessato soprattutto il medioevo arabo con l'alchimia e il Rinascimento. Secondo la "Vecchia Religione" quindi, con la parola “terra” ad esempio, non ci si riferisce soltanto al pianeta su cui viviamo, ma anche al fenomeno della solidità, del fondamento e della stabilità, concetto che tra l'altro è anche uno dei cardini dell'Alchimia.
Esisterebbe poi anche un quinto elemento, denominato Quintessenza introdotto da Aristotele, che è la forza vitale più pura di tutte e sotto certi aspetti può essere considerata la fusione armonica dei quattro elementi naturali che insieme rendono possibile l'esistenza. Seppur esistano molte tradizioni di origine pagana, generalmente per la stregoneria gli elementi hanno una loro gerarchia ben precisa per la quale si distinguono elementi superiori ed inferiori: i primi (fuoco ed aria) sono definiti spirituali e considerati perfetti in quanto più sottili e per questo agiscono sui secondi (acqua e terra) innalzandoli. Al tempo stesso gli elementi inferiori attirano a sé quelli superiori, abbassandoli.
Attraverso questa interazione, è convinzione del pensiero magico in generale ed in parte anche di quello alchemico, che sia resa possibile la respirazione del mondo che si basa su una sorta di interscambio energetico.

Fuoco

È considerato il più puro dei quattro elementi e il suo termine viene utilizzato per esprimere numerosi concetti diversi: fuoco comune (prodotto mediante combustione); fuoco di digestione (tepore di provenienza organica); fuoco interno (originato da reazione chimica). La purezza assoluta del fuoco identificata dai pagani era riconosciuta anche dagli alchimisti che ne sottolineavano la capacità vivificante, una peculiarità ad esso attribuita che ha sempre suscitato un grande rispetto religioso verso tale elemento, soprattutto perché, più o meno inconsciamente l'uomo ha sempre riconosciuto che con l'uso della frizione e della selce, l'umanità è riuscita a “catturare” il fuoco, sprigionando la fiamma che ha cambiato il mondo.
Mentre la cosiddetta “adorazione del fuoco” di solito non è altro che un delicato eufemismo per definire il rispetto mistico del sesso, come il rosso dell'amore vi sono state diverse religioni che hanno venerato il fuoco come simbolo della divinità. Un esempio sono le fiamme eterne custodite dalla vergini vestali dell'antica Roma e anche oggi esiste qualcosa di simile nelle sinagoghe ebraiche e presso alcune tombe, come ad esempio in quella di John F. Kennedy.
Sebbene il significato religioso del fuoco sia stato ormai dimenticato dalla maggior parte di noi, esso è ancora testimoniato su molti degli altari delle principali religioni del mondo: in ogni altare Cattolico ed in ogni Chiesa è possibile vedere candele accese per enfatizzare le cerimonie ed i sacramenti.
I rituali magici legati al fuoco comprendevano spesso l'atto di ardere un'immagine, un'erba o un altro oggetto infiammabile, oppure comprendevano l'utilizzo di candele. Erano rituali praticati dai pagani solitamente vicino a focolari o comunque accanto a fuochi accesi in radure o nei boschi o nei pressi della fiamma di una singola candela. Le streghe, anche le moderne wiccan che ancora oggi professano questa religione nei coven o in maniera solitaria, considerano il fuoco un elemento maschile e che governava il sud.
Il suo colore è il rosso, la stagione ad esso legata è l'estate e può essere interiore ad un corpo od esteriore, cioè può agire contemporaneamente sia all'interno che all'esterno di un corpo, così come la Terra riceve contemporaneamente gli effetti del fuoco interiore (gli umori magmatici) e di quello esteriore, cioè l'energia solare.
Questa concezione è tanto tradizionale da ricorrere in quasi ogni cultura; ne è un esempio il passo sottostante tratto dalle Upanishad indiane:
“Esso (il testo si riferisce allo àtman) si presenta, invero, come una duplice entità: da una parte lo Spirito Vitale (pràna) e dell'altra il Sole (àditya), che si manifestano come giorno e notte, Il Sole – lassù – è lo Spirito Esteriore, il pràna – quaggiù – è quello in Interiore ed è perciò che si dice che il moto dello Spirito Interiore si lascia inferire dal modo dello Spirito Esteriore.” (Maitry Upanishad, in Upanishad Antiche e Medie, Boringheri, Torino 1974, pag. 564).
Il fuoco elementare viene a volte identificato con il Cielo, che contiene in grande quantità lo Spirito dell'universo: secondo la tradizione pagana della stregoneria, la vita non sarebbe altro che un flusso di fuoco naturale all'interno dell'organismo e tale concezione era trasversalmente riconosciuta anche dal Cristianesimo che proprio tramite il fuoco, cioè con condanna al rogo, tentava di purificare gli eretici e chi veniva considerato colpevole di stregoneria, di modo che il male che li possedeva potesse essere estinto dal fuoco purificatore del rogo.
La nuova tradizione religiosa del Cattolicesimo si impose in sostanza con i soliti mezzi dei suoi precedenti persecutori: gli antichi Romani perseguitarono e martirizzarono i cristiani e successivamente essi fecero lo stesso con i pagani. La purificazione delle persone impure, tacciate di eretismo veniva attuata attraverso la riconosciuta forza purificatrice del fuoco che, ironia della sorte, era proprio una delle più radicate credenze pagane.

Gli incantesimi del Fuoco

Il fuoco era rispettato e adorato ma anche temuto per la sua devastante forza distruttrice: erano diffusi, e lo sono tuttora in alcune tradizioni new age e neopagane, rituali magici per proteggere le abitazioni da tale elemento. Tra i più diffusi vi era quello di utilizzare del vischio chiuso in un sacchetto azzurro, immerso in acqua fredda e limpida e quindi appeso al centro della casa o del luogo che si voleva proteggere. Nella sua connotazione positiva, il fuoco era utilizzato per purificare, cioè spesso venivano bruciati fisicamente oggetti ritenuti “responsabili” di cattiva sorte o ritenuti la causa di un male.
Il fuoco inoltre, come ogni altro elemento, era utilizzato per la divinazione, cioè quell'arte con la quale era convinzione si potessero svelare gli eventi futuri: un fuoco veniva acceso e la velocità o meno con cui la legna iniziava ad ardere era considerata un segno più o meno positivo per la buona riuscita della divinazione.
Era convinzione che le varie reazioni e i movimenti delle fiamme rispettassero un preciso linguaggio che se giustamente interpretato poteva rivelare il futuro: la difficoltà d'accensione di un focolare preannunciava ad esempio pioggia, la sua facilità una visita imminente. Molto crepitio indicava sfortuna, un netto “buco” tra le fiamme l'imminente cessazione di un problema, scintille preannunciavano notizie importanti, ecc.

Gli Elementali del Fuoco

Tra le streghe che professavano la Vecchia Religione, ve ne erano alcune di rango superiore, generalmente le più anziane, che erano considerate delle chiaroveggenti: si riteneva cioè che avessero la capacità di entrare in contatto con gli spiriti che governavano i vari elementi della natura chiamati appunto “Elementali” per chiedere loro benefici o conoscere gli eventi futuri.
Le streghe consideravano il fuoco governato da spiriti chiamati “salamandre”: in antichità infatti era diffusa la bizzarra convinzione che gli anfibi che vanno sotto questo nome potessero resistere al fuoco e si generassero da esso, ed è questo il motivo per cui le streghe identificarono gli spiriti del fuoco con questo nome.
Le salamandre non sono molto radicate nell'immaginario popolare e nel folklore, ma al contrario sono le protagoniste indiscusse della più ermetica tradizione magica ed alchemica: in moltissimi rituali dell'antichità legati alla metallurgia, i fabbri-sacerdoti invocavano le salamandre a protezione del loro lavoro; gli alchimisti medievali prima di tentare le trasmutazioni della materia nei loro crogiuoli, rivolgevano invocazioni agli elementari del fuoco; i magi persiani adoravano particolarmente il fuoco e ne traevano oracoli per onorare le salamandre.
Il ruolo delle visioni delle streghe chiaroveggenti, potrebbe aver sortito effetti simili a quelli che oggi suscitano i medicinali placebo nelle persone ipocondriache: gli uomini hanno sempre avuto bisogno di affidarsi a delle convinzioni e un certo riscontro di queste convinzioni, reale o meno che siano è irrilevante, generava senza alcun dubbio nelle streghe della Vecchia Religione del benessere.
In fin dei conti anche le religioni moderne, più o meno volontariamente, ricoprono questo ruolo, cioè quello di confortare e rassicurare chi ha fede. Ancora oggi, gli sciamani meso americani ad esempio, utilizzano tecniche ingannevoli per alleviare i dolori degli abitanti dei propri villaggi o per estirpare convinzioni radicate di malessere o semplice ipocondria: attraverso rituali che altro non sono che abili giochi di prestigio, gli sciamani fanno credere di estirpare il male dalle persone che si credono, ad esempio, possedute da un demonio, esorcizzando la cosa mostrando serpenti spettacolarmente tirati fuori dal ventre dei malcapitati.
Si tratta ovviamente di finzione, ma i meccanismi mentali di auto convincimento che con questi riti gli sciamani generano, sono pressappoco i medesimi generati dai medicinali placebo. Nel caso delle streghe chiaroveggenti della Vecchia Religione, entrare in contatto con spiriti benevoli e chiedere loro beneficio, voleva rassicurare il proprio popolo che il raccolto sarebbe stato abbondante e che le carestie non sarebbero arrivate, generando senza dubbio una gioia ed una serenità non indifferente.

Aria

L'Aria, elemento maschile come il fuoco, è considerato il secondo elemento superiore, inferiore soltanto al fuoco, e riveste un ruolo fondamentale nella tradizione magica in quanto al suo interno hanno luogo alcune trasformazioni importanti che coinvolgono anche gli elementi inferiori. Essa veniva considerata un vero e proprio tramite tra il mondo superiore e quello inferiore, partecipando alla purezza del primo e all'impurità del secondo.
È l'elemento dell'intelletto, è il regno del pensiero e governa incantesimi e rituali che riguardano i viaggi, l'istruzione, la libertà, l'acquisizione di conoscenze, il ritrovamento di oggetti perduti e la scoperta di menzogne.
Gli incantesimi legati all'aria di solito comprendevano, e per i wiccan ancora oggi, rituali in cui degli oggetti venivano fatti cadere lungo il pendio di una montagna, di modo che essi entrassero effettivamente in contatto fisico con l'elemento aria.
Per secoli gli uomini hanno creduto che esistessero solo quattro tipi di vento, corrispondenti ai quattro punti cardinali e molti incantesimi quindi eran legati a questi quattro venti che si credeva potessero venire comandati anche se tali rituali erano generalmente molto temuti poiché la magia dell'aria era considerata imprevedibile come è la stessa natura del vento.
Il vento del nord era considerato il vento che governava il cambiamento, un vento di natura aggressiva, probabilmente perché le correnti che provengono dal nord sono generalmente molto fredde e per questo i rituali legati a questo vento aprivano la strada ad incantesimi di distruzione.
Contrariamente, più si va a sud e più fa caldo, per lo meno nell'emisfero dove queste credenze pagane si svilupparono, e per questo il vento del sud, infuocato e caldo, era legato all'elemento del fuoco e la sua magia quindi ricopriva lo stesso ambito: purificazione e protezione. Il vento dell'ovest è quello che invece soffia fresco e umido; può portare una traccia di pioggia o di foschia quindi è legato all'elemento dell'acqua e gli incantesimi di questo elemento venivano quindi attuati preferibilmente quando tirava il vento dell'ovest.
Infine il vento dell'est, è anch'esso un vento caldo ma gli antichi pagani ebbero nei secoli modo di osservare che tale vento soffiava dal punto in cui il sole e le stelle facevano la loro apparizione: è per questo che a tale vento venivano associati i rituali spirituali e sacri e la divinazione aiutata dal corso delle stelle era più proficua se praticata durante il soffio del vento dell'est.
L'aria in generale domina l'Oriente perché questa è la direzione della massima luce, la luce della sapienza e della conoscenza, il suo colore è il giallo del sole e del cielo all'alba e la sua stagione è la primavera.

Gli incantesimi dell'Aria

Come già accennato, gli incantesimi dell'aria erano generalmente legati ai venti; erano molto diffusi gli incantesimi con i quali si credeva si potessero far innalzare i venti e uno dei più diffusi consisteva nell'annodare un vecchio pezzo di cuoio realizzando un primo nodo a circa otto centimetri da un'estremità, un secondo a circa quindici centimetri dal primo nodo ed un terzo a ventidue centimetri circa dal secondo.
L'incantesimo veniva attuato sciogliendo in sequenza i nodi: per una brezza leggera veniva sciolto il primo nodo mentre il mago si concentrava sulle onde del mare che si increspano, sulle foglie che si alzano o sull'erba che ondeggia. Per un vento più forte veniva sciolto il secondo nodo concentrandosi su di un vento che gonfia le vele di una nave e per un vento di burrasca si scioglieva il terzo nodo pensando a forti venti in azione.
I pagani attuavano riti anche per fermare il vento, esattamente come per proteggersi dalla forza distruttiva del fuoco; venivano utilizzate generalmente quattro piume (preferibilmente una per ciascuno dei seguenti colori: bianco, blu, giallo e nero) che rappresentavano ognuna i quattro venti cardinali. Le quattro piume venivano legate assieme strettamente con uno spesso spago, messe sul fondo di una ciotola e ricoperte completamente di sale di modo da non essere più visibili: con questa operazione era credenza che i venti fossero legati e portati a terra, di modo da calmarsi velocemente.
Vi sono anche testimonianze di credenze per le quali alcune streghe erano in grado di fermare un ciclone piantando un coltello nel terreno, con la lama affilata rivolta in direzione della tempesta. Si diceva che il coltello “tagliava il vento”, così che una determinata zona fosse risparmiata dall'uragano.

Gli Elementali dell'Aria

Per le streghe, gli spiriti elementari che governano l'Aria sono le Fate: esse sono ben radicate anche in molte altre tradizioni, specie nel folklore del nord Europa, identificate più generalmente con il termine gaelico di Fairy o Faires, cioè Piccolo Popolo. In tutte queste tradizioni, ma specialmente nella Vecchia Religione, le Fate ricoprono il ruolo di messaggeri celesti, inviati del mondo spirituale proprio come l'antico dio Hermes dei greci o gli angeli della tradizione Cristiana.
Le streghe credevano che gli uccelli rappresentassero nel mondo fisico, quello che le Fate rappresentavano nel mondo spirituale (o sottile), quindi molti riti ed incantesimi legati all'aria prevedevano l'utilizzo di volatili. Generalmente venivano catturati, “caricati” di invocazioni e preghiere durante lunghe cerimonie e poi liberati in massa di modo che i bisogni e le necessità trasmesse ad essi potessero essere portate in cielo e trasmesse agli spiriti dell'aria.
Queste convinzioni sono forse alla base dell'iconografia con cui sono state nei secoli codificate e rappresentate le Fate: la vista di alcune tipologie di uccello, magari di scarsa diffusione e rari da vedere, deve aver suggestionato gli antichi professanti della Vecchia Religione tanto da far credere loro di aver visto proprio degli spiriti dell'aria. Spesso infatti i colori delle ali di questi spiriti pagani, sono ispirati dal variopinto piumaggio di alcuni uccelli e anche ciò si ricollega all'infinita fonte d'ispirazione che per l'uomo è sempre stata la natura.
Gli ambienti naturali incontaminati di un tempo, con i loro suoni, gli odori ed i colori, erano terreno fertile per l'immaginazione e questo, legato ad una minore conoscenza del mondo, esaltava l'auto suggestione ed è comprensibile come la tradizione si sia così riempita di credenze, favole e leggende.
Oggi, tradizioni ancora attive come la Wicca, spingono sempre di più verso l'aspetto ambientalista: per chi ancora osserva il culto della Dea Diana, gli spiriti naturali, specialmente quelli dell'aria stanno retrocedendo nelle sempre minori zone ancora verdi del mondo a causa dell'industrializzazione e dell'inquinamento. Per questo, chi ancora oggi professa questa religione, si dirige nei boschi ed in generale in ambienti naturali per professare i propri rituali e per rimanere in contatto con questi spiriti elementari.

Acqua

Per i wiccan e i pagani della Vecchia Religione, l'acqua è l'elemento per eccellenza della purificazione, della mente subconscia, dell'amore e delle emozioni, e la sua magia era considerata da quasi ogni cultura e civiltà antica l'elemento primario per l'esistenza, un elemento legato al piacere, l'amicizia, il matrimonio, la fertilità, la guarigione, il sonno ed il sogno.
I rituali dell'acqua, quasi nella totalità delle civiltà umane, facevano utilizzo di specchi, venivano attuati spesso in presenza di pioggia e terminavano con l'atto o di gettare o di deporre un oggetto dentro o sopra una massa d'acqua, forse per un archetipo umano che riconosce nell'acqua l'origine della vita. Era considerato un elemento femminile, il suo colore era il blu, dominava l'Occidente e i mesi autunnali dell'anno quando la pioggia si riversa sulla terra.
Oltre a costituire una delle componenti primordiali ed essenziali delle cosmogonie di quasi ogni civiltà, l'acqua rappresenta il principio vitale inteso come mezzo di rigenerazione. Anche in alchimia ritroviamo, legata all'acqua, una componente di forte vitalità: per gli alchimisti infatti, l'acqua come solvente portava alla Putrefazione, fase essenziale per il risorgere della vita, ed inoltre, sciogliendo sali e sostanze, li rendeva adatti a numerosi processi alchemici. È proprio in questa fase alchemica che tra alcuni elementi si credeva potesse avvenire la cosiddetta Unione: essa doveva avvenire nel corso della lotta tra la natura fissa e la natura volatile degli elementi.
Un elemento da tenere in considerazione è l'uso che la spagiria fa dell'acqua come solvente per riuscire ad ottenere la quintessenza dei minerali e delle sostanze naturali. Quanto maggiore è il livello spirituale raggiunto, tanto maggiore è la possibilità di agire nel reale: ecco allora il marcato desiderio dell'alchimista di identificare, mediante continui processi di purificazione, la dimensione più essenziale di una sostanza, e in ciò riveste un ruolo centrale l'elemento dell'acqua.
L'acqua si pone al terzo posto della serie dei quattro elementi: questa posizione tra aria e terra le spetta per la sua plasmabilità superiore dell'aria ovviamente ma inferiore alla terra. È chiara questa classificazione in quanto gli esponenti della Vecchia Religione potevano utilizzare l'acqua nei rituali e negli incantesimi in modo assai più diretto e pratico rispetto a quanto potessero fare con aria e fuoco e alla stessa maniera l'elemento più manipolabile di tutti era la terra. Ciò nonostante, l'acqua è, dei restanti elementi, quella più difficoltosa da muovere: l'aria ha infatti per sua natura una buona capacità di movimento, mentre il fuoco è l'elemento che si muove nel modo più rapido.
Il compito più importante che veniva attribuito all'acqua era quello di ricevere e memorizzare l'informazione presente nell'ambiente e di conservarla per poi trasmetterla ad altri elementi, in particolare alla terra. In seguito all'evaporazione, l'acqua sale verso il cielo e si impregna degli influssi astrali. Successivamente essa torna sotto forma di pioggia, sulla terra, fecondandola con quanto ha potuto catturare nella dimensione più sottile: si credeva che l'informazione venisse così trasmessa alla terra che ne traeva giovamento per la sua evoluzione.
Il processo si ripeteva un numero infinito di volte per consentire all'elemento più basso di accumulare l'informazione di cui ha bisogno per far evolvere ciò che essa contiene, ma il rapporto è duplice: anche la terra impregna l'acqua di ciò che essa contiene e vengono così trasmesse ad essa le virtù delle vene ricche di minerali, così come quelle di luoghi ricchi di bitume e zolfo.
Questo scambio tra dimensione superiore e dimensione inferiore, che si credeva possibile proprio grazie alle caratteristiche dell'acqua, veniva considerata una vera e propria respirazione del mondo ed è per questo che il fulcro di tutti gli incantesimi delle streghe si basava su questa convinzione di possibilità di passaggio dell'informazione: gli elementi erano collegati, gli spiriti elementari interagivano tra di loro, i rituali e gli incantesimi erano quasi tutti incentrati sul passaggio del bisogno, della preghiera agli elementi naturali per giungere alla divinità.

Gli incantesimi dell'Acqua

Una delle forme più piacevoli, rilassanti e antiche di divinazione era l'osservazione dell'acqua. Quasi ogni luogo naturale e non dove sia presente l'acqua, ha generalmente attratto l'uomo e lo ha spinto a cercare in questi luoghi le risposte che andava cercando.
Alcuni riti, che un tempo venivano considerati veri e propri incantesimi e rituali, sono in parte giunti fino a noi: ne è un esempio quella di gettare monetine dentro una fontana od un sasso dentro un pozzo visualizzando un desiderio che si vuole si realizzi. Per i wiccan o più in generale per i pagani che adoravano gli spiriti della natura, gli ambienti naturali erano i luoghi migliori per attuare rituali ed incantesimi, ma con la supremazia del cristianesimo in Europa dal decimo secolo dopo Cristo in poi i luoghi artificiali come pozzi o sorgenti cominciarono a prendere il sopravvento nel folclore e questo non è un caso, ma vi è una componente storica e culturale: molti pozzi sono stati associati a Santi e si dice che nei loro pressi siano state operate guarigioni ed altri miracoli.
Il pozzo di Chalice presso l'Abbazia di Glastonbury, in Inghilterra, è un esempio di una vecchia sorgente ritenuta magica anche dai pagani che si è trasformata in pozzo ad opera dei primi mistici cristiani. L'opera di cancellazione della memoria è una pratica comune nella Storia: molte chiese ad esempio sono state costruite sopra templi pagani, di modo da affermare al tempo stesso la supremazia di un credo ed eliminare le tracce di uno precedente. Gli incantesimi legati all'acqua sono quasi tutti incentrati sul posizionamento o il lancio di un oggetto in una massa d'acqua.
Se ci si trovava nei pressi di una sorgente spesso di raccoglieva un sasso e, tenendolo con la mano dell'energia (i wiccan in special modo, credono che la mano più utilizzata naturalmente da una persona elargisca maggiore energia magica rispetto all'altra) usando il succo di una pianta locale o con del gesso, venivano segnati a terra simboli o rune visualizzando la propria necessità, per poi gettare il sasso nella sorgente.
Spesso, si attuava una sorta di divinazione attraverso il numero di cerchi prodotti dal sasso che impattava con l'acqua: durante il lancio si visualizzava o si rivolgeva alla Dea o al Dio una domanda che poteva avere come risposta o un si o un no, e a seconda se i cerchi generati sulla superficie dell'acqua fossero stati pari o dispari si era ottenuta una risposta affermativa o negativa.
Sostanzialmente questi riti non erano un qualcosa di così lontano da una sorta di preghiere, che venivano esorcizzate ed amplificate con dei gesti e degli atti fisici. Ma per le streghe della Vecchia Religione l'acqua non era utilizzata solo per rivelare gli eventi futuri ma essa aveva un grande potere curativo e proprietà purificatorie e quindi molti rituali di guarigione erano legati a questo elemento.
Questa idea non era radicata solo al retroterra delle convinzioni della Vecchia Religione ma è un concetto molto diffuso in diverse culture e tradizioni. Il rito di purificazione tramite l'abluzione ad esempio è un rituale molto diffuso e trova un'espressione particolarmente importante nella religione islamica, giudaica e in quella cristiana.
Per l'ebraismo antico, uno dei problemi maggiori era costituito dall'impurità: essere impuri significava essere spiritualmente depotenziati, quindi non in grado di accostarsi alla divinità, dalla quale si diffonde un flusso potente (il Sacro) in grado di distruggere un essere vivente che si fosse accostato ad esso senza prima essersi reso immune all'impurità. Gli stessi animali considerati impuri lo erano perché in qualche modo associati alla terra (come il serpente che striscia sul suo ventre), la quale, essendo emanazione della divinità, partecipava anch'essa del Sacro e della sua pericolosa potenza.
Per questo motivo, si richiedeva ai sacerdoti, che erano a contatto più di chiunque altro con il Sacro, un grado massimo di purezza: le trasgressioni dovevano essere cancellate mediante la purificazione e i lavaggi cerimoniali con acqua consacrata facevano parte di questa tradizione. All'epoca di San Giovanni Battista, la tradizione dell'abluzione, legata specialmente ai culti orientali ma particolarmente diffusa in questo periodo sia in ambito giudaico tradizionale che in quello degli esseni, doveva essere preceduta dalla penitenza della vera conversione.
Per il cristianesimo delle origini, esso acquista una pregnanza ancora maggiore, perché l'ingresso nell'acqua simboleggia la morte dell'uomo vecchio, mentre con la risalita dal fonte battesimale si festeggia la nascita dell'uomo nuovo, sul quale scende lo Spirito di Dio per la sua santificazione.
Di ciò è esempio emblematico il battesimo di Gesù: anch'egli, come gli altri discepoli di Giovanni, entra nell'acqua per il battesimo, ma quando ne esce, Dio manifesta il suo compiacimento per lui: lo Spirito dell'Altissimo discende dal cielo sotto forma di colomba, mentre si ode la voce del Padre che lo riconosce come figlio.

Gli Elementali dell'Acqua

Gli spiriti elementari dell'acqua venivano identificati nella Vecchia Religione con il nome di Ondine. Anche per le ondine, come per il retroterra folcloristico legato alle Fate, la tradizione è molto vasta andando a coinvolgere quasi ogni cultura che avesse a che fare con il mare od in generale la navigazione.
Storie di Sirene e creature marine, popolano non solo la letteratura più disparata, ma in particolare il folclore irlandese e quello scozzese, anche se racconti di creature delle acque sono presenti in quasi tutto il mondo e in quasi ogni epoca. Le streghe chiaroveggenti le identificavano come splendide fanciulle dai lunghi capelli e la coda di pesce, immagine tanto famosa quanto abusata in molte culture.
La loro origine molto probabilmente è dovuta al grande timore che l'uomo ha sempre avuto del mare: esattamente come molti dei rituali del fuoco o dell'aria servivano per proteggersi dalla forza distruttrice di cui possono essere capaci tali elementi, molti rituali erano rivolti agli spiriti elementari dell'acqua per ricevere la loro benevolenza e protezione. Le radicata superstizione dei marinai è molto probabilmente una traccia dell'antico timore e rispetto che l'uomo nutriva verso il mare ed i riti e i sacrifici che le streghe rivolgevano ad esso e agli spiriti che lo abitavano.

Terra

La terra costituisce per la fisica tradizionale il grembo indispensabile senza il quale nulla può essere prodotto o riportato in vita e, seppur senza basi scientifiche, questa era anche la convinzione di molte antiche civiltà: la terra infatti è l'unica vera casa dell'uomo, in essa l'uomo ha sempre trovato rifugio e nel suo suolo umido è tradizione diffusa il seppellimento dei defunti.
La terra è considerata principio femminile per eccellenza (in quanto opposta al Cielo, principio maschile) ed è sottoposta ad una continua fecondazione da parte del fuoco (interno ed esterno), dell'acqua, delle influenze astrali: essa nutre l'uomo fin dalla sua comparsa, è umida e fertile e sono queste caratteristiche che l'hanno fatta identificare dagli uomini come elemento femminile. È in essa che nella stragrande maggioranza delle tradizioni religiose, nelle cosmogonie, viene posto il germe iniziale delle cose, che nel suo interno, sono portate a maturazione: il germe dei metalli (tradotto nel linguaggio fisico, il mercurio vivo, padre di tutti i metalli) nel suo recettacolo sotterraneo può maturare fino alla perfezione (l'oro).
Essa domina il punto settentrionale della bussola perché è il punto di massima oscurità e dell'inverno, il suo colore è il verde della vegetazione ed è legata alla magia delle pietre, delle immagini, degli alberi e dei nodi. Nelle attività magiche, la terra ha sempre “governato” tutti gli incantesimi e i rituali legati al lavoro, agli affari, alla stabilità e alla fertilità: gli aborigeni australiani professano un rito per il quale gli uomini adulti si stendono sulla terra e la fecondano con il loro seme in segno di ringraziamento per i frutti che costantemente essa fornisce loro per vivere.
Nella tradizione magica pagana, un rituale legato a questo elemento poteva essere quello semplice di seppellire un oggetto simbolico di un determinato proprio bisogno o desiderio che si voleva si concretizzasse, o ancora gesti semplici e umili come quello di tracciare simboli e disegni nella polvere. Come l'acqua si credeva che la terra fosse in grado di trasportare l'informazione e accogliere e conservare in sé le preghiere e i bisogni di chi la onorava nei rituali.
Le antiche Dee pagane della terra sono sopravvissute fino ad oggi sotto le spoglie di Madre Natura, una divinità che veniva celebrata un tempo e che oggi viene nuovamente apprezzata da alcune filosofie new age come nostra genitrice e fonte si sostentamento: movimenti ambientalisti sono sorti per soddisfare il bisogno di proteggere il nostro pianeta, specie quando siamo riusciti a lasciare l'atmosfera e osservare la Terra dallo spazio.
Ma questo sentimento protettivo entrò nel pensiero degli uomini e nella pratica magica ed in quella religiosa già migliaia di anni fa, per preservare la divinità Gea. Per concludere, dal punto di vista alchemico, la terra assumeva una grande importanza anche perché veniva indicata in maniera indiretta come uno dei componenti della Pietra Filosofale degli Alchimisti.

Gli incantesimi della Terra

La terra veniva utilizzata soprattutto per incantesimi di guarigione ed in generale si associavano a tale elemento capacità curative: era convinzione che si potesse trasferire la malattia ad una sostanza, generalmente di origine organica, che poi veniva seppellita e il male veniva così neutralizzato dal potere della terra.
Per eliminare una malattia o risanare una ferita, si usava sfregare la parte affetta con una fetta di mela, di patata o di qualche erba ritenuta curativa e tale rituale deve presumibilmente essere sorto per la casualità di aver constatato dei miglioramenti per via di capacità disinfiammatorie di alcune piante utilizzate. Similmente, si faceva stendere il malato su zone di terra fresca e smossa e sono facilmente immaginabili le origini di tali convinzioni: la terra era l'elemento dal quale l'uomo vedeva sbocciare la vita; tutto ciò di cui l'uomo aveva bisogno per il suo sostentamento spuntava dal terreno, sia il cibo sia le piante utilizzate per gli infusi e le pozioni e si credeva quindi che la terra possedesse forte vitalità e che si potesse giovare delle sue vibrazioni positive e vitali entrando in contatto con essa.
Specie in Oriente, vi era la tradizione di costruire le case intorno ad alberi e spesso la prima cosa che veniva fatta prima di edificare un'abitazione era quella di piantare il seme di una pianta: i wiccan, ed in genere i pagani adoratori degli spiriti della natura, solevano affidare le proprie necessità e desidere al seme di un albero, che se accudito da germoglio a fusto, avrebbe reso il desiderio realtà.
E ancora, era ed è pratica ricorrente per i wiccan, raccogliere in un fazzoletto verde della terra dove erano stati precedentemente tracciati simboli magici e rune e portarlo con sé per protezione e similmente veniva fatto con delle bottiglie poi poste sui davanzali delle finestre per impedire al male di entrare. La terra veniva gettata alle spalle dei bambini che giocavano per evitare che spiriti malvagi si insinuassero nei loro ingenui giochi e molto probabilmente questa tradizione è sopraggiunta fino a noi come il rito superstizioso di gettarsi alle spalle un pizzico di sale per scongiurare la cattiva sorte.
Nei tempi passati in sostanza, si credeva che la terra confondesse gli spiriti malvagi e i demoni e che essi fossero così costretti a dover contare ogni singolo granello di terra prima di poter entrare in un'abitazione: nella filosofia new age, nel senso più allargato del termine, questi spiriti sono stati sostituiti come un male persistente che aleggia intorno al pianeta, generato dai cattivi pensieri delle persone. Questa negatività può entrare nelle case e così, per difesa, vengono adottati sistemi simili a quelli degli antichi pagani che professavano l'Antica Religione.
La convinzione che con i soli pensieri si possa recare un danno fisico e psicologico ad altre persone, alimentando questa presunta cappa di negatività che aleggia intorno al pianeta, è presente anche in ben più antiche filosofie orientali, come ad esempio il mantra di origine induista, una tecnica meditativa atta sostanzialmente a concentrarsi e liberare la mente, ma con la quale si crede si possa anche influenzare e creare un danno a terze parti.

Gli Elementali della Terra

Per i professanti della Vecchia Religione gli spiriti elementari della terra erano gli gnomi. Quando oggi sentiamo parlare di gnomi, ci vengono alla mente le numerose e suggestive fiabe che vedono protagonisti quegli esseri dalle sembianze simili a quelle umane ma dalla piccola statura.
In verità il folclore che circonda queste figure vede questi esseri descritti nei modi più differenti e questo è un chiaro segnale per quanto già accennato riguardo agli spiriti elementari dell'aria: le storie di gnomi, seppur maggiormente radicati nel nord Europa, popolano il folclore di quasi tutto il globo e in base a ciò di misterioso e sconosciuto che gli uomini di varie parti del mondo potevano osservare in natura, la loro forma e le descrizioni variano molto.
Gli gnomi (Shee dal gaelico) delle streghe gli Yaksha in India, i Koltkis in Russia, gli Dvergras o Kourigas nella tradizione celtica, i Monacelli nell'Italia meridionale e così via.
I motivi che stanno alla base della nascita della credenza degli gnomi sono chiare per quanto riguarda le streghe della Vecchia Religione che erano a contatto diretto con la Natura e le sue innumerevoli suggestioni e a tale proposito è interessante notare che in tutte le altre culture dove queste credenze si radicarono, esse partono sempre dalla vita di classi sociali che erano strettamente a contatto con la natura e la terra, come i contadini.
Vi è un gran proliferare di credenze e superstizioni riguardanti spiriti della casa, di granai e cascine, esseri verso i quali spesso si doveva essere cauti e che talvolta ci si poteva aggraziare o convincere a smettere di infestare i luoghi abitati con sacrifici e doni di cibo o piccoli oggetti di valore.
Uno dei riti più semplici per precludere l'ingresso nelle abitazioni degli spiriti avversi, era per le streghe, quella di appendere un paio di corna di cervo agli stipiti delle porte d'ingresso alle case poiché il cervo era il simbolo del Dio, della parte maschile della Natura con la sua potenza virile.
Tale tradizione è alla base dell'iconografia del Diavolo cattolico: gli gnomi malvagi delle streghe sono stati rimpiazzate dalla figura del diavolo tentatore che è stato rappresentato come un essere con coda e corna proprio per tacciare di malvagità e adorazione del maligno la tradizione pagana d'appendere delle corna di cervo fuori delle case.



 
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